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Autore: micRobs    27/03/2012    3 recensioni
Happy Niff!Week to everyone!
Sette giorni, sette storie, sette prompt per dire Niff, ovvero, tutto ciò che sono Nick e Jeff!
Day 1 : The Firsts Time - Completely unaware
Day 2 : Roommate!Niff - Yeah, it's okay.
Day 3 : AU!Niff - Oh, you make me smile.
Day 4: Hurt/Confort - You steal away the rain
Day 5: A very Niff Christmas - Drive me wild
Hope you like it
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval | Coppie: Nick/Jeff
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Day 2– Roommate!Niff
Eccoci al secondo giorno, gente! Niff compagni di stanza, Niff compagni di scemenze! E con la straordinaria partecipazione di tutti i Warblers!
Scrivere questa shot è stato divertentissimo, ma come sempre a me le cose brevi non piacciono e quindi mi sono lasciata prendere la mano! Spero comunque possiate apprezzare!
Un grazie immenso a tutti coloro che leggono/seguono la raccolta (siete davvero tantissimi) e un bacio a tutti quelli che hanno recensito il primo capitolo!
La Raccolta è sempre dedicata a SereILU a cui vanno i miei più sentiti ringraziamenti per ogni cosa.
Un grazie alla mia metà per avermela betata!
 

“Nothing can compare the way you send me
Let’s me know that it’s okay
And the moments when my good times start to fade.”

 
 

Yeah, it’s okay

 
 
 
«Okay, okay, tocca a me.»
I ragazzi continuarono a ridacchiare mentre Trent allungava una mano per raggiungere un mucchio di tesserine colorate al centro del pavimento.
La camera di Nick e Jeff non era mai stata così affollata.
Trent lanciò un’occhiata titubante a Kurt che, seduto elegantemente sul letto di Jeff, sorrideva sereno. Quello avrebbe potuto essere un problema.
«Allora, Kurt» iniziò, indeciso. «Emm… è una cosa marrone… che ha una parte che si allunga.»
Kurt sbiancò immediatamente mentre i ragazzi intorno a lui gettavano sguardi allucinati a Trent chiedendosi cosa diavolo avesse pescato.
Trent arrossì mentre Kurt balbettava parole sconclusionate e Blaine, lì accanto, gli accarezzava un braccio.
«Trent, amico» provò Nick, «magari prova spiegarti meglio sennò a Kurt parte un embolo.»
«Sai» sbottò Trent, frustrato, «se potessi farlo non staremmo giocando a Taboo!»
«Suvvia» intervenne David, «non c’è bisogno di scaldarsi tanto.»
Kurt tossì silenziosamente, prima di aggiustarsi i capelli e rispondere. «Avanti, Trent, facciamolo bene.»
I ragazzi ridacchiarono e il clima si distese nuovamente mentre Trent provava a spiegare che sì, l’oggetto in questione aveva una parte allungabile, ma che doveva fare qualcosa di preciso per far sì che ciò avvenisse.
Thad commentò con un «secondo me è Nick» che fece indignare il diretto interessato e scoppiare a ridere gli altri, mentre Kurt cercava di capire di cosa accidenti si stesse parlando.
Quando Blaine ebbe l’illuminazione vincente, la sussurrò nell’orecchio del suo ragazzo che, prontamente, rivolse un’occhiataccia scettica a Trent e mormorò un «Pinocchio? Seriamente?».
Trent esultò e Wes scosse la testa rassegnato. «Una parte che si allunga quando fa qualcosa? Sono impressionato, Trent.»
Jeff ridacchiò, portandosi una patatina alla bocca e Trent si difese asserendo che le regole erano quelle.
«A chi tocca?» Chiese Blaine.
«Mmm… a Nick e Wes» rispose celermente David.
Wes si allungò a prendere una carta, fissandola per qualche istante dubbioso.
«Okay» proruppe. «Quello di Kurt e Blaine non funziona bene.»
«Sesso» rispose prontamente Nick.
Blaine quasi si strozzò con la saliva mentre Kurt assumeva gradualmente tutte le colorazioni di rosso esistenti in natura.
«Duvall» ringhiò minaccioso Anderson, «rimangiatelo immediatamente.»
Nick sghignazzò mentre David commentava con un «sarebbe meglio riprendere il gioco» che venne ignorato da tutti.
«Eppure ho cercato di stare attento» Wes si portò una mano al mento cercando di capire dove aveva sbagliato.
«È Nick che è un deviato» commentò Flint.
«Stiamo parlando di me e Kurt» si infervorò Blaine.
«Fate sesso?» Domandò Jeff, rimasto zitto fino a quel momento.
La stanza tacque all’istante. Blaine guardò Kurt che sembrava sul punto di una crisi di nervi, poi rispose. «No, ma per nostra scelta.»
«Quindi non funziona. Fine della discussione» decise Jeff, per tutti.
Nick cercò i suoi occhi, trovandoli intenti a fissarlo con uno sguardo alla mi-devi-un-favore a cui rispose con un’alzata di spalle che stava ad intendere come-se-fosse-il-primo.
Tornò a concentrarsi su Wes, mentre il suo cervello assimilava che aveva appena fatto una chiacchierata silenziosa con il suo compagno di stanza. E non era neanche la prima volta.
Wes provò a spiegarsi meglio e alla fine Nick riuscì a comprendere che la parola in questione era “lampadario”.
«Ma quello di Blaine e Kurt non ha alcun problema!» Gli fece notare.
«Invece si è rotto di nuovo» lo contraddisse Kurt, sedendosi meglio sul letto.
Il gioco proseguì ancora per qualche turno, prima con Flint che, grazie alla chirurgica precisione di David, era riuscito subito a capire qual era la parola – mandarino.
«Ma così non è divertente» aveva obiettato Jeff.
Poi era stato il turno di Thad e Jeff che avevano sorpreso tutti arrivando alla soluzione in pochissimo tempo.
«Tu e Nick somigliate a quelli dell’Era Glaciale» era stato l’indizio di Thad.
E Jeff aveva sorriso come un ebete nel rispondere «Opossum.»
Quando, qualche manche dopo, fu il turno di Nick e Jeff, tutti i ragazzi sospirarono avviliti, convinti di stare per assistere ad uno dei consueti scambi di battute dementi e dialoghi muti in cui i due erano soliti esibirsi.
Jeff pescò la carta, sghignazzando e guardando Nick che, di fronte a lui, lo fissava con sguardo di sfida.
Non appena però gli occhi di Jeff scesero a guardare la parola che avrebbe dovuto far capire a Nick, il suo sorriso si congelò e gli occhi gli si sgranarono appena.
«Difficile, Sterling?» Lo beffeggiò Nick.
Quello non rispose, ma si limitò a piazzarsi a forza una smorfia sul viso e a commentare con un «ti piacerebbe» che non convinse nessuno.
«Vediamo di non fare notte» li incitò Trent.
«O mattina» aggiunse Flint.
«Jeff?» Chiamò Thad con apprensione, «tutto bene?»
Jeff annuì e, riscuotendosi, alzò lo sguardo su Nick e iniziò. «È quella cosa che può esserci tra due persone...»
Nick sembrava aver perso tutta la voglia di fare battute idiote e se ne stava lì a fissare Jeff, la bocca leggermente schiusa e gli occhi persi nei suoi.
«…e che di solito è bella, ma può anche fare male…» proseguì.
Nick aprì la bocca per rispondere ma Jeff sembrava un fiume in piena e proseguì spedito, distogliendo lo sguardo da lui.
«…ed è difficile da spiegare, perché è tante cose insieme e non ha una definizione precisa.»
Nick non lo aveva mai visto così, le guance arrossate e gli occhi bassi. Continuava a mordersi il labbro inferiore e a rigirarsi quella carta tra le mani. Era adorabile.
Non si accorse che nella camera adesso regnava il silenzio, né che Thad e Blaine continuavano a scambiarsi occhiate piuttosto eloquenti, né che Trent aveva lentamente gattonato arrivando alle spalle di Jeff e sbirciando la carta che aveva in mano.
«Ma è facile» commentò quello, senza pensare. «Digli che è quello che provi per lui ed il gioco è fatto.»
Jeff sbiancò, spalancando gli occhi e voltandosi a guardare Trent che, vista la sua espressione, si era accorto di aver decisamente detto la cosa sbagliata.
«Trent» aveva ringhiato Wes, tra i denti, «taci.»
Nick continuava a non capire nulla, nelle orecchie solo il vociferare di Kurt e Blaine alle sue spalle e le concitate scuse di Trent.
Jeff gli rivolse un’occhiata terrorizzata e spezzata che Nick non seppe interpretare e alla quale non seppe cosa rispondere.
Il biondo deglutì, prima di alzarsi velocemente e fiondarsi fuori dalla camera.
«Jeff!» Lo chiamò Nick, rimettendosi in piedi e raggiungendo la porta.
Si voltò un attimo per scorgere i ragazzi fissarlo dubbiosi e Trent continuare a scusarsi con Thad.
«Vi voglio fuori di qui per quando sarò tornato» gli intimò, più duro di quanto avesse voluto in realtà essere.
 
*°*°*°
 
Trovò Jeff prima di quanto avesse pensato.
Se ne stava seduto sui gradini di una delle maestose scalinate della Dalton Academy, le gambe tirate al petto e la testa posata su di esse.
Sembrava talmente triste e devastato che Nick si sentì stringere il cuore a quella vista.
Deglutì, mordendosi un labbro e, sospirando deciso, si avvicinò a lui.
«Jeffie» lo chiamò sottovoce.
Quello non rispose e per un attimo Nick pensò che non lo avesse sentito, ma poi, quando stava per chiamarlo ancora, Jeff mormorò un «vai via» che gli fermò il fiato il gola.
«Scherzi?» Si obbligò a domandare. «Non vado da nessuna parte» gli rese noto, sedendosi accanto a lui.
Avvertì Jeff irrigidirsi e istintivamente gli portò una mano sulla testa, accarezzandogli i capelli. L’altro borbottò qualcosa che Nick non riuscì a comprendere e lui sorrise, senza allontanare la mano.
Jeff sollevò leggermente il capo e Nick notò che aveva gli occhi lucidi e le guance rosse.
«Jeff» mormorò, non riusciva conciliare quella visione così sbagliata con il Jeff sereno e solare che gli riempiva le giornate.
«Non ho bisogno di essere compatito» disse quello e Nick lo fissò dubbioso, non sapendo cosa volesse intendere.
«Non pensi che dovremmo parlarne?»
«No» sbottò Jeff, «non ne abbiamo mai parlato ed io sono stato sempre bene. Passerà» assicurò.
Ma le sue parole erano in netto contrasto con il suo aspetto e Nick non poté evitare di farglielo notare.
Jeff sbuffò, tornando a posare la testa sulle gambe e intimandogli nuovamente di andare via.
Nick lo fissò preoccupato, poi senza dare al suo cervello il tempo di riflettere se quella fosse o meno una buona idea, gli prese il viso tra le mani costringendolo a guardarlo negli occhi.
Jeff parve confuso e Nick riusciva ancora a vedere la tristezza nel suo sguardo.
«Jeff» esordì risoluto, «sono innamorato di te da talmente tanto tempo da risultare quasi patetico. Perdonami se, per un attimo, ho pensato che tu potessi ricambiare.»
Gli occhi dell’altro si sgranarono in una maniera talmente comica e buffa che Nick non riuscì a trattenere una risata.
«Tu…» iniziò Jeff, non sapendo in realtà cosa dire. «Tu sei…»
«Un idiota, sì» completò per lui Nick, facendolo ridere e sentendo il cuore scoppiare di gioia nel vederlo finalmente sereno.
«Tu sei una persona spregevole» si infervorò invece Jeff.
Nick lo fissò sconvolto, «Ma…?»
«Hai taciuto per tutto questo tempo lasciandomi crogiolare nella consapevolezza di non avere speranze con te!» Spiegò.
Nick rise, scrollando le spalle. Era sempre il solito Jeff.
«Non mi pare che tu ti sia comportato diversamente» gli fece notare.
«Non ci provare» rispose Jeff, «stiamo decisamente parlando di te adesso. E poi sono io quello che ha fatto un’uscita di scena da regina del melodramma.»
Nick tacque, mentre Jeff sorrideva impacciato, umettandosi le labbra.
«Me lo avresti mai detto?» Domandò Jeff, «se Trent non avesse fatto questo macello, intendo.»
Nick ghignò. «Ma l’ho fatto. E più d’una volta.»
All’occhiata scettica di Jeff, Nick non poté impedirsi di scoppiare a ridere.
«Magari non a parole» precisò, «però ci ho provato tante volte»
«Nick» chiamò Jeff, con pazienza, «non lasciare le tue mutande in giro non indica che sei innamorato di me, bensì che non sei un barbaro incivile.»
Nick strabuzzò gli occhi, non tanto per la veridicità di quella parole, quanto perché Jeff lo aveva brillantemente anticipato e lui ancora non riusciva a capacitarsi della profonda connessione che avevano sviluppato.
«Ti tenevo sempre da parte l’ultimo muffin a colazione!» Si difese.
«Non ci sarebbe mai stato bisogno di tenerlo da parte se tu non avessi mangiato tutti gli altri.»
«Li mangiavo apposta per poterti conservare l’ultimo.»
«Ma quanto sei cretino?»
«Oh, scusami tanto se volevo fare qualcosa di carino per te» si imbronciò Nick.
Jeff rise, accarezzandogli una guancia e lottando contro le parole che premevano per uscire dalla sua bocca.
Niente da fare, a quanto pare la sua lotta non aveva avuto i risultati sperati.
«Puoi fare adesso qualcosa di molto carino per me» si ritrovò a sussurrare.
Nick alzò lo sguardo su di lui e Jeff non ebbe tempo di domandarsi se avesse afferrato il concetto, perché le labbra di Nick erano già sulle sue e la sua bocca era morbida e fresca esattamente come l’aveva sempre immaginata.
Portò una mano alla base del suo collo, attirandolo a sé e permettendogli di sistemarsi meglio tra le sue gambe, mentre le labbra di Nick si schiudevano per consentirgli di approfondire il bacio.
La presenza di Nick nella sua vita era intossicante e Jeff si domandò come avesse fatto a resistere fino a quel momento senza quel contatto di cui era immediatamente diventato dipendente.
La mani di Nick si strinsero fra i suoi capelli e il ragazzo si allontanò da Jeff cercando immediatamente i suoi occhi.
Jeff respirava velocemente e aveva le labbra deliziosamente arrossate. Nick pensò che non gli era mai sembrato più bello.
«Così» iniziò Nick, cercando di regolare il respiro, «lo sapevano tutti tranne me, uh?»
Jeff rise, «No» rispose, «semplicemente gli altri ci vedono meglio di quanto non faccia tu.»
Nick parve offendersi poi, portandosi una mano al mento, commentò, «Beh, per essersene accorto Trent...»
«Appunto» annuì Jeff.
Nick ghignò, alzandosi in piedi e tendendogli una mano che Jeff afferrò con piacere.
«Ti va di fare qualcosa?» Propose.
Jeff si aprì in un sorriso mozzafiato prima di domandare in risposta «Non credi che abbiamo qualche spiegazione da fornire?»
Nick scrollò le spalle, «I ragazzi possono anche aspettare» decise, sorridendo a sua volta.
 
The End.
 

 
 
 
 
 
   
 
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