- Tesoro!!
- Alex!
Non appena sento la sua voce chiamarmi comincio a correre,
completamente dimentica di quello sbruffone di Lombardi. Lo vedo sorridere e
aprire le braccia per accogliermi e mi sembra di essere in un film: vedo la
scena al rallenty, come se fossi in una di quelle commedie romantiche.
Raggiante, spicco un salto per raggiungerlo. Ora, seguendo il prevedibile
copione, lui dovrebbe prendermi al volo, farmi fare qualche giro giravolta e
poi abbracciarmi. Ovviamente, invece, le nostre teste si scontrano come due
sassi battuti l’uno contro l’altro.
- Ahia! – strillo, massaggiandomi la fronte.
Perché la mia vita non è mai come un film?
Alex ridacchia, strofinandosi la testa. Deve aver preso una
bella botta anche lui.
- Cavolo Fede, sei sempre la solita! – esclama, accogliendomi
con più cautela fra le sue braccia - Allora? Com’è andata? L’arpia ti ha
interrogato?
Questa è un’altra delle cose che adoro di Alex. È così
premuroso, si ricorda tutto! In più, riesce a sopportare anche quella palla al
piede di mia sorella, il che gli fa guadagnare un sacco di punti.
- Sì!! – grido, euforica – e indovina cosa mi ha dato? Eh?
Indovina!!
A volte mi chiedo sul serio come faccia a sopportarmi. Alex
invece sembra trovare molto divertente questo mio lato infantile ed entusiasta,
infatti ride e mi asseconda:
- Mmm.. cinque? – azzarda.
- Ma ti pare che sarei così felice se mi avesse dato cinque!?
– sbotto, le mani sui fianchi.
- Beh, dovresti, considerando che di solito ti aggiri sul
quattro, quattro e mezzo.. – mi prende in giro lui, senza ritegno.
- Ah ah ah. Ma che spiritoso! – mi lamento, fingendomi offesa.
- Dai, sto scherzando. Hai preso dieci? – chiede lui, incapace
di trattenersi.
Lo fulmino con lo sguardo.
- Okay okay, adesso sono serio.. sei e mezzo?
Fortuna per lui che ha proposto un voto inferiore a quello
ottenuto o l’avrei sbranato vivo.
- No! – trillo, riacquistato il buonumore – ho preso sette e
mezzo!
Spalanca gli occhi, sorpreso, poi di slancio mi stringe e mi
solleva in aria, facendomi girare come una bambina. Adesso si che mi sembra di
stare in un film e rido, felice come una bambina.
- Amore! Sono così contento per te! –
mi sussurra
all’orecchio, stringendomi ancora di più a sé. Il
suo tono è cambiato, la voce
è più bassa, vibrante, suadente. Chiudo gli occhi e
sorrido leggera,
dischiudendo le labbra in attesa delle sue, che non arrivano affatto in
ritardo. Leggera, passo la lingua sulle sue labbra lisce, per gustarne
il
sapore. È molto dolce, mi fa venire in mente il latte caldo con
il miele che mi
fa la mamma quando sono malata. Il suo bacio è delicato e le sue
labbra sono
morbide, fin troppo. Anzi, se volete saperlo, ho sempre pensato che
Alex avesse
una bocca quasi femminea: è troppo morbida per essere quella di
un uomo.
Ovviamente, non lo ammetterò mai, nemmeno sotto tortura.
Soprattutto con Clio
che non fa altro che cercare difetti in lui. Sento che sta cercando di
approfondire il bacio, ma lo fermo: detesto le effusioni in pubblico.
Per
carità, un bacio ci sta benissimo, solo che non mi piace dare
spettacolo o sentirmi responsabile per un attacco di diabete di qualche
povero malcapitato che si trovava nei paraggi.
- Dai Ale, lo sai che non mi piace.. – dico, sorridendogli con
aria di scuse.
Mi sembra di vedere un lampo di fastidio passargli fugace
negli occhi, ma un attimo dopo è lo stesso Alex di sempre, dolce e premuroso.
- Non preoccuparti – mi sorride infatti – non sono arrabbiato.
Oggi cosa fai?
- Mmm.. devo fare una versione di greco, tra poco abbiamo il
compito e non voglio andare male. Poi penso che andrò a fare un giro con Clio
oppure andrò a ginnastica. Tu invece, che fai?
- Oggi ho gli allenamenti, poi pensavo di portarti fuori, che
ne dici?
- Sì! Sì! Assolutamente sì!! – strillo contenta, gettandogli
le braccia al collo e rischiando nuovamente di farlo crollare – Dove andiamo?
- Vedrai. È una sorpresa.
Sta per aggiungere qualcos’altro, ma proprio in quel momento
suona la campana.
- Oh cavolo! Scusami, ma devo andare! Adesso ho la Ferraresi,
e sai che quella non accetta ritardi!
Gli schiocco un rapido bacio sulle labbra e fuggo
via,
credendomi veloce come un bolide e sembrando più che altro un
rinoceronte alla
carica. Questo spiega perché tutti quelli che incrocio lungo il
mio cammino si
scansano terrorizzati. Tutti tranne uno, che corre alla mia stessa
velocità ma in direzione contraria. Per la seconda volta
nell’arco di
dieci minuti vengo scaraventata a terra per il contraccolpo.
- Scusa.. – esclamo, ad occhi chiusi – mi.
Strabuzzo gli occhi, rendendomi conto di chi ho investito. Non è possibile. Ancora lui.
- Ancora tu! – esclama quello rialzandosi, gli occhi
fiammeggianti.
Lui che dice a me così? Dev’essere uno scherzo.
- Guarda che se vuoi provarci con me, puoi usare altri metodi.
Non che mi dispiaccia la tua originalità e apprezzo molto la tua fantasia ma,
francamente, sarebbe meglio se non fosse sempre doloroso. Possiamo uscire
insieme se vuoi, non ho nulla in contrario, ma ti consiglio caldamente di
tentare con approcci più tradizionali.
Lo fisso, senza parole. Ma davvero ci sono ragazze che
vogliono uscire con questo qui? Come fa la scuola a contenere un ego di tale
portata? Non è fisicamente possibile, finirà per scoppiare.
- Che c’è, ti sei incantata? Lo so, quando mi si sta troppo
vicino può succedere. È uno degli effetti collaterali.
Mi riscuoto e mi allontano bruscamente da
lui:
- Cosa sei, una medicina?! Effetti collaterali! Lasciatelo
dire, l’unico che qui ha bisogno di una visita sei tu. Non uscirò mai e poi mai
con te, hai preso una bella cantonata. Adesso scusami, ma devo andare in
classe.
Senza aspettare una risposta, mi dirigo a rapidi passi verso
la mia classe, senza voltarmi indietro ma percependo il suo sguardo trapassarmi
la schiena come una freccia incandescente.
- Aauf!! – sospiro, lasciandomi cadere sul banco e premendomi
le mani sulle guance per cercare un po’ di sollievo. Sono arrivata in tempo,
per fortuna – Che nervoso! Dio, che nervoso!!
- Che c’è? Hai litigato con Fido? – mi chiede Clio,
speranzosa.
- No.. e non chiamarlo così! – esclamo, punta sul vivo – è
quel cretino, che mi fa incavolare come un orso.
- Quel cretino chi? – fa lei curiosa, sporgendosi verso di me
e ignorando il mio poco sensato paragone – c’è qualcuno più cretino di Alex?
Le riservo un’occhiata di fuoco che le fa fare un sorriso di
scuse e replico:
- Quel cretino di Filippo Lombardi, per esempio! – sbotto,
furente.
- Vorrai dire quel gran figo di Lombardi! – esclama Margherita,
una nostra amica e compagna di classe, unendosi a noi – l’avete visto bene?
- Per quel che mi riguarda, l’ho visto anche troppo – sputo,
velenosa.
- Oh sì – sospira invece Clio, ignorandomi – ma è sempre un piacere farlo.
Sbuffo, frustata. È proprio vero che l’apparenza inganna,
cavoli!! Lo vedo anche io che è bello –perdio, per non notarlo bisogna essere
proprio ciechi!- ma ho sempre pensato che se la tirasse troppo. Dopo oggi, poi,
è finito sulla mia lista nera, battendosela alla pari con mio fratello.
- Comunque, perché dici che è un cretino? – mi fa Clio,
evidentemente tornata sulla terra.
- Perché è un cretino megalomane che travolge le persone!! Si crede
chissà chi e non ha un briciolo di educazione! Non riesco a sopportarli i tipi
così..
Racconto in breve i fatti accaduti mentre fingo di prendere
appunti, sotto lo sguardo appannato della Ferraresi. Ascolto cercando di
reprimere il fastidio per i loro commenti eccitati. Sto per scoppiare quando,
grazie al cielo, qualcuno bussa alla porta, interrompendo la lezione. Mio salvatore!
- Scusate l’interruzione. Avrei una comunicazione da fare.
No. Non è possibile! È una persecuzione!!
Filippo Lombardi sosta sulla porta, circondato dalla sua
solita aurea di fascino naturale che lo contraddistingue. Sorride disinvolto
alla classe, finchè non incrocia il mio sguardo. I suoi occhi si illuminano
divertiti e ammicca nella mia direzione. Lo fulmino con lo sguardo e mi giro
dall’altra parte. Che comportamento maturo, complimenti Fede.
Lo sento soffocare una risatina, per poi schiarirsi la voce ed annunciare:
- La scuola ha indetto un corso di orientamento al lavoro.
Insieme ad altre classi la quarta b è stata scelta per condurre la visita
guidata a palazzo ducale. Studierete bene il vostro percorso e lo dovrete
esporre ai turisti in inglese, dato che non siete del linguistico. Ovviamente saranno
scelti solo quelli con una maggiore conoscenza della lingua. Non è obbligatorio
partecipare, anche se è caldamente consigliato, senza contare che assicura un
credito a fine anno.
Le sue parole scatenano immediatamente un brusio eccitato,
difficile da reprimere.
- Wow, Chicca, hai sentito?? – mi strilla Clio nelle orecchie.
A volte mi chiama così, non saprei spiegare bene il motivo. Semplicemente,
è così. In ogni caso, non posso negare di non essere allettata da questa
oppurtunità, così contraccambio il suo entusiasmo (anche se so che se Lombardi
parteciperà al progetto tutta l’eccitazione svanirà) mentre la Ferraresi intima
invano il silenzio e Lombardi ci guarda.
Ah già, è venuto Lombardi a farci questo annuncio perché è –purtroppo-
uno dei nostri rappresentanti d’istituto.
Il cicaleccio si placa un poco, permettendomi di sentire la
voce di Lucchini gridare a Lombardi:
- Si guadagna qualcosa?
Il solito pragmatico.
- Purtroppo no – sospira lui, dispiaciuto - A proposito di
quelli che parteciperanno a queste progetto, saranno una trentina, più o meno. Prima
dovrete superare un test per verificare le vostre abilità linguistiche. Però so
che nella vostra classe c’è qualche fortunato che è bilingue francese. Insieme a
noi del linguistico può occuparsi dei turisti francesi, che a quanto pare
costituiscono la stragrande maggioranza.
No.
Ditemi che è solo un brutto sogno.
Non può succedere sul serio!!
- Allora? Chi è il fortunato poliglotta? – chiede Lombardi,
facendo veleggiare lo sguardo su di noi. Mi sembra che i suoi occhi si
soffermino un attimo di più del normale su di me, ma sicuramente è una mia
impressione.
Sospiro pesantemente e –grazie a un altro micidiale
pizzicotto di Clio- esclamo:
- Sono io. Mia madre è francese.
- Tu? – esclama quel bucefalo sorpreso.
Sbruffone megalomane! Perché sembra così stupito? Sorprende così
tanto che io sappia parlare più di una lingua?
- Chi l’avrebbe mai detto! – prosegue – sei una continua
sopresa.
È già il secondo che me lo dice oggi e la cosa non mi fa per
niente piacere. Per di più, la prima persona ad avermelo detto è stata la mia
professoressa di chimica e questo non contribuisce certo a farlo entrare nelle
mie grazie:
- Sai, i miei hanno ben pensato di insegnarmi due lingue, perché
avessi una possibilità in più di farmi capire, dato che ci sono persone che non
capiscono un’acca nemmeno nella loro lingua madre.
Lo fisso con intenzione, per fargli capire che mi sto
riferendo proprio a lui. Rimane per una attimo in silenzo, fissandomi, prima di
scoppiare a ridere divertito.
Sta ancora ridendo quando la voce smielata di Camilla D’Arconte
chiede, talmente piena di sospiri e sottintesi da sembrare una ragazza che
parla su hot line:
- Tu ci sarai?
Credo sia inutile dirvi che ruolo ricopra Camilla con le sue
gonne inguinali e le unghie laccate più affilate di rasoi nella nostra classe.
La risata di Filippo si spegne lentamente. Guarda Camilla e
poi il suo sguardo si ferma su di me. Il suo viso si apre in un sorriso
divertito e –per quanto mi secchi ammetterlo- terribilmente affascinante:
- Credo proprio di sì – esclama, gli occhi fissi nei miei – ci
sarò anch’io.
SPAZIO AUTRICE:
Scusatemi!!!
Cavolo, non pensavo di impiegarci così tanto! D:
Non so, penso di aver avuto (veramente credo di averlo
ancora, purtroppo) il mio primo cosiddetto blocco dello scrittore. Sempre che
mi si possa considerare una scrittrice J
Coomunque, ho stravolto tutta la trama che avevo in mente
prima e, in pratica, ora ho solo un sottilissimo filo conduttore. Per questo, se
volete darmi consigli, suggerimenti o altro sarò ben lieta di ascoltarvi!
Ringrazio infinitamente tutti quelli che hanno recensito,
preferito, ricordato e seguito la mia pseudostoria!! *-*
Grazie mille davvero, non sapete quanto sia importante per
me e quanto mi renda felice!
A presto
Besos
watereyes