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Autore: fille heureuse    21/04/2004    13 recensioni
6 anno, Hermione comincia a capire di provare qualcosa per Ron ma non se la sente di rovinare un amicizia... Ron/Hermione, Harry/Ginny
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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COLOR BLIND LOVE


Chapt 14 TEARS



"Ascoltarmi mai è?" chiese Draco rialzandosi da terra e scrutando attorno a se.
Harry non rispose subito, era ancora scioccato, se ne stava li. Seduto sul pavimento di pietra...
"Merda! Ti rendi conto che siamo nella merda?" disse Draco ansioso guardando male Harry.
"Perchè diavolo non l'hai lasciata quella piuma maledetta eh?!" gli urlò.

Harry si alzò, furioso, e lo prese per il colletto.
"Che cazzo fai? Ti metti a farla a me la predica? E dove DIAVOLO siamo?! Si può sapere?" gli urlò in faccia.
"Dove non vorresti mai essere, questo è sicuro." disse Draco liberandosi dalla stretta di Harry.
"Strano che non siano già qui...".
Harry sapeva dov'era. L' aveva già visto quel posto... proprio quella notte, nei suoi sogni.
Ma la sua mente si rifutava di crederlo.
"Senti, parla chiaramente, perchè ti giuro che non ci sto capendo un c..." cominciò Harry, ma fu interrotto da un numero imprecisato di rumorosi crack intorno a loro.
Apparvero almeno cinque o sei figure incappucciate.

"Esigo una spiegazione Draco!" ordinò uno degli incappucciati con disprezzo.
Draco si fece avanti, fino ad arrivare vicino ad Harry, ma non rispose.
D' un tratto apparve una poltrona foderata di velluto rosso, su un lato della gelida stanza, tutti i mangiamorte vi si avviarono.
Uno degli incapucciati si sedette e si tolse il cappuccio, gli altri mangiamorte seguirono il suo esempio, levandoseli a loro volta.

Harry sentì un impeto di rabbia bruciante, che riuscì a stento di dominare, un odio profondo per l' uomo che gli stava davanti, e che lo fissava con un sorriso o almeno, una specie di sorriso.
"Premettendo che sono molto irritato dal comportamento di tuo figlio Lucius..." disse Voldemort, guardando il mangiamorte, che era rimasto accanto ai due ragazzi invece di segure gli altri.
"Almeno il mio illustre ospite e qui!" continuò, e si rivolse a Harry con un sorriso fissandolo intensamente, come se riuscisse a leggergli dentro.
"Ah se fossi dei nostri, tutto quell' odio che provi sarebbe ben accetto qui, Harry," disse.
Harry provò un ondata di rabbia ancor più forte, non voleva sentir pronunciare il suo nome da lui...

"Allora?" chiese Voldemort.
"Allora cosa?" domandò Harry con la voce tremante di rabbia.
"Pensavo fossi più sveglio... Ti sto offrendo la possibilità di unirti a noi," allargò le braccia "di diventare uno di noi... anche il tuo amico qui, avrebbe delle ottime qualità..." disse fissando Draco che ricambiava lo sguardo con aria di sfida.
All' improvviso Harry scoppiò a ridere. Non intendeva farlo. Ma non era riuscito a trattenersi.
"Mai." disse semplicemente il ragazzo.
I mangiamorte, dietro al loro padrone, si agitarono bisbigliando, per l' insolenza di Harry.
Anche Voldemort rise, una risata terribile, senza gioia.
La cicatrice di Harry bruciò più forte. "Vedremo se sarai così fermo quando avrò finito con te." disse, poi si rivolse a Lucius.
"Usa una passaporta per condurre tuo figlio a casa Lucius... E scegli cosa vuoi fare con lui." disse, poi fissò attentamente anche Draco...
Rise di nuovo "Non ho mai visto tanto odio in un ragazzo solo!" esclamò entusiasta rivolto a Malfoy.
"Sarebbe un peccato Lucius, un vero peccato, perdere questo ragazzo. E ora vai Draco." ordinò.

Lucius fece comparire un vecchio libro logoro e mormorò " Portus "

Il libro brillò, trasformandosi in una passaporta, poi tornò normale.
"Toccalo." ordinò Lucius al figlio con voce aspra.
Draco fece un gran sospiro e un passo avanti.
Harry distolse lo sguardo da lui.
Sarebbe restato da solo. Ma qualunque cosa gli si prospettasse, non avrebbe mollato.
Mai.

"No." disse Draco al padre.
Altri mormorìì da parte dei mangiamorte.
Harry rimase a bocca aperta per la sorpresa. Si sarebbe apettato di tutto, ma non quello, era convinto che Draco se ne sarebbe andato, e di corsa anche.
"Cosa? " chiese Lucius.
"Hai capito benissimo." disse Draco con voce carica d'odio, ritornando al fianco di Harry, che non riusciva a mascherare lo stupore.
Ci furono alcuni minuti in cui nessuno parlò, ognuno con i propri pensieri.
"Non dire idiozie," disse Lucius afferrando il figlio per il braccio "adesso vieni via con me."
"Ti ho detto di NO!" urlò Draco spingendo il padre.
"Io direi di schiarirgli le idee, Lucius..." suggerì Voldemort.
Lucius guardò Draco come se fosse un qualche tipo d'orribile mostro.
" Crucio " disse e, senza indugiare, puntò la bacchetta adosso al figlio.
Draco finì per terra, a contorcersi. Ma, cosa straordinaria, non urlava.

Harry rimase ancora più scioccato dal fatto che Malfoy torturasse suo figlio senza battere ciglio, e stava quasi per buttarglisi addosso, per fermare quell' orrore, ma Lucius smise da solo.

Draco rimase alcuni secondi a terra, con il viso tra le mani, poi s'alzò, lentamente. Tremava.
Ma, e Harry ne era sicuro, non era solo per il dolore, lo vedeva nei suoi occhi, vedeva che il suo cuore era pieno d' odio.

D' odio per l' uomo che l' aveva appena torturato e che adesso lo guardava come per dire "Te lo sei meritato".
Come non odiarlo? si chiese Harry.

Voldemort scoppiò nell' ennesima risata.
Tutti i mangiamorte, schierati dietro di lui, lo imitarono, Lucius si limitò ad un sorriso compiaciuto.
Anche Harry cominciò a tremare, per la rabbia.
Non lo sopportava.
"Non vuoi venire a casa Draco?." chiese di nuovo Lucius con voce amabile.
Il ragazzo si erse in tutta la sua statura, era alto come il padre.
Harry non potè far a meno di provare pena per lui, tremava ancora e lui sapeva che dolore tremendo comportasse la maledizione Cruciatus... inoltre aveva il labbro sanguinante. Evidentemente per non urlare si era morso da solo.
Draco guardò il padre negli occhi, dentro aveva come un fuoco, provava un dolore per cui non riusciva a trovare parole.
Come aveva potuto torturarlo?
Aveva la bocca piena di sangue, probabilmente anche un dente scheggiato...
"RISPONDIMI MALEDIZIONE!" urlò Lucius a due centimetri dal viso di suo figlio.
Draco, per tutta risposta, gli sputò in faccia.

Sangue e saliva colavano sul bel viso di Lucius Malfoy.
Fu la volta di Draco di ridere.
Lucius divenne di tutti i colori.
"A casa? Quella non è mai stata la mia casa. E tu non sei mai stato mio padre. Un cane avrebbe fatto il padre in maniera migliore di te! Io ti odio." urlò Draco con estremo disprezzo.
Poi aggiunse con voce chiara, senza più tremare "Ti ho sempre odiato."
Silenzio.
Harry s' avvicinò ai due Malfoy.
Lucius sembrava rimasto senza parole.
"Vieni qui Lucius." disse Voldemort senza più sorridere.
Lucius obbedì diligentemente.
"Si ecco... proprio come un cagnolino." disse Draco senza riuscire a trattenersi.
"Non sprecare il fiato ragazzo. Ti servirà per dopo. Perchè urlerai. Eccome." disse Voldemort con una voce flebile, quasi un sibilo maligno, che però s' udì perfettamente nella segreta.

I mangiamorte si misero a confabulare tra loro.
Harry si andò al fianco di Draco.
Il sangue gli colava abbondante sul maglione.
Harry, senza pensarci, gli porse il suo fazzoletto.
Draco l' usò come tampone, ringraziandolo con uno sguardo. Come se avesse paura delle parole.

Tutti i mangiamorte si smaterializzarono sotto lo sguardo dei ragazzi in attesa. Tutti tranne Voldemort Mcnair e Lucius.
"Sarete miei ospiti qui per un po'... poi tornerete dal caro Silente. Resta da vedere se vi riconoscerà." disse.
I due cercarono, istintivamente, le loro bacchette. Ma senza successo.
Voldemort le sventolò. Gliele aveva prese lui, chissà quando.

"Ti divertirai a torturare due ragazzi? Non è troppo poco per te?" chiese Harry sarcastico.
"No, ti sbagli Harry, oltre che un immenso piacere, torturarti è il modo migliore per fare del male a lui. Anche se un po' ho già vinto. Ti ho portato via da sotto il suo lungo naso..." rispose Voldemort compiaciuto.
Harry era talmente arrabbiato che non riusciva a provare paura, guardò Draco al suo fianco, e si convinse che anche per lui era così.
Era pronto.
Non aveva via di scampo.
Voldemort alzò la bacchetta.
Harry si preparò fece un bel respiro. Pensò a Ginny e sorrise.

"Crucio." sentì pronunciare da una voce maligna.
Di lì a pochi secondi sarebbe stato colpito dalla maledizione.
Ma qualcosa andò storto, Draco gli si parò davanti e la maledizione ricadde su di lui.
Finì di nuovo al suolo. A contorcersi. Questa volta però si udirono dei gemiti.
I tre mangiamorte rimasero basiti di fronte al gesto del ragazzo.
Voldemort non cercò nemmeno d' interrompere la maledizione, tanto era stupito.
Harry non ci capiva più nulla.

Voldemort alzò la bacchetta. Il ragazzo era per terra, ansimante.
Harry si precipitò ad aiutarlo. lo rimise in piedi.
"Ma... sei pazzo... perchè?" gli chiese piano sorreggendolo.
Ma lui non rispose.
"Cosa diavolo credi di fare? L'eroe?" chiese Lucius, sempre con quella voce carica di disprezzo.
"No. Non faccio l' eroe... cerco solo di rimediare ai miei errori. Dopotutto, è colpa mia se lui è qui. No?" rispose il ragazzo.
Lucius era rosso di rabbia. Con un incantesimo paralizzò il figlio. Riusciva solo a muovere gli occhi.
Voldemort torturò Harry.

Draco perse il senso del tempo. Da quanto stava torturando harry? Dieci minuti? Sembravano ore...
Lui era li, come una statua, mentre in realtà avrebbe voluto urlare.
Finalmente Voldemort cessò di torturare harry e Draco venne liberato.
Corse immediatamente dal ragazzo che era steso a terra.
"Ce la fai ad alzarti?" chiese piano Draco in modo da non farsi sentire dagli altri.
"Certo." rispose Harry con voce incrinata. E gli sorrise.
Draco s' incupì. "Mi dispiace harry..." si scusò piano " da morire." concluse.
Harry gli sorrise di nuovo e si alzò.
"Bene!" disse Voldemort velenoso "Vedo che nessuno di voi due ha voglia di urlare ma ci penserà Mcnair... Sono stufo dei vostri eroismi inutili. "
Il boia che doveva giustiziare fierobecco si fece avanti.

Nello stesso istante Draco corse in avanti, era stufo di vedere quel sorriso insopportabile sul viso di suo padre.
A dirla tutta era stufo di vedere il suo viso.
Così s' avventò su di lui e con tutta la forza che aveva gli tirò un pugno in pieno viso.
Poi cercò di colpire tutte le parti di lui che gli capitavano a tiro.
"Sei un bastardo! Vai all' inferno brutto figlio di puttana!" gli urlava fino a lacerarsi la gola.
Lucius lo allontanò da se con un incantesimo.
Draco cominciò a piangere.
Harry sentì come una morsa nello stomaco. Voleva aiutarlo.
"Ti odio..." continuava a ripetere Draco tra le lacrime.
"L' hai voluto tu." lo minacciò Lucius furioso.

Pronunciò un incantesimo a voce molto bassa. Si sentì come il sibilare di una frusta. Draco arretrò di parecchi passi.
Una cicatrice purpurea gli era spuntata sulla guancia sinistra.
Harry non ne capiva il motivo, tantopiù che Draco non era ferito...
Il ragazzo smise di piangere. E si toccò la guancia.
"Vai Lucius. Ti chiamerò dopo."
Lucius si smaterializzò.
Harry non capiva assolutamente niente.
Draco continuava a toccarsi la guancia con la mano, senza parlare.
Voldemort notò l' espressione disorientata di Harry così disse:
"Quel segno si fa per diseredare. Lucius ha fatto si che Draco appartenga più alla famiglia Malfoy. Gli rimarrà per sempre." Harry guardò Draco che era ancora fermo immobile. "Adesso sei figlio di nessuno Draco." disse Voldemort.
Draco lo fissò.
"E adesso basta giocare." concluse.
Dal nulla comparvero due fruste di cuoio spesse due dita.
"Ogni volta che verrete colpiti dovrete contare ragazzi miei. E spero che Silente vi abbia insegnato cosa viene dopo il 100..." Voldemort rise e costrinse i due ragazzi ad inginocchiarsi.
Le fruste sibilarono da sole nell' aria, andando nello stesso istante a colpire le schiene di entrambi.
Non parlarono.
"Via quei maglioni. Attutiscono troppo." appurò Voldemort facendoli sparire.
Harry e Draco rimasero a torso nudo.
Le fruste sibilarono di nuovo e il dolore che avevano sentito prima si raddoppiò. Ma non contarono comunque.
Voldemort fece un accenno al boia che li colpì ripetutamente tre volte.
Il dolore fu immenso.
"Contate." ordinò Voldemort. "Ma si ricomincia dall' uno."
Altri due sibili.
"Uno." dissero due voci piene d' odio.


Arrivati a cinquanta frustate i ragazzi cominciarono a perdere la ragione, esisteva solo il dolore.
Riuscivano a mala pena ad aprire la bocca.


Erano le quattro del pomeriggio. C'era silenzio.
I due ragazzi erano stesi a terra, coperti dal loro stesso sangue.
Respiravano a fatica e ogni respiro era una sofferenza.
"Abbiamo finito mio signore. Se li colpisco alncora non ce la faranno. Però anche se non li colpisco potrebbero morire dissanguati." informò Mcnair.
"Perfetto." Voldemort si alzò. Andò verso i due ragazzi e gli ordinò d' alzarsi.
I due s' alzarono a fatica, senza fiato.
Fuori da quella stanza di tortura, da qualche parte si sentivano degli uccellini cantare.
Un suono così strano per i due ragazzi doloranti. Faceva quasi male.

"Tranquilli, tornate da Silente. E... ringraziatelo da parte mia." disse Voldemort dolce.
Poi si parò davanti a loro guardandoli con quei suoi occhi rossi.
"La prossima volta non sarete così fortunati." detto questo li fece sparire dalla segreta.

Si ritrovarono nel parco di Hogwarts.
Era così bello. Tutto coperto di neve.
Videro dei ragazzi vicino alle serre. Anche gli studenti li scorsero e cominciarono a correre verso di loro urlando.
Avevano un gran freddo, ma i lasciarono cadere entrambi appoggiando la schiena nuda sulla neve fresca, in cerca di un po' di conforto.
I passi s' avvicinavano.
Arrivò prima qualcun altro.
Lo distinsero appena, con gli occhi pieni di lacrime.
Un uomo alto, con la lunga barba bianca come la neve.
"Silente." tentò di dire Harry, ma non ci riuscì.
Silente scomparve insieme ai due ragazzi, sulla neve candida rimasero solo due grandi chiazze rosse.







Ciao!!! Ringrazio tutti quelli che mi recensiscono. Non so più in che modo farlo quindi....
Vi dico semplicemente grazie ^^.
Scusatemi se non aggiorno molto spesso ma ultimamente sono super impegnata!!!!
Ma continuate a seguire la mia fic lo stesso! Vi prego!
Un bacione, a presto.
Eli
  
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