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Autore: marmelade    26/03/2012    13 recensioni
Scrollai le spalle, cercando di leggere per l’ennesima volta l’ennesima pagina, ma venni di nuovo interrotta.
"Scommetto che era tutto programmato".
[...]
Due occhi verdi mi stavano fissando e, se pur coperti da una cascata di riccioli castani, riuscivo a scorgere una luce allegra in essi. Inoltre, un sorriso bianchissimo, faceva da protagonista su quel volto dai lineamenti dolci, incorniciato da due adorabili fossette.

"Non avrei mai immaginato di innamorarmi di qualcuno che, inizialmente, avevo odiato.
Eppure quel qualcuno, era l’unico capace di farmi sentire felice semplicemente guardandomi negli occhi."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Secondo me, stanno insieme…”
“Stai farneticando, vero Lou?”
“Ma li vedi?! Non sono mai stati così dolci l’uno con l’altro, e adesso…”
“Non vuol dire che se adesso hanno dormito insieme, sono fidanzati!”
“Beh, tutto è possibile Elyse! Magari stanno cercando di porre fine ai loro battibecchi e fare una tregua…”
“Seh, proprio loro?! Li conosci questi due, non finiranno mai di punzecchiarsi!”
“Io credo che stiano insieme e non vogliono dircelo…”
“Fatti meno canne, Lou!”
Le loro parole e il loro discorso, disturbarono il mio sonno.
Dio, quei due non riuscivano nemmeno un secondo a chiudere quella boccaccia che si ritrovavano!
Mugugnai un qualcosa di completamente incomprensibile e affondai il viso in qualcosa di profumato e morbido. Cercai di riconoscere cosa fosse con gli occhi ancora chiusi, sfiorandolo con il naso, ma nulla.
Aprii gli occhi e subito, mi ritrovai davanti l’incavo del collo di qualcuno, ma non riuscii a capire. Alzai lo sguardo leggermente e vidi una cascata di riccioli castani disordinati, poi il suo viso rilassato ed infine, i suoi occhi chiusi.
La luce dei raggi solari, che filtravano allegri attraverso la finestra, gli illuminavano il viso addormentato, mettendogli in risalto le piccole imperfezioni.
“Mary? Sei sveglia?”.
Mi voltai verso Elyse e Louis, che a loro volta, mi fissavano sconcertati.
Non risposi e ripresi a guardare Harry, addormentato di fianco a me.
Notai che il suo braccio mi cingeva le spalle e mi teneva stretta a se, contro il suo petto, dove avevo ancora la testa appoggiata, mentre il mio cingeva dolcemente la sua vita.
Mi alzai improvvisamente, mettendomi seduta sul divano, con lo sguardo corrucciato e fisso di fronte a me.
“Mary! Guardaci, diamine!” urlò improvvisamente Lou.
Voltai lo sguardo verso di loro e li trovai che mi fissavano ancora. Poggiai le mani sugli occhi e li stropicciai forte, sbadigliando.
“Tieni” disse Elyse, porgendomi una tazza che emanava un profumo forte di caffè, proprio quello di cui avevo bisogno in quel preciso istante.
Presi la tazza ancora fumante dalle sue mani e, dopo averla odorata, ne bevvi un sorso.
Dolce nettare meraviglioso, musica per le mie papille gustative!
“Perché hai dormito con Harry?” domandò Louis, dopo qualche minuto di silenzio.
Scrollai le spalle dopo un altro sorso di caffè.
“Ieri notte non riuscivo a dormire, lui era sveglio, così abbiamo parlato e poi ci siamo addormentati. Fine della storia”.
Louis aggrottò la fronte e si portò una mano sul mento, come se stesse pensando qualcosa, cosa fin troppo strana da parte sua.
“Dimmi la verità…” disse, fissandomi nuovamente, stranamente serio. Sostenni il suo sguardo, incuriosita per la stupidaggine che stava per sparare.
“Tu e riccioli d’oro qui…” continuò, indicando con un cenno del capo Harry, che dormiva ancora “state insieme?”.
Quasi mi strozzai con il caffè che avevo in bocca, e iniziai a tossire, dandomi dei piccoli colpetti sul petto.
“C-certo che no!” dissi, cercando di riprendermi “come ti vengono in mente certe cose?! Io ti ricordo che sono fidanzata, Louis!”
“E a me chi me lo dice che tu e curly boy stanotte non abbiate combinato niente, eh?!?” disse ancora.
Roteai gli occhi al cielo. Dio, se era idiota.
“A me pare proprio che stanotte non abbiamo sentito nessun rumore equivoco, Lou…” s’intromise Elyse “e credo che abbiano anche la coscienza di farlo in camera di Mary e non sul divano con Liam e Niall che potevano svegliarsi da un momento all’altro e coglierli sul fatto!”
“Elyse!” sbottai imbarazzata.
 Ma quante se ne stavano inventando?!
“Che c’è, ti sto solo difendendo dalle stronzate che spara questo qui!” si difese, dando uno schiaffetto dietro alla nuca del suo ragazzo.
“Si ma ne stai sparando più di lui! Ascoltate…” dissi, puntando l’indice contro di loro “io e Harry non avevamo sonno stanotte, abbiamo solo parlato un po’ per cercare di addormentarci, tutto qua”.
“Sicura che non avete fatto niente, allora?” domandò Louis, inarcando un sopracciglio.
Sospirai, alzando gli occhi al cielo.
“Dì un po’, Lou, non sarai mica geloso?” gli domandai, con un sorrisino beffardo.
“Ovvio che lo sono, ma tu adesso rispondi!”
Risi leggermente e lo guardai di nuovo.
“Sicurissima, al cento per cento. Puoi chiederlo anche a lui, se proprio vuoi esserne sicuro, vedrai che non ti mentirà” dissi, facendo un leggero sorrisetto.
Elyse e Louis si avviarono in cucina e sentii lei dare dello “stupido imbecille che non mi sta mai a sentire” al suo ragazzo.
Mi voltai verso di Harry, che aveva cambiato improvvisamente posizione. Sembrava che mi stesse cercando con la mano e, quando si rese conto che non ero più vicina a lui, fece un musetto leggermente imbronciato e si portò il braccio che mi aveva cinto per tutta la notte la vita sul petto, voltandosi sul lato sinistro.
Sorrisi involontariamente.
Era davvero dolcissimo, quando dormiva.
“Ah, Mary?” disse improvvisamente Elyse dalla cucina.
Spostai lo sguardo da Harry a lei, guardandola incuriosita.
“Tu non avevi un esame, stamattina?”
Cazzo!
Sbiancai improvvisamente dopo le sue parole. L’avevo completamente dimenticato!
Mi alzai velocemente dal divano, cercando di non far svegliare Harry con i miei delicati movimenti, tranquillamente paragonabili a quelli di un elefante in calore, e posai la tazza sul tavolino li davanti.
Sentii Harry mugugnare qualcosa di disappunto, ma non lo capii. In quel momento, l’unica cosa importante era il mio esame, del quale mi ero completamente dimenticata!
Mi fiondai verso le scale correndo come una forsennata, salendo gli scalini due alla volta.
“L’avevo detto che aveva un esame…” sentii dire ad Elyse, mentre mi maledicevo per la mia continua distrazione.
 
                                                                                                                         *
 
“Non ci provare nemmeno ad entrare, Zayn!”
“Ma Mary…”
“Niente ma! Adesso serve a me!”
Ero chiusa in bagno da un quarto d’ora, ma da cinque bloccavo la porta, appoggiata con tutto il mio peso contro di essa.
Il motivo?
“Apri questa porta Mary, o giuro che la sfondo!” urlò Zayn.
“Neanche morta! Io ho un esame tra poche ore e devo prepararmi!”
“La mia questione è molto più importante!” urlò ancora.
Roteai gli occhi al celo, sbuffando.
“E sentiamo, sarebbe quella di specchiarti, vero Narciso?!”
Sentii il silenzio dall’altra parte della porta, e dedussi che avevo indovinato.
“B-beh, i-io…” tentennò.
“D’accordo Zayn, facciamo così…” dissi sospirando “mi infilo il jeans e poi puoi entrare, se devi solo specchiarti. Se devi fare altro, allora aspetta il tuo turno!”
“Okkei Mary, muoviti ad infilarti il jeans che ho il disperato bisogno di specchiarmi!”
Risi leggermente, mentre mi infilavo i pantaloni, ancora appoggiata alla porta. Zayn era imprevedibile quando si trattava del suo bisogno di specchiarsi, e avrebbe potuto aprire la porta.
Quando mi scostai e cercai di aprirla, Zayn lo fece prima di me, travolgendomi quasi.
“Scusaa!” urlò, quando fu dentro al bagno.
Si piazzò davanti allo specchio e sorrise malizioso al suo riflesso, mentre si aggiustava i capelli.
“Tu sei veramente un cretino, Zayn Jawaad Malik” gli dissi con tono scettico, avvicinandomi a lui.
“Grazie Mary, anche io ti voglio bene!” disse, senza distogliere lo sguardo dal suo riflesso.
Sospirai e aprii il cassetto al di sotto del lavandino, prendendo i trucchi.
Rimanemmo un po’ in silenzio mentre lui continuava a specchiarsi, e io mi coloravo gli occhi leggermente con una matita nera.
“Ho saputo che stanotte hai dormito con Harry. Notte di fuoco, eh Mary?!”.
Gli rivolsi un occhiata che avrebbe potuto tranquillamente fulminarlo, se solo avesse potuto.
Lui se ne accorse osservandomi dallo specchio, e parve leggermente preoccupato.
“Che c’è?! Questa è la notizia che mi è arrivata stamattina!” disse, cercando di giustificarsi.
“Ah, così le notizie circolano in fretta in questa casa?! Potrei sapere chi te l’ha detto, per piacere?”
“Beh, Louis ed Elyse, ovviamente…” disse, facendosi piccolo piccolo.
Roteai gli occhi al cielo. Ecco come quei due non tenevano mai la bocca al suo posto!
“Certo, ovviamente…” sussurrai imbestialita. Me l’avrebbero pagata.
“Stammi a sentire, Narciso…!” dissi, facendo voltare Zayn verso di me e puntandogli l’indice contro il viso, quasi toccando la punta del suo naso.
“Io e Harry stanotte non abbiamo fatto assolutamente niente! Nothing. Nada. Rien de rien. Quindi, puoi anche informare gli altri che io e riccioli d’oro, non abbiamo scopato, ma solo chiacchierato e dormito! Ma dormito proprio! Sai quell’azione che si fa quando si è stanchi da morire, si chiudono gli occhi e si cade in un sonno profondo, sognando tanti piccoli orsetti del cuore tutti colorati, che ti salutano gioiosamente dal mondo dei sogni?! Ecco, quello significa dormire, ed è ciò che abbiamo fatto io e Harry stanotte! E’ chiaro?!”
“C-chiarissimo, Mary” balbettò Zayn, spaventatissimo per la mia improvvisa reazione.
Scostai l’indice dal suo viso e gli sorrisi soddisfatta, avvicinandomi alla porta.
“Bene. Adesso scusa, ma ho un esame da dare!” dissi, uscendo velocemente dal bagno.
“In bocca al lupo!” urlò Zayn dietro le mie spalle, mentre entravo in camera e prendevo la mia adorata borsa. Mi aggiustai la maglia a righe che indossavo, ed il mio inseparabile basco nero. Scesi le scale di fretta e furia quando alzai lo sguardo verso l’orologio e mi resi conto dell’orario, e capii di essere in un fottuto ritardo.
Quando arrivai in salotto ed entrai in cucina per salutare quei pochi ragazzi che si erano alzati, non vidi nessuno. Probabilmente, erano tutti sopra a costringere Zayn ad uscire dal bagno e smettere di specchiarsi. Presi una sciarpa, che si trovava sull’attaccapanni di fianco alla porta d’ingresso, e notai che Harry dormiva ancora.
Aveva la stessa, identica espressione di quando l’avevo lasciato poco tempo prima, con la sola differenza che una mano era semi appoggiata alle labbra corrucciate.
Mi avvicinai a lui e lo guardai per un po’, sorridendo.
Sembrava un bambino piccolo ed indifeso, quando dormiva.
Solo ed esclusivamente quando dormiva, infatti, perché sapeva tranquillamente essere insopportabile.
Diedi un’ ultimo sguardo alle scale, con la paura che potesse scendere qualcuno e, solo dopo che mi fui accertata che erano tutti di sopra e che non sarebbero scesi prima di un quarto d’ora, infilai una mano tra i riccioli castani e morbidi di Harry, sporgendomi in avanti verso il suo viso, cercando di non farmi scoprire e sentire.
Gli lasciai un bacio lungo e dolce sulla fronte, proprio come aveva fatto lui quella notte.
Lo sentii sospirare più forte e, quando mi alzai, notai un piccolo sorriso, probabilmente appena nato, sulle sue labbra rosse.
Mi avvicinai alla porta e, quando stavo per chiuderla, notai che il suo sorriso era ancora lì.
Sorrisi involontariamente anche io, chiudendo la porta alle mie spalle.
Mi aveva sicuramente sentito.
 
                                                                                                                            *
 
Quando uscii dalla metro, corsi il più veloce possibile per arrivare in tempo e non perdere l’esame. Avevo il disperato bisogno di un’agenda, cavolo, se no avrei finito anche col dimenticarmi la testa la mattina!
Arrivai all’Università con l’affanno e, quando entrai nella sala, era già piena di studenti che aspettavano il loro turno.
Mi accasciai su una sedia, senza più le forze. Potevo aver perso anche due chili con quella corsa, ma non m’importava. L’unica cosa importante, in quel momento, era il mio esame, che speravo vivamente di poter fare.
Cercai Lynn con lo sguardo ma, fra tutte quelle persone, non l’avrei mai trovata. Così, presi il cellulare e composi il suo numero, ma il suo cellulare risultava spento, e dedussi che stava facendo l’esame.
Presi il libro dalla borsa e iniziai a ripetere, ma mi assalirono vari dubbi.
E se avessero già chiamato il mio nome?
Non me lo sarei mai perdonato.
Certo, avrei potuto rifarlo, ma avrei dovuto aspettare quattro mesi e non mi andava di ripeterlo in estate, proprio nel pieno di agosto.
Iniziai di nuovo a ripetere e mi fiondai con la testa nel libro, cercando di scacciare via quei brutti ed orribili pensieri, ma venni interrotta da una voce squillante.
“Mary! Ciao!”
Alzai lo sguardo dal libro e, quando vidi la figura davanti a me, quasi non la riconobbi e rimasi stupita.
“L-Lynn?! Ma cosa hai fatto?” dissi, alzando leggermente il tono di voce.
Lei si aprì in un ampio sorriso soddisfatto, mettendo in mostra il suo viso dalla pelle chiara, che risaltava ancora di più poiché non era più coperto dai suoi lunghi ricci neri.
“Hai visto? Li ho tagliati!” disse tutta pimpante.
La guardai meglio, e dedussi che stava molto meglio con quel taglio. Aveva rasato tutti i capelli, ma il ciuffo era rimasto lì, diventando ancora più riccio.
“Ho preso spunto da un taglio di Rhianna” spiegò, notando la mia confusa curiosità.
“Ieri stavo studiando ma, a un certo punto, mi sono sentita talmente esaurita che ho preso la foto e sono andata dal parrucchiere pregando di tagliarmeli!”
La guardai con gli occhi sbarrati. Gli esami facevano proprio un brutto effetto!
“Sei impazzita, vero Lynn?”
Lei scosse il capo, sorridendo.
“Allora gli alieni hanno rapito la vera Lynn!” dissi, alzandomi improvvisamente, e l’abbracciai forte.
“E’ assurdo! Prima mi criticavi se mi tagliavo i capelli di un centimetro e adesso… sei tu che hai fatto un taglio radicale!”
Lynn rise, poi mi guardò di nuovo.
“Beh, avevi ragione. Ogni tanto ci vuole. Allora, come sto?” e fece una giravolta, facendo muovere i capelli, ormai corti.
“Stai benissimo, ancora più bella di prima!”.
Lynn si sedette accanto a me, dopo che mi fui seduta nuovamente, stravaccandomi sulla sedia.
“Hai già fatto l’esame?” le chiesi, mentre mi levavo il basco dalla testa, che mi stava facendo esplodere il cervello con tutto quel calore che emanava.
Lei scosse il capo velocemente, mangiucchiandosi un’unghia già corta.
“Sono qui da stamattina presto, ma ancora niente. Sto morendo dall’ansia!”.
Annuii come per darle ragione, mentre sentivo la paura e l’ansia crescere costantemente dentro di me.
“Per caso, hanno già chiamato il mio nome? Non vorrei farlo ad agosto e rovinarmi l’estate!” le chiesi, torturandomi una ciocca di capelli.
Lei scosse il capo lentamente, e fui improvvisamente sollevata.
“Tranquilla, non hanno ancora chiamato ne me, ne te. Dobbiamo soffrire ancora per un po’!”.
Feci un lungo sospiro cercando di far placare il terrore, l’ansia e la paura dentro di me, ma niente.
Mi stavano divorando viva.
“Sei preoccupata, eh?” mi chiese Lynn, notando la mia espressione vuota.
Annuii lentamente con il capo, mordendomi un dito.
“Si vede tanto?!” domandai con la voce tremante.
Lynn fece una risata nervosa, mentre si sfregava le mani, torturandole.
“Ti sta sudando il naso ma, aspetta un altro po’, e colerà anche dai capelli!”.
Alzai gli occhi al cielo, sospirando ancora più forte.
Avevo il disperato bisogno di un antistress, in quel preciso istante.
Ripetemmo per quelle che mi parvero ore infinite, ma il nostro nome non veniva ancora pronunciato. Quando fu passato mezzogiorno, Lynn chiuse improvvisamente il libro facendo rumore, che per me fu assordante, e mi fece sobbalzare dalla sedia.
Ero già in ansia per conto mio, poi sentivo anche questi rumori che mi facevano spaventare ancora di più!
“Basta ripetere, adesso!” annunciò sicura, prendendo il libro dalle mie mani e chiudendolo.
“Ma, Lynn…” dissi, cercando di controbattere e la guardai con la bocca aperta.
“Niente ma! Sappiamo tutto, potremmo tranquillamente laurearci in questo momento, ma se ripetiamo ancora per un altro minuto, giuro che mi suicido! E poi, tu devi raccontarmi come va con Robert…”  disse, facendo un sorrisino malizioso a quelle sue ultime parole.
“Beh, i-io…” iniziai, portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, leggermente rossa in viso.
“Alt, qui le domande le faccio io!” m’interruppe Lynn, alzando una mano per bloccare ciò che stavo per dire.
“Allora, adesso state insieme…” disse, e io annuii con il capo.
“Mmh, si, questo lo sapevo. Quindi avete già…” alzò gli occhi al cielo maliziosamente, lasciando il discorso in sospeso.
Roteai gli occhi e mi morsi il labbro inferiore, rimanendo in silenzio.
Lei se ne accorse e iniziò a scuotermi per le spalle.
“Rispondimi, Mary! Avete già…?”
 “Okkei, okkei, sta calma! Non abbiamo fatto ancora niente, per ora!” dissi, e lei smise di scuotermi.
“Cosa vuol dire quell’ancora per ora?!” domandò, socchiudendo gli occhi.
“Prima o poi capiterà, no?” le risposi, facendole una mezzo linguaccia, grattandomi la nuca.
Mentre lei stava per ribattere, mi suonò il cellulare.
Era Robert.
“Quando si parla del diavolo…” disse, mettendosi di nuovo a ripetere.
Risi leggermente e poi risposi.
“Ciao amore! Come stai?” dissi, anticipando la sua domanda.
“Ehi piccola, io sto bene, tu dove sei?” mi chiese.
“All’Università. Devo fare un’ esame, ma non mi hanno ancora chiamata e sto morendo di paura!”.
“Vedrai che andrà benissimo, ne sono certo. E se prendi un bel voto, stasera festeggiamo!”
“Perché, se prendo un voto basso, non vuoi vedermi?” gli chiesi, facendo la finta offesa.
“Certo che voglio! Io voglio sempre vederti e ti vorrei sempre con me…” sussurrò.
Sorrisi a quella sua risposta. Anche io volevo passare più tempo con lui.
“Va bene, perdonato. Adesso vado a ripetere, spero che fra un po’ mi chiameranno per fare l’esame. Ti chiamo quando torno a casa!”.
“D’accordo, piccola. In bocca al lupo, so che andrai alla grande. Ti amo”.
Sussurrò quelle ultime parole dolcemente e arrossii. Nonostante me l’avesse già detto, ogni volta sentivo le farfalle nello stomaco al sol sentire pronunciare quelle splendide parole.
“Crepi! Ti amo anche io” sussurrai, per poi chiudere la telefonata.
Lynn stava ancora ripetendo e non fece commenti. Presi il libro e mi buttai in una concentrata ripetizione, fin quando non portai una mano alla bocca e sentii uno strano profumo, che non era certamente il mio.
Avvicinai la mano al naso, annusandola meglio, e un dolce profumo di albicocca mi invase le narici.
Non ricordavo di avere uno shampoo o un bagnoschiuma di quel genere, o di averlo usato.
“Lynn, è tuo questo profumo?” le chiesi, avvicinandole la mano sotto il maso.
Lei lo annusò e socchiuse gli occhi, per scrutarne meglio l’odore, poi allontanò il viso dalla mia mano.
“No, non è mio” disse, per poi ritornare a ripetere.
Avvicinai di nuovo la mano al naso, lasciando che il dolce profumo ne invadesse nuovamente le narici.
D’un tratto, sentii che avevano pronunciato il nome di Lynn e, dopo averle fatto il solito “in bocca al lupo”, ritornai a scrutare il profumo.
Quando l’annusavo, sentivo un dolce calore invadere il mio corpo, ed era una sensazione familiare.
Ritornai con la mente a quella mattina, cercando di ricordare che bagnoschiuma avessi usato, poi mi si parò improvvisamente quella scena davanti.
Il bacio sulla sua fronte, il suo piccolo accenno di sorriso, e la mia mano appoggiata ai suoi morbidi capelli ricci.
Era il suo profumo. Il profumo di Harry.
L’avevo sentito tutta la notte, persa con il viso nell’incavo del suo collo e, da quella mattina, il profumo non era ancora svanito dalla mia mano.
All’improvviso, dissero il mio nome, e la paura si fece nuovamente spazio dentro di me.
Mi alzai, con le gambe che tremavano e non riuscivo a reggermi in piedi.
Arrivata allo stipite della porta, feci un lungo sospiro, chiudendo gli occhi.
Appoggiai nuovamente la mano alla bocca, e il profumo di Harry entrò nelle mie narici per la cinquantesima volta.
Aprii gli occhi e sorrisi dolcemente, toccandomi la guancia con quella mano, ed entrai nella sala, dove il professore mi attendeva.
Le mie paure, ansie e timori, sparirono immediatamente.
Avevo il suo profumo addosso e, in quel preciso istante, capii che avrei potuto superare di tutto.
 
                                                                                                                      *
 
Alle sei e mezza, finalmente, tornai a casa.
Quello era l’ultimo esame di quel mese e, finalmente, avrei potuto completamente rilassarmi per una settimana, che avrei utilizzato per recuperare tutto il sonno perso.
Aprii lentamente la porta per la stanchezza, ma non volevo darlo a vedere, se no mi avrebbero tartassato di domande.
“Ciao…” dissi, una volta entrata, con un tono sconsolato e triste.
In un attimo, Niall mi fu addosso, alzandosi velocemente dal divano, dove erano seduti Liam, Zayn ed Hel, mentre a terra c’erano Louis, Elyse ed Harry.
“Allora?!” domandò Niall impaziente, mordendosi un labbro, mentre anche gli altri si sporsero in avanti per ascoltare la mia risposta.
“Allora niente…” risposi sconsolata.
Helena roteò gli occhi al cielo e si alzò dal divano, avvicinandosi a me.
“Cosa è successo, Mary?” domandò, accarezzandomi una spalla dolcemente.
Rimasi in silenzio, che veniva interrotto solo dai nostri vari respiri.
“L’esame…?” domandò Liam.
Lo guardai per poi riabbassare subito lo sguardo verso il pavimento, rimanendo ancora in silenzio.
“Dio Mary, ti prego, dacci una risposta!” esordì Louis, alzandosi in piedi.
“Voi volete davvero saperlo..?” dissi, ancora più triste.
Annuirono tutti in silenzio, senza proferire una parola.
“Certo che vogliamo saperlo, potremmo aiutarti…” propose Zayn, sorridendomi dolcemente, come se volesse trasmettermi conforto.
Incrociai le braccia al petto e feci un sorrisino forzato, proprio per non deluderlo.
“Okkei, allora ve lo dico…” dissi, e feci un lungo, lunghissimo sospiro, chiudendo gli occhi.
Loro si avvicinarono ancora di più, tutti pronti a consolarmi per la mia risposta, e rimasero in attesa, impazienti.
Aprii gli occhi e li guardai uno per uno. Potevo leggere la curiosità e il nervosismo sui loro volti.
All’improvviso, il mio viso si aprii nel più ampio sorriso di sempre, un sorriso vero e gioioso.
“HO PRESO TRENTA E LODEEEE!”
Fu un attimo.
Il caos si scatenò in quel piccolo salottino accogliente, grazie alle loro urla e schiamazzi felici.
Mi feci trascinare in quella caotica e divertente situazione, lasciando che Liam mi prendesse in braccio, facendomi roteare in aria.
Louis salì sul divano, saltando leggermente e alzando le braccia in aria.
“E per Mary, hip hip…”
“Hurràà!” urlarono gli altri.
“Hip hip…”
“HURRAAAA’!”.
Louis scese dal divano, facendo un ultimo salto quasi cadendo, mentre Liam mi abbracciò forte.
“Anche se te n’eri dimenticata, sapevamo che saresti riuscita tranquillamente a passare l’esame. Congratulazioni, Mary. Siamo tutti orgogliosi di te!”.
Lo strinsi più forte, quasi come se volessi rompergli le costole.
In poco tempo, mi ero affezionata a quei ragazzi, anche se mi avevano invaso casa all’improvviso. Ma, grazie a quello, avevo trovato altri amici e confidenti su cui contare, ognuno con i loro ottimi pregi, e assurdi difetti.
“Okkei, gente adesso basta con tutte queste smancerie!” esordì Louis, all’improvviso. Fece uno strano sorrisino e alzò di nuovo le braccia al cielo.
“Abbraccio di gruppo!” urlò, e fu subito addosso a me e a Liam.
All’improvviso, tutti gli altri ci furono addosso, e mi sentii sommersa dall’amore e dall’affetto.
Chiusi gli occhi per godermi quel momento, fino all’ultimo minuto.
“Ehi, scusate ragazzi, ma io adesso dovrei chiamare Robert…!” dissi, quasi soffocando.
“Uuuh, il fidanzatino deve sapere i risultati della sua ragazza, eh?” scherzò Zayn, dandomi un pizzicotto sulla guancia una volta sciolto quell’enorme abbraccio.
Gli feci una linguaccia e presi il cellulare e, mentre gli altri si avviarono in cucina, io inviai un messaggio a Robert, comunicandogli il mio brillante risultato.
D’un tratto, sentii qualcuno soffiarmi sul collo, e mi voltai spaventata.
Incontrai quei due bellissimi fari verdi, che illuminavano il salotto.
“Ehi” disse, facendo un sorriso.
“Ehi..” gli risposi, mentre quella sensazione si faceva spazio dentro di me.
“Congratulazioni per l’esame. Sapevo che saresti andata alla grande…”
“Io, grazie..” sussurrai, abbassando lo sguardo.
“Senti Mary, potresti venire un minuto con me, di sopra?” disse all’improvviso, facendomi alzare lo sguardo, per poi perdermi di nuovo nei suoi occhi.
Annuii senza fiatare e lui sorrise, facendomi cenno di seguirlo.
Arrivammo nella mia stanza, in disordine proprio come l’avevo lasciata quella mattina; Harry si avvicinò al mio letto e prese qualcosa da sotto al cuscino, e se lo portò dietro la schiena.
Lo guardai curiosa mentre faceva quelle azioni, e incrociai le braccia al petto.
“Io, ti avrei preso un regalo per il tuo esame…” disse, imbarazzato, mentre le sue guancie prendevano un colorito ancora più roseo del solito.
Cacciò una piccola scatolina blu da dietro alla schiena, chiusa con un fiocchettino argentato, che fissai per un po’ prima di prenderla tra le mani.
“Prendila, giuro che non è una bomba!” disse, e mi fece sorridere.
Presi la scatolina dalle sue grande mani e sciolsi con cura il fiocco, quasi come se non volessi romperlo e, finalmente, aprii la scatolina.
Era un ciondolo d’oro giallo chiarissimo e lucente, che rappresentava una stella piccola, appoggiata delicatamente su uno sfondo soffice e bianco.
Rimasi come pietrificata.
Non avevo mai ricevuto un regalo bello come quello.
Guardai Harry negli occhi e gli sorrisi.
“E’ bellissima…” sussurrai.
Lui sorrise nuovamente, e si avvicinò ancora di più al mio viso.
“Ti piace sul serio?” mi chiese dolcemente.
Annuii con il capo, mentre lui prendeva il ciondolo fra le sue mani, per poi farlo passare intorno al mio collo e chiuderlo lentamente.
Mi guardai allo specchio con il ciondolo al collo, che splendeva quasi quanto gli occhi di Harry.
“Appena l’ho vista, ho pensato subito a te” disse lui, appoggiando le sue mani intorno alla mia vita, abbracciandomi da dietro.
“Grazie” sussurrai, sfiorando leggermente il ciondolo.
Sentii i capelli di Harry solleticarmi il collo e il profumo all’albicocca che avevo sentito quella mattina, invase nuovamente le mie narici, stavolta ancora più forte e più vicino.
Chiusi gli occhi per godermelo fino in fondo, e sorrisi.
“Sai che mi hai portato fortuna, stamattina?” sussurrai, aprendo gli occhi.
Harry mi guardò con sguardo interrogativo, e io gli accarezzai leggermente una guancia, sorridendo.
“Il tuo profumo. Mi è rimasto tra le mani questa mattina, e non svaniva più. In qualche modo, mi hai portato fortuna, anche se non eri con me…”.
Sorrise anche lui, e mi diede un bacio morbido sulla guancia destra, stringendomi più forte.
“Adesso ti porterà fortuna il ciondolo, quando non sarò con te. Significherà che ti starò sempre vicino, anche quando sarò lontano”.
Sciolse quel caldo abbraccio e si avvicinò alla porta, aprendola, per poi rivolgermi un ultimo sorriso e sparire.
Rimasi a fissare la porta per un po’, poi mi voltai di nuovo verso lo specchio, ammirando il ciondolo.
Non l’avrei più tolto.
D’un tratto, il mio cellulare vibrò, riportandomi alla realtà.
“Grande! Lo sapevo che avresti spaccato, piccola! Vengo a prenderti alle otto per una cena romantica a casa mia.
Sono fiero di te!
Ti amo. Robert”.

 
                                                                                                                              *


Dopo una sana e lunga doccia rilassante e aver indossato un semplice vestito abbinato a delle comode ballerine, salutai i ragazzi e scesi velocemente le scale.
Robert era lì, sotto al palazzo che mi aspettava da dieci minuti, ma non fece storie sul mio leggero ritardo.
Appena mi vide, sorrise e mi abbracciò forte a se, baciandomi dolcemente e complimentandosi nuovamente.
Durante il tragitto da casa sua a casa mia, ci fece compagnia la radio con le canzoni assolutamente adatte a quella sera.
Passare del tempo con Robert, era l’unica cosa che volevo in quel momento.
Quando arrivammo a casa sua, era già tutto pronto.
Aveva organizzato quella serata solo per noi, e non avevo voglia di stupide interruzioni.
Casa sua era piccola, ma accogliente e il tavolo del salotto, era stato adornato con una bellissima tovaglia bianca, sulla quale vi si trovavano due calde candele appena accese.
Luci soffuse e musica lenta e bassa, un’atmosfera stupenda, che non volevo si rovinasse per nulla al mondo.
La serata passò scorrevole e tranquilla, tra risate e varie chiacchierate, tra i racconti della giornata appena trascorsa, a vari divertenti aneddoti, anche inventati.
Una volta finito di cenare, ci stendemmo sul divano, coccolandoci un po’, proprio come le coppie sposate, guardando un po’ di tv e commentando i vari programmi, quando smettevamo di baciarci.
D’un tratto, un bacio passò da lento e tranquillo, a più passionale e veloce.
E così un secondo.
Ed anche un terzo.
Mi alzai dal divano lentamente e presi Robert per le mani, facendo alzare anche lui.
Lo baciai nuovamente, con più trasporto e passione, mentre mi faceva indietreggiare verso il corridoio.
Aprì una porta alla sua sinistra e mi fece entrare, continuando a baciarmi. Misi le mani intorno al suo collo, sentendo le sue vagare dalla mia schiena alle mie gambe, e viceversa.
Gli sbottonai lentamente la camicia, bottone dopo bottone, fino a mostrare il suo corpo scolpito e ben definito, visibile anche nella penombra della stanza. Gli lasciai un bacio morbido sul collo, mentre mi faceva indietreggiare, fino a farmi finire contro il letto.
Abbassò la zip del mio vestitino, facendolo scivolare lungo il mio corpo, ormai coperto solo dall’intimo.
“Lo vuoi davvero?” mi chiese, un po’ incerto.
Feci parlare un semplice e lungo bacio, e lui capì.
Si stese su di me e ci levammo insieme gli ultimi indumenti che coprivano il nostro corpo.
Chiusi gli occhi mentre lui mi faceva sua e mi travolgeva in un vortice di emozioni.
D’un tratto, mi toccai il petto, sentendo qualcosa a contatto con la mia mano.
Lo sfiorai per un po’, cercando di capire cosa fosse.
Mi bastò toccarlo un altro po’, e finalmente capii.
E, senza che io lo volessi, una lacrima salata solcò il mio viso, bagnandomi le labbra e scendendo sul petto, proprio su quella parte sinistra, dove batteva incessantemente quello che,ormai, non riconoscevo più.








Writer's Corner! :)
Dire che mi sento potente è poco... troppo poco! 
Cioè, dai, ma come si fa?
Mi dite come si fa?
Quando mai sono stata così veloce a pubblicare?!
Forse solo all'inizio u.u 
Ho raggiunto un nuovissimo record! *w*
E mi sento potente per la prima volta in vita mia, quindi vi prego, 
NON SMONTATEMI!
hahahahah, okkei, basta dai, la finisco u.u

Buuuonasera, miei dolciosi cucchiaini pieni di zucchero dolcioso (?)
Io credo di amarvi tanto, ma proprio tanto! *w*
Allooora, inzio col dire che non sono mai stata così felice in vita mia!
Sii, perchè questa storia, proprio questa qui che state leggendo adesso, è
-Seguita da sessanta persone!
-Ricordata da nove!
-Preferita da trentadue!
Cioè, adesso spiegatemi come si fa a non amarvi! 
E' impossibile! *w*
E io vi ringrazio e vi ringrazierò sempre :)

Ma passiamo avanti, se no mi escono le lacrimuccie piccine u.u
Il capitolo, beh, come considerarlo?
Io credo che faccia abbastanza schifo, insomma, dai u.u
Mi sa tanto di "capitolo di passaggio" o anche "capitolo che non c'entra nulla" , però vabbè dai u.u 
La storia procederà! :D

Anyway, passiamo ai tanto attesi e soliti ringraziamenti, che non smetterò mai di fare!
-A voi, che leggete, recensite, seguite, preferite e mettete tra le ricordate questa storia. 
E' tutto merito vostro se pubblico così in fretta in questo periodo!
Grazie di cuore! :D
-Alessia&Chiariina, che mi riempiono di troppi complimenti, che non merito proprio! Vi voglio bene :)
-A quella fiiiga di Rebecca, che mi fa morir dal ridere ogni volta, tutti i giorni! E maledico quella cavolo di distanza che ci divide! <3
-E poi a quelle due scellerate senza cervello di Agnese&Federica, che sopportano i miei complessi e le mie continue paranoie! :)

Eh beh, insomma, vi lascio dai! 
Se potete e, soprattutto, volete, passate nella mia pagina di Facebook dove scrivo tuuutti gli aggiornamenti!
http://www.facebook.com/LeiCredeNeiMiracoli
Buona lettura!
Hope you like it! :D

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Loro vi amano, tanto! <3
#LotsofLove.

-YoursM.

  
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