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Autore: Aoimoku_kitsune    28/03/2012    10 recensioni
Ti posso sentire e so di amarti.
***
E' una MPREG: Gravidanza tutta al maschile.
Dopo una serata il legame di Naruto e Sasuke sembra spezzarsi sempre di più, ma una maledizione (Da parte di Naruto) o uno splendido miracolo (Da parte di Sasuke), renderà le cose più complicate o semplicemente riuscirà ad aggiustarle? E Naruto si troverà davanti ad una scelta difficile, che farà provare a Sasuke, di nuovo, il dolore per la perdita di una famiglia.
***
-Sai..
Disse Naruto, fissando lo schermo colorato.
-.. Stavo pensando..
-Tu che pensi?
Lo sfotté Sasuke, quasi serio, nascondendo il divertimento.
Naruto alzò lo sguardo, fissandolo di sbieco, reclinando il capo verso di lui.
-Teme.. Smettila di prendermi sempre in giro.
E la linguaccia fu inevitabile.
Sasuke ridacchiò, sommessamente, appoggiando il mento sul capo di Naruto.
-Su dimmi.
Sentì un piccolo sbuffo dal basso e poi Naruto parlare.
-Il nome per il bambino. Non lo abbiamo ancora deciso.
Sasuke fece una strana smorfia di disappunto.
***
-Cosa c’è?
-Mi sento sempre appesantito.. È strano.
Rispose, incerto se i termini che aveva espresso potevano giustificare quelle strane sensazioni.
-E’ normale.. Ormai sei alla fine.
Naruto annuì, guardando, con i suoi formidabili occhi azzurri, Sasuke.
-Tsunade ha detto la prossima settimana.
***
Era leggero il suo bambino, fragile tra le sue braccia.
Genere: Fluff, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: OOC | Avvertimenti: Mpreg | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'd come for you'
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Non potrò postare per una settimana intera, perché scendo a Napoli per le vacanze pasquali, perciò come regalo per la vostra pazienza, vi posto questo capitolo, più lungo dei precedenti, sperando che vi piaccia. E.. Per favore, non tiratemi i pomodori per quello che leggerete. Anche perché Sasuke non ne sarebbe contento... ù.ù
Un bacio a tutti, e ringrazio le persone che hano recensito lo scorso capitolo, scusandomi di non aver risposto a tutti. Ringrazio anche chi legge, un mondo.
Buona lettura, e buona pasqua in anticipo.



***


Naruto non riusciva a guardare Sasuke in volto. Ogni volta che incontrava i suoi occhi, arrossiva, le guance che prendevano un color rosa scuro.
Era imbarazzato a morte. Le immagini della serata precedente lo avevano accompagnato per l’intera mattinata.
Anche quando Tsunade gli aveva chiesto se stesse bene, era arrossito.
-Ti sei ripreso in fretta.. Quando Sasuke mi ha mandato una copia, pensavo che la febbre fosse più alta, l’antibiotico, a quanto pare, ha funzionato.
Naruto annuì vigorosamente. La testa bassa, e gli occhi puntati al tavolino.
Ieri sera, Sasuke mi ha riscaldato col suo corpo.. Forse mi sono spinto un po’ oltre.
-Suke.. Riscaldami tutto.
Ok! Forse non era andata proprio così, però la sostanza era quella.
Ma stare tra le braccia di Sasuke, lo aveva reso felice, per un momento. Tutto lo stress accumulato in quei giorni, si era dissolto, rilassandolo.
-Naruto..!?
Chiamò Tsunade e il biondo sbatté le palpebre, guardandola.
-Dopo domani, è scaduto il mese.. Ti devo prenotare la visita?
Chiese la donna, appoggiando il mento tra le mani incrociate, poste sul tavolo di legno, della sala di Sasuke.
Naruto sobbalzò, guardando Tsunade con occhi larghi.
Se ne era dimenticato. Ormai era giunto il terzo mese di gravidanza, era giunto finalmente.
E allora, perché non era felice di sentire quelle parole?
Sarebbe tutto finito tra due giorni, ma qualcosa gli bloccava le parole in gola, come in una morsa letale.
Sasuke entrò nella sala, strofinandosi i capelli neri con l’asciugamano, guardando Tsunade e poi Naruto, lo sguardo fisso nel vuoto davanti a se.
La donna si voltò verso il moro, indicandogli un posto a sedere.
Lo sguardo grave e scuro.
Il moro appoggiò il telo blu sullo schienale della sedia, sedendosi.
-Tra due giorni sarà scaduto il tempo, e vi sto chiedendo se devo prenotare l’operazione?!
Il corpo di Sasuke si tese, come corde di violino pronte a spezzarsi al minimo tocco.
La testa scattò verso destra, dove Naruto guardava verso il basso, le spalle rigide e la frangia bionda a coprirgli il viso.
-Allora..?
Sollecitò la donna, fissando Naruto.
Perché anche se Sasuke rispondeva di no, la scelta finale aspettava sempre a Naruto.
Naruto appoggiò un gomito sulla superficie lucida della tavola, scostandosi indietro la frangia, e massaggiandosi le palpebre.
Sospirò, non riuscendo a guardare la donna e Sasuke.
-Prenota l’operazione..
Sussurrò, le parole strozzate.
Stinse gli occhi quando la sedia di Sasuke sbatté violentemente al suolo, e i passi pesanti del ragazzo cominciarono ad affievolirsi, finché non sparirono del tutto.
Finché Sasuke non sparì dalla casa, saltando direttamente dalla finestra della cucina.
Tsunade si alzò, strisciando i piedi della sedia sul tatami, e si massaggiò la fronte.
-Se hai deciso questo..
Disse, avviandosi verso l’uscita, ma prima si fermò, voltando il capo, con la mano appoggiata allo stipite della porta.
Guardò il fragile corpo di Naruto, scosso da lievi sussulti, e dei piccoli singhiozzi mal trattenuti.
-Per una volta, essere egoisti, non guasta!
E detto questo uscì dalla casa.

Naruto, solo, si nascose la testa tra le braccia, la fonte appoggiata al tavolo, mentre stille di dolore gli rigavano le guance.
Non sapeva cosa fare.
Non sapeva in che modo comportarsi e non si era mai sentito così solo, come in quel momento.
La testa iniziò a pulsare, maledettamente, procurandogli dolore, e traballante si alzò, superò la sedia di Sasuke e si diresse nel letto.
La febbre sembrava essere ritornata, ma Naruto sapeva che era solo perché stava piangendo che la testa gli faceva male, così come gli occhi.
La stanza da letto era immersa nel buio, anche se era prima mattina, e si buttò sul letto, singhiozzando e abbracciandosi in posizione fetale, fissando il vuoto davanti a se.

Sasuke scagliò l’ennesimo pugno all’albero che si trovava sul suo cammino, distruggendolo, facendolo crollare.
La rabbia che gli vorticava nel corpo, si era incanalata tutta negli occhi, mostrando lo sharingan che ruotava incontrollato.
Scagliò un kidori, urlando, cercando di sfogarsi e poi, ansimante per lo sforzo, si appoggiò al tronco di una quercia abbattuta, bruciata e spaccata a metà.
Guardò, con le iridi nere, il paesaggio davanti a lui, non vedendolo realmente.
-.. Se ti sforzi troppo, è controproducente, Sasuke!
Non si mosse, continuando a fissare il vuoto.
Kakashi era seduto sul ramo, accanto all’albero in cui era appoggiato, in mano il suo solito libro, facendo finta di leggere.
In realtà era molto interessato allo strano comportamento del suo ex allievo.
Mai un’espressione, era stato in grado di cogliere. E ora, però, stava vedendo tutto.
Il viso del giovane sembrava più vecchio del solito, le rughe espressive solcate dal dolore e dalla rabbia.
I pugni stretti nei lati del corpo e la schiena dritta, rigida.
-Ho saputo che tu e Naruto vivete insieme.
Ecco! Pensò. Aveva centrato il punto della situazione, come sempre.
Il corpo di Sasuke s’irrigidì ancora di più. I denti serrati, che strisciavano tra loro, provocando un leggero rumore e lo sharingan attivo.
Sasuke non rispose, non sicuro delle parole che potessero uscirgli in quel momento.
Cercando di controllare il proprio corpo, pronto per sferrare un attacco mortale, prese a respirare, lunghi e regolari respiri.
Kakashi chiuse il libro, intascandoselo e fissò, con l’occhio sano, il ragazzo moro.
-Avete litigato?!
In realtà non sembrava tanto sorpreso.
Aveva notato già da qualche tempo che si stavano allontanando, quindi, da una parte era stato veramente sorpreso di scoprire che ora vivessero insieme.
E sicuramente sarebbero arrivati a questo punto, ma quello che sbigottiva di più l’uomo, era cosa avesse combinato Naruto, per far perdere il controllo, in quel modo, all’impassibile Sasuke.
Perché vedeva chiaramente l’uso del Susanno, in quei poveri e innocenti alberi.
Sasuke fece un grosso respiro, imponendosi il controllo in tutte le particelle del suo corpo, e poi, lentamente alzò il capo, guardando il suo ex sensei.
Era così disperato quello sguardo, costatò Kakashi, balzando giù dal tronco.
Osservò le iridi nere, che disperate, cercavano di nascondere, malamente, tutti i sentimenti che stava provando Sasuke, dietro a uno spesso strato d’indifferenza.
Si avvicinò all’allievo, fermandosi poco prima.
-Se hai un problema, puoi parlarne. Anche se non siamo più maestro e allievo, siamo sempre vecchi amici, o per lo più compagni d’armi.
Sasuke lo guardò a lungo, indeciso sul da farsi e poi, semplicemente scostò lo sguardo, fissando la vegetazione, staccandosi dal tronco.
-E’ complicato.. E orami è troppo tardi.
Rispose, flebile, voltandosi verso il villaggio.
Kakashi gli appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo, trattenendolo.
-Non è mai troppo tardi, Sasuke.
Disse solo, staccando le dita, ritraendo la meno, e superando il ragazzo.
-Ricorda, che puoi sempre cambiare il corso degli eventi. Basta non arrendersi. Dovresti saperlo bene!
E poi scompari, così com’era apparso, accendendo una piccola speranza negli occhi onice.

Karin era giù di giri, felice come una ragazza che riceveva il suo primo bacio.
Passeggiava tranquilla per il villaggio, in mano un biglietto ingiallito, un po’ vecchio e sul volto un sorriso poco rassicurante che la accompagnava fin dalla mattina.
Ora, doveva solo mettere in atto il piano.
Si ripeté, calcolando tutto nel minimo dettaglio.
Presto Sasuke kun sarebbe stato suo e di nessun altro, così come doveva essere.

Naruto si appoggiò al water, rimettendo tutto quello che aveva nello stomaco, stremato e dolorante.
Tossì più volte, afferrando spasmodicamente il bordo laccato di bianco, e mani che tremavano a ogni rigurgito.
Scaricò, con fatica e si lasciò cadere verso il pavimento fresco, chiudendo gli occhi gonfi di un pianto straziato, che lo aveva accompagnato per tutto il giorno.
Sospirò di piacere, sentendo la superficie del pavimento fresca, contro la sua guancia bollente, e socchiuse gli occhi, la stanchezza che lo chiamava nel mondo di Morfeo.
Sasuke non si era fatto vedere per tutto il giorno, e lui non era uscito da quella casa.
Era rimasto stipato in camera fin in quel momento, sdraiato sul letto a pensare.
Non si era mai soffermato molto a pensare in quei giorni.
In testa, aveva sempre avuto una risposta per quella situazione, una risposta che ora vacillava tra il realizzarlo o meno.
Fisso la porta del bagno, aperta, lamentandoci come un animale ferito, quando cercò di alzarsi, inutilmente.

Sasuke entrò in casa, l’emicrania che lo aveva colpito quel giorno, si sentì più forte, quando mise piede nella villa buia.
Si tolse i sandali, guardandosi in giro, notando poi la luce pallida del bagno accesa.
Passò prima in cucina, bevendo qualcosa, e poi respirando profondamente, guardò le scale.
Non riusciva a calmarsi. Eppure era sempre stato che affrontava le cose di petto, non nascondendosi dietro a nessuno.
Scosse il capo impercettibilmente, e fece i primi passi verso il piano superiore.
Un piccolo lamento, gli fece balzare il cuore in gola e si affrettò a salire la rampa di scale, affacciandosi nel bagno.
Naruto era steso al suolo, che lo guardava con i suoi occhi azzurri, rossi per il pianto e circondati da delle profonde occhiaie di stanchezza.
Lentamente si avvicinò al ragazzo, inginocchiandosi davanti, fissandolo.
Naruto chiuse gli occhi, incanalando tutta la sua poca forza che gli era rimasta, nelle braccia, cercando di alzarsi.
Le braccia tremarono per lo sforzo e cedettero, e Sasuke lo prese al volo, stringendoselo contro, aiutandolo ad alzarsi.
-Non hai mangiato..
Non era una domanda quella di Sasuke, e Naruto scosse il capo, appoggiato al petto ampio del moro.

Lo fece sedere, davanti al tavolo, scomparendo nella cucina, cercando di preparare qualcosa al volo.
Naruto appoggiò la testa sulle braccia conserte, sul tavolo, e fissò la porta della cucina.
Gli unici rumori che percepiva erano solo le stoviglie e i leggeri passi di Sasuke.
Chiuse gli occhi solo per un secondo, cercando di calmare il cuore, che imperterrito, batteva all’impazzato.
Forse si addormentò, perché quando si svegliò, la tavola era bella apparecchiata, e alcune pietanze erano già state servite.
Sasuke rientrò in sala con due ciotole di riso bianco, porgendone una a Naruto che lo ringraziò con lo sguardo.
Mangiarono sotto un pesante silenzio e quando finirono e sparecchiarono, si sedettero sul divano.
Sembravano impacciati, cercando di iniziare il discorso che avrebbe cambiato le loro vite.
Naruto abbassò il capo, appoggiando le spalle allo schienale, sprofondando.
Sospirò, iniziando a parlare. Provandoci.
-Sasuke.. Io, mi..
-Non dire che ti dispiace.
Lo interruppe il moro, forse troppo bruscamente.
Naruto lo lasciò fare, sapeva che anche l’altro non stava passando un buon momento.
Forse soffriva più di lui. Stava per perdere il figlio, e sapevano tutte e due, che dopo, il loro legame si sarebbe spezzato per sempre. Il loro legame, ora come ora, dipendeva da quello che avrebbe deciso Naruto. Dipendeva dalla vita di loro figlio.
-.. Non capisco..
Aggiunse poi Sasuke, frustrato dal non capire, per la prima volta.
-.. Perché non lo vuoi. Dai gesti che fai, ho notato che lo desideri, e allora perché?..
Si voltò verso Naruto, guardandolo in cerca di spiegazioni.
-Di cosa hai paura..
Il biondo si strinse nelle spalle, rimanendo in silenzio, cercando di formulare una risposta al moro.
Sasuke aspettava, pazientemente, e poi Naruto lo guardò, distogliendo lo sguardo subito dopo.
Si tormentata le mani, strofinandosi le dita sul braccio, arrossandolo.
-Io..
Tentennò, prendendo un grosso respiro.
-Non voglio che soffra. Non voglio che, quando la gente lo veda, lo indichi, mandandogli quegli sguardi, che per tutta una vita, mi porto ancora dietro. Non lo desidero, perché non voglio che passi la mia stessa infanzia, perché so che sarà così. Allontanato da tutti..
Singhiozzò, forte, cercando di celarlo, tappandosi la bocca con una mano.
Gli occhi larghi e lucidi, guardavano davanti, persi in un passato che mai lo aveva abbandonato, tormentandogli il futuro.
-.. Se mi ami davvero, se lo ami. Ti prego.. Non chiedermi ancora di tenerlo.
Sussurrò, fissando con dolore il viso di Sasuke.
E quello che vide, lo bloccò.
-.. Suke?
Chiamò, sorpreso e preoccupato al tempo stesso.
Il viso di Sasuke era sempre stato una maschera impenetrabile. L’indifferenza accompagnava sempre quel volto pallido e bellissimo.
Ma ora. Naruto poteva sentire i cocci di quella maschera frantumarsi davanti a lui, lentamente, trasformandosi in timide lacrime.
Il viso di Sasuke era pallido, ora. Gli occhi chiusi, cercando di trattenere quelle lacrime che non versava dalla morte del fratello.
Naruto allungò una mano, cercando di afferrare la spalla di Sasuke, ma questi si alzò, uscendo dalla stanza in silenzio.
Naruto non sapeva cosa fare, se non guardare il punto in cui Sasuke era scomparso, la mano ancora alzata.

Sasuke passò in camera di Itachi, chiudendosi dentro, appoggiandosi alla porta.
Guardò il pavimento di legno, gli occhi ancora appannati dalle lacrime, e furioso si portò una mano al viso, nascondendolo.
Dio! Era così debole. Era sempre stato debole. Aveva cercato potere in ogni parte del globo e ora.. Ora non gli serviva. Era inutile.
Non sapeva dove sbattere la testa, perché la decisione era già stata presa.
Forse aveva ragione Neji, il destino non lo si può cambiare, puoi solo seguire la strada già segnata.
Ora capiva, in parte, come si era sentito il suo avo. La perdita di un figlio lo avrebbe fatto impazzire, si sarebbe chiuso ancora dentro di se, e la solitudine e l’oscurità lo avrebbero circondato ancora, intrappolandolo per sempre, questa volta, nella loro fredda oscurità.
Staccandosi dalla porta, si diresse verso il letto del fratello, raccogliendo dal comodino a fianco, una busta gialla.
Si sedette sul bordo del materasso, aprendo con le dita lunghe e affusolate, la busta, facendo scivolare fuori, sopra alla sua mano, il contenuto prezioso.
Prese la prima foto, piccola tra le sue grandi mani, e osservò il profilo di quello che sarebbe stato suo figlio.
La testa era grande, più del tronco piccolo, con solo quattro, sottili e corti arti. Era nera, la figura del figlio, messa in risalto dallo sfondo grigio chiaro. La sacca amniotica, creata dal chakra demoniaco, lo avvolgeva come una piccola dimora, tenendolo al sicuro.
I muscoli facciali formarono una smorfia di dolore, mentre si portava la foto alla fronte, stringendo le palpebre.
Le lacrime attraversarono il viso, infrangendosi sui pantaloni scuri, formando dei piccoli aloni, mentre il suo cuore, metaforicamente, si stava crepando.


***

Riesco a girare la testa, ad arrotolare le dita e a stirare le gambe e le braccia.


L’attesa. Odiava l’attesa e l’impotenza che nascevano dal fatto che, ora non poteva più cambiare le cose.
Avrebbe tanto voluto forzare la porta, con un calcio e fermare l’imminente operazione.
Stava incenerendo la porta davanti ai suoi occhi da bene mezz’ora.
Si morse il labbro, una scia di sangue che scorse verso il mento.
Se la asciugò con forza, mantenendo lo sguardo sulla porta.
Perché non riusciva a muoversi? Perché non aveva bloccato Naruto a letto quella maledettissima mattina?
Dopo che avevano parlato quel giorno, non era più riuscito a guardare in volto Naruto, evitandolo.
Poi, il giorno della fine, si era avvicinato.
Non riusciva a respirare, il corridoio dell’ospedale sembrava opprimerlo. Come se le pareti si stringessero intorno a lui, soffocandolo.
Non vedeva il bianco delle pareti, non vedeva gli infermieri. Vedeva solo quella porta scura. Quell’unico ostacolo che gli impediva di far qualcosa.

Tsunade guardò gli occhi chiari di Naruto. Una marea di emozioni vorticavano nelle iridi cerulee.
-.. Adesso ti farò l’anestesia.. Poi precederò a togliere il feto. Ti sveglierai tra poche ore, sicuramente con un dolore al ventre.
Naruto annuì solamente.
-Sei sicuro di farlo, Naruto? Dopo non si può tornare indietro.
Naruto la guardò, abbassò gli occhi sul ventre e poi verso la porta. Sentiva la presenza di Sasuke di là dalle mura. Sentiva quella sensazione opprimente che gli attorcigliava le membra.
Sarebbe riuscito a uccidere suo figlio. Ferendo così il suo animo e quello di Sasuke ancora più profondamente?!
Annuì, mordendosi la lingua. La testa che diventava leggera e gli occhi che iniziarono a bruciare.
Tsunade chiuse gli occhi per un momento, e poi lentamente fece avvicinare l’ago della siringa al braccio di Naruto.
Perché si era immaginata, per un momento che tutto questo non stava veramente succedendo e che Naruto gli aveva bloccato il braccio?!

Quando la porta si aprì, il cuore di Sasuke sprofondò a terra, la ferita lasciata dal fratello per la morte dei genitori si aprì, più profonda che prima, e gli occhi diventarono vacui.
Tsunade non lo aveva guardato, si era semplicemente avviata verso il corridoio per poi scomparire.
Questo voleva dire solo che suo figlio era morto. Aveva perso, per l’ennesima volta, aveva perso miseramente.
Le gambe tremarono quando iniziò ad avvicinarsi.
La porta era sempre più vicina.
Deglutì ed entrò. La realtà che gli cadde addosso come un macigno.
Naruto si stava cullando, in un movimento lento, sul letto.
Le braccia che tenevano ferme le gambe, portate verso il petto; la testa nascosta tra le ginocchia.
-Nar..





*********

Grazie per aver letto, il prossimo capitolo verrà pubblicato la prossima settimana.
Eh.. eh.. pesce d'aprile. (in anticipo anche questo.)
Scorri e scoprirai cosa è successo.

*********









-Non c’è l’ho fatta..
La voce di Naruto tremava, scossa da singhiozzi che non riusciva a trattenere.
E il cuore di Sasuke prese a battere di nuovo, l’aria che riempiva i polmoni, dopo attimi di agonia.
-.. Hai tenuto il bambino?
Sapeva che era così, Naruto gli aveva detto quella frase, ma voleva avere una certezza che tutto quello non era un sogno, che non era svenuto per l’ansia e ora stava semplicemente sognando tutto quello.
La testa bionda si scosse in un tacito sì, e si alzò piano, rivelando lo sguardo abbattuto e stanco di Naruto.
Le lacrime che, ancora gli rigavano le guance, e gli occhi rossi e gonfi.
Si avvicinò come un automa al corpo del ragazzo, e lo abbracciò stretto a se, sedendosi sul bordo del letto.
Del liquido trasparente brillava verso il pavimento, la siringa spaccata, frantumata in piccoli pezzi.
Naruto sciolse le braccia dalle gambe, avvolgendole attorno al busto forte di Sasuke, la testa che sprofondò nel petto del più grande mentre quest’ultimo riprendeva il movimento di Naruto, cullandolo dolcemente.
Una sola lacrima si permise di scendere dagli occhi neri. Una lacrima che racchiudeva tutta la sua paura, la tristezza e l’amarezza che aveva provato pochi attimi prima.
Ora scivolava via dal suo volto, scomparendo tra loro.
La presa attorno alle spalle di Naruto aumentò, il mento spigoloso che si appoggiava sulla testa del biondo e le palpebre che si chiusero serene.
-Mi prenderò cura io di te.. Di voi. Non ti lascio solo.. Tranquillo.
Sussurrò Sasuke, la prese alla sua maglia che aumentava mentre Naruto annuiva piano.
-.. Grazie..
Aggiunse poco dopo. Naruto che piano piano crollava in sogno tra le sue braccia calde.

Quando si svegliò, la testa gli stava scoppiando come non mai in vita sua e gli occhi gli pizzicavano.
Spostò lo sguardo a lato, spalancandolo appena quando vide Sasuke dormire accanto a lui.
Era seduto sulla sedia bianca, la testa appoggiata a un braccio sopra al letto e l’altro sopra al suo grembo.
Spostò gli occhi alla finestra della camera, perdendolo nel cielo stellato al di là del vetro.
Aveva fatto bene a tenere il bambino?
Sarebbe stato bravo da prendersene cura? Lui, un mostro?
Gemette, a una piccola fitta e Sasuke si mosse, mugugnando.
Doveva stare scomodo su quella sedia, pensò e lento fece passare la mano tra i capelli arruffati ma morbidi di Sasuke.
Le palpebre tremarono appena e si aprirono lentamente, incontrando iridi azzurre che lo guardavano intensamente.
Alzò il capo, guardandosi intorno stordito per un momento. Naruto che si allontanò appena da lui, scostando la coperta che lo avvolgeva.
-La sedia deve essere scomoda.. Vieni!
Sussurrò Naruto indicandogli il posto vuoto.
Sasuke lo guardò e annuì stancamente.
Sgusciò sotto le coperte, accanto a Naruto stringendolo tra le braccia, facendogli appoggiare la testa sul petto e chiuse le palpebre.
Naruto, invece le spalancò, guardando perso la stanza davanti a lui, poi un dolce sorriso nacque sul suo viso, mentre abbracciava con un braccio il busto di Sasuke, accucciandosi a lui.
Stanco, cadde subito nel mondo dei sogni, sentendo distrattamente la presa intorno alle spalle aumentare, e un altro braccio avvolgergli la vita.
   
 
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