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Autore: michiyo1age    30/03/2012    4 recensioni
Poco dopo aver bussato alla porta, Shikamaru riuscì a scorgere il soggiorno seminascosto dall'imponente figura di Temari con bambina.[...]La bambina si girò verso di lui mostrando i grandi occhi acqua marina.
Temari l'aveva in braccio appoggiata alle ossa del bacino con una gamba a penzoloni sulla schiena e una davanti. La stava sorreggendo con un braccio mentre l'altro, libero dal pomello della porta, ora andava ad issarla più in su sul fianco dal quale stava scivolando.
-Chi si vede!- esclamò la ragazza con il suo solito astio.
-Tao papi- biascicò la bimba stropicciandosi gli occhi.
Partecipa all' evento -The Black Week-
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kankuro, Nuovo Personaggio, Sabaku no Gaara , Shikamaru Nara, Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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The kiss on the bobo

Poco dopo aver bussato alla porta, Shikamaru riuscì a scorgere il soggiorno seminascosto dall'imponente figura di Temari con bambina.

La casa era rimasta la solita: di quando in quando Temari si divertiva a reinventarla completamente facendo così perdere ai fratelli l'orientamento. Non avevano il tempo di memorizzare il luogo di una data cosa, che la loro gentile sorellina rivoluzionava la posizione dei mobili e degli oggetti. Insopportabile!

Questa volta però la vena creativa della terribile maggiore doveva essersi placata e il mondo era rimasto tutto com'era. La bambina si girò verso di lui mostrando i grandi occhi acqua marina.

Temari l'aveva in braccio appoggiata alle ossa del bacino con una gamba a penzoloni sulla schiena e una davanti. La stava sorreggendo con un braccio mentre l'altro, libero dal pomello della porta, ora andava ad issarla più in su sul fianco dal quale stava scivolando.

-Chi si vede!- esclamò la ragazza con il suo solito astio.

-Tao papi- biascicò la bimba stropicciandosi gli occhi. Doveva essersi appena svegliata perchè aveva ancora il pigiamino viola regalatole da Kankuro e guardava con sguardo assente il padre come se stesse sognando.

Temari si risistemò la bimba.

-Vuoi entrare?-

-Beh non sarebbe male- rispose lui sarcastico – Dammi Chihiro -

La voce della ragazza si addolcì mentre si rivolgeva alla bimba: -Vai un po' da papà, su-

E appena voltate le spalle: -Che per una volta si è ricordato di te- concluse amaramente.

Shikamaru dal canto suo cercò di ignorarla anche se sapeva quanto quelle parole fossero più che giuste. Diede un bacio in fronte alla figlia e la prese come aveva fatto Temari mentre si dirigeva in cucina.

La strinse un po' a sé mentre seguiva l'ex-ragazza.

-Qual buon vento, Shikamaru Nara, ti ha portato a Suna?- riprese aprendo il mobiletto in alto per prendere una grattuggia.

-Tra pochi giorni è il compleanno di Chihiro, no? Potrò vedere mia figlia compiere tre anni?-

Temari non rispose, era girata di schiena e stava pelando una mela con grande meticolosità. Nel frattempo lui aveva fatto sedere la figlia sul seggiolone e stava cercando in giro per la stanza il bavaglino o qualcosa di simile, invano.

Il silenzio era glaciale, neanche le mosche volevano spezzare quello strano incantesimo. Le mosse di Temari erano sicure e agili e dopo poco, su un piattino di plastica, la mela grattugiata stava di fronte alla piccola Chihiro che nel frattempo aveva cominciato a sbattere il cucchiaino come se fosse stata la bacchetta di una batteria.

-Non ci sono i tuoi fratelli?-

Shikamaru di solito evitava accuratamente di incontrare l'ex-ragazza quando veniva a Suna, avvertendo prima Gaara o Kankuro del suo arrivo così da farli organizzare meglio. Questa volta il messaggio doveva essere andato perduto, se no lui non avrebbe dovuto sopportare quella scena d'inferno.

-No-

Le sue risposte sembravano pure e taglienti fiamme che gli bruciavano le viscere.

-Ce la fai a farla magiare?- e senza risposta -Io vado a farmi una doccia. Il bavaglino è nel solito cassetto-

Si allontanò velocemente.

-Temari, tu non hai un solito cassetto!-

Fu inutile, anche se non lo sapeva, era diventato muto alle sue orecchie.

-Beh, papà ha deciso che ormai sei troppo grande per sporcarti, vero piccola?- disse alla bambina.


L'acqua scrosciava ormai da più di mezz'ora. Si era dimenticato di quanto fossero interminabili le docce di Temari, alla fine il bagno sembrava di più una stazione termale e lo shampoo era notevolmente ridotto. Lui si era spostato in salotto dove lui e la bambina stavano giocando con l'orsacchiotto preferito di lei. Non gli era mai dispiaciuto fare lo scemo con sua figlia, lo trovava la cosa più naturale del mondo. Lei, fortunatamente, si divertiva con poco e tutto questo non poteva che giovare alla sua indole inveteratamente pigra. La piccola sapeva camminare, ma piano e con piccoli passi impacciati che rendevano facile la cattura della fuggiasca. Dal peluche si passò alla palla.

Di certo Temari si stava prendendo tutto il tempo possibile.

Forse era da molto che non ne aveva l'occasione. Dopotutto era da sola, i fratelli erano sempre molto impegnati e le tenevano la bimba solo quando era in missione. Per 24 ore al giorno la bambina era il suo lavoro.

Oppure lo stava facendo a posta per non vederlo. L'unico grande problema però era che non gli si prospettava una bella serata, visto che non aveva ancora trovato una locanda dove dormire.

Cercò la camera di Chihiro frugò nei cassetti mettendo un po' le cose a soqquadro e tornò in salotto doveva l'aveva lasciata girare come una pazza intorno al divano.

Fermata la ventola la vestì con un po' di proteste. Lasciato un biglietto alla mamma con scritto “Porto la bambina a fare un giro”, Shikamaru si chiuse la porta alle spalle sentendo ancora il rumore dell'acqua che si infrangeva sul piatto della doccia.


Si era fatto scuro e la temperatura si era abbassata preannunciando le solite notti polari nel deserto. Infatti la bambina aveva cominciato ad avere freddo, cosa che a lui non era neanche passata per il codino e cosa che Temari non avrebbe esitato a rinfacciargli, se mai gli avesse parlato ancora. Sollevò Chihiro da terra così da tenerla in braccio al caldo, evitando anche di andare a passo di lumaca. Le aveva comprato un lecca-lecca lungo la strada e lo stava terminando velocemente con sua grande soddisfazione: sorrideva scavando nelle guance due profonde fossette. La caccia di Shikamaru non aveva portato a grandi risultati e le locande o erano piene o non accettavano un preavviso così breve. Per quella notte l'alloggio rimaneva un mistero, forse la sera successiva avrebbe avuto più fortuna.

-Come sta la mamma?- la sua unica fonte di informazione su Temari era proprio Chihiro visto che nessuno osava mai parlare di lei quando lui era nei paraggi. Sia chi si era schierato dalla sua parte, sia quelli della fazione opposta, erano fermamente convinti che il solo nome della ragazza gli desse fastidio. Come al solito, non potevano sbagliarsi di più perchè nonostante le liti, il fatto che si fossero lasciati, che non si rivolgessero la parola, Shikamaru ci teneva ancora alla seccatura e si preoccupava per lei. Purtroppo non c'era alcun modo di reperire le informazioni necessarie se non da una bambina di quasi tre anni che aveva appena imparato a parlare senza capire il fondamentale uso della lettera r. Infatti per la piccola Chihiro suo padre si chiamava Thikamauu, la madre Temaii, lo zio Kankuo e l'altro Gaa. Il nonno e la nonna li vedeva così raramente che non aveva potuto cogliere i loro nomi, purtroppo privandosi della felicità di pronunciare almeno un nome corretto in tutta la famiglia. La nonna Yoshino, quando poteva le inviava dei dolci o dei vestiti sempre attenta a non irritare il carattere volubile di Temari. L'era dispiaciuto molto che quei due testoni si fossero lasciati per una quisquilia tale e avessero buttato all'aria così, una vita familiare che si prospettava promettente. Quando Temari era rimasta incinta, suo figlio era stato ineccepibile: si ero occupato di tutto, quasi senza lamentarsi ed era genuinamente euforico della notizia che Temari aveva dato a tutta la famiglia riunita a consiglio una sera di febbraio.

-Beene- rispose la piccola sorridendo al papà. Che altro poteva dire un esserino così piccolo? Che cosa poteva o riusciva a cogliere dall'alto delle sue due dita e mezzo alzate quando le chiedevano che età aveva.

-E tu fai la brava e non la fai arrabbiare, vero?-

Chihiro sorrise e annuì. Tutti i bambini, a parer loro, sono degli autentici angioletti.

-Mi prometti che non farei i capricci?-

-Ti-

-Dammi un bacio-

La bambina già aggrappata al collo di avvicinò ancora di più con le manine paffutelle che premevano sulla carotide del padre e stampò un bello “smack” sulla guancia ruvida a causa della barba. Scosse la testa contrariata pulendosi la bocca con il dorso della mano. Evidentemente non le piaceva che Shikamaru avesse smesso di rasarsi.

-Via, via-

-Ma come seccatura, non sono più bello con la barba?-

-No-

-E quindi me la devo tagliare-

-Ti-

-Tutta, tutta?-

-Ti-

-Ahhh, sei uguale a tua madre, piccola peste. Ahhh che seccatura-

Era così tornato al punto di partenza di fronte alla porta della casa del Kazekage e famiglia. Le finestre erano illuminate in sala da pranzo e in cucina: si stavano preparando a cenare. Fece bussare alla porta a Chihiro, visto che insisteva tanto e dopo aver comprovato che nessuno aveva sentito i deboli toc toc, sbatté le nocche due-tre volte sulla superficie liscia.

Fu un'altra volta Temari ad aprire.

-Avresti potuto dire a che ora sareste tornati. Io devo preparare la cena- lo rimproverò, ma un'altra volta la sua voce si addolcì:-Ti sei divertita cerbiattina? Vieni dalla mamma che mi racconti tutto e ci andiamo a lavare le mani che è pronta la pappa-

Ma Chihiro rimaneva saldamente ancorata sul padre. Scosse la testa.

-Dai vieni- incalzò la madre, ma lei non ne voleva sapere. Allora Shikamaru per evitare un incidente diplomatico che avrebbe offeso subito quella permalosa di Temari staccò la bimba da sé tenendola a mezz'aria.

-Ahh che puzza! Che puzza!- esclamò ad alta voce -Io non voglio mica una bambina con le mani così sporche!- fece finta di annusarle -Bleah! Non darò mai dei regali ad una bimba così sporca-

La scenetta parve sortire il suo effetto e mentre Chihiro ormai a terra correva verso il bagno seguita dallo sguardo bonario della madre, Shikamaru si diresse verso la cucina dove aveva intravisto la zazzera di capelli castani di Kankuro.

-Ci sai sempre fare con i bambini tu- gli disse il fratello maggiore appena fu entrato. Stava apparecchiando la tavola mentre Gaara tagliava la verdura.

-Solo con la mia- fu la risposta di Shikamaru., che continuò -Come va?-

Prese i piatti e diede una mano.

-Come al solito. E tu invece, stanco dopo il viaggio?-

In risposta sospirò e disse: -Sono praticamente morto. In più sono dovuto andare n giro per mezza Suna per cercare una maledetta locanda per niente. E stanotte non so dove dormire-

Gaara si voltò alzando il coltello verso il corridoio: -Perchè non ti fermi da noi? Abbiamo il divano letto-

Kankuro e Shikamaru percepirono un luccichio di occhi nell'ombra, potevano sentire la disapprovazione di Temari da metri di distanza, ma Gaara non aveva avvertito il pericolo. Forse perchè nessuno poteva intimidirlo.

-Non vorrei disturbare- respinse lo shinobi di Konoha che avrebbe voluto accettare subito. Però non era giusto piombare a Suna di punto in bianco e imporre la propria presenza a Temari che aveva tutte le ragioni per evitarlo.

-Non ti preoccupare, sei uno di famiglia- rispose semplicemente il Kazekage che con questo ritenne la discussione conclusa. Kankuro in risposta al suo sguardo interrogativo rispose con un sorriso e un'alzata di spalle, come dire “non fare storie”.

Fu pervaso da una grande moto di riconoscenza verso i due fratelli che non gli avevano mai rimproverato niente, a differenza di Yoshino, e non l'avevano mai incolpato di quello che era successo. Forse perché, al posto suo, anche loro avrebbero fatto la stessa identica cosa.

Dopotutto per uno shinobi il villaggio e la fedeltà ad esso erano fondamentali. Era un'appartenenza inalienabile per ogni cittadino e nulla avrebbe potuto smuoverli dal loro mondo.

Neanche la donna che ami.

Neanche tua figlia.

Lui amava Temari, l'aveva seguita ad ogni passo della gravidanza e quando si era scoperto che non sarebbe potuta tornare a Suna fino alla nascita della bambina l'aveva accolta nel suo appartamento come se fosse davvero casa sua. Aveva eliminato le cose che non le piacevano, aveva riorganizzato i mobili come voleva lei. Temari non potendo fare sforzi era rimasta ancorata alla poltrona mentre lui, da bravo schiavetto con uno straccio legato in testa, eseguiva gli ordini.

Tutto sommato gli era piaciuto vivere con la seccatura, anche se seccava ogni 5 minuti e aveva dovuto rinunciare ad alcune delle sue libertà, come quella di dormire tutta la giornata di riposo.

Poi era nata Chihiro e lui se n'era subito innamorato più velocemente che con Temari, ma della stessa intensità. Non poteva immaginare che dall'unione di due teste calde e seccanti come le loro potesse venir fuori qualcosa di così straordinario.

Non aveva visto alcun problema all'orizzonte: lui, Temari e la bambina avrebbero vissuto a Konoha continuando quella vita a cui ormai era abituato.

Fu per questo che quando Temari gli accennò quella sera, Chihiro doveva aver avuto tre o quattro mesi, che sarebbe stato meglio iniziare a impacchettare i vestiti, Shikamaru non riuscì proprio a capire i motivi della sua ragazza o fidanzata, non si ricordava più.


-Brutto egoista!- aveva gridato la furia bionda -Come hai potuto pensare che io volessi vivere a Konoha per sempre? Ma hai provato solamente a chiedermi che cosa ne pensassi?-

Le prudevano le mani, aveva voglia di fargli male, di lanciargli addosso qualcosa che lo ferisse che gli facesse capire che aveva torto.

-Ma non ci hai pensato a me ? A cosa volessi fare della mia vita? Hai dato tutto per scontato? Non sono il fottuto angelo del tuo focolare Shikamaru Nara! Non sono una casalinga e non voglio esserlo. Io voglio combattere, fare del bene alle persone non portarti le pantofole quando torni la sera!-

Shikamaru non riusciva proprio a capire come fosse riuscito a scatenare un tale uragano. Avevo solo espresso la propria opinione in maniera calma e razionale. Perché mai Temari sarebbe dovuta tornare a Suna quando il suo ruolo di ambasciatrice lo poteva benissimo svolgere anche a Konoha?

-Ma non capisci che per me Suna è importante?! Non sarà tutta rosa e fiori come qui, non avremo le condizioni migliori per tutto come qui, ma lì ci sono le mie radici, la mia famiglia e il mio dovere è quello di servire il Kazekage-

-Dovere, dovere, dovere, sembra che non ci sia null'altro per te al mondo. Se io sono un egoista, tu cosa sei?-

-Io? Io ti avrei chiesto...-

-Non mi sembra, mi pare che anche tu dessi per scontato il fatto che io fossi disponibile a trasferirmi a Suna..-

Erano andati così per ore e per giorni, ,la bambina era stata presa in custodia da Yoshino che si sentì impotente in quel frangente. Non aveva potuto intromettersi, suo marito infatti, una volta mettendole una mano sopra la spalla le aveva detto che era venuto il momento di eclissarsi e lasciar fare le cose ai ragazzi senza impicciarsi. Ma così il loro legame si stava sfaldando pezzo per pezzo.

Si rinfacciarono tutto quello che si erano fatti reciprocamente: non era disposti ad accettare il pensiero dell'altro o a mettersi nei panni dell'altro. Ma questo sarebbe stato fin troppo semplice, perchè entrambi erano due ninja fedeli al loro villaggio e provavano un profonda attaccamento alla terra natia. Solo che riuscivano a vedere il loro sacrificio, ma non il valore di quello dell'altro. Per entrambi era sembrato ovvio vivere a casa come una famiglia. Non erano pronti quando era successo, non avevano voluto Chihiro, ma si erano immaginati un loro futuro insieme e avevano visto che poteva funzionare.

In due posti diversi, a tre giorni di cammino l'uno dall'altro.

All'ennesima sfuriata di Temari che era quella che alzava sempre di più la voce, Shikamaru sbattè con violenza la porta prima però di averle detto: - Beh, vuoi andartene? Vattene! Non avevi così tanta fretta prima? Prepara le tue fottute scatole e togliti di torno!-

Questo eccesso non era da lui, che per quanto brontolasse sempre e non gli andasse mai bene niente, risultava spesso accomodante e calmo. Quante volte era andato a Suna per lei, sfacchinando giorni e giorni per aver dei permessi correndo nella sabbia che ti faceva affondare ogni passo?

Se c'era qualcuno che non aveva capito nulla era proprio lei.

Se ne andò da Choji per qualche giorno.

Non tornò alla sera e lasciò Temari ribollire nel suo astio verso di lui, nella rabbia cancerosa che le logorava il cuore. Ripercorse tutte le liti tutte le ingiurie. E poi, dopo una notte insonne, pensò a tutti i momenti belli della loro relazione, a quanto lo amasse e scoppiò in lacrime. Pianse perchè aveva capito che non c'era più ritorno e che era finita con quell'egoista bastardo.

Quando Shikamaru fece ritorno a casa, dopo aver avuto il tempo di riflettere e calmarsi, non trovò nessuno. Temari, insieme allora loro bambina, se n'era andata per sempre.

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Salve!

Terzo giorno della Black Week e faccio iniziare un'altra delle mie "long", che non sono per niente lunghe, ma questo è una questione di prospettiveXD.

Come avete potuto notatre dal primo capitolo, questa volta i nostri due adorati protagonisti non si trovano nella solita situazione idilliaca che ci piace immaginare, anzi. Nel corso delle mie continue sperimentazioni su tema nero, mi sono accorta che mai una volta io mia sia soffermata a prevedere una situazione in cui i due fossero in rotta. Spero che possiate accogliere bene questo mio parto dell'estate scorsa .
La dedico alla mia senpai DirtyCharity per cui è stata scritta e che non ha voluto leggerla fino a quando non l'avessi terminataXD
A domani
!
   
 
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