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Autore: Drimacus    28/03/2012    1 recensioni
Questa è il mio primo racconto, spero che vi piaccia.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ edificio scolastico non aveva subito variamenti di nessun genere. Il giardino era parecchio incolto, erano presenti molti spifferi e spesso quando pioveva, l’ acqua riusciva a penetrare nella classe.

-Ehy passami quel secchio, cade troppa acqua qui!- gridò Elena

-Scordatelo! Il secchio resta vicino a noi- rispose in tono di sfida un compagno di cui non avevo ancora memorizzato il nome.

La situazione in classe stava degenerando e la professoressa di arte non sembrava essere interessata poiché era intenta a sfogliare una rivista d’ abbigliamento. Era la classica signora che ormai aveva passato i 35 anni ma lei stessa assumeva un comportamento da oca adolescenziale, se avesse chiuso un po’ le gambe e avesse pensato ad insegnare magari non avrebbe ricevuto così tante critiche dalla classe.
Suonò la campanella e immediatamente tutti si alzarono, io continuavo a fissare il pavimento come se fosse davvero interessante e mi domandavo se mia madre avesse comprato qualcosa di sfizioso da mangiare appena rientrata.

Entrò il prof di tecnologia, si presentò e iniziò a fissare verso di me.

-come mai sei tutta sola lì?- mi chiese simulando una risata idiota

-come se dovesse divertirmi- mi dissi nella mia testa e feci una faccia indifferente.

Ci fu un momento di silenzio.

-sei troppo isolata, mi fai sentire in colpa, quindi ho deciso di piazzare vicino a te una compagna, mmmm…. Jude Arcadio vai tu- disse ancora ridendo il professore.

L’ interpellata prese tutta la sua attrezzatura e si mise al mio fianco.

Non la calcolai, restai muta senza dire una parola, Mi sarei trovata bene? L’ avrei odiata? Ma soprattutto: Mi avrebbe delusa come la metà della classe?

Nessuna delle due aveva avuto il coraggio di dire qualcosa, a volte una delle due guardava l’ altra e capitava che i nostri sguardi si incontrassero ma dopo quel nanosecondo riuscivamo a fingere benissimo che fosse stato solo un caso.

-Vuoi iniziare tu a dire qualcosa?- chiese lei in tono scocciato.

-Ma se vuoi prendo carta e penna e ti realizzo un cartellone di benvenuto- risposi io non gradendo il tono che aveva utilizzato lei.

Mi fissò poi rise e quella sua risata riuscì a contagiare anche me.
Riuscimmo a parlare, a bassa voce, durante la lezione nonostante i continui richiami del professore.


Non voglio ancora affrontarla, non voglio rendermi debole davanti alle persone che non conosco, non voglio illudermi di niente. Dall’ aspetto sembra essere una intelligente ma magari conoscendola meglio mi deluderà.
  
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