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Autore: whateverhappened    28/03/2012    3 recensioni
Nick e Jeff.
Raccolta scritta per la Niff!week. Probabili alte concentrazioni di fluff e coccolosità varie, perché la Niff è così.
Day 1 - First Time: Falling in Love. «Mia sorella ha detto di riferirti che “sei bellissimo”» [...] «Tua sorella... Tu, invece?»
Day 2 - Roommate: You've Got a Friend. Jeff stava dormendo sulla schiena, le braccia allargate e la bocca spalancata: Nick era certo che stesse facendo qualche sogno assurdo, come quella volta che aveva abbracciato un panda.
Day 3: AU - Star Boy. «Ti sto davvero chiedendo di venire con me. Pensa: potresti vedere tutto quello che hai sempre voluto. La Via Lattea sarà solo l'inizio. I tramonti da qua sono meravigliosi, Jeff»
Day 4: Hurt/Comfort - Chills in the Evening. «Sicuro. È proprio perché ti interessa che sapevi che due giorni fa avevo appuntamento dal dentista per farmi togliere un dente del giudizio. Te ne sei andato per farmi un favore, visto che mi piace così tanto andare dal dentista hai pensato di lasciarmi la camera per fare un festino».
Day 5: A very Niff Christmas - Deck the Halls. «Trent, Flint e Richard stanno arrivando, David sta cercando le sue corna da renna e Thad è alle prese con il Grinch».
Day 6: Engagement - I'll Be Your Man. «Buon anniversario, Jeffie» gli sussurrò Nick, posandogli un bacio sul collo.
Day 7: future!Niff - Home Is Where the Heart Is. «Ascolta e basta. Oggi compi trentasei anni, trentasei...» «Non ricordarmi che sto invecchiando, Jeffie» commentò Nick con un sorriso, ma Jeff lo ignorò. «...Siamo sposati da sei anni e nostra figlia ne ha tre. Era una coincidenza troppo grande per non essere celebrata a dovere».
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Warblers/Usignoli | Coppie: Nick/Jeff
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Day 3: AU

Alternative universe, simple and clear

 

 

 

Star Boy

 

 

Fly away
Watch the night turn into day
Dance on the Milky Way
And I'll be with your eyes
My star girl rules the sky

(Star Girl – McFly)

 

 

Durante il giorno la sala di controllo delle comunicazioni pullulava di gente: ingegneri che studiavano come migliorare i contatti, familiari che contattavano i propri cari sulle varie navicelle, semplici addetti che facevano sì che la rete di comunicazione rimanesse sempre attiva. Il flusso di informazioni fra la Terra e lo spazio doveva essere costante e ininterrotto, non ci si poteva permettere di perdere una qualsiasi delle navi là fuori. La notte, tuttavia, il locale si svuotava e rimaneva solamente una persona a seguire il tutto.

La prima volta che a Jeff Sterling, Attendente di primo livello, era stato affidato quell'incarico il ragazzo si era lamentato. Dopo anni di gavetta per gli ufficiali di alto livello aveva sperato quanto meno di avere un incarico diurno, così da essere presente quando il Caporale parlava con i responsabili nello spazio. Non pretendeva di essere in prima fila, ma almeno di poter assistere a una di quelle comunicazioni. Dopo un paio di notti tranquille, tuttavia, un'emergenza aveva fatto sì che il Capitano di una nave stanziata sulla Via Lattea contattasse la base. Jeff si era spaventato, temendo di non essere in grado di dare una mano e non sapendo chi chiamare in suo aiuto, ma il Capitano lo aveva tranquillizzato ed insieme erano riusciti a risolvere il problema. Jeff ammirava quel ragazzo: aveva più o meno la sua età, ma era già Capitano di una nave in una posizione importante come la Via Lattea. Nick Duvall, si chiamava. Da quella prima emergenza Jeff aveva acquisito più sicurezza in se stesso, anche grazie ai consigli dello stesso Capitano Duvall, che da quella sera aveva preso l'abitudine di contattarlo ogni notte per fare qualche chiacchiera. Il suo equipaggio era composto quasi esclusivamente da persone in età avanzata con cui il giovane Nick aveva ben poco in comune, parlare con un suo coetaneo gli mancava, aveva detto.

Con il tempo Jeff aveva smesso di lamentarsi per gli incarichi notturni, anzi, aveva iniziato a chiedere lui stesso di avere quei turni. Ben poco amati dal resto degli impiegati del Distretto Spaziale, Jeff non aveva avuto alcun problema ad ottenerli. Le chiacchierate con Nick, ormai si chiamavano per nome, erano diventate una familiare abitudine a cui non avrebbe rinunciato tanto facilmente. I due erano diventati amici, si erano anche visti durante quelle poche visite ufficiali che Nick era tenuto ad effettuare al Distretto ogni sei settimane. Ogni volta erano andati a bere una birra insieme e avevano riso tutta la sera. Jeff stava iniziando a pensare che Nick fosse quanto più simile a un migliore amico di chiunque altro avesse conosciuto nella sua vita, quando, durante l'ultimo incontro, tutto era cambiato. Avevano bevuto troppo di quel liquore di Nettuno che la barista era riuscita a vender loro, così erano usciti dal locale molto più che brilli. Si erano sorretti a vicenda nei vicoli scuri dietro la bettola dove erano andati, barcollando e ridendo come non mai. Ad un tratto, però, Nick si era fatto serio e si era staccato da lui. Lo aveva fissato per qualche istante, prima di spingerlo contro il bidone dei rifiuti alle sue spalle e impossessarsi delle sue labbra. Lo aveva baciato con foga, stringendolo in un abbraccio talmente forte che gli avrebbe impedito di allontanarsi se avesse voluto. Non che Jeff ci avesse anche solo pensato: aveva risposto al bacio con la stessa fretta e irruenza che sentiva in Nick. Quando si erano separati aveva tentato di abbracciarlo a sua volta, ma Nick si era allontanato quasi spaventato. Da allora non si erano più parlati.

Quella era la prima sera in cui Jeff era di turno da allora. Era passata una settimana. Quando si sedette alla sua postazione percepì il suo cuore battere ad un ritmo decisamente accelerato, in più aveva la gola secca. Sapeva che quella condizione era riconducibile a Nick, si chiedeva se quella sera lo avrebbe chiamato o se ci sarebbe stato silenzio. Quando udì la comunicazione attivarsi sussultò, preso di sorpresa, e quando vide il volto di Nick sullo schermo trattenne il respiro.

«Jeff» lo salutò a voce bassa, un lieve sorriso ad increspargli le labbra. «Pensavo ti avessero cambiato il turno. La ragazza di settimana scorsa mi chiedeva sempre perché continuassi a chiamare se non avevo problemi tecnici».

Jeff annuì, serio. «Ho fatto il giornaliero». Rispose semplicemente. Non voleva essere lui ad affrontare l'argomento, dopo tutto era stato Nick a scappare. Era lui ad avere un problema.

«Senti, Jeff, mi dispiace. Per l'altra sera, dico. Non so cosa mi sia preso» iniziò a dire Nick, quasi leggendogli nel pensiero.

Jeff scosse la testa, cercando con cura le parole. «Per il bacio o per avermi piantato da solo in un vicolo fra i più malfamati di Lima?»

«Per essermene andato...» Iniziò Nick, sembrava titubante. «Non pensavo di dovermi scusare per quel bacio... Credevo...»

«Non devi, infatti» lo fermò Jeff, leggermente rincuorato. «Non per me, almeno. Fallo se è cambiato qualcosa. Se quel bacio era dovuto al liquore. Se non vuoi...»

«No!» Fu la volta di Nick di interrompere l'altro. «No, Jeff. Non rimpiango nulla di quella sera. Forse il bere troppo era quello che mi serviva per darmi una mossa... E non ho cambiato idea, davvero».

«E allora perché te ne sei andato?»

«Non lo so!» Nick si passò una mano sul volto, nervoso. «Ho avuto questo pensiero, solo per un attimo, credevo che stessi rispondendo solo perché ero un tuo superiore».

Jeff fece una smorfia. «Tu non sei un mio superiore, non lavori nemmeno sulla Terra!»

«Lo so! E mi dispiace per averlo anche solo pensato. Neanche dieci minuti dopo ero già tornato al bar a cercarti, sperando che fossi rientrato. Volevo scusarmi. Non avrei mai dovuto...»

«Credi che sia un arrivista?» La domanda di Jeff prese l'altro in contropiede. Il biondo, solitamente sempre allegro, era serio e nessuna ombra di ironia toccava la sua espressione.

«No, certo che no».

«E allora perché l'hai pensato?»

«Io... Mi è già capitato, ok? Gente che pensava che andando con un Capitano si aprissero mille porte. Per questo sono andato coi piedi di piombo con te, per capire se fossi interessato a me o ai miei gradi. E, Jeff, davvero... Ho sbagliato a dubitare di te, ho capito che eri diverso già al nostro primo incontro. Ma ero ubriaco, mi sono tornate in mente le vecchie vicende, e... Mi dispiace».

Jeff sorrise: Nick era arrivato alla fine del suo discorso praticamente trattenendo il fiato. Stava per rispondergli quando l'altro riprese a parlare.

«Senza contare che non avresti comunque fatto un buon affare: sto per lasciare il Corpo Spaziale».

«Smetterai di viaggiare nello spazio?» Jeff era dispiaciuto, ma soprattutto non capiva le ragioni dell'altro. Avrebbe pagato per poter vedere le stelle come le vedeva Nick, lui che poteva decideva di andarsene.

«No!» La risposta lo sorprese. «Non potrei mai, il cielo è la mia vita. Un mio amico ha appena acquistato una nave, mi ha chiesto se voglio fargli da vicecomandante. Trent è una brava persona, mi ha offerto un buon posto, perché rifiutare?»

Jeff annuì. «È un'ottima occasione» concordò. «Vorrei capitasse anche a me».

Nonostante il segnale non fosse ottimo, il biondo vide gli occhi di Nick brillare. «Potresti venire con noi. Hai un'esperienza non da poco nel settore comunicazioni, saresti di grande aiuto sulla Niff. Sono certo che Trent non avrebbe problemi a riguardo».

«Non dire così, potrei valutare seriamente questa ipotesi. Non scherzare».

«Non lo sto facendo. Ti sto davvero chiedendo di venire con me. Potresti venire a bordo, andremo insieme da Trent. Pensa: potresti vedere tutto quello che hai sempre voluto. La Via Lattea sarà solo l'inizio. I tramonti da qua sono meravigliosi, Jeff» lo sguardo di Nick sembrava quasi implorante. Sorrideva incoraggiante, probabilmente sperando di convincerlo. Jeff sospirò, vinto.

«Va bene. Aspetta solo un attimo».

Jeff si morse il labbro, come sempre quando era particolarmente nervoso. Afferrò il primo foglio di carta intestata che gli capitò fra le mani e scarabocchiò le sue dimissioni, sperando che bastasse quello a liberarlo dai suoi pochi incarichi al Distretto. Gettò un'occhiata all'ingresso, i primi ufficiali stavano iniziando ad arrivare. Nel gruppo di persone notò l'Attendente che gli avrebbe dovuto dare il cambio. Fu lieto di vederlo: non avrebbe potuto abbandonare il suo posto senza che quello fosse arrivato, avrebbe messo l'intero sistema a rischio. Inoltre era un ragazzo gentile, nei mesi aveva instaurato un buon rapporto con lui, lo avrebbe di certo aiutato. Gli spiegò rapidamente la situazione e, come previsto, non ebbe alcun problema.

Si avviarono insieme verso la Porta dei Cieli, come veniva chiamato l'apparecchio che permetteva il trasporto fra il Distretto e tutte le navi ad esso collegate. Veniva usato soprattutto dai Capitani quando dovevano fare rapporto, raramente dagli impiegati in servizio sulla Terra. Non ne era permesso l'uso ai comuni cittadini, tanto che per azionarlo era necessaria una chiave che veniva data insieme al tesserino. Jeff aveva appena consegnato quella chiave insieme alle dimissioni, ma l'altro Attendente avrebbe azionato la macchina al suo posto.

«Grazie, Jim» lo ringraziò mentre attraversava la Porta dei Cieli. L'altro sorrise.

«Figurati. Buona fortuna!»

Quando le porte si chiusero Jeff sospirò profondamente, non poteva più tornare indietro. Quella era la fine della sua carriera come l'aveva sempre pensata ma, come diceva sempre sua madre, per ogni fine c'è sempre un nuovo inizio. La nuova vita che gli si apriva davanti era fatta non più di turni e orari determinati da altri, ma di reali viaggi nello spazio e di galassie da scoprire. Non c'era più il suo squallido monolocale, bensì una nave pronta ad accoglierlo, ma soprattutto c'era Nick. Sorrise al pensiero di quel ragazzo che era riuscito a sconvolgerlo. Stava dicendo addio ad una carriera quasi certa al Distretto Comunicazione, ma non aveva alcun rimpianto.

«Distretto Spaziale di Westerville, Ohio. Dipartimento di Comunicazioni. Accesso garantito: Jim Phillips. Trasferimento verso: S.S. Dalton. Il trasporto inizierà fra tre, due, uno...»

Come sempre, Jeff chiuse gli occhi quando la voce metallica della Porta dei Cieli gli annunciò che stava per essere trasportato a bordo della nave. Il viaggio non comportava alcun rischio né disturbo, ma al ragazzo l'idea di essere completamente smaterializzato e rimaterializzato sul posto aveva sempre fatto un po' impressione. Si augurò che Nick si spostasse via shuttle e non con qualche apparecchio del genere.

«Jeff?» La voce del Capitano Duvall lo riscosse, facendogli aprire di scatto gli occhi. Non si era nemmeno accorto del segnale di trasporto avvenuto.

«Ciao» disse solamente, sorridendo come aveva fatto poche altre volte nella vita. Quelle in cui era stato davvero felice e, ora che ci faceva caso, quel momento aveva scalato la classifica con rapidità.

«Sei pronto?» Gli domandò Nick, porgendogli la mano. Jeff la afferrò, annuendo.

Nick lo condusse fuori dall'apparecchio di trasporto, offrendogli poi un bicchiere d'acqua per sopperire alla disidratazione causata dalla smaterializzazione. Quindi lo riprese per mano, conducendolo per diversi corridoi tutti uguali, tanto che Jeff pensò che non sarebbe mai stato in grado di tornare indietro da solo. Quando giunsero a destinazione, tuttavia, pensò che mai avrebbe voluto farlo: una grande vetrata si apriva sulla Via Lattea, il panorama era da togliere il fiato. Rimase a bocca aperta, incapace di commentare in alcun modo. Era già stato nello spazio e la sua preparazione gli aveva fatto conoscere tutte le parti dell'universo a cui aveva accesso il Distretto, ma non aveva mai goduto di uno spettacolo tale.

«Bello, vero?» Domandò Nick. Jeff era piuttosto certo che conoscesse la risposta e quello fosse solo un modo per farlo parlare.

«Incredibile».

Nick sorrise, probabilmente il primo sorriso spensierato da quando si erano mossi gli eventi. Jeff si perse un attimo nei suoi occhi e l'unica cosa a cui riuscì a pensare fu che avrebbe lasciato tutti i lavori del mondo per quel sorriso. Senza star troppo a pensare a chi altro era nella stanza con loro, portò le mani al viso di Nick, sentendolo caldo. Le sue dita si persero qualche istante sulle sue guance, prima che Jeff annullasse del tutto la distanza fra loro. Fu un bacio ben diverso dal primo: non più irruento, ma dolce, delicato. Fu un leggero scoprirsi a vicenda, accogliersi, accettarsi.

Jeff ne era certo: in quel momento lui e Nick brillavano più di tutte le stelle attorno a loro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fatica. Dico solo questo. Tanta, tanta fatica.

Comunque, terzo giorno: AU. Dato che è il day3 è anche un po' il Nick day, quindi è d'obbligo la dedica alla mia Nick <3

Per il resto... Boh, che è abbastanza delirante lo capite pure voi. Il fondo l'ho toccato chiamando la nave Niff, lo so XD In realtà quello è un richiamo a un video su noi Niffler che gira su youtube, dove c'è questa bellissima scena in cui una ragazza dice “Dominic, Captain of the S.S. Niff”. Dom non potevo inserirlo, ma Trent sì XD

E bon, penso sia tutto!

A domani, sempre che riesca a scrivere per il day4 :)

   
 
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