DIN DON MESSAGGIO PROMOZIONALE!
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iniziare a leggere* ...ci leggiamo sotto! ;)
[http://www.youtube.com/watch?v=iV1JESENrD0
]
Tutto
in torno a lei era scuro. Una strana aurea nera circondava la stanza.
Non
sapeva dove si trovava, ma sapeva che doveva cercare suo padre.
Philippe, il
loro fedele cavallo, l’aveva condotta in quel castello.
Tutto
era lugubre e le infondeva timore nel proseguire.
Trovò
il cappello di suo padre, e molto timidamente si avviò alla ricerca.
Il
buio faceva da padrone e non si sentiva nessun rumore.
E poi pensò:
‘Perché devo
cercare mio padre? Lui è a New
Orleans per lavoro!’
Ma
la sua voce, come se avesse vita a sé, la guidò:
-“Papà!
Papà sei qui?”-
Beckett
avvertì un rumore, e vide una luce scomparire dietro una tromba di
scale.
-“Aspetta,
per favore! Sto cercando mio padre. Io…”- ma si interruppe quando vide
che non
c’era nessuno.
‘Che
strano!’ pensò, era sicura che ci fosse qualcuno.
E
poi la voce del padre la avvertì di averlo trovato.
-“Belle!
Belle come hai fatto a trovarmi?”-
-“Belle?
Papà io sono Kate!”-
-“Non
c’è tempo per queste cose. Devi andartene prima che lui si accorga che
sei
qui!”-
-“Lui?
Lui chi? Chi ti ha messo in questo posto?”-
Ma
non fece in tempo a rispondere perché un braccio forte e possente la
trascinò
via da lì, e con voce profonda e colma di rabbia chiese:
-“Chi
sei? Che cosa fai nel mio castello?”-
-“Chi
c’è? Chi è lei?”-
-“Il
padrone del castello!”-
Beckett
non riusciva a vederlo, e l’unica torcia accesa era lontana.
-“La
prego, liberate mio padre. È molto malato!”- implorò.
-“Non
sarebbe mai dovuto venire qui! Rimarrà dove si trova!”-
-“Oh
la prego! Ci deve essere un altro modo! Prenda me al suo posto!”-
-“Belle,
no!!”-
-“Lei?!”-
chiese la bestia. –“Lei... prenderebbe il suo posto?”-
-“Se
io rimango, lo lascerà andare?”-
Quella
creatura ci pensò un attimo.
-“Si,
sarà libero di andare! Ma deve promettere che rimarrà qui per sempre!”-
-“Venga
sotto la luce.”- chiese Kate.
Voleva
vedere con chi stava parlando, con chi avesse avuto a che fare per i
suoi
giorni futuri.
Ma
quando lo vide, quando la voce profonda e strana che aveva udito poco
prima,
prese forma sotto il corpo di una bestia, Kate non riuscì a trattenere
un grido
di orrore.
Si
fece forza e sospirò. L’unico suo obiettivo era riuscire a liberare suo
padre
Jim. Evidentemente il destino aveva scelto per lei un futuro
decisamente non roseo,
in compagnia di quella orrenda bestia.
-“Ha
la mia parola!”- esclamò tra le lacrime.
-“E
sia!!!”- tuonò la Bestia.
Fra
le grida e le supplica di Jim, la Bestia lo fece ricondurre al
villaggio, senza
sua figlia.
Ormai
era sua prigioniera.
Mentre
ritornava verso le segrete, Lumière, un buffo candelabro parlante, con
un forte
accento francese, già presente in quell’ala del castello, provò a far
ragionare
la Bestia.
-“Ehm..
padrrone… visto che la ragassa passerà
con noi un po’ di taampo, magari è meglio trovarle un’altra
sistemasione!”-
L’unica
risposta che ottenne il candelabro fu un ringhio incavolato del suo
padrone.
-“Rripensandosci
forse no!!”- disse Lumière più a sé stesso, non sapendo invece che la
Bestia
l’aveva ascoltato.
Portando
Kate in camera sua vide una lacrima rigarle il volto.
Sapeva
che non era felice, ma forse lei era la ragazza che poteva spezzare
l’incantesimo.
Dal
canto suo Kate si guardava in torno spaesata, con paura.
Il
castello era lugubre e buio. Numerose colonne costeggiavano le scale e
tra una
nicchia e l’altra vi albergavano statue inquietanti di gargoyle.
Incitato
da Lumière la Bestia parlò:
-“Io…
spero che le piaccia qui! Il castello è casa sua ora e può andare dove
vuole.
Tranne che nell’ala ovest!”- la ammonì.
-“Cosa
c’è nell’ala ovest?”- chieste curiosa.
-“E’
PROIBITA!!”- ringhiò in risposta la Bestia, tanto da farla spaventare.
Continuarono
a camminare silenziosi per il castello, senza emettere un suono. La
Bestia per
paura che lei scappasse, e Kate per la sua paura della Bestia.
Pensava
davvero che era una Bestia orrenda: era più alta del normale, zanne
lunghe come
un drago e due corna come le capre; il tutto veniva ricoperto da un
folto manto
di pelo.
Ma
aveva anche notato il colore degli occhi: blu come il cielo, come il
mare.
Facendola
entrare nella sua stanza si raccomandò di chiedere ai domestici se
avesse avuto
bisogno di qualcosa.
-“Lei
questa sera cenerà con me!! E non è un invito!!”- ordinò la Bestia,
prima di
rinchiuderla nella stanza, lasciandola sola a piangere e disperarsi.
Kate
era lì nella stanza da letto dove avrebbe passato le sue giornate. Era
corsa
sul letto a piangere disperata. In una sola giornata aveva perso il
padre, la
libertà e i suoi sogni.
Dopo
svariate ore, sentì bussare alla porta, e una buffa e cicciottella
teiera entrò
tutta sorridente.
-“Io
sono Mrs Brick, mia cara, ma se ti fa piacere puoi chiamarmi con il mio
nome da
umana. Sono tanti anni che nessuno mi chiama più così, ma mi chiamo
Martha. Ho
pensato che gradissi una tazza di te!”-
-“Ma
non è possibile!! Tu…tu sai parlare!!”-
Beckett
era scioccatissima. Quella teiera non solo parlava, ma camminava ed era
seguita
da numerose tazzine.
-“Sto
sicuramente sognando…”- disse cercando di convincersi.
-“Non
so che sogni tu faccia cara, ma ti assicuro che siamo reali!”-
-“Te
l’avevo detto che era molto bella!”- rispose una vocina dal basso. –“Ti
chiamerò Belle!”- decise.
-“Mi
chiamo Kate!”- rispose sorridendo.
Ora
poteva osservare la tazzina, era molto chiara, come se avesse avuto una
carnagione molto bianca. Gli occhi erano azzurri, ma di quell’azzurro
chiarissimo, quasi di ghiaccio. Infine notò un ciuffettino color carota
di
lato, come se fossero i suoi capelli.
-“Si,
ma siccome sei molto bella, per me sarai Belle!”-
-“E
io allora ti chiamerò Alexis, come una mia amica a cui somigli tanto!”-
-“Alexis?!
Mi piace!”- sentenziò la tazzina tutta contenta.
-“Su
lasciala in pace!”- sentenziò la teiera Martha. –“Oh darling, perché
piangi?”-
-“In
una giornata ho perso mio padre, la mia libertà e i miei sogni.”-
-“Tutti
noi qui pensiamo che tu abbia fatto una cosa molto coraggiosa! Il
padrone potrà
sembrare scontroso e irascibile, ma in fondo è un bambinone!”-
Beckett
cercò di asciugarsi le lacrime e sorrise debolmente anche se continua a
pensare
a suo padre.
–“Uh!
Ma che sto facendo?! C’è una cena da preparare e io sono qui a perdere
tempo!”-
disse la teiera raccogliendo le numerose tazzine a sé e lasciando Kate
da sola.
Beckett
rifletteva alla luce della candela.
Non
ricordava assolutamente come fosse arrivata lì. Ricordava soltanto
Philippe che
l’aveva portata al castello.
Aveva
un gran mal di testa, ma più cercava di ricordare e meno ci riusciva.
Tutto
intorno a lei era strano, misterioso, come se ci fosse un grande
segreto che
aleggiava come uno spettro nel castello, impedendole di ricordare.
Fece
mente locale. Ricordava casa sua, suo padre, e Gaston.
Già
proprio colui che le aveva chiesto di sposarlo quella stessa mattina.
A
lei non interessava proprio, ero solo un egocentrico, maschilista e con
un
cervello di gallina, che sapeva di essere il bello della città.
Questo
lo ricordava. Ma il passaggio successivo le era ignoto.
Sospirò.
Aveva voglia di uscire da quella stanza, ma fuori avevano iniziato a
scendere i
primi fiocchi di neve.
Le
mancava suo padre, e non aveva avuto neppure il tempo di dirgli addio
visto che
sarebbe stata lì al castello per molto tempo.
‘Il
castello!’ pensò.
Era
un ottimo modo per passare il tempo. Avrebbe potuto visitarlo, in fondo
la
Bestia le aveva detto che poteva andare dove voleva. Tranne nell’ala
ovest.
‘Chissà
cosa c’è nell’ala ovest!’ continuò il suo pensiero.
Si
asciugò le lacrime con il dorso della mano, e molto silenziosamente
uscì dalla
sua stanza.
Sentiva
delle voci, come dei sussurri.
‘Oltre
ai mobili e stoviglie parlanti ci saranno anche i fantasmi qui?’ si chiese Kate.
-“No,
no Lumière! Devi controllare la ragazza a vista! Non possiamo
permettere che
vada nell’ala ovest, o il padrone si arrabbierà molto!”- disse Tockins
-“Abbi
fiduscia mon amì! Lei potrebbe essere la ragassa che spesserà
l’incantesìmo!!”-
esclamò tutto felice il candelabro.
Ma
Tockins accortosi della presenza della giovane donna, pestò quello che
doveva
essere il piede di Lumière ed esclamò:
-“Oh,
ma buona sera mia cara! Cosa possiamo fare per te?”- disse affabile.
Kate,
facendo finta di non aver sentito dichiarò di avere un po’ di fame ma
era
incantata da questo castello con la sua storia e le sue origini.
-“Perché
non mi accompagna? Sono sicura che lei conosce il castello meglio di
chiunque
altro!”- chiese Kate molto gentilmente cercando di persuaderlo.
-“Ma
certo! Mi segua, mi segua!”- disse lusingato per il complimento.
Tockins
spiegava l’origine dell’arte del castello, dagli arazzi, ai dipinti
alle
numerose statue di marmo.
-“Come
può vedere la pseudo facciata è stata tolta per rivelare il precedente
stile
Roccocò Minimalista. Noti i soffitti dalle volte Neo Classiche, e
questo è un
altro esempio del periodo Neo Classico- Barocco. Ora guardi con
attenzione gli
archi rampanti sopra i…”- ma Tokins si bloccò quando vide Kate che si
dirigeva
verso le scale che conducevano all’ala ovest.
Tokins
e Lumière cercarono di distrarla, dicendole che le avrebbero fatto
vedere la
biblioteca. Accettò, ma solo per levarseli di torno.
Era
molto più curiosa di visitare l’ala ovest.
‘Se
tutti la tengono nascosta ci sarà un motivo!’ pensò. E inoltre quei due
le
ricordavano tantissimo Ryan con Esposito, anche se non aveva ben chiaro
ancora
chi fosse uno e chi l’altro.
Salì
rapidamente le scale.
Contrariamente
a tutto il resto del castello, nell’ala ovest regnava il caos.
Sedie
rotte, tende strappate, sporca e polverosa.
Ma
ciò che attirò la sua attenzione fu un dipinto, strappato proprio sul
disegno.
Kate
cercò si sistemarlo, ma tutto ciò che riuscì ad intravvedere erano gli
occhi
azzurri come il cielo di un giovane ragazzo.
Una
strana luce alle sue spalle la fece voltare. Si avvicinò lentamente ma
con
curiosità, e vide che su un tavolino vi era una rosa protetta da una
campana di
vetro.
Istintivamente
sollevò la campana di vetro. Voleva sentire i morbidi petali sotto le
sue dita.
Ma la Bestia la vide, e con un rapido gesto
protesse la rosa, urlando contro
Kate di andare via, lanciandole addosso qualsiasi cosa si trovasse
sotto tiro.
La
povera ragazza scappò via dal castello sentenziando che non sarebbe
rimasta un
minuto di più.
Correva
sotto la bufera di neve insieme a Philippe, quando si accorse che un
branco di
lupi la stava inseguendo.
Incitò
ancora di più il suo fedele cavallo, ma la neve e la tempesta lo
rallentavano.
Per quanto brava fosse a cavallo, Philippe la disarcionò, rimanendo a
sua volta
incastrato con le briglie su un ramo.
Kate
non l’avrebbe mai abbandonato lì, in balia dei lupi, con morte certa.
Afferrò
un lungo tronco per difenderlo, cercando di colpire i lupi, ma quando
tutto
sembrava perduto, tanto che due di essi si avventarono su di lei, la
Bestia
accorse in suo aiuto.
Fu
una lotta furiosa. I lupi lo attaccarono contemporaneamente, mordendolo
e
afferrandolo lungo la pelliccia e le zampe.
Una
battaglia all’ultimo sangue, ma la Bestia fece andare a sbattere due
lupi
contro un albero e gli altri spaventati dalla sua maestosità scapparono
via,
guaendo come cagnolini.
Distrutto,
esausto e ferito per la lotta la Bestia si accasciò per terra, svenendo.
Per
quanto detestasse che avesse rinchiuso suo padre e fatto di lei sua
prigioniera, Kate non lasciava mai una persona in pericolo, e in più
lui aveva
rischiato la sua vita per salvare lei.
Lo
issò su Philippe e lo riportò al castello.
Una
volta arrivati si fece portare dell’acqua calda da Mr. Brick e cercò di
medicarlo, ma la Bestia non ne voleva sapere.
-“Stia
fermo! Non faccia così!”- disse gentilmente ma in risposta ottenne solo
un
ruggito.
-“Le
ho detto di stare fermo!”- continuò premendo il fazzoletto cercando di
disinfettargli la ferita sul braccio.
-“MA
FA MALE!!”- urlò.
-“SE
STESSE FERMO, LE FAREBBE MENO MALE!!”-
-“Beh
se non fosse fuggita, questo non sarebbe successo!”- rispose
soddisfatto
pensando di averla zittita.
-“Se
non mi avesse spaventata io non sarei fuggita!”-
-“Beh…e
lei non sarebbe dovuta andare nell’ala ovest!”-
-“Beh
allora dovrebbe imparare a controllarsi!”-
La
Bestia era senza parole. Era la prima persona dopo anni, no,
probabilmente da
sempre, che riusciva a zittirlo.
-“Ora
stia fermo. Brucerà un po’!”- disse disinfettando la ferita, ottenendo
solo un
grugnito questa volta.
-“A
proposito… Grazie per avermi salvato la vita!”-
La
Bestia era sorpresa. Fino a quel momento nessuno lo aveva mai
ringraziato per qualcosa.
-“Always!”-
Kate
fu colta da un lampo improvviso.
Quella
parola, per lei aveva un significato particolare, ma non riusciva a
ricordare
altro.
Sapeva che quel ricordo, legato a quella specifica parola, era connesso
ad
un’altra persona ma per il momento decise di lasciare perdere.
Ci avrebbe pensato in seguito.
ANGOLO MIO: saalve!! buon martedì a tutti! xD
allora eccoci al secondo capitolo! ;)
come avrete letto ho cambiato almeno in parte la prima parte (scusate la ripetizione) del cartone disney.. xk?! xk sennò nn la finivo più!! ahahahahah no! xk penso ke in questa ff la parte iniziale non mi servisse a tanto.. mi interessava partire dal momento in qui Belle ritrova il padre al castello. avrete anche visto ke Kate ha la convinzione di essere Kate e non Belle e ke i personaggi le ricordano i suoi amici.. lei non sa cm sia finita lì e non ricorda altro. sa solo che suo padre era prigioniero lì! lo so è complicato ma spesso nei sogni non tutto è chiaro! xD *me la sn cavata cm scusa!? xD *
bon anche nei prox capitoli ci saranno dei
link del tubo e vi consiglio di guardare durante la lettura.
ok penso di aver detto tutto. ora lascio parlare voi! xD
al prossimo!
sbaciottii ;>