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Autore: Kagome_86    29/03/2012    6 recensioni
La prepotenza di Edward nei confronti di Bella fa traboccare il vaso già colmo della pazienza di quest’ultima con l’episodio del pick up smontato. Bella decide di non voler più sottostare alle imposizioni del vampiro senza combattere. Ma quali saranno le reali motivazioni che la spingono ad agire?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black | Coppie: Bella/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Eclipse
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Capitolo 1

Non ti voglio vedere neanche nell’abbraccio di uno sguardo
Sai che penserei forse che qualcuno stia cercando
Di fare di te un suo pensiero e…
E non sopporto neanche l’idea che lui ci provi perché…
Perché tu sei solo mia… mia.

 

Bella

Edward l’aveva davvero combinata grossa, quella volta. Era a questo che pensavo mentre afferravo al volo le chiavi che mio padre mi aveva lanciato e mi precipitavo all’auto della polizia parcheggiata nel vialetto di fronte a casa.
Sentire il motore prendere vita fu un vero sollievo. Edward doveva aver pensato che mi sarei arresa al primo tentativo. O che Charlie non mi avrebbe mai dato il permesso di usare la gazzella. O ancora che se ci fosse stata un’emergenza improvvisa Charlie avrebbe avuto bisogno della sua auto.
Ovviamente non aveva fatto i conti con la forza del desiderio di mio padre, né tantomeno con la mia voglia di vedere Jake. Non capiva quanto mi mancasse il mio migliore amico. E, in fondo, quando mai aveva capito qualcosa di me? Jacob invece…
Il pensiero mi colpì con la forza di un pugno nello stomaco. Stavo davvero mettendo a confronto il mio perfetto ed eterno diciassettenne fidanzato con il mio migliore amico? La vocina nella mia testa mi rispose che sì, lo stavo facendo. E che sì, nonostante ce l’avessi con lui era proprio il mio migliore amico ad uscire vincitore dal paragone.
«Bella, la sua mancanza ti sta facendo dare i numeri,» mi dissi, guardandomi nello specchietto retrovisore. Poi risi, quando mi resi conto dell’assurdità di parlare da sola, e tornai a dare attenzione alla strada.
L’auto della polizia era piuttosto silenziosa, anche se le luci rosse e blu che continuavano a lampeggiare sulla mia testa davano alla foresta un aspetto decisamente sinistro – non avevo ancora capito come spegnere quei dannati cosi. Ed era tutta colpa di Edward se dovevo andare in giro con quella cosa con più pulsanti di quanti avrei mai potuto imparare ad usare in tutta la mia vita.
Certo, con il pick up avrei avvisato la Riserva intera del mio arrivo da miglia di distanza, ma almeno non mi sarei fatta prendere in giro per mesi!
Già immaginavo Jake aprire la portiera del passeggero, o ancora meglio la mia, sporgersi all’interno e abbassare con sicurezza la levetta giusta con un sorrisetto che volentieri gli avrei tolto a forza di schiaffi, se non mi fossero costati le dita della mano.
Mi sentii avvampare, ma attribuii la cosa alla rabbia che il pensiero di quel bamboccio di Jake che mi prendeva in giro mi faceva montare. Di certo non ero diventata una stufetta ambulante perché mi ero soffermata un secondo sulla sensazione dei muscoli di Jake che mi sfioravano distrattamente e in modo del tutto casuale.
Feci una risatina che tradiva il mio nervosismo e mi guardai di nuovo allo specchietto retrovisore. «Sembri un’adolescente in calore, Bella.»
Poi imboccai la strada che mi avrebbe portata a La Push.
Sentivo il nervosismo crescere ad ogni metro che percorrevo verso la riserva.
Cosa avrei detto a Jake? Mi avrebbe perdonata subito o piuttosto mi avrebbe cacciata via? La sua lettera era piuttosto chiara… ma quanto di quello che aveva scritto
sarebbe riuscito a ripetermelo guardandomi negli occhi? Sperai che non credesse davvero in tutto quello che c’era nel biglietto. Un angolo della mia testa – e del mio cuore – sperava ancora che fosse stato costretto a scriverlo. Magari da Sam.
Ma poi c’era quella vocina che mi tormentava e mi diceva: “e se invece tutto quello che ha scritto fosse esattamente quello che voleva dirti?”. A quel punto la paura si impadroniva di me e non riuscivo più a non pensare di essere un disastro ambulante.
Però in quel momento non potevo tirarmi indietro. Ero arrivata in vista delle prime case della riserva e svoltai nel viottolo fangoso che portava dritto a casa di Jake. Mi stupii di vedere tutte le luci spente, soprattutto perché ero sicura che Charlie si sarebbe precipitato al telefono per avvertire Billy del mio arrivo. Che ancora scommettessero su me e Jake era fuori da ogni ragionevole dubbio. Sembravano due comari pettegole.
Prima di arrendermi – alla mia mancanza di coraggio – decisi di fare un tentativo a casa Uley. Con molta probabilità avrei trovato Jake lì a fare baldoria con i suoi amici, o comunque sarei potuta rimanere a fare compagnia ad Emily, nel caso mi avesse detto che i ragazzi erano fuori a caccia. Rabbrividii. Il pensiero di Jake nei boschi a caccia di vampiri mi faceva sempre quell’effetto.
Era impossibile, per me, non preoccuparmi per lui. Anche se lui mi rimproverava sempre per questa mancanza di fiducia nei suoi confronti, non potevo farci niente: lui era fatto di carne e sangue e io mi preoccupavo per la sua incolumità.
Il fatto che da casa di Emily provenisse una musica assordante, e che le luci si vedessero da lontano, mi fece credere che vedendomi arrivare avrebbero pensato che qualche vicino avesse chiamato la polizia. Sorrisi, per un attimo. Prima di mettere a fuoco le due persone sedute sui gradini della veranda. Jacob e una ragazza. E lui le sorrideva in quel mondo speciale che di solito riservava a me.
Sentii l’impulso irrefrenabile di schiacciare il piede sul freno e fare dietrofront, oltre alle lacrime che mi pungevano gli occhi e il cuore contorcersi come l’uomo di gomma. Rallentai, nella speranza di ricompormi prima che qualcuno si rendesse conto del mio turbamento. Che poi non aveva giustificazione. Jacob era libero di ridere con chiunque volesse. Con qualunque ragazza volesse. In fondo io e lui non stavamo insieme, anzi, io stavo con un ragazzo – vampiro – meraviglioso che amavo da impazzire e che mi rendeva felice.
E allora perché mi sentivo così tradita?
Mi sorpresi, quando la parola perfetta per descrivere quello che provavo mi balzò in testa senza che mi sforzassi di cercarla. Mi sentivo tradita, eppure non ne avevo il diritto. Lui non era mio né tantomeno io provavo quel tipo di interesse per lui.
Ero così persa nei miei pensieri che non mi resi neanche conto di aver parcheggiato e spento il motore. Ma ricordo chiaramente che sobbalzai quando sentii una mano calda poggiarsi sul mio viso.
«Va tutto bene, Bells?» mi chiese, preoccupato. «Non scendevi dall’auto e allora…»
Giustificava la sua presenza nell’abitacolo della mia auto, o forse giustificava la presenza della sua mano sul mio viso?
Scoppiai a piangere senza un motivo preciso e gli gettai le braccia al collo.
«Va tutto bene, Jake, ora è tutto a posto.»
Lo sentii allungarsi sopra di me e cercare di togliermi la cintura di sicurezza senza spostare le mie braccia da dove erano – non ci sarebbe riuscito neanche volendo e, a giudicare da come sorrideva ogni volta che i nostri occhi si incontravano, non voleva – poi mi sollevò tra le sue braccia e mi strinse al suo petto. Gli odori della foresta si fondevano a quello dell’oceano nell’incavo del suo collo e non avrei mai potuto pensare a un profumo più perfetto, per lui.
«Pa’, avverti tu Charlie che Bella si ferma da noi, stanotte?»
Persi il resto della discussione, probabilmente perché non ci fu alcuna discussione. Jake e suo padre spesso parlavano soltanto con gli sguardi.
«Tieniti forte» mi sussurrò, mentre iniziava a correre.
«Jake, la… macchina!» protestai, mentre continuavo a singhiozzare aggrappata al suo collo.
«Tranquilla, domattina sarà davanti a casa mia.»
Mi lasciò tornare sui miei piedi solo una volta dentro casa sua e faticai un po’ per ritrovare quel poco di equilibrio che avevo. Lo persi di nuovo poco più tardi, ma non importava, perché ero stretta a Jake nel suo letto e non ne avevo bisogno.
«Sono contento che tu non abbia creduto a quello che ti ho scritto nel biglietto.»

 ***

Due note proprio due:

Bella fa continuamente paragoni tra Edward e Jacob, anche nei libri, e i suoi ragionamenti sono quasi sempre esatti… sono le conclusioni che sono del tutto errate! Direi che la what if consiste più che altro nel lasciare che l’intelligenza di Bella funzionasse per benino. 

Quando Bella dice a Jake “Ora è tutto a posto,” ho liberamente rielaborato un pensiero di Bella in Breaking Dawn. Al matrimonio, quando arriva Jake, lei gli chiede: “Sei venuto per rendere tutto perfetto?” o qualcosa del genere… beh, direi che questo è un chiaro segno di chi sia per davvero al persona che Bella ama di più al mondo… cioè, fosse il mio matrimonio mi sarebbe sì dispiaciuto per il migliore amico – stronzo – che non si è presentato, ma a un certo punto chi se ne frega se sono convinta di aver fatto la scelta giusta.

 Vorrei sentitamente ringraziare - e no, non è un ringraziamento per le condoglianze - le sei persone che hanno recensito il prologo, dichiarandomi una fiducia che forse non merito. Oggi pomeriggio provvederò a ringraziarvi una per una, non ho fatto in tempo stamattina e mi dispiace (sarei andata a finire con il pubblicare di nuovo di sera e non volevo).

Ringrazio cenerella per aver colto la mia richiesta d'aiuto e aver accettato lo scambio con lunedì 2 aprile, altrimenti avrei saltato un altro turno di pubblicazione.

Penso che per oggi sia tutto. Ci rivediamo il *controlla l'agenda* SABATO 14 APRILE (che è uno dei pochi sabati dell'anno che ho libero O.o). 

Un'altra cosa, e poi prometto che ho finito: Quando avrò terminato di pubblicare la storia metterò il link per scaricare il pdf nel mio account (se qualcuno lo volesse). Non perché sia una grande storia, ma perché l'impostazione grafica che ho dato al tutto mi piace molto e mi ha resa parecchio orgogliosa. Passare quella grafica da Word a NVU non è possibile (e, per quanto vorrei tornare alle vecchie abitudini e fare l'HTML con word, è cosa sconsigliata perché viene un codice troppo pesante), quindi, se qualcuno fosse curioso, potrà avere il PDF.

Ora ho finito per davvero.

Un bacio a tutti quelli che arriveranno fin quaggiù per leggere le note.

-K-

   
 
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