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Autore: Sitter    28/03/2012    14 recensioni
Isabella Marie Swan conosce Edward senza sapere che lui sarà la sua peggiore condanna.
Tratto dal prologo:
Perché io, Isabella Marie Swan, sono vittima di stalking. Un incubo senza risveglio.
Genere: Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sogni, fantasie e realtà.

 
Dopo tanta attesa finalmente l’autobus fece capolinea. Il ragazzo, da perfetto gentiluomo, mi fece segno di entrare. Allungai  il passo verso il primo gradino che mi sembrava estremamente alto. Entrai titubante guardando l’autista con uno strano berretto in testa e l’aria corrucciata. Gli feci vedere il mio biglietto che fu timbrato da lui stesso. Dietro di me sentivo il fiato caldo del ragazzo, che se ne restava buono ad annusarmi i capelli. Mi accorsi del suo contatto proprio quando stavo oltrepassando il primo sedile per sedermi.
L’autobus era molto affollato di ragazzini e professori in preda ad agitazioni convulsive. Mi accomodai accanto a una ragazza che ascoltava la sua musica Dark ad alto volume. Poggiai la cartella per terra e fissai la strada davanti a me.
Poco più dietro si era seduto Edward, che sembrava guardare nella mia stessa direzione. Per un attimo pensai di avere qualcosa tra i capelli, visto che li guardava insistentemente, ma dopo capii che mi stava solo fissando frettolosamente. Sicuramente l’avevo incuriosito visto l’aria da secchiona che mi perseguitava.
La mia fermata arrivò presto, mi alzai e mi avvicinai all’uscita. Lo vidi guardarmi di sottecchi, mentre un sorrisino dipingeva le sue labbra rosee e ben delineate.
<<  Ciao Isabella, a domani…  >> sussurrò mentre io gli facevo segno con la testa.
La sua voce era calda e roca, era un miscuglio di dolcezza e ti attrazione fatale.
Non capivo per quale motivo un tipo come lui avesse scelto di parlare con una tipa come me.
Mi diressi frettolosamente a casa. La marea di compiti che mi aspettavano non promettevano nulla di buono. Sicuramente avrei trascorso, come di consueto, la mia notte piegata sui libri.
 
La mattina arrivò presto, mi svegliai di controvoglia cercando di capire che ora fosse. Ero in anticipo di dieci minuti, pertanto decisi di rinfrescarmi con una bella doccia calda. Lavai i capelli con dello shampoo alla pesca e li spazzolai facendo bene attenzione a sciogliere i nodi. Sebbene li portassi sempre legati, ci tenevo molto alla cura dei miei capelli, ma soprattutto del mio corpo esile ma formoso.
Avevo avuto la s-fortuna di ereditare da mamma le forme pronunciate. Il seno era prosperoso e ben delineato. Spesso facevo almeno del reggiseno visto che si mantenevano da sole per quanto fossero sode. Di questo ne andavo fiera, ma odiavo tremendamente metterle in mostra. Erano solo roba privata, che toccava essere contemplata solo dalla sottoscritta e da nessun altro, a meno che il principe azzurro avesse fatto capolinea nella mia vita.
Nonostante l’età, credevo ancora nei principi e nelle principesse, negli orchi e nelle bestie. Credevo che il principe azzurro sarebbe arrivato anche da me, avrebbe fatto colpo nel mio cuore.
Lo avevo sempre immaginato biondo, come il principe di cenerentola. Ovviamente doveva essere forte, valoroso e leale. Questi erano i miei prospettivi per il futuro. Il problema ero io, solo e semplicemente io.
Avevo paura di mostrare realmente chi fossi, di togliermi gli occhialoni e di scollarmi un po’ la maglia. Temevo sguardi languidi su di me e questo non lo avrei mai accettato.
Un uomo deve amarti per quello che sei, non per quello che mostri,mi ripetevo in continuazione autoconvincendomi che fosse così.
Le ragazze della mia età, amavano truccarsi e sfoggiare il loro fisico asciutto e ben scolpito. Io le odiavo, così i ragazzi avrebbero sempre e solo guardato il loro aspetto, mai la loro personalità.
Jennifer era una di queste, la più popolare oca della scuola. Ogni giorno sfoggiava un abito all’ultima moda e tutti i ragazzi le andavano dietro. Per cosa poi? Solo per scoparsela. Era difficile da ammettere ma era così. Era una sgualdrina, la regina delle sgualdrine.
Con questi pensieri non mi accorsi dell’ora e mi diressi a scuola velocemente. Anche quella mattina arrivai alla fermata non trovando Edward. Ci speravo, ma non c’era.
L’autobus arrivò puntuale e io mi accomodai vicino al finestrino, non notando uno spostamento d’aria che mi fece ritrovare Edward seduto accanto a me.
<<  Buongiorno Isabella…>> soffiò piano socchiudendo leggermente gli occhi smeraldo.
<<  Buongiorno…  >> risposi timidamente voltando lo sguardo altrove.
Con lui ero sempre tremendamente imbarazzata, la sua bellezza mi metteva in agitazione.
<<  Studiato tutt, bella secchiona?  >> disse divertito mentre poggiava il capo per prendere maggiore comodità con il sedile.
Avvampai dall’imbarazzo, se non avevo compreso male aveva detto bella, ma era altrettanto vero che aveva aggiunto secchiona.
<<  Si, studio sempre…  >>
Lui sorrise allegramente, facendomi arrossire ancora di più <<  Sai non l’avevo capito… >> rispose scherzando.
Evidentemente aveva notato anche lui il modo in cui mi vestito, purtroppo non potevo farci nulla. Era un ossessione andare in giro in quel modo.
<<  Che classe frequenti?  >> chiese mentre sporgeva il suo biglietto al controllore.
Lo recuperai anch’io, facendolo vedere all’uomo con i baffi, e infine risposi. <<  Quarto liceo…tu sei all’ultimo anno?  >>.
<<  Si, quest’anno mi diplomo.  >> rispose scompigliandosi i capelli di uno strano colore.
Erano ramati, di un rosso particolare, misto al castano. Molto belli, gli davano quel tocco di fascino in più , e questo complicava solo le cose.
<<  Senti un po’, sei brava in anatomia?  >> chiese leggermente divertito dalla perente richiesta.
<< Si. Perché? >> domandai intuendo già la risposta.
<< Mi chiedevo se potessi darmi delle ripetizioni, la mia prof. Mi ha detto che c’era una ragazza al quarto dotata di ottime capacità, presumo che sia tu. Oltretutto nell’istituto c’è solo una Isabella Swan. >>.
Iniziò a ridere di gusto, non capivo perché diavolo lo facesse ma stava praticamente ridendomi in faccia.
Titubante gli dissi che ero io, e lui mi chiese gentilmente se potevo dargli ripetizioni dopo la scuola.
Accettai, anche se non avrei dovuto mai farlo.
 
 
 
Buon Pomeriggio ragazzuole, ben trovate!
Come avete visto ho aggiornato velocemente, ultimamente sono in vena di ispirazione ^_^
In questo capitolo abbiamo avuto modo di conoscere un tantino di più Isabella. Abbiamo scoperto quali sono i suoi timori e i suoi sogni. E’ una donna ma sogna ancora il principe azzurro.
Ogni donna lo sogna, ma ci sono alcune che spesso non trovano il principe ma l’orco cattivo.

Per chi volesse saperlo questa storia avrà un lieto fine, dopotutto sono una Bella/Edward.^_^
Fatemi sapere cosa ne pensate!

SItte<3
 
  

  
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