Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: nightmerd    25/03/2012    1 recensioni
{ Remake: GUARDIANS }
" -D’accordo-, dice tranquillo e si mette comodo, come se ci attendesse una lunga chiacchierata. –Gli angeli si sono estinti tutti. Sono rimasti solo quattro arcangeli. Uriel, Mikael, Raphael e Gabriel. Questi qui, per rimanere in vita uniscono la loro esistenza a quella degli umani, facendogli da ‘angelo custode’. Così, se muore il loro protetto muoiono anche loro-.
-Frena un secondo, play boy!-, lo interrompo. –Come si sono estinti gli angeli?-.
-Li avete uccisi voi umani. Con l’inquinamento uccidete la natura e di conseguenza gli angeli-. Annuisco e lui continua. –Però molti demoni potenti, tra i quali Nergal, vogliono distruggere la razza angelica e per farlo devono uccidere i protetti degli arcangeli. Tuttavia, Lucifero è al corrente di questo complotto e ha inviato noi demoni minori a proteggere i protetti degli arcangeli, perché questi ultimi sono troppo deboli per farlo-.
-E’ una cosa contorta-, commento corrugando la fronte.
-Lo so-.
-Ma perché Lucifero vuole preservare gli arcangeli?-.
-Per divertimento, suppongo-, fa spallucce. –Senza gli angeli il mondo per noi demoni non è divertente-. "
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La musica rimbomba ovunque, mi sembra che persino i bicchieri si muovano.

Esther mi ha costretto ad indossare queste ridicole ali di finte piume nere e commentava anche che mi davano un aspetto inquietante! La vedo davanti al tavolo delle bibite mentre parla con un ragazzo vestito da panda. Ma si può andare ad una festa vestiti da panda?! Forse è meglio se non commento io.

La canzone mi rimbomba nel petto e ho bisogno di una boccata d’aria.

Raggiungo il grosso balcone e mi appoggio alla ringhiera di marmo. E’ una serata bellissima. Le stelle brillano padrone del cielo blu come i miei occhi. E’ una serata di novilunio, fresca e rassicurante.

D’improvviso la musica cambia. Ora hanno messo un lento. Accanto a me, sento la presenza di qualcuno. Mi giro. C’è un ragazzo, sui diciotto anni, con i capelli neri e gli occhi color argento. Guarda il cielo, le stelle, con un sorriso soddisfatto.

Si gira lentamente verso di me e mi dedica un sorriso così bello da farmi gelare il sangue.

-Bella serata eh?-. Rimango impietrita poi sorrido e annuisco. Dalla sua schiena spuntano due enormi ali che sembravano fatte di fumo.

A quanto pare qualcun altro oltre a me ha deciso di vestirsi da demone. Meglio così, mi sento meno ridicola.

-Come ti chiami?-, mi chiede tornando a guardare le stelle.

-Beatrice-.

-Dai l’aria di essere una che l’ha ripetuto un sacco di volte-, commenta.

-Infatti è così. Tu sei?-.

-Nicholas, per gli amici Nick-.

Lo osservo. Emana uno strano fascino misterioso, e un po’ pericoloso, forse. Ha una voce particolare: roca ma che ti fa pendere dalle sue labbra.

Ha una frangia tutta sparata da una parte, che gli da’ quel tocco in più di mistero. Solo allora noto il suo abbigliamento. Ha uno smoking che lo rende ancora più affascinante.

Io ho un misero vestitino senza spalline, corto, nero e gli stivali alti, neri.

-Ti va di ballare?-, mi chiede tutt’a un tratto fissandomi speranzoso. Mi porge la mano con un sorriso sghembo.

-D’accordo-. Gli prendo la mano e lui mi attira a sé. Ok, sono certa di essere diventata rossa come un pomodoro.

E’ più alto di me, gli arrivo a malapena sotto il mento.

Mentre balliamo a ritmo di musica (lento e snervante), continua a guardarmi negli occhi.

La musica finisce e ne comincia un’altra, lenta. Lui si allontana e guarda l’orologio da taschino.

  -Ops, si è fatto tardi. Devo andare-.

Le dieci di sera. Tardi?

-Ok. Ciao Nicholas-.

 

Ride. –Chiamami Nick, Bea! Ci si vede-, mi fa l’occhiolino e si allontana tra la folla.

Rimango sola sul balcone e mi vado a sedere sulla ringhiera, facendo penzolare i piedi nel vuoto mentre guardo le stelle.

Che strano tipo.

 

 

*

 

 

-Di nuovo in ritardo Gonzalés?-, mi rimprovera il rapace.

Sorrido, colpevole. –Scusi-. Vado a sedermi vicino ad Esther e la saluto con un sorriso.

-Sei di buon umore oggi? Strano, dobbiamo chiamare l’ambulanza-, commenta con un ghigno.

Non rispondo ma seguo la lezione.

Alla fine, quando esco dalla classe per fare ricreazione, mi ferma la festeggiata che ha fatto il compleanno ieri sera.

-Oh, Gonzalés! Proprio te cercavo! Mi chiamo Valeria-. Riduco gli occhi a due fessure e la squadro. –Sì lo so-.

C’è qualcosa sotto. Infatti… -Sai, ieri sera ti ho vista sul balcone-.

-E quindi?-.

-Mentre ballavi con un ragazzo che mi ha fatto praticamente sciogliere!-, esclama lei mettendosi una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio. –Come si chiama?-.

-Chi?-.

-Quel tipo!-.

-Ah. Nicholas-.

-Che nome da fico! Era così bello! Me lo fai conoscere?-.

Ferma tutto! –Aspetta, ma non l’hai invitato tu?!-.

-No. Ma non importa. Uno bello così può stare alla mia festa-.

Oddio mio, chi era quello?! Ho ballato con un perfetto sconosciuto?!

-Allora, me lo fai conoscere o no?-, ripete.

-Ehm… se lo rivedo sì-.

Che nervi.

-Ok, tieni, ecco il mio numero-, mi porge un bigliettino con scritto il suo numero di cellulare. –Dimmi quando è disponibile quel ragazzo, fammi pubblicità-, mi fa l’occhiolino e se ne va con i suoi amici. Alcuni sono usciti nel giardino per l’intervallo e allora esco pure io.

Appoggiato al muretto della scuola, noto un ragazzo familiare. Porta una giacca di pelle nera, i jeans blu e la catenella. Ha i Ray-Ban sempre neri. Mi vede, sorride e si tira su gli occhiali da sole, scoprendo gli occhi d’argento.

-Bea!-, mi saluta allegro.

-Che ci fai qui?-.

-Ti sono venuto a trovare-, dice facendo spallucce e rimettendosi gli occhiali.

-Come mai? Non dovresti essere alla tua scuola ora?-.

-Oggi non ci sono andato-, risponde annoiato e si toglie per la millesima volta gli occhiali, per poi farli mettere a me.

-Come non ci sei andato?-, dico mentre me li appoggia sul naso.

-Non mi andava-, fa una pausa poi tira fuori due caschi da dietro il muretto. –Ti va di fare un giro?-.

-Al contrario di te, io ci vado a scuola-, ribatto. Poi noto che sulla schiena ha ancora le ali. –Ma, perché non ti sei tolto le ali?-.

Mi guarda stupito. –Togliermi le ali?-, ripete senza capire.

-Sì, le ali. La festa è finita da un pezzo-.

Sbatte diverse volte le palpebre mentre abbassa lo sguardo. Noto che anche le ali si muovono, sbattono velocemente, come se fossero agitate.

-Wow hanno anche dei begli effetti-, commento.

-Quali effetti?-. Ma non capisce?

-Le ali! Hai ancora le ali da ieri sera e si muovono! Che begli effetti!-, ripeto lentamente e accompagnando le parole con un gesto della mano.

Il suo sguardo si fa pensieroso, poi serio ed infine mi blocca la mano stringendola tra le sue.

-Vieni con me-, dice con voce pericolosamente dolce e sensuale. Mi viene la pelle d’oca.

-Vieni Beatrice-, ripete sempre con lo stesso tono di voce. Sono tentata, ma non lo conosco.

Suona la campanella e tolgo la mia mano dalle sue. –Devo andare-.

Gli ridò gli occhiali, che lui si rimette, e me ne vado a testa bassa.

 
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTRICE: Ok, è cortissimo e spero che non mi ucciderete. E’ solo che sinceramente non so che altro scrivere .____.

Vi ringrazio per la pazienza e alla prossima =3 

  
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