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Autore: Alioth    28/03/2012    6 recensioni
Alcool.
Tante emozioni diverse racchiuse in un unico elemento.
Ogni persona reagisce a questa sostanza inibitrice in modo differente, lo stesso quindi vale anche per i ragazzi di "A tutto reality"!
Ad ogni personaggio il suo liquore.
Ad ogni liquore la sua storia.
Capitolo uno: Gwen – Scotch (GxT)
Capitolo due: Duncan - Cognac (DxC)
Capitolo tre: Heather - Calvados (AxH)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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 Heather * Calvados *

 

 

      *ambientato dopo il finale della seconda stagione*

 

 

 

 

“Dammene un altro”
Era già l’ottava volta, nel giro di un’ora, che Heather ripeteva quella frase.
Fasciata in un elegante abito da sera, i capelli corvini raccolti in uno chignon spettinato, se ne stava rannicchiata su uno dei tanti sgabelli del bar, i 
gomiti appoggiati al bancone, intenta a fissare,  con sguardo perso,  il bicchiere vuoto che le stava davanti.
L’anziano barista, che per tutta la sera aveva lanciato alla giovane occhiate colme di compassione, sospirò pesantemente mentre si apprestava a 
versarle dell’altro Gin.
"Non guardarmi così” disse la ragazza, lievemente irritata “Non sono ancora ubriaca”.
Prese il bicchierino e lo buttò giù d’un fiato.
“O almeno non abbastanza” si corresse poi in un sussurro velato.
 Erano passati quasi due mesi dalla fine della seconda stagione di A Tutto Reality.
Otto settimane dalla conclusione di un incubo. Un orrendo, terrificante, interminabile incubo.
Al solo ricordo il suo corpo fu scosso da un brivido mentre, sulle labbra, si faceva strada una smorfia disgustata.
Tempo, fatica e lacrime (senza contare i seri danni recati alla sua splendida chioma) impiegati in uno sforzo che non aveva portato a nulla, se non ad una
miserabile ed umiliante sconfitta.
E pensare che ci era andata così vicina, aveva potuto sentire il profumo della vittoria, lasciandosi completamente inebriare dall’idea di mettere le mani su
quel premio così allettante e straordinariamente accessibile.
Eppure aveva fallito.
Forse era stata fregata dall’eccessiva sicurezza, oppure dalla fin troppo salda convinzione di avercela fatta, o magari dal karma…
“Serata movimentata, eh chica?”
Una voce, tremendamente vicina al suo orecchio, la fece sobbalzare, distraendola per qualche istante dai suoi pensieri.
Voltò la testa di scatto ritrovandosi a pochi centimetri dal bel volto abbronzato di un perfetto sconosciuto.
“Come hai detto?” chiese,  un tono a metà tra il sorpreso e l’indispettito.
“Non penserai seriamente di ubriacarti con dell’insulso Gin vero?
Madre de dios, un po’ di rispetto per il buon nome degli alcolici, se vuoi darti alla pazza gioia almeno fallo come si deve..” continuò imperterrito il giovane,
ignorando completamente la domanda .
“Mi rifiuto categoricamente di farmi impartire lezioni di enologia da chicchessia, tanto meno da estranei!” sbottò Heather, sempre più  seccata, lanciando
al suo interlocutore uno sguardo esasperato.
Quello, per tutta risposta, corrugò la fronte in un’espressione fintamente contrariata.
“Come, non mi hai riconosciuto? Ti facevo un po’ più sveglia chica..” disse, mentre sul suo viso si faceva strada un ghigno che di venne ancora più ampio
alla vista dell’espressione furibonda che stava assumendo la ragazza di fronte a lui.
Prima che quest’ultima si scatenasse in tutta la sua furia decise di riprendere la parola e di presentarsi
“Mi chiamo Alejandro Burromuerto, a breve tuo  acerrimo avversario.” le fece l’occhiolino, tendendole la mano.
Se prima Heather aveva iniziato a provare un lieve senso di antipatia per quell’individuo tanto avvenente quanto  irritante, ora poteva affermare con 
certezza di detestarlo.
Non appena  lo aveva sentito pronunciare il proprio nome tutti i ricordi che aveva provato a reprimere nei meandri della sua mente erano ritornati a galla.
Si erano visti poche settimane addietro, quando Chris aveva avuto la brillante idea di organizzare una “simpatica” sfida  per decidere i partecipanti della 
nuova stagione.
Anche il suo volto era divenuto improvvisamente più familiare, impossibile dimenticarsi di quegli occhi, così magnetici, profondi e…perfidi.
Sì, perfidi era l’aggettivo più adatto per definirli. Degli occhi perfidi e dannatamente belli.
Si riscosse.
Ignorando volutamente  il  saluto rivoltole, sorrise a sua volta, squadrando il giovane con aria di malcelata sufficienza.
“Perdonami, tendo a dimenticare i dettagli insignificanti. Colpa mia.”
Lo sguardo sornione di Alejandro vacillò leggermente di fronte a quella risposta così acida e tagliente ma, denza lasciar trasparire nessuna emozione, si sedette tranquillamente sullo sgabello più vicino.
“Permettimi di rimediare allora” sussurrò suadente, attirando l’attenzione del barista ed indicandogli una bottiglia bordeaux posta all’interno di una teca in
vetro al di là del bancone.
L’uomo annuì e si apprestò  a prenderla  per poi versarne il contenuto in due bicchieri, canticchiando un allegro motivetto.
“Ottima scelta signore, se posso permettermi” aggiunse ossequioso porgendo i calici al ragazzo che rispose con un compiaciuto cenno del capo.
“Alla salute allora” disse, il boccale sollevato come a voler simulare un brindisi.
Tutto quell’entusiasmo pareva però non essere affatto ricambiato da Heather che osservava allibita il liquore che le era appena stato offerto.
“Posso sapere, di grazia, chi ti ha dato il permesso di ordinare al posto mio ?” chiese, cercando di dominare i suoi  istinti omicidi.
 “Mi sono preso la libertà di viziare un po’ le tue papille gustative, cara. Questo  è il nettare degli dei, decisamente al di sopra  qualsiasi altro alcolico, e 
senz’altro migliore di quella sorta di vodka diluita “ replicò allora Alejandro, alludendo ai bicchierini vuoti di fianco al braccio della giovane.
Quest’ultima  osservò scettica l’etichetta dell’imponente bottiglia:  la scritta Calvados spiccava sulla superfice cartacea, messa in risalto dalle rifiniture 
dorate che la decoravano, nettamente in contrasto con il colore scuro del vetro.
“Non intendo andarmene finché non l’avrai assaggiato, quindi provalo o sarai costretta a sopportarmi per tutta la sera, non che la cosa mi dispiaccia
ovviamente..” continuò l’aitante spagnolo, osservandola divertito.
Senza nemmeno aspettare la fine della frase Heather si portò il liquido ambrato alla bocca,  lasciandosi inebriare per qualche istante dal suo aroma 
pungente.
Appena  bevve il primo sorso una piacevole sensazione di torpore la invase, insinuandosi giù per la gola fino allo stomaco.
Improvvisamente si sentiva accaldata e, per qualche strano ed ignoto motivo, serena.
Evidentemente  quel connubio di emozioni afrodisiache si doveva essere riflesso almeno in parte sul suo viso, perché il sorriso di Alejandro si era ampliato
notevolmente, rendendo i suoi lineamenti, se possibile, ancora più gradevoli.
Lo prendo per  un apprezzamento”  disse, ammiccando soddisfatto in direzione delle gote arrossate della ragazza, che, senza nemmeno rendersene 
conto, si ritrovò a ridacchiare sommessamente.
Si sentiva sicura come non le accadeva da tempo e quella che, fino a quel momento, aveva considerato come un’esasperante presenza era divenuta 
l’oggetto principale del suo interesse.
Più lo osservava più sentiva le guance imporporarsi e il caldo aumentare.
La sua mente annebbiata stava abbandonando ogni tipo di difesa, lasciandosi guidare più dall’istinto che dalla logica.
Cosa che non poteva assolutamente accedere, specialmente in un simile frangente.
Spaventata da quell’insolito momento di debolezza si alzò di scatto, con il chiaro intento di allontanarsi immediatamente dal bar, prima di perdere 
definitivamente il controllo.
Purtroppo per lei però le gambe, ancora intorpidite come tutto il resto del corpo, non reggendo al quello scatto così repentino ed improvviso, si 
afflosciarono facendole perdere l’equilibrio.
Una salda stretta intorno alla vita le impedì di rovinare a terra, consentendole di appoggiarsi nuovamente al bancone per riacquistare un minimo di 
stabilità.
Per la seconda volta nella stessa sera la voce di Alejandro le giunse terribilmente vicina all’orecchio “ Sarà il caso di chiamare una taxi, chica, non mi 
sembri affatto in grado di reggerti in piedi.”
“Sei sagace” rispose sarcastica la giovane, che però si vide comunque costretta ad accettare l’offerta.   
 

 

 

 

 Una volta di fronte alla portiera del veicolo Heather biascicò l’indirizzo all’autista e si apprestò a salire nel piccolo abitacolo.
"Aspetta un istante"
Al richiamo di Alejandro si voltò, lo sguardo stanco colmo di riconoscenza.
“Senti, apprezzo molto quello che hai fatto, sei stato gentile ad accompagnarmi fin qui e a chiamare il
Taxi, non tutti lo avreb....”
Un paio di labbra si posò improvvisamente sulle sue, ponendo fine a quell’inutile fiume di parole.
Fu un bacio leggero, delicato e casto ma ,non per questo, meno travolgente.
Pochi secondi di idillio nei quali la mente di entrambi si azzerò completamente cedendo il passo all’emozione che, pulsante, si faceva sempre più accesa 
nei loro cuori.
Si staccarono quasi subito, nessun abbraccio, nessuna carezza, nemmeno un saluto.
Solo un ultimo sguardo, prima che il richiudersi della portiera  interrompesse definitivamente quel contatto.
Un modo come un altro per dirsi addio, oppure un semplice arrivederci.
 
 

 

 



La luce del giorno filtrava attraverso le tende sottili.
Heather si era svegliata con un gran mal di testa.
I suoi vestiti puzzavano d’alcool, gli occhi le bruciavano e, per quanto si sforzasse, non riusciva a ragionare lucidamente, la mente troppo occupata dai 
ricordi della sera precedente.
Si guardò intorno.
La stanza era come l’aveva lasciata, ordinata e pulita, tranne per il capotto, che giaceva abbandonato scompostamente sul letto.
Da una delle tasche spuntava un piccolo pezzo di carta che attrasse subito la curiosità della ragazza.
Avvicinatasi lo sfilò da sotto il lembo di stoffa e  lo avvicinò al viso.
Si trattava di un piccolo biglietto, scritto di fretta  ma dallo stile inconfondibile.
Probabilmente Alejandro l'aveva fatto scivolare all'interno del soprabito qualche istante prima che lei salisse in auto.   

 “Mi auguro che il tuo palato sia stato adeguatamente soddisfatto e, se per caso non ci dovessimo rivedere prima dell’inizio del reality, ti consiglio di prepararti.
Una volta lì,  non  ci sarà nessun taxi a sottrarti al tuo destino
.”
 
Ancora una volta le labbra di Heather si distesero in sorriso.
Le erano sempre piaciute le sfide
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice:
 
*parte un coro di Alleluia*
Ebbene sì, incredibile  ma  vero io  ho aggiornato!
 Dopo circa 6 mesi sono di nuovo qui, con uno schifo bello e buono a mo’ di scusa.
Uhm, davvero il massimo.
Beh, miei cari, come ho già detto in precedenza la divinità della scrittura mi ha abbandonata al mio destino, per cui questo è quel che passa al convento ^^’
Non preoccupatevi comunque, provvederò a darle caccia per farmi restituire un po’ del mio pseudo talento *imbraccia fucile*.
Ok mi dileguo che forse  è meglio.
Prometto che mi rifarò viva con qualcosa di più.. come dire, umano, al più presto.
Tanti baci carichi d’affetto a tutti quanti! (sì perché, nonostante tutto, sono coccolosa <3)
P.S. Doveva essere un POV Alejandro, ma è venuto fuori un mix ambiguo allora ho preferito attribuire il liquore alla nostra cattiva preferita per rendere un po' più intrigante l'insieme (almeno quello..)
 
 
Dedicato a delle care ragazze che hanno avuto una pazienza immane e hanno sopportato tutti i miei falsi allarmi..la cara Nackros, l’incoraggiante Piratessa e la fedele Sarafornasiero (con la quale mi scuso sentitamente per la luuuungherrima attesa)

   
 
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