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Autore: _Milla3    31/03/2012    6 recensioni
E se, sette anni dopo, Felì tornasse a Fairy Oak? Magari per fare da fata-tata, stavolta, proprio ai figli di Jim e Vaniglia? Cosa succederebbe?
UltimoCapitolo.
Vaniglia e Jim, orgogliosi, sedevano in prima fila, vicini a Leòn e Violetta. Accanto a loro, c'era Pervinca - Grisam, il sindaco, era dietro le quinte - , con una bambina in braccio. Sun, la sorellina di Stella, era nata qualche mese prima. E il nome era stato la cosa più semplice. «Abbiamo già la nostra stella» aveva detto semplicemente Pervinca «Quindi ora manca il sole della casa.». Tomelilla non aveva obbiettato, ed aveva iniziato, tutta contenta, a riempire la casa di girasoli.
Accanto a loro sedevano Stella e Willow.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Fairy Oak..Dopo.[Camelia's and Stella's adventures]'
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Camelia
 

«»Era passato un mese. La mia vita aveva ripreso a scorrere,niente appuntamenti clandestini. George continuava a restare a Fairy Oak. Sembrava volesse rimanerci. Non farti illusioni, Camelia, presto andrà via. Ma era impossibile non farsi illusioni quando lui, la mattina, portava i cornetti appena sfornati in casa Burium e poi mi veniva a svegliare. Io ero già sveglia da un pezzo, ma avevo fatto quello che dovevo fare senza vestirmi. Quando sentivo bussare alla porta e mamma che diceva: «Grazie, sei proprio un ragazzo gentile!», mi fiondavo di nuovo sotto le coperte, e chiudevo gli occhi.
Credo che lui sapesse che in realtà ero sveglia. Ma il suo modo di svegliarmi era tanto dolce che non potevo farne a meno. Si sedeva sul mio letto e, accarezzandomi i capelli, mi dava un bacio sulla testa. «Svegliati, ragazzina, che fai tardi a scuola.». Io sorridevo, facevo finta di stiracchiarmi e aprivo gli occhi. «Ti aspetto giù.» Mormorava lui «Così facciamo la strada insieme.».
George non andava a scuola, l'aveva già finita anticipatamente e con corsi accellerati,  però mi accompagnava lo stesso tutte le mattine. Anche perché Leòn usciva prima di me, per andare a prendere Violetta, e Stella non si faceva mai trovare in casa, visto che Willow, il suo nuovo ragazzo, l'andava a prendere tutti i giorni. Quando ero pronta - di solito in dieci minuti, visto che dovevo solo vestirmi - scendevo a fare colazione. Lui era lì, seduto, che chiacchierava amabilmente con i miei genitori, e mangiava con loro. Mi sedevo, mangiavo, e poi uscivamo insieme. 
Insisteva sempre per passare per casa di Cassia. «Beh, è la persona per cui hai lottato così tanto. E vorrei conoscerla.» Ogni mattina ci fermavamo dieci minuti lì, giocavamo con Cass e poi mi accompagnava a scuola. Era ormai un mese che andava avanti così, quando un pomeriggio, mentre facevo i compiti, fece irruzione nella mia camera.

 

Voce esterna
 

«E' arrivata, Mel, è arrivata!» Gridava George, sventolandole avanti al naso un foglio di carta. Lei non capiva. Con titubanza lo prese in mano. «Forza, aprila!» Lei l'aprì. La lettera al suo interno diceva così:

Gentile signorina Camelia Burium, lei non mi conosce. Mi presento, mi chiamo Howe Milton, e sono il Capo dell'Assemblea dei Saggi. Quello vero, mi pare necessario aggiungere. Le scrivo, innanzitutto, per ringraziarla del coraggio dimostrato, ad incontrarsi clandestinamente con degli sconosciuti, ad aver fatto più volte richiesta per l'abolizione della legge sull'Infinito Potere, e ad aver salvato il mio segretario da orrendi pericoli.
Ci tenevo ad informarla che l'uomo che vi ha sequestrati brutalmente è stato arrestato, ed ora non vi darà più problemi.
In questi giorni in cui il mio fidato segretario è stato a Fairy Oak, ha potuto interagire con Cassia Corbirock, ha potuto vedere come sia cresciuta - e ancora stia crescendo - bene, ma ha anche notato di quanto la piccola senta la mancanza della madre.
Ahimè, la legge è quella. Può esistere solo un Infinito Potere alla volta. Ma ci è venuta un'idea. Le spiegherà tutto George che, a propostio, ha espresso richiesta per restare a Fairy Oak. Arrivederci e distinti saluti. Howe Milton.

 

Camelia guardava George con occhi sgranati, dimenticandosi per un momento che lui avrebbe dovuto darle informazioni sulla legge. «Rimani a Fairy Oak?» Sussurrò, come se dirlo ad alta voce potesse cambiare qualcosa. «Eh già» disse lui «Lo considero un bel posto, avete una storia interessante, una vegetazione non irrilevante ed una grande concentrazione di magia. E...» Aggiunse, notando l'espressione delusa di Camelia «Inoltre qui abiti tu.» Lei sorrise. L'era venuto il dubbio che lui rimanesse lì solo per 'Studiare' Cassia, e non per lei.
«Ah...» Non sapeva che dire «Beh, allora dimmi, che idea è venuta al signor Milton?». Lui la guardò serio. «Beh, ha pensato. Ovviamente non può prendere tutti gli Infiniti Poteri che ci sono, e farli ritornare alla normalità, il mondo sarebbe un disastro! D'altro canto, ha ritenuto davvero molto ingiusto che Cassia non potesse conoscere sua madre, e che come lei fosse destinata a non conoscere sua figlia. Insomma. Te la faccio breve. Shirley può tornare. Senza poteri, ovviamente. E quando l'Infinito Potere sarà in attesa di un figlio, verrà portato in una struttura specializzata. Al momento del parto, le verranno tolti i poteri, in modo che, non avendoli più, non ci saranno pericoli.»
Camelia lo guardava con espressione scioccata. Poi cacciò un urlo e gli buttò le braccia al collo. 
«Dio George, è stupendo! Non vedo l'ora di dirlo a Cassia!»
Lui la strinse nelle sue braccia. Non serviva dire a Camelia che, per far passare quella legge, aveva rinunciato al suo posto di lavoro. Avevano richiesto un sacrificio. I saggi dell'Assemblea sapevano essere perfidi. Non che gli importasse, sarebbe comunque rimasto lì. Il suo posto - ora lo sapeva - era dove c'era Camelia Burium.



Felì
 

Eravamo tutti orgogliosi di Camelia. Alla fine c'era riuscita, nonostante avesse intorno milleuno persone che le ripetevano che non poteva farcela, che era impossibile. Ed invece lei, insieme a quel giovane così gentile, aveva reso felice tutto il villaggio. In particolar modo una donna che aveva provato la sensazione di essere un albero, un uomo che aveva cresciuto una bambina da solo, e che aveva perso la moglie in giovane età, ed una bambina.
Una bambina con dei capelli rossi, con gli occhi neri. Una bambina speciale. La stessa bambina che in quel momento era seduta, sulle sedie avanti al palco, in braccio a Shirley Poppy. Ci era voluto un po', era vero. Ormai era passato un anno, e Shirley era con noi da quasi due mesi. 
Vaniglia e Jim, orgogliosi, sedevano in prima fila, vicini a Leòn e Violetta. Accanto a loro, c'era Pervinca - Grisam, il sindaco, era dietro le quinte - , con una bambina in braccio. Sun, la sorellina di Stella, era nata qualche mese prima. E il nome era stato la cosa più semplice. 
«Abbiamo già la nostra stella» aveva detto semplicemente Pervinca «Quindi ora manca il sole della casa.». Tomelilla non aveva obbiettato, ed aveva iniziato, tutta contenta, a riempire la casa di girasoli. 
Accanto a loro sedevano Stella e Willow. Quel ragazzino era cambiato davvero, grazie alla nostra piccola. E adesso era simpatico a tutti. Tranne ad Abel Bugle che, si era scoperto, aveva una cotta per Stella. Ma tanto, gli sarebbe passata.
Mancavano Camelia e George, che in quel momento erano dietro le quinte. Infatti lo 'spettacolo' altro non era che una premiazione per i due, che avevano riportato Shirley fra noi. Volai da loro, ma mi fermai a distanza. Parlavano.

«Sei nervosa, Mel?» Le aveva chiesto lui. La mia bambina scosse la testa «No, no. Però tu non lasciarmi la mano, là sopra, non si sa mai.» Lui sorrise. «Non te l'avrei lasciata comunque, lo sai.» Sorrise anche lei.
Feci un rapido calcolo. Avevo quattro bambini a cui badare. Sarei rimasta lì almeno altri quindici anni, per Sun. In questi quindici anni, Leòn, Stella e Camelia avrebbero potuto avere dei figli. E avrei dovuto badare anche a loro? 'Rassegnati Felì' mi dissi, per niente triste di questa consapevolezza 'Ti toccherà restare a Fairy Oak per il resto dei tuoi giorni.'

«Salgano sul palco i nostri due nuovi eroi. Un grande applauso, per favore, a Camelia Burium e George Hamilton!» La voce di Grisam risuonò per tutta la piazza. I due, tenendosi per mano, salirono sul palco.
Non importa cosa successe. Importa solo che, in quel momento, vedendoli così, vicini e innamorati, io seppi che niente avrebbe potuto essere più perfetto.


Spazio dell'autrice:



Sto piangendo, sapete? Mi spiace dirvi che questo era l'ultimo capitolo. (Sento gente che urla 'DAVVERO? FINALMENTE!') Spero vi sia piaciuto. Ringrazio tutti quelli che hanno letto, recensito, che hanno inserito la storia nelle seguite o nelle preferite. Tutti davvero, insomma, ma in particolar modo Magical Amber, che ci è sempre stata, ed ha sempre letto tutto. 
Magari ci sarà un continuo un giorno, chissà. O anche qualcosa che si può inserire all'interno. Intanto il personaggio di Camelia mi piace parecchio, e probabilmente ci scriverò ancora su, avete solo da chiedere, d'accordo? Alla prossima, e grazie ancora a tutti. 
Much Love, Mills97 <3
  
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