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Autore: Fiore del deserto    29/03/2012    2 recensioni
Dopo quattro anni, Sarah ha dimenticato tutto ciò che riguarda il Labirinto. Jareth, incapace di arrendersi all'amnesia di Sarah, per tutto questo tempo, non ha fatto altro che osservarla dalle sfere di cristallo. Ma un giorno, stanco dell'assenza della sua amata, decide di rapirla nel tentativo di farle riacquistare la memoria!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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ABOVERGROUND
 
- ... E poi quell’uccellaccio del malaugurio ha affondato i suoi dannatissimi artigli alla mia mano! – Leonard mostrava la fasciatura che gli partiva dall’ avambraccio fino alla mano alle ragazze che lo accerchiavano. Aveva invitato una ventina di persone nella sua lussuosa villa.
- Ce l’aveva proprio con te, eh? – lo canzonò una delle ragazze - Bene, così impari a fare del male alle ragazzine! -
Un commento di un suo amico lo indusse a voltarsi
- Vi dico che è vero! Si era trasformato! Prima era un gufo e poi si è tramutato in un umano! – diceva un giovane, chiaramente venne deriso da tutti; il ragazzo parve incurante delle risate e degli insulti – Era alto, indossava vestiti di Carnevale e aveva dei capelli biondi assurdi! Dovete credermi!–
Leonard lo prese sottobraccio, allontanandolo da tutti
-  Roy, ti dispiacerebbe ripetere cos’hai visto ieri sera? –
- Beh... – gli rispose Roy – Ieri ero uscito per andare a comprare le sigarette. Ad un certo punto, ho visto una ragazza correre...Era buio, ma credo che fosse Sarah Williams! Dopodiché vedo gufo bianco, forse un barbagianni, volare accanto a lei, per poi trasformarsi in un uomo! –
Leonard parve interessato al discorso dell’amico. Lo conosceva bene e sapeva che non era il tipo che inventava storie per intrattenimento o per il gusto di essere preso per i fondelli
- E dimmi... – chiese Leonard – Cos’altro hai visto? –
- Ricordo solo che la ragazza era svenuta e che quello strambo tipo l’aveva presa in braccio, sparendo nel buio... E’ stato agghiacciante... Era come se le ombre facessero parte di lui... Si era materializzato col buio... Io avevo paura che si trattasse di uno spirito! Ma tu non mi credi, vero?-
Leonard sorrise malignamente; poggiò una mano sulla spalla dell’amico
- Roy! Siamo amici da un sacco di tempo! Come potrei non crederti? Vieni che ti prendo una birra! Dobbiamo fare una lunga chiacchierata! -
 
UNDERGROUND
 
Sarah erra seduta sull’enorme letto a baldacchino. Aveva gli occhi arrossati. Non aveva più lacrime. Qualcuno bussò alla porta
- Chi è? – chiese a fatica la giovane
- La domestica, Milady! – rispose una voce dietro la porta. Sarah andò ad aprire. Ad entrare era una strana creatura simile ad un umana, tipo una cinquantenne, dai capelli bianchi raccolti, dalle orecchie a punta.
- Milady, scusami tanto se ti disturbo, ma sono venuta qui per prepararti per la cena di stasera con il re. – La domestica si avvicinò all’armadio e rovistò i vestiti, senza che Sarah ebbe tempo di esprimere una propria opinione – Allora, vediamo un po’! Milady dovrai essere bellissima ed io so come fare! Dana non si sbaglia mai, te l’assicuro! Ti sceglierò il vestito più bello, per non parlare delle scarpe e dell’acconciatura! Farai un figurone stasera!– Sarah trovava quella domestica come una creatura dolce e simpatica; infatti, non la smetteva di sorridere e le parve sincera. Era convinta che i domestici del castello fossero arroganti e cupi come il loro sovrano.
- Stop! Fermati! – la interruppe Sarah – Bene, ora so come ti chiami! Comunque, Dana... Sei molto gentile a preoccuparti per me, ma io stasera non ho intenzione di muovermi da qui! –
Dana sobbalzò a quella risposta. Tirò un sospiro per raccogliere le idee
- Milady, capisco il tuo stato d’animo – le disse gentilmente – so che hai passato una giornata tutt’altro che piacevole, ma devo purtroppo contraddirti. Il consiglio che ti do viene dal mio cuore: è meglio, anzi, è saggio non fare arrabbiare sua Maestà. Lo conosco da tantissimi anni, e per quanto possa essere generoso, se si arrabbia, non c’è verso di farlo calmare! –
Sarah era decisa più che mai. Non avrebbe mai accettato un invito da chi le aveva fatto del male. Invito? No, pensandoci bene, era un ordine. Jareth gliel’aveva detto
- Mi dispiace, Dana! Ma non cenerò con lui stasera. Preferirei stare a digiuno piuttosto che vederlo! –
Qualcun altro bussò alla porta. Dana si affrettò ad aprire. Ad attenderli, vi era un nano con al polso un braccialetto di plastica.
 
 
 
Jareth era seduto sul suo trono, in compagnia di due domestici, era impaziente di vedere la sua Sarah. Indossava una camicia nera che facevano risaltare il suo ciondolo, dei guanti scuri, dei pantaloni aderenti color beige e degli stivali in pelle nera.
Diventava sempre più nervoso ogni minuto che passava. In effetti, la ragazza era in ritardo di dieci minuti. La cosa non piacque molto al fae
- Si può sapere perché ci mette tanto? Le avevo ordinato di venire a cena! –
- Sire, – intervenne la domestica con tono pacato – devi pur comprenderla: la scorsa sera sei andato a salvarla e lei ti ha considerato un eroe, oggi la rapisci portandola qui con arroganza, allontanandola dal suo mondo e dai suoi cari. –
- Infatti. – disse il suo collega – Povera, Milady. La sua vita è cambiata in un solo giorno! -
Jareth prestò loro attenzione. Come Dana, Lloyd e Briana erano i domestici che lo avevano cresciuto, praticamente lo avevano allevato loro e per lui, essi raffiguravano degli zii, più che dei domestici. Il fae si mise una mano in fronte
- Non so come fare per farle ricordare di me... Le ho anche mandato quel Troglodita nella sua stanza, sperando che si ricordi almeno di lui. No, è una bugia... Ho mandato quella verruca ambulante perché cercasse di convincerla a cenare con me... Sono così disperato al punto di chiedere aiuto ad un nano! Che cosa devo fare? –
Lloyd e Briana si guardarono negli occhi
- Beh, - disse il primo – direi che come inizio hai lasciato a desiderare con la grazia e la gentilezza, Jareth. Ma non è ancora troppo tardi per conquistare Sarah. –
- Lloyd ha ragione! – intervenne Briana – Questa cena dovrà essere importante! E’ la tua occasione per conquistarla, Jareth! Mi raccomando...ehm... – non riuscì a completare la frase. Lloyd capì al volo e ci pensò lui a completarla
- Con ogni forma di rispetto, Sire... Cerca di controllare la tua rabbia! –
Il loro discorso venne interrotto quando sentirono qualcuno bussare. Jareth sorrise. Finalmente Sarah era arrivata
- Avanti! – la invitò il sidhe
Purtroppo, ad aprire la porta, non era la sua Sarah
- Ehm...salve, maestà! –
Il sorriso di Jareth gli morì sulle labbra alla vista di Hoggle. Ma cercò di rimanere calmo, come gli avevano consigliato Lloyd e Briana
- Allora, Trogolo? –
- Hoggle, Sire... oh... beh... – il povero Hoggle tremava davanti al suo sovrano – Ecco, Jareth... Purtroppo, Sarah non ha riconosciuto nemmeno me. Devo dire che è stato difficile accettarlo. Anche se ad essere sincero, neanche io l’avrei riconosciuta se non mi avessi detto che era diventata grande. – Hoggle notò che il re lo guardava come se volesse dargli fretta – In una parola, Jareth... Beh... Sarah si rifiuta di cenare con te...! –
Immaginate un vulcano spento da anni che comincia ad eruttare come per sfogarsi dopo tanto tempo. Immaginate la reazione di Jareth dopo aver ricevuto da Hoggle una risposta del genere!
- SARAH! – gridò il sidhe più nervoso che mai. Era chiaro che le raccomandazioni di reprimere la rabbia erano state del tutto vane!
Jareth corse a gran velocità verso la stanza di Sarah, seguito da Lloyd, Briana e Hoggle che lo pregavano di calmarsi. Jareth arrivò alla porta della camera, alzò la mano a gran pugno, quasi volesse buttarla giù! Grazie al cielo, i due domestici e il nano lo fermarono appena in tempo!
- Altezza! – lo pregò Briana – Ti prego! Cerca di controllarti! –
- In questo modo – disse Lloyd lasciandogli il braccio – non farai altro che farti odiare dalla Milady! –
- Per favore, Jareth! – chiede Hoggle – Sii gentile con la povera Sarah! –
Jareth sbuffò. Dopo aver raccolto tutta la pazienza di cui era dotato, con calma, bussò alla porta
- Sarah, sono io! Ti sto aspettando da dieci minuti. Perché non scendi? –
- Non voglio mangiare! Non ho fame! – rispose seccamente Sarah dall’interno della stanza
- Dai, Sarah! Non puoi restare a digiuno. Esci dalla camera e vieni a cenare con me. – chiese con meno calma il re
- Ho detto no! – disse in tono freddo Sarah. Jareth era sul punto di perdere le staffe. Hoggle puntò un’ultima carta
- Sire, cerca di stare calmo... Ehm... Dille “per favore”, forse così ti ascolterà...! –
- Cos...? Fossi matto! – quasi gridò il re, ma poi seguì il consiglio del nano e tentò un ultimo appello – Sarah, mi farebbe un enorme piacere se tu venissi a cenare con me... per favore! – ovviamente, inutile dire che il fae marcò di veleno le ultime parole.
Sarah rifiutò seccamente anche stavolta. Jareth perse totalmente le staffe, infatti le urlò
- Sarah, sono stato fin troppo generoso con te! Ora basta! Vuoi restare lì? Va bene, ogni tuo desiderio è un ordine, Milady! – poi, si rivolse ai domestici – Se non vuole uscire dalla camera, allora che ci rimanga! Voi due ne siete responsabili! – dopo aver dato l’ordine, il re dei Goblin si scomparve nel nulla.
 
 
Jareth si era materializzato nei sotterranei. Era furioso. Aprì la porta che conduceva ad una stanza dove nessuno poteva accedergli, ad eccezione di lui, e una volta entrato si chiuse la porta dietro le spalle, anzi, più che chiuderla, la sbatté violentemente. La stanza era illuminata da varie torce e ovunque c’erano cianfrusaglie, tavoli rotti e quadri sciupati. Che strano posto per un re. A dirla tutta, era la sua stanza preferita da quando era piccino : lì poteva fare qualunque cosa, lontano da tutto e tutti, dimenticandosi addirittura di essere un re. Non si era mai preoccupato di tenere la stanza pulita. Infatti, vi erano ovunque ragnatele molto fitte e la polvere era molto forte nell’aria. Ma Jareth non pareva schizzinoso di fonte a tale posto, tutt’altro, lo tranquillizzava. Forse, lo apprezzava perché in quella stanza poteva distruggere ogni cosa, per sfogare la propria ira. Sì, era proprio per questo che quella stanza sotterranea era la sua stanza preferita. Jareth, prendeva a calci ogni cosa, imprecava
- Ma tu guarda! Ho fatto di tutto per lei! Mi sono preoccupato affinché ricordasse ogni cosa, l’ho salvata da quel pallone gonfiato, l’ho portata qui, le offro la stanza più bella, le porto addirittura il suo amico Gregolo o come diavolo si chiama, le chiedo addirittura “per favore”! Ma cosa diavolo pretende? – poi, con più serenità, plasmò una sfera di cristallo per poter vedere cosa stesse combinando Sarah:
 
“Sarah era seduta sulla toeletta , Dana le spazzolava i capelli. Stavano discutendo su quanto era accaduto
- Mia cara, - disse sorridendo Dana –capisco che ti è difficile accettare quanto ti è successo oggi; ma il re non è cattivo, in fondo si è preoccupato per te, non dimenticare che ti ha salvato, ti ha offerto una bellissima stanza. Ha un carattere un po’ irascibile, ma in fondo ha un gran cuore. Dagli una possibilità, mia cara! –
Sarah abbassò lo sguardo
- Mi dispiace, Dana! Ma non ho nemmeno voglia di guardarlo in faccia, quello psicopatico!- ”
 
Jareth si rattristì nell’udire certe parole. Ma come darle torto? Jareth si rese conto di essere stato duro con lei. Si sedette per terra, distrutto. Aveva sbagliato sin dall’inizio.
  
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