Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses
Segui la storia  |       
Autore: Liz_Eagle    29/03/2012    2 recensioni
Avete presente tutte le informazioni biografiche sui vostri idoli? Quelle che avete visto scritte talmente tante volte da impararle a memoria? Beh.. dimenticatele.
Perchè questa è una storia senza tempo, che tratta episodi realmente accaduti (ogni tanto).. ma non in ordine cronologico, che cita personaggi veramente coinvolti nelle vicende dei Guns.. ma anche personaggi mai esistiti. E soprattutto.. che vive la Los Angeles del 2012 come fosse quella del 1986.
Ma chissene frega se Axl non ha mai avuto figli, o se Perla è l'unica donna di casa Hudson. Uno Slash padre a poco più di vent'anni è difficile da immaginare? Basta un po' di fantasia in più.. che poi, chi l'ha detto che Grace e Mae Marie McKagan debbano per forza essere due dolci e innocenti bimbe bionde?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
1. Welcome to the USA

WELCOME TO THE USA

Undici ore che le erano sembrate infinite e ora finalmente, dopo un anno, metteva di nuovo piede in territorio americano! Le sembrava un sogno..

Gli sforzi e le rinunce necessarie a raggiungere quel traguardo erano stati tanti e spesso difficili da sopportare, ma la sensazione che provò una volta uscita dall’aeroporto con la prima boccata d’aria la ripagò di tutto. Era a Los Angeles! Di lì a poco sarebbero cominciati i corsi alla UCLA, l’idea che un posto in quelle aule era riservato a lei la riempì di gioia.

‘Grazie mamma, grazie papà.. sono in America cazzo!’ fu il primo pensiero che ebbe Giada, aspirante sceneggiatrice italiana. La sua passione per gli States, e in particolare per la città degli angeli, era sempre stata viva in lei, fin da quando, a soli dodici anni, aveva imparato ad amare il rock n’ roll e l’ambiente al quale era legato. Quando da Milano aveva avuto la possibilità di specializzarsi negli USA, dopo aver conseguito una laurea triennale in ‘mediazione linguistica e culturale’ all’Università Statale di Milano, aveva dato tutto quello che aveva per meritarsi quel posto. E alla fine ci era riuscita.

Con un sorriso a trentadue denti, si guardò intorno in cerca di un taxi che la portasse fino a Sunset Blv., dove avrebbe alloggiato al campus universitario. La retta da pagare era alta, di lì a poco si sarebbe data da fare per entrare in una confraternita prima della fine del primo semestre: meglio andare al risparmio.

Giada era una bellissima ragazza, i capelli biondi con sfumature castane erano morbidi e ondulati e le arrivavano almeno cinque dita sotto le spalle, disegnandone il profilo con morbide curve. Il fisico slanciato avrebbe fatto invidia a molte ragazze, per non parlare del seno alto e abbondante che aveva sempre attirato un certo tipo di attenzioni. Occhi grigi luminosissimi, anche se nei giorni nuvolosi diventavano azzurri, quando pioveva quasi verdi.

Colpita in pieno dai raggi del sole, abbastanza fastidiosi visto che il suo orologio biologico era ancora convinto che fosse notte fonda, si avvicinò alla fila di macchine gialle, spingendo con non poca fatica il carrello carico di valigie. Il conducente le sorrise, aiutandola a sistemare le valigie nel bagagliaio e aprendole gentilmente la portiera posteriore.

“Welcome to Los Angeles” Giada sorrise e rispose cordialmente, per poi riferirgli l’indirizzo del campus nel suo americano fresco di TOEFL.

Il viaggio fu abbastanza lungo, Giada si ricordò solo in quel momento di come fosse trafficata Los Angeles, le macchine formavano lunghe collane con perle di metallo che brillavano sotto il sole del primo pomeriggio. Ricordava perfettamente quella strada; in vacanza coi suoi genitori, qualche anno prima, l’aveva girata da capo a fondo (si fa per dire, visto che Sunset Boulevard era la strada più lunga della città), memorizzando immagini indelebili nella sua mente ancora di ragazzina all’epoca. I locali più famosi, la moltitudine di tatuatori e poi eccolo.. l’Amoeba music, il negozio di musica rock più grande della città! Aveva intravisto Scott Weiland in quel negozio anni prima, quando ancora faceva parte dei Velvet Revolver. Dopo qualche secondo in cui aveva vivamente sperato di vedere Slash o Duff McKagan spuntare da dietro uno degli scaffali colmi di CD e vinili, si era beata di quell’immagine, pensando a come dovesse essere bello vivere così a contatto con le star. Sorrise ai ricordi di quell’estate, la sua prima esperienza oltreoceano, mentre il viaggio continuava verso Bell Air e gli altri quartieri residenziali in prossimità delle colline di Hollywood.

Scesa dal taxi con le valigie alla mano, entrò nel campus, guardandosi intorno con un’espressione meravigliata dipinta in volto. Era già stata alla UCLA, ma ora che quell’università era diventata la sua nuova casa, la vedeva con occhi diversi. L’area riservata alle aule era meravigliosa: gli edifici di mattoni rossi contrastavano dolcemente con l’erba delle aree verdi dalle quali erano circondati. Molti studenti si aggiravano tra i giardini con naturalezza, mentre lei rimaneva ferma a fissare quell’ambiente universitario mai visto in Italia.

***

Procedeva velocemente, trascinandosi dietro le pesanti borse, col naso all’insù e il sorriso perenne, quando qualcosa la fece capitolare al suolo: era stata travolta da qualcuno.

“Oddio scusa!! Cavolo come sono distratta! Non ti avevo proprio visto! Mi dispiace!” Ripresasi dallo spavento per la caduta, Giada si alzò, trovandosi davanti una carinissima ragazza; non molto alza e ben piazzata, con lunghi riccioli neri come la pece, la pelle color caffèlatte e gli occhi chiari accesi e vispi.

Non fece nemmeno in tempo a dire alla ragazza che non si era fatta niente, perché questa continuava a parlare senza sosta: “Cavolo! Mi dispiace davvero tantissimo, guarda qui.. ti sei sporcata tutta la maglietta! Bella tra l’altro! Mi dispiace! Ecco.. adesso ti aiuto a portare le valigie..” si fermò di colpo guardandola negli occhi “Non ti sei fatta male vero?”

“No..”

“Ah bene.. no sai.. devi sapere che io sono davvero molto distratta, combino un casino dietro l’altro, tutta colpa dei simpatici geni di mio padre! Come hai detto che ti chiami scusa?”

“Non l’ho detto”

“Ah.. beh.. io comunque sono Gin!” le allungò la mano sorridendo, aveva davvero un sorriso splendido, con quelle labbra carnose.

“Giada”

“Sei italiana?”

“Si.. di Milano”

“Oh.. dove c’è la gente ricca!”

“Detto da una di Los Angeles non suona benissimo..”

“Touchè!” rise, quella ragazza sprizzava energia da tutti i pori! “Allora.. dove stai andando?”

“Devo trovare la segreteria, per farmi dire dov’è il mio alloggio..”

“Oh beh, se ti serve una mano non hai che da chiedere!”

“Beh, si, in effetti mi farebbe davvero comodo.. non so bene come muovermi”

“Allora seguimi! Sarà un piacere farti da guida!”

Gin prese velocemente una delle due grosse valigie di Giada, malamente abbandonate al suolo dopo lo scontro, e si diresse a passo sicuro verso un alto edificio bianco e grigio. Giada la seguì velocemente, con la paura di perdere lei e le sue valigie, vista la velocità con cui Gin si muoveva.

Entrarono nell’alto edificio, Gin appoggiò a terra i bagagli, correndo poi a riaprire la porta a Giada, che si massaggiava il naso, tentando di non far capire che la mora le aveva letteralmente sbattuto la porta in faccia, per fortuna accidentalmente.

“Ecco, questa è la segreteria, chiedi a quella vecchia, ma parla ad alta voce, è un po’ sorda!”

Giada si avvicinò al bancone.

“Salve”

“Desidera?”

“Sono Giada Cavalli, mi hanno detto di venire qui per il mio alloggio”

“Graduate, postgraduate o under graduate?”

“Graduate”

“Che indirizzo?”

“Tv, film and television”

“Mi ridica il suo nome”

“Giada Cavalli”

“Ecco qui, questo è il suo alloggio, il primo numero è il dormitorio, il secondo l’ala, il terzo il piano e il quarto la stanza; le ultime quattro cifre sono la combinazione della sua porta, non se le dimentichi..ecco le sue chiavi”

“Grazie”

“Dovrà presentarsi nell’ufficio del rettore entro due giorni, agli studenti stranieri fa sempre qualche domanda”

“Ok.. grazie”

Prese le chiavi e tornò da Gin, che se ne stava seduta aspettandola, tenendo d’occhio le sue valigie.

“Allora?”

“Edificio cinque, ala quattro, scala uno, terzo piano”

“Ok.. andiamo!”

L’edificio cinque non distava molto dalla segreteria. Il dormitorio a cui Giada era stata assegnata era bellissimo, una struttura di mattoni rossi a ferro di cavallo, con una grande porta principale e diverse porte secondarie.

“Ecco.. dev’essere qui.. sai io non alloggio al campus, ma una volta stavo con uno di tv e film! Quindi mi so abbastanza muovere qui”

Gin la guidò attraverso l’entrata principale; come era prevedibile, il posto pullulava di ragazzi, dai diciannove ai venticinque anni. Salirono con un ampio ascensore ricoperto di specchi fino al terzo piano, raggiungendo l’alloggio di Giada.

“Eccoci!”

Giada aprì la porta con la chiave, trovandosi in una stanza con due letti singoli, una piccola stanza da bagno e una piccola cucina. Non era una suite a cinque stelle, ma non era poi tanto male, e poi si sa che i giovani si adattano molto facilmente, e a lei non importava di dormire sotto un ponte.. era in America adesso!

 

Oddio ragazze! Non posso credere di aver postato il primo capitolo di questa storia! So che dovrei andare avanti con ‘Note e chimica’.. ma in questo periodo sono bloccata e andare avanti con ‘Hold the line’ era molto più facile. Spero vi piaccia questo primo capitolo e vi metta la voglia di seguire questo mio esperimento.. aspettatevi di tutto da questa storia :D!

A presto!!

Liz

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses / Vai alla pagina dell'autore: Liz_Eagle