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Autore: __love    30/03/2012    0 recensioni
Ragazze, i primi due capitoli possono risultare un po' un noiosi ma dal terzo entrano ufficialmente in scena gli 1D! Aspetto con ansia commenti e critiche.
Ogni sera metto un capitolo nuovo, se ce l'ho già pronto anche quello dopo. A presto!
:) xxx
Di origini probabilmente pakistane, labbra carnose, occhi grandi con una luce che li illumina in maniera singolare e lunghe ciglia, capelli rasati ai lati alzati in un ciuffo al centro e un sorriso da far invidia. Ecco come fu il primo impatto con la persona che sarebbe stata la mia salvezza e la mia rovina.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Blake cara! Da quanto!” mio padre ci corre incontro all’aeroporto, mi corre un brivido lungo la schiena. Lui tenta di abbracciarmi, io mi scosto e gli faccio un mezzo sorrisetto. Nascondo la mia ostilitá istintiva nei suoi confronti con la scusa di odiarlo per farmi condurre uno stile di vita da anni impraticabile per altre ragazze della mia etá. Mia madre mi guarda a mo’ di ammonimento, poi abbraccia Paul, e gli schiocco un sonoro bacio a stampo. Che esibizionismo squallido.
“Allora, quest’anno dove ti sei sistemato?” chiedo con un velo d’ironia.
“Proprio qui, a Londra”risponde fiero pensando di aver suscitato attenzione e ammirazione da parte mia. Almeno quello, almeno non in uno di quei paeselli arretrati dove compra casa di solito. Io preferisco non guardarlo neanche in faccia  e digitando il numero della mia amica mi allontano, in preda all’eccitazione.
“Debby, non sai che notizione! Vabbé da un lato sempre la solita storia, ma non puoi capire: mio padre quest’anno ha la casa a Londra e io me ne compro sicuro una tutta mia, ti rendi conto!? Richiamami appena ascolti”
Attaccando la segreteria entro in macchina con la mia allegra famigliola.
Il silenzio di questo momento per chiunque altro sarebbe al limite dell’imbarazzo, ma io mi metto le cuffie e lascio i miei alle loro smancerie.
“E questa é la casa! Bella eh? Vieni Blake ti porto nella tua camera!”
Io lo seguo silenziiosa con le valigie in mano. La mia stanza era bellissima, enorme e spaziosa, anche se io preferisco quelle piccole ed essenziali. Faccio un mezzo sorrisetto, come al mio solito, lui chiude la porta dietro di sé e mi si avvicina. Cosa diamine vuole?! Mi giro di scatto, lo vedo che vuole dirmi qualcosa appoggiandomi la mano sulla spalla, ma io con i bagagli e tutto apro rudemente la porta e scendo di sotto. Il cuore mi batte all’impazzata. Prendo il giornale che sta sul comodino all’ingresso e vado per le case in vendita o in affitto. Ne cerchio un paio, poco dopo sento riscendere mio padre. Senza salutare, chiamo un taxi e gli chiedo di portarmi nel punto piú conosciuto di Londra. Ovviamente mi porta al Big Bang. Dopo aver pagato, mi allontano un po’ sedendomi su una panchina di fronte ad un gelataio iniziando a chiamare per le case. Ne ho addocchiate cinque, le prime tre dicevano di dover direttamente chiamare per accordarsi sui prezzi, tutti troppo troppo alti. Il quarto offerente non risponde al telefono. Peccato,nella foto é raffigurata una bella depandance in affitto in un parchetto tranquillo e il prezzo é fattibile. Richiamerò piú tardi, ora prendo un attimo un gelato. A furia di guardare uscire di lí fiumi di persone che se lo mangiano, mi é venuta troppa voglia. Prendo la bolletta aspettando il mio turno, mi siedo su un tavolino di attesa e intanto giocherello col cellulare.
“72” riecheggia una voce profonda.
Stavo giusto telefonando l’ultimo offerente, ma lascio perdere quando sento chiamare il mio numero alzandomi di scatto e ordinando il mio gelato. I gelatai al lavoro sono due ragazzi: entrambi alti, sulla ventina, uno di origini probabilmente pakistane, labbra carnose, occhi grandi con una luce che li illumina in maniera singolare e lunghe ciglia, capelli rasati ai lati alzati in un ciuffo al centro e un sorriso da far invidia, l’altro con capelli a boccoloni disordinati, un sorriso enorme accompagnato da due fossette adorabili e penetranti occhi di un verde smeraldo. Il primo ragazzo stava per chiedermi con aria svogliata i gusti, quando il secondo sopraggiunge spingendolo via e facendomi un sorriso da un orecchio all’altro.
“Allora, cosa posso servirti?”
“Un cono pistacchio, cioccolato e stracciatella, grazie” gli rispondo ridacchiando sotto i baffi.
L’altro ragazzo intanto si guarda e mordicchia annoiato le unghie. Il ricciolino mi porge il gelato sorridendo, poi mi dice:
“Io stacco tra dieci minuti, non é che ci vuoi aspettare?” Sento l’altro sbuffare ostinatamente.
Ah, gli piacesse! Gli faccio un sorriso accennato e poi me ne esco, sperduta tra le vie di Londra. Dopo mezz’ora, non so in quale assurda maniera, mi ritrovo nella piazza qualche metro piú avanti della gelateria. Dei musicisti stanno suonando in un angolino, decido di sedermi appoggiandomi al muro di una chiesetta. Chiudo gli occhi e lascio cadere la testa all’indietro, quando li riapro noto che c’é qualcuno seduto accanto a me. Il gelataio. Piú avanti scorgo anche l’altro, quello piú scuro, con un gruppetto di ragazzi.
“Guarda che mi sono offeso che non mi hai aspettato!” dice vedendo che lo avevo notato
“Ahahah ma fammi il favore!” gli rispondo sarcastica
Non ricevendo una risposta, e avendo paura di essere stata un po’ troppo antipatica, aggiungo:
“Comunque piacere, Blake”
Lui mi guarda dritto negli occhi dicendomi semplicemente: “Harry” e porgendomi la mano dopo essersi aggiustato di sfuggita i capelli in maniera buffa, chinando la testa, scuotendoseli per qualche secondo e lisciandosi poi il ciuffo all’indietro. Poi dice con quel sorriso smagliante e continuandomi a tenere la mano: “Mi devi la vita!”
Io lo guardo incuriosita e scettica. Richiamo con un fischio l’attenzione del suo compagno ancora ignoto, che si avvicina subito lanciandogli un oggetto e urlandomi ironicamente:
“Sta attenta a non cadere nella sua trappola!” e rigirandosi poi senza aspettarsi una risposta.
Io decido di ignorarlo, anche perché sono rimasta incantata a fissare il suo sorriso, Harry fa una faccia scocciata ma decide di fare lo stesso sventolandomi davanti alla faccia quello che dovrebbe essere reale oggetto d’attenzione.
“Il mio cellulare? Come fate ad averlo voi?”
“La prossima volta magari non lo lasciare sul tavolino della gelateria, geniaccia! Oppure l’hai fatto apposta per rivedermi?” fa l’occhiolino.
Prima di restituirmi il mio amato fa un po’ di storie, poi me lo da dicendo:
“Ha chiamato una tizia, Deborah mi pare, io ho risposto e le ho detto che ero la segretaria – qui imita una voce esageratamente femminile - e che l’avresti richiamata. Poi ho visto che nelle chiamate effettuate hai il mio numero” sghignazza.
“Il tuo numero? Ma chi ti conosce! Ma poi scusa chi ti da il permesso di perlustrare in questo modo i fatti degli altri, altri di cui non sai nemmeno il nome?” incomincio ad innervosirmi.
“Calma tigre! Ok scusami, forse ho ficcanasato un po’ troppo negli affari tuoi, ma vorrei sapere come hai fatto ad avere il mio numero”
Nell’esatto momento in cui stavo per saltargli addosso e picchiarlo, gli squilla il suo cellulare. Salvo. Aspetto che chiuda la chiamata tenendo il broncio. Le parole dell’interlocutore sono incomprensibili, ma quando sento Harry rispondere dando informazioni su una casa condivisa mi si illumina una lampadina. Attacca il piú in fretta possibile e prima che possa dirmi qualunque cosa, esclamo dimenticandomi l’incazzatura:
“Ma certo, tu sei quello che ha messo l’annuncio sul giornale!”
Wowo non ci possso credere, questa é proprio fortuna!


Lo so, avevo detto 10 visualizzazzioni, ma mi guardava implorante pronto per essere sfornato! Non potevo lasciarlo lí! Se vi é piaciuto recensitelo o seguitelo mi farebbe molto piacere. Accetto con piacere critiche, dovrebbe essere piú lungo secondo voi?
xx
  
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