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Autore: Nobody_    31/03/2012    2 recensioni
"Vivere la vita come viene, vivere la vita alla giornata. Del passato rimangono solo ricordi, che belli o brutti che siano ci hanno portato ad essere ciò che siamo ora."
Genere: Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Difettosa

Capitolo 1


Cause it's true
I'm nothing without you!

 

 

Vivere la vita come viene, vivere la vita alla giornata. Del passato rimangono solo ricordi, che belli o brutti
che siano ci hanno portato ad essere ciò che siamo ora. E' tutto ciò che mi ha insegnato mio padre, o meglio,
ciò che ricordo di lui. E' poco, ma ero piccola quando ci ha abbandonati, di lui ricordo a mala pena il volto.
Di lui ho poco, sia per ricordi che per altro. Non mi ha lasciato niente di materiale, solo qualcosa nel DNA, quell'inconfondibile carattere freddo e distaccato, ma è nei caratteri somatici che mi ha lasciato la sua eredità
più ricca. O almeno, così dicono mia madre e mio fratello. I suoi occhi neri sono gli stessi di cui oggi mi vanto io,
così profondi ed espressivi, ed i suoi lineamenti, squadrati ma che ispirano dolcezza e fiducia. Porto i miei capelli
spesso raccolti in una coda di cavallo, mi piace dare l'idea da rapper dannata delle scure strade del Bronx;
e a dirla tutta non è neanche così lontana la realtà. Eppure io di lui ho un ricordo così vago, solo il suo profumo
di pino che mi pungeva ogni santa volta che si avvicinava. Quella sua barba rasata male per la fretta di andare
a lavoro ed uscire di casa. "Siete uno sbaglio" ripeteva spesso, uno sbaglio... Non credo si possano avere figli per
sbaglio, un figlio o lo si vuole o si usano precauzioni. Il nostro mondo è avanzato, è inconcepibile l'idea di "un figlio
per sbaglio". E' più verosimile l'idea di un figlio inizialmente desiderato, cresciuto male e che non lo si riconosce
più come suo. Anche se non credo a queste cavolate, un figlio se lo si vuole lo si ama, senza condizioni. Anche se non
si hanno possibilità economiche, lo si ama, perchè l'amore non ha prezzo.
Lo so, non sembra che io abbia le idee molto chiare, ed in effetti per certi aspetti è così; ma di una cosa sono certa,
che la mia vita è un foglio bianco e tocca a me scriverlo. Non voglio essere come mio padre. Voglio prendere in
mano il mio destino, non voglio che vada tutto come deve andare. Perchè quel "tutto come deve andare" a me
potrebbe non stare bene, e sono in dovere di cambiarlo. Non credo che sia già tutto scritto, e se veramente è già
tutto scritto prenderò una gomma e cancellerò, per poi scrivere ciò che a me sta bene. 
Non sono cristiana, ma neanche Atea. No. Sono Agnostica. Detto in poche parole credo in Dio, ma sono consapevole
che è inutile pregarlo, tanto lui di noi non se ne frega niente. 
Ho un migliore amico, sì, lui è fantastico. E' una persona stupenda. Lui è tutto ciò che ho, viene ancor prima della famiglia. Se ne sono innamorata?! Sì, ma è un amore fraterno.. E' sempre lì per me, nonostante tutto, e mi sopporta, anche quando mi sono fatta lui è lì, pronto ad accogliermi tra le sue braccia. Si chiama Guglielmo, ma io lo chiamo Bibo. Non ricordo neanche perchè lo chiamo così, ma l'ho sempre chiamato in questo modo e continuerò a farlo.
Lui è un anno più grande di me, è al terzo anno del liceo. Dice sempre che anche io dovrei andare a scuola...
ma gli ho spiegato più volte che non ho tempo per studiare, devo pensare alla mia famiglia. 
E' mattino, un rumore mi sveglia. Qualcuno ha bussato alla porta di casa, la mia piccola casetta a pian terreno.
Scosto le tendine che separano la vita del mondo esterno dalla mia piccola Tana e vedo lui, con quei suoi meravigliosi occhi verdi e quel ciuffo che gli cade sempre leggero sulla fronte, che mi sfoggia uno dei suoi sorrisi più belli.
Gli sorrido in risposta e lo faccio entrare. Mi stampa un bacio sulla fronte e io lo abbraccio stretto. Non era
neanche passata una settimana dall'ultima volta che ci eravamo visti, ma a me sembrava un'eternità.
Finalmente si decise a parlare. Lo conoscevo quel sorrido che aveva sulle labbra, era successo qualcosa
di spettacolare, ed io fremevo dalla voglia di sapere cosa. - Finalmente ho trovato quella giusta-. Sbuffai.
Era la terza volta in due mesi che glielo sentivo dire, e puntualmente dopo poco meno di due settimane arrivava
a casa mia con il morale sotto i tacchi e rimaneva da me per giorni, fin quando non gli passava questo stato d'animo. -Certo,- gli risposi -... Come era giusta Natalie, Stefania... e chi altra??- continuai ironica mentre lui mi fulminava velocemente con lo sguardo. Gli sorrisi e lo abbracciai. -Ma, se credi anche stavolta che sia quella giusta,fa ciò
che ti senti di fare. Lo sai che io sarò sempre qui per te!- Avevo cambiato velocemente il tono di voce, adesso era
dolce e apprensivo. Tutto ciò che volevo era vedere la felicità nei suoi occhi, la stessa felicità che ormai mi ero
rassegnata a non vedere mai nei miei. 
*
Era passata una settimana da quando Guglielmo era arrivato nella mia piccola Tana e mi aveva detto di aver
trovato quella giusta. Non avevano ancora mai litigato. Iniziai a convincermi che forse era davvero quella giusta
per lui. Si chiamava Martina. Aveva la mia stessa età, ma lei era il mio opposto: bionda, con gli occhi celesti, alta,
con un fisico invidiabile. Perfettina e simpatica, sembrava fin troppo finta quella ragazza. Era questa l'unica cosa
che temevo. Era fin troppo perfetta, ma per lo stesso motivo per il quale quella mattina avevo incoraggiato Bibo
a fare ciò che si sentiva, adesso fingevo di provare estrema simpatia nei confronti di quella Barbie umana.
Guglielmo sembrava felice con lei, e a me faceva piacere, perciò continuai la mia recita finchè, una sera, tornando
a casa, passai per una stradina buia che portava a casa mia. Seduti sulla panchina sotto ad un lampione che faceva
poca luce, c'erano due ragazzi abbracciati stretti intenti ad amoreggiare. Inizialmente sorrisi, ma quel sorriso si
spense quando misi a fuoco il volto della ragazza. Fin troppo conosciuta. Fin troppo perfetta. -Pu**ana...- esclamai
in un sussurro, accellerando il passo e avvicinandomi alla panchina. Tossii piano, come ad avvisare che ero lì, e la guardai. Lei si staccò dal tipo, e aprì gli occhi con un espressione seccata. Finalmente si accorse che ero io. Si alzò di scatto, e la vidi correre con gli occhi attorno a sè, come a cercare una scusa. La guardai schifata. Era pietosa,
nella sua gonna rosa confetto, la sua maglietta bianca, a stento si teneva su quel tacco 12 che si divertiva a portare. Sorrisi. Come per farle capire che non avrei detto nulla a Guglielmo. -Non ti preoccupare- sussurrai, in modo che
solo lei mi potesse sentire. Feci per voltarmi, ma velocemente caricai un pugno e glielo sferrai in faccia. Lei perse l'equilibrio e cadde sulla panchina. Mentre me ne andavo sentii che qualcuno mi arrivava da dietro. Era il tipo
che stava amoreggiando con lei. Mi spinse, caddi a terra e andai a sbattere la testa. Che cosa strana, ero proprio
davanti alla porta della Tana, qualche passo e c'ero dentro... ma ora ero a terra. Del seguito non ricordo niente. 
Delle braccia, mi stringevano, mi sollevavano. Un letto, un cuscino, fresco, sicuramente candido. Aprii a fatica
gli occhi. -Bibo..- sussurrai. Non mi sorrise. Mi guardò male. -Ora mi spieghi cosa diamine hai combinato- Mi misi
seduta, e lo guardai negli occhi. Come facevo a dirgli che avevo visto la sua amata fidanzata intenta ad amoreggiare
con un tipo? Presi fiato e gli raccontai tutto. Inutile dire che la sua espressione fu di odio, verso chi non l'ho mai capito,
se verso la sua ragazza (o ex?) o verso il tipo. Credo fosse per entrambi, ma non gliel'ho mai chiesto. 

 
--
 
Ringrazio molto per i commenti ricevuti, mi ha fatto molto piacere.
Spero vi divertirete a commentare anche questo primo capitolo.
A dirla tutta il capitolo originale è molto più lungo, ma per EFP
mi sto divertendo a spezzettarlo in modo da creare un po' di suspance
tra i lettori.
Un bacio a tutti.
Nobody_
  
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