Pov Gwen
Dopo aver chiuso la porta, io e Trent
rimaniamo soli, in corridoio.
Finalmente posso confrontarmi con
lui e chiarire questa faccenda una volta per tutte.
<Tutto okay?> Mi
domanda,
un po’ preoccupato.
<Io sì. Vorrei sapere
cos’hai
tu contro di me…> Rispondo, leggermente
seccata.
Questa situazione mi sta
letteralmente dando sui nervi.
Trent mi rivolge uno sguardo tra
l’incredulo ed lo stupito < Di che stai
parlando? Io non ho
nulla contro di te> Mi sorride <Ho
l’auto parcheggiata
qui fuori, ti porto a casa se vuoi>
Io annuisco, scendendo assieme a lui le
scale del palazzo, fino ad arrivare in macchina.
Nonostante il suo atteggiamento,
sento che qualcosa è cambiato, quel sorriso mi sembra
così…Spento,
rispetto ai giorni precedenti.
Mentre siamo in macchina, l’unico
suono che si sente provenire è quello della radio sulla
nostra
stazione locale, l’ha accesa Trent qualche minuto fa, forse
per
riempire il silenzio che si sarebbe creato in quel breve tratto di
strada.
Ma io non ho intenzione di dargliela
vinta, così decido di intervenire <Cosa ti
ha detto Courtney?
Su di me ovvio…> Mormoro, tenendo sempre lo
sguardo fisso
sulla strada.
In tutta risposta, lui alza le spalle,
lanciandomi una veloce occhiata <Niente di particolare,
sai
com’è fatta>
<Allora avete parlato di
me>
<Gwen…>
<E’ sempre la stessa
storia,
quella mi fa sembrare la ragazza che non
sono>
Borbotto
Sì, sono arrabbiata.
Perché Courtney probabilmente
avrà
detto l’inimmaginabile a Trent, facendogli pensare
chissà cosa e a
che razza di persona potrei essere.
E’ da due anni che si comporta
così, ed io sono stufa.
<Quindi non vi siete…
Litigate
lo stesso ragazzo?> Domanda, anche se con un
po’ di
imbarazzo.
In un primo momento rispondo
automaticamente un “Sì” scocciata, fino
a quando mi rendo conto
della reale domanda, indi cerco di rimediare. Ma forse
peggioro
solo le cose.
<No!
Cioè…Insomma…Drake non
è mai stato suo>
Drake non era di nessuna. Avrei
voluto aggiungere.
Ma Trent sembra già abbastanza
incuriosito così. Non esageriamo.
<Ah…>
Risponde un po’
imbronciato <Quindi, Drake è il tuo
ragazzo?>
Mi volto di scatto verso di lui <Cosa
centra adesso Drake? Stiamo parlando di noi o sbaglio? Questa sera ti
sei comportato come se neanche mi conoscessi, vorrei sapere cosa ti
ha raccontato Courtney per farmi odiare così tanto da
te>
<Io non ti odio Gwen>
Sospira, forse stufo di questa conversazione <La cena
non è
stata delle migliori, tutti hanno iniziato una guerra con il cibo,
era difficile fare conversazione in una situazione del genere, non ti
pare?>
In effetti ha ragione.
Forse è questo che mi da
ancora più
sui nervi.
Forse non era con Trent che dovevo
chiarire, ma con Courtney.
<Fermati>
<Ho già detto che non
c’è
problema, ti porto a casa>
<Proprio per questo ti ho detto
di fermarti. Casa mia è accanto a quel negozio di scarpe>
Indico il palazzo, mostrando un sorriso forzato al ragazzo. Anche lui
fa lo stesso.
Fantastico…
Credo che con questa
“conversazione/chiarimento”, abbia solo peggiorato
le cose.
Lui accosta, permettendomi di scendere.
Lo sapevo, avrei dovuto stare zitta
per tutto il tragitto.
……………………………………………….
Pov Zoey
Mi sono appena vestita, tra mezz’ora
sarei dovuta essere alla mia prima lezione universitaria.
Non vedo l’ora!
Ma mentre mi sistemo i codini, ripenso
alla strana serata di ieri.
In un certo senso mi sono
sentita…Sollevata.
Le ragazze non sono sembrate molto
amichevoli, specialmente quella Heather.
In fondo stare in un appartamento
con quattro maschi non è poi così male.
Anche se il mio obbiettivo era
quello di trovare delle amiche.
Bhè…Per lo meno ho
conosciuto
Bridgette, e questo grazie alla convivenza in questo appartamento.
Inoltre non devo dimenticarmi di
Mike, se non fossi uscita con Bridgette probabilmente chissà
quando
lo avrei incontrato. Forse mai più.
Già…Mike…
Chissà cosa starà
facendo.
Avrei dovuto chiamarlo o per lo meno
mandargli un messaggio.
Guardo sul mio comodino, notando che il
mio cellulare è sparito.
Deduco quindi ad un’unica
conclusione: I ragazzi.
Esco dalla mia camera, cercando
qualcuno dei miei coinquilini.
<Hai forse perso questo?>
Mi giro, trovandomi davanti Scott che
mi mostra il cellulare, con un piccolo ghigno sul volto.
<Grazie tante>
Rispondo
seccata, cercando di prendere l’oggetto, ma Scott sembra non
volermelo passare <Avanti, ridammelo Scott>
<Che fretta
c’è. Devi forse
parlare con il tuo nuovo ragazzo?>
<Il mio cosa?!>
In men che non si dica, Scott attiva un
messaggio vocale che mi è stato lasciato diverse ore fa.
<Ciao
Zoey!
Come stai?...Ehm…Spero…Spero bene. Non sapevo se
chiamarti o
meno, con questo non intendo dire che non ho voglia di sentirti!
Solo, ho pensato che magari hai da fare… Ma ho deciso di
tentare lo
stesso, perché mi
piacerebbe…Insomma…Conoscerti meglio>
Non ci credo, quella è la
voce di
Mike. Deve avermi lasciato quel messaggio ieri sera, non me ne
sarò
accorta perché dopo la serata sono sprofondata nel letto,
ero
davvero esausta.
<Che
ne
dici di uscire qualche volta? Sempre se puoi, e se vuoi. Se non hai
niente di meglio da fare, se….Ah! Ehm…Senti,
facciamo che mi
richiami? Credo di averti intasato fin troppo la segreteria
telefonica. Bhè allora…A presto!>
Dopo qualche
secondo di pausa
<Ah ehm… Sono Mike! Ma
penso che tu l’abbia già capito>
Indi chiude il
messaggio.
In quel momento, avrei voluto esprimere
tutta la mia contentezza, se solo non avessi uno Scott fastidioso
davanti che non la smette di ridermi in faccia.
<Mike? Trent? Non credi di avere
un po’ troppi spasimanti?>
<Io e Trent siamo solo
amici.>
Gli rubo il cellulare di mano <E smettila di guardarmi
i
messaggi!>
<Tu puoi assillarci con le
pulizie e la spesa, mentre noi non possiamo fare lo stesso con la tua
vita privata?!>
<Ovviamente, no! Ci sono enormi
differenze!> Rispondo schietta <Spero
che tu non l’abbia
fatto sentire anche agli…>
<Hey Zoey!>
Geoff mi si
avvicina, dandomi una pacca sulla spalla <Quando ci
farai
conoscere il tuo nuovo spasimante?!>
<Altri…> Termino
la
frase con un enorme sospiro.
Ad un tratto, mi viene gettato in mano
una scatola di…Preservativi?!
Non ci posso credere!
Che faccia tosta.
<Consideralo un regalino, non
vogliamo diventare zii prima del dovuto> Dice Duncan.
Appena cerco di rispondergli noto che
il ragazzo è di nuovo in mutande. Ma
questo vizio non se lo
leverà mai?!
<Duncan!>
<Che
c’è?!>
<Amico, sei in mutande!>
Dice Geoff, coprendomi gli occhi per evitare altre scenate.
<Almeno questa volta le ho, lo
sai che mi piace sentirmi “libero”>
<E tu lo sai come la pensa la
“signorina” su questa tua
libertà> Afferma Scott.
<Guardate che ci sento!>
Mi scosto da quei tre, dirigendomi verso il bagno <Almeno
mettiti un accappatoio, ce ne deve essere uno in ba…>
<Aspetta Zoey!>
<Io non ci andrei se fossi in
te>
Questa volta forse avrei dovuto dare
ascolto a quei ragazzi.
Almeno mi sarei risparmiata l’orribile
odore provenire da quel gabinetto.
<Cof…Cof…M_Ma….Ma
che cos…>
Cerco di trattenere il fiato, uscendo il più veloce
possibile dal
bagno e chiudendo la porta di scatto <Cos’è
scoppiato la
dentro?!>
<La cena di ieri non ha fatto
tanto bene al nostro Sam> Ridacchia Geoff <Ha
occupato
il bagno per più di mezz’ora, dopo un tempo
simile, meglio
lasciare che l’aria si pulisca del tutto>
Improvvisamente mi raggiunge Sam, pare
tremendamente preoccupato per qualcosa <Ti chiedo scusa
Zoey!
Ma credo di non stare ancora molto bene!>
<Cosa? Ma…>
Non faccio in tempo a fermarlo, che lui
si catapulta in bagno, chiudendo la porta con forza.
Giuro di non averlo mai visto
correre così veloce come ora.
Anzi, a dire il vero, credo di non
averlo mai visto correre. Ma in fondo sono qui solo da pochi giorni.
Anche gli altri, tuttavia, sembrano abbastanza stupiti dalla
velocità
con cui ha occupato il bagno quel ragazzo.
D’accordo, non è il
massimo
convivere con loro.
Ma d’altra parte, poteva
andarmi
peggio, molto peggio.
…………………………………….
Pov Scott
In un certo senso, la permanenza di
Zoey mi sta rendendo le giornate più divertenti. Prendermi
gioco di
lei è diventato un bel passatempo per me e Duncan.
Ma ora basta, penserò ad
eventuali
scherzi non appena termino di lavorare.
Strano, detto da uno come me, ma il
vero motivo non è il lavoro in sé, ma la presenza
di quegli hippie
da strapazzo.
Spero che si siano dati una regolata
e abbiano smesso di protestare inutilmente.
Giungo al luogo di lavoro, ma inaspettatamente non vedo nessuno dei miei colleghi, strano, di solito sono sempre io quello in ritardo.
Giungo al luogo di lavoro, ma inaspettatamente non vedo nessuno dei miei colleghi, strano, di solito sono sempre io quello in ritardo.
In compenso vedo il mio capo che,
appena mi nota fa cenno di raggiungerlo.
<Che succede boss?>
<Secondo te? Guarda!> Indica
la zona piena di protestanti, ma nessuno che tenta almeno di
proseguire con il lavoro <Ho mandato tutti gli operai
a casa,
questa situazione sta prendendo una brutta piega Scott, se queste
proteste non la finiranno, tra meno di un mese andrò in
banca rotta>
<Che cosa?! E tutto per quegli
svitati?! Non posso crederci, io…>
<Tu, non puoi fare nulla>
Mi blocca il capo <Lasciami fare qualche telefonata e
vediamo
se tra qualche giorno le acque si calmeranno, deve pur esserci
qualcuno che muove il gruppo, dobbiamo cercare di trovare un
compromesso>
<E se li prendessimo in pieno con
le ruspe?>
Il capo mi lancia un’occhiataccia
<Vuoi farmi andare in prigione?!> Tira
fuori dalla sua
tasca il cellulare e compone veloce un numero <Senti,
perché
non te ne vai a casa? Tanto qui non si può fare niente per
oggi>
Detto questo si allontana, iniziando a sbraitare al telefono.
Probabilmente con il suo assistente
o un suo superiore, quello è capace di mandare al diavolo
anche il
presidente in persona. Ecco perché, in un certo senso, mi
trovo bene
a lavorare per lui, non ha peli sulla lingua.
Ma ora passiamo al resto. Qualcuno
che muove il gruppo eh?
Mi guardo attorno, notando la ragazza
di ieri sera legata ad un albero. Bene, in questo modo non
potrà
neanche scappare.
Vedo che sta parlando con un ragazzo,
senza farmi notare da loro, mi avvicino di soppiatto, cercando di
ascoltare la loro conversazione.
<Potevi
avvertirci che oggi dovevamo
legarci agli alberi, portavamo tutti delle corde>
<E'
stata un'idea sul momento, mi
spiace>
<Ma
Dawn, sei sicura che riusciremo
a salvare questo bosco? Io ne dubito...Quei tizi non mi piacciono per
niente>
<Sta
tranquillo Jake, ho sempre un
asso nella manica> Gli sorride <Porto sempre con me un
foglio
per raccogliere le firme necessarie a fermare questa distruzione. Se
ne raccogliamo abbastanza vedrai che nessuno di loro potrà
più
fermare il volere della nostra madre terra>
Ho sentito
bene? Raccolta firme?
Ah...Troppo facile...
Non mi resta
che sbarazzarmi di quel
foglio ed il gioco è fatto.
Almeno
riuscirei a prendere tempo, ed
evitare che gli scavi vengano cancellati.
<Fantastico!
Quante firme hai
raccolto fino ad ora?>
<Abbastanza,
ma ne servono
parecchie>
<Allora
vedrò di informarmi, lo
dirò anche agli altri. A più tardi Dawn>
Detto ciò, il tipo la
saluta e si allontana.
Esco allo scoperto, raggiungendo la
piccola fissata della natura ed, avvicinandomi pericolosamente al suo
viso, le punto il dito contro <Per colpa tua e della
tua
bravata, ora rischio il posto di lavoro!>
Cavoli...Ripensandoci queste sono le
esatte parole che mio padre mi disse dopo avermi spedito da mia zia.
Mi faccio venire i brividi da solo.
Nonostante le accuse, lei prende un
profondo respiro e mi risponde con tranquillità <Siete
voi che
avete ostacolato il cammino della natura>
<La natura non
“cammina”>
Sospiro, portandomi una mano al capo <In compenso
vorrei che te
ne andassi tu, con il tuo branco di svalvolati! Sei un punto di
riferimento per loro…Se te ne vai, avrò campo
libero>
<Ed è proprio per
questo che non mi sposterò! Ci saranno i turni, in questo
modo, non vi
avvicinerete mai agli alberi>
<D’accordo basta, mi
sono
stufato!> Sotto lo sguardo stupito della ragazza,
slego la
corda che la tiene legata e le faccio cenno di allontanarsi. Lei mi
guarda storto, battendo un piede come per indicare che da li non ha
la minima intenzione di spostarsi.
<Certo che sei cocciuta>
<Lo sapevo che avrei dovuto usare
una catena>
Mmh…Forse sono ancora in
tempo a
prendere la ruspa e tentare di abbattere quest’albero, magari
lei
si opporrà, ma di sicuro non rischierà la vita
per una stupida
pianta. In fondo i naturalisti sono tutti uguali.
<Non ci pensare nemmeno!> Mi
urla <So a cosa stai pensando, e se ci provi non solo
perderai
il lavoro, ma potresti anche finire in carcere>
<Ma
tu…Come…>
Certo che quella tipa è davvero strana. Com’è che si chiama..Dawn se non ricordo male.
Certo che quella tipa è davvero strana. Com’è che si chiama..Dawn se non ricordo male.
<Non vuoi mica andare in galera
solo per dimostrare la tua superiorità?>
<Almeno avrei vitto e alloggio
gratis> Rispondo, portando le mani in tasca <Non
potrai
proteggere questo posto in eterno principessa delle fate, ti
farò
sloggiare>
<Non credo proprio> Tira
fuori un piccolo sorriso.
Che ha da sorridermi in quel modo?
Non può sorridermi.
Deve odiarmi, come io odio lei.
Mi avvicino nuovamente a lei <Ridi
finchè puoi, fiorellino, ma questa guerra la
vincerò io>
ANGOLO
AUTORE:
Allora??!!
^^
Che ve ne pare?!
Se ci sono errori, SCUSATE.
Devo postare veloce ed eventualmente lo correggo meglio appena torno a casa^^
Se ci sono errori, SCUSATE.
Devo postare veloce ed eventualmente lo correggo meglio appena torno a casa^^
Attendo
i
vostri pareri!
Un
bacio
Nini