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Autore: milly92    01/04/2012    5 recensioni
Tutti noi non facciamo altro che immaginare la New Generation, composta per la maggior parte dai figli e dai nipoti di Harry, Ron e Hermione. Al massimo ci aggiungiamo Scorpius, i gemelli Scamandro ma... Non siete curiosi di conoscere cosa succede ai nipoti di Antonin Dolohov?
Beh, di certo non vi posso biasimare, visto che tutta Hogwarts non bada a loro, i Serpeverde che all'inizio vengono trattati come "i nipoti del Mangiamorte". Nessuno, però, sa che nemmeno loro conoscono perfettamente gli accaduti della Seconda Guerra Magica, dato che all'inizio non sapevano nemmeno di essere streghe e maghi... Ed è quando Rebecca, la nipote maggiore, si ritrova a scoprire questa brusca realtà e a ritrovarsi coinvolta in qualche disputa con il clan Weasley/Potter che inizia la vera storia...
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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EPIIIIIIIIIILOGO
Ed eccoci qui.
Vi lascio alla lettura, voglio solo dirvi che, se vi va, alla fine del capitolo ci sono i miei ringraziamenti, commenti e il link della storia contenenente i Missing Moments (vi interesserà se amate James e Bec ;) ).
Buona lettura, e grazie per essere arrivati fin qui.
<3


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Un suono fastidioso è la causa del mio precoce risveglio, ma tuttavia non apro gli occhi mentre muovo scoordinatamente la mano sul comodino alla mia destra, alla ricerca di quello strumento infernale chiamato sveglia.
Non ci riesco, e quel rumore fastidioso aumenta il mio mal di testa.
Sento qualcosa agitarsi al mio fianco, per poi capire che in realtà è qualcuno quando avverto il suo peso sovrastarmi per metà mentre si allunga verso quella che deve essere la sveglia e la spegne.
"Buongiorno, tesoro! Dormito bene?".
Mi decido ad aprire gli occhi, e mi trovo il volto di James Potter a poca distanza dal mio, seguito dal suo petto privo di qualsiasi indumento.
Sorride in un modo sornione, e mi getto una mano in fronte.
"Che ci fai tu qui? Devi essere la causa del mio mal di testa! Ti prego, non dirmi che stanotte abbiamo fatto di nuovo sesso" sbotto, mettendomi a sedere e massaggiandomi le tempie.
"Ti piacerebbe!" esclama, prima di lasciarsi coinvolgere in una risata. "Fidati, te lo saresti ricordato" aggiunge, con un occhiolino malizioso che non mi piace affatto.
Lo guardo scettica, e se fossi un pò più sveglia mi verrebbe da pensare che se questa scena avesse avuto luogo qualche anno fa, sarei arrosita di botto e l'avrei preso a pugni per difendermi.
"E poi, quel 'di nuovo' è esagerato, voglio dire, parli come se fossimo andati a letto insieme chissà quante volte..." precisa, infilandosi una maglietta verde che ha pescato ai piedi del letto e coprendo così il suo torace.
"Quattro volte, ed è già abbastanza! Non so come sia potuto succedere..." rispondo, per poi sbadigliare.
"Te lo spiego io: le prime tre volte eri una neo-dicannovenne che aveva trovato in me un bel ripiego, la quarta volta eri una ventenne ubriaca e distrutta dalla partenza del suo grande amore" riassume brevemente, in un modo che mi dà così ai nervi che gli lancio il mio cuscino addosso, prima di alzarmi.
"Come se ti fosse dispiaciuto" sbotto.
"Senti chi parla! Ricordo ancora tutti quei gemiti e quel 'James' sussurrati dalla tua voce...".
"James!" lo riprendo.
"Ecco! Vedi?".
"Ti odio!".
Annuisce, fin troppo serio. "Lo faccio apposta, lo sai che adoro la tua versione quindicenne-sedicenne che mi ripete quanto mi odia..."
"E che ne dici della mia versione ventunenne che ti scaglia una bella Cruciatus?".
Per tutta risposta, ride e si alza a sua volta dopo aver sistemato il mio cuscino.
"Mi sa che per stamattina abbiamo rispolverato fin troppo il passato..." inizia, mentre sistema pazientemene il letto in imitazione di un perfetto uomo di casa.
"Ma davvero? Me la sono scampata bella, allora, visto che non hai ancora parlato di una certa Eveline Sparks e delle tue assurde congetture circa il fatto che io mi sia rimessa con te per ripicca..." gli faccio notare, decisamente sarcastica mentre cerco di dare una forma ai miei capelli scomposti come al solito.
"Quanto siamo spiritosi, eh? Ma se proprio vuoi, termino il nostro viaggio nel passato dicendoti che, alla fine, ho sempre avuto ragione perchè Eveline ha ammesso con il Veritaserum che la sera del compleanno di Fred tra noi non c'è stato nulla e che, quando ci siamo rimessi insieme durante il tuo primo anno al Corso di Giornalismo, non ti sei comportata proprio bene con me e non puoi negare di aver dato l'impressione di stare con me solo per non pensare a certa gente...".
"Puoi nominarlo, James" sussurro, asciutta.
"No che non posso... Vorrei che la Rebecca innamorata si svegliasse tra almeno un paio d'ore!" ironizza.
Ma ormai il guaio è fatto, e non riesco a non pensare che sono ben undici mesi e tre giorni che non lo vedo.
"Comunque, ora mi spieghi che ci fai qui a quest'ora e soprattutto nel mio letto?" chiedo, decisa a chiudere questa breve parentesi.
"Come al solito ieri la 'cena' con gli amici di Roxanne e Jane è degenerata e ci siamo ubriacati, poi Rox si è chiusa nella sua stanza con Jeremy e tu mi hai detto che ero troppo ubriaco per tornare a casa da solo e sono rimasto qui" riassume brevemente.
Annuisco, ricordando i vari particolari che appena sveglia non ero in grado di ricordare: la casa invasa da amici, i soliti fiumi di alcool, Jane che esce tardissimo con uno e Roxanne che se ne va nella sua stanza con il suo ragazzo.
"Dovremmo smetterla, però. L'estate sta finendo ed io e Roxanne non facciamo altro che fare festicciole varie... Non ho nemmeno trovato un altro lavoro" mormoro, entrando nella mia quotidiana fase di ragazza ormai adulta che a giugno si è licenziata dalla redazione in cui lavorava e che ancora l'ha detto alla sua famiglia, che per fortuna - o sfortuna, dipende dai punti di vista - vive a circa un centinaio di chilometri di distanza da me e la mia casa affittata con Roxanne e Jane, una mia ormai ex collega.
"La soluzione c'è, sei tu che non vuoi accettarla".
"E cioè? Chiedere a tua madre di trovarmi un posto solo perchè è la vice direttrice della Gazzetta del Profeta? No, grazie".
"Da ex Serpeverde dovresti accettare. Voglio dire, dovresti usare la tua astuzia e...".
"No, grazie" ripeto, decisa. "Me la caverò da sola".
"Ovviamente" commenta, meritandosi un'occhiata torva prima che entri in bagno per una doccia post sbronza.


Quando, un'ora e svariati caffè dopo, vedo sul giornale che giorno è oggi, mi sento il fiato mancare e sobbalzo, portandomi una mano sulla bocca.
"Merda! E' il ventidue agosto!" esclamo.
"E allora?" chiede Roxanne, alquanto indaffarata mentre prepara la borsa per andare a lavoro - alla sede del San Mungo di Canterbury, precisamente, visto che è una Guaritrice nel reparto 'Avvelenamento da Pozioni e Piante' - e cerca di bere contemporaneamente il thè bollente che le ho preparato.
"E' il compleanno di Hector" rispondo.
Annuisce, comprensiva.
Si ferma un attimo, mi guarda come solo lei sa fare, ovvero scrutandomi come se riuscisse a leggere nella mia mente, e alla fine, con un sospiro deciso, lascia perdere la borsa e si siede di fronte a me.
"E' un mese che ci penso" inizia, pensierosa.
"A cosa?".
"Al fatto che non sei felice, Bec. E non permetterti di negarlo, ti conosco perfettamente!".
"Ma...".
"Quando ti ho proposto di venire a vivere con me a Canterbury" mi interrompe, decisa più che mai, "Ero felice perchè non ci vedevamo dai tempi del Corso, ma ora... Da quando ti sei licenziata dal "Canterbury Tales" ti vedo preoccupata, e il fatto che tu non abbia cercato seriamente un'occupazione nelle vicinanze mi ha fatto capire che in realtà ti manca la tua famiglia, la tua vita, e sul serio non hai motivo di stare ancora qui".
"C'entra il fatto che sono indietro con l'affitto?" chiedo subito, consapevole del mio errore e del fatto che non pago l'affitto da due mesi a causa del licenziamento.
Roxanne mi guarda male, con aria decisamente offesa. "Bec! Insomma, ti sembro il tipo di persona che caccia un'amica di casa, e per di più a causa dell'affitto?" esclama.
"No, però so di essere nel torto e...".
"A tutti possono capitare momenti no! Non m'importa, guadagno a sufficienza per darti una mano, e te lo meriti davvero... Io volevo solo dirti che secondo me qui non sei felice. Voglio dire, ricordi quando, durante il Corso, ci trovavamo ad uscire insieme e iniziavamo a parlare del nostro futuro?".
Annuisco, sentendo un velo di tristezza che mi affligge nel ricordare i bei momenti del post Hogwarts, quando ero impegnata con il Corso di Giornalismo e il mio scopo non era altro che quello di approfittare della libertà che ci davano la sera per uscire e fare qualche sana pazzia.
"Dicevo che avrei trovato un posto in una redazione vicino casa, per stare vicino ad Hector..." mormoro, senza riuscire a continuare.
"Ci hai provato, Bec. Sei stata coraggiosa nel licenziarti...".
"Non ho frequentato un Corso per fare caffè e fare da baby sitter ai figli del mio capo".
"Appunto. E non va nemmeno bene che la tua famiglia non sappia nulla del tuo essere senza lavoro".
"Ma mettiti nei miei panni! Regine lavora come apprendista Magipsicologa in uno studio famosissimo in tutta Londra, mentre io...".
"Tu deluderai tuo padre se continui a mentire" sentenza, appoggiando una mano sul mio braccio e scrollandolo leggermente. "Fidati di me".
Dovrei fidarmi, no? Dopotutto, Roxanne è stata colei che mi ha aiutato a capire cosa volevo fare 'da grande' e che mi ha aperto la porta di casa sua quando ero alla ricerca di un alloggio economico.
"Sarà dura".
"Hai affrontato sfide peggiori!".
Ci penso un pò su, esitante. "Va bene" mormoro infine. "Ma sappi che se le cose non andranno come dici tu...".
"Avrò commesso il primissimo errore della mia vita!" ironizza, prima di abbracciarmi con affetto. "Mi mancherai".
"Anche tu, Rox".


"Così te ne torni a Chiswick" mormora James, mentre mi passa alcune maglie che sto per mettere in valigia.
"Sì".
"Che allegria...".
"Ti prego, James, smettila! Sto pensando a cosa dire a mio padre, ok?" sbotto, lanciandogli un'occhiataccia.
"Male che vada puoi sempre stare da me, voglio dire, il mio appartamento vicino la Gringott è...".
"Non penso che papà mi caccerà di casa perchè mi sono licenziata, anche perchè l'ho fatto per una buona causa. E' solo che... Sarà dura dirgli che negli ultimi due mesi gli ho mentito" dichiaro, mentre mi giro alla ricerca di alcuni jeans.
"Ho capito. Ma almeno così saremo più vicini, dai, e non mi toccherà materializzarmi per venire a trovarti".
"Che pigro che sei!".
"No, sono semplicemente a basso contenuto energetico!".
"Idiota!".
Lo spingo lievemente, lui cerca di difendersi, e alla fine ci ritroviamo abbracciati.
"Fatti viva, mi mancheresti troppo..." sussurra, questa volta serio.
"Forse è meglio così. Voglio dire, ci farà bene stare un pò lontani...".
"E perchè mai? Credi che sia ancora innamorato di te?" sbotta con aria di sfida, invitandomi a guardarlo dritto negli occhi.
Scuoto il capo, sincera. "No, so che è da tempo che per te sono solo un'amica...".
"Se per 'da tempo' intendi un anno, è ok, altrimento no. Comunque, io ti vedo come la mia migliore amica".
"Lo sei anche tu per me, James. E' solo che... Ho scoperto che ero stata assunta al giornale anche perchè la direttrice sapeva che ero una tua ex e...".
"E ora non mi vuoi nel tuo curriculum mentre sei alla ricerca di un nuovo lavoro".
"Non solo...".
Basta un'occhiata per farlo annuire. "Ah, ok. Intesi. C'entra Scorpius, ovviamente! Tornerà a settembre e non vuoi che sappia che ci vediamo ancora...".
Abbasso lo sguardo, con aria colpevole. L'ha nominato, con il solito distacco di sempre dal momento in cui, durante la nostra seconda relazione, lo chiamai 'Scorpius' e lui capii che, in realtà, ero innamorata del mio ex migliore amico che al momento era in Europa a studiare chissà quali Creature Magiche.
Alla fine, la 'profezia' di Scorpius si è tristemente avverata, dato che, alla fine del sesto anno ho capito di essere innamorata di lui.
Fu un periodo orribile, oscuro, perchè in quel momento lui - che a stento mi salutava dall'estate precedente - aveva deciso di cercare di andare avanti e si era messo con Josephine Brand, di un anno più piccola di noi, e la lasciò solo alla fine del settimo anno, quando mi annunciò che aveva deciso di andare in giro per l'Europa per studiare alcune Creature Magiche.
Per questo durante il primo anno di Corso cercai di andare avanti, di trovarmi qualcun altro, ma senza successo: davanti a me avevo come unica alternativa un James nel ruolo di un galante ed eccessivamente carino studente di Arti Bancarie che, in occasione di una delle feste tenute da Roxanne, versò del Veritaserum nel drink di Eveline e le fece confessare che non erano andati a letto insieme, quella sera di due anni prima.
Alla fine, accettai di riprovare a stare con lui, con il compromesso di fare le cose con calma, ma finì sei mesi dopo, in seguito al fatto che lo chiamai 'Scorpius' dopo aver fatto l'amore.
Dopo i due anni di Giornalismo, durante i quali ci siamo visti solo durante l'estate, Scorpius mi ha detto che lo avevano assunto in Africa per studiare una particolare sottospecie di Kneazle, ed è partito lo scorso settembre, con la promessa di tornare dopo un anno e cercare lavoro in Inghilterra.
Momentaneamente persa nei miei pensieri, dimenticandomi della valigia, torturo una ciocca di capelli con insistenza. "Non gli ho mai detto cosa provo per lui" mormoro. "Volevo farlo a settembre, ma poi lui è andato in Africa...".
"Dovresti farlo".
"Dovrei, sì".
"Se non ci riesci, pensa che è da quattro anni che t'interessa, che sei sempre allo stesso punto, e che se non ti muovi tra altri quattro anni ne avrai venticinque e...".
"Ok, ok, basta, ti ringrazio per il consiglio!" sbotto, nauseata da quella brutta e triste proiezione del mio futuro.
Ad interromperci ci pensa una quasi ventidueenne dai capelli rossi e l'aria serena come non mai, che entra nella stanza senza nemmeno bussare.
"Bec, ho sentito che stai per lasciarci!" esclama con tono teatrale.
Vedendola entrare, la guardo con un ghigno e sollevo un sopracciglio, scettica. "E' inutile che cerchi di dirmi quanto ti mancherò, Rose".
Lei scoppia a ridere, proprio mentre entra nella stanza il suo ragazzo, Frank Paciock, con un educato: "Permesso?".
Rose lo guarda con aria di rimprovero. "Amore, sai che con Rebecca non devi essere educato!".
"Giusto! Lo dimentico sempre! Scusami, Rebecca".
"Mi dispiace, sei ancora gentile" lo apostrofo, scatenando un'ulteriore serie di risate.
Frank e Rose stanno insieme da metà dell'ultimo anno ad Hogwarts, e da allora non si sono separati, visto che sono stati aiutati dal fatto che svolgono entrambi il mestiere di Medimaghi al San Mungo e, quindi, hanno anche frequentato lo stesso Corso.
"Oh, siete qui!".
Le nostre risate vengono interrotte da un timido squittio, proveniente da Alice, la sorella gemella di Frank, che se ne sta sulla soglia della camera.
"Ciao, Alice!" la saluto; è venuta a trovarci a casa durante l'estate, approfittando delle ferie che le hanno dato a lavoro - è una Pozionista che al momento lavora per una Farmacia di Diagon Alley-  e si è rivelata una bravissima ragazza che sembra avere una cotta per James.
"Ciao, Bec! Ho saputo della partenza...".
"Sì, torno a Chiswick...".
"Ha proprio deciso di abbandonarci" sentenzia James.
Il solo sentirlo parlare la fa arrossire, e mi fa così tanta tenerezza che decido di darle una mano.
"Beh, ma sono sicura che Alice sarà felice di farti compagnia, anzi, perchè stasera non uscite insieme?" tento, facendo un discreto occhiolino alla diretta interessata, che sembra arrossire ancora di più.
"Oh, beh, per me va bene..." sussurra, cercando di celare il rossore delle guance coprendolo con i lunghi capelli biondo scuro.
James mi guarda con un pò di sospetto, poi annuisce e si volta verso Alice. "Va bene anche per me, ti passo a prendere alle otto, che dici?".
"Oh, sì! Ok!".
Frank mi guarda un pò sconvolto, mentre Rose fa un cenno di approvazione.
Sono sicura che James e Alice passeranno una bella serata insieme, che sarà la prima di una lunga serie.


Con in mano le mie valigie e un pacchetto regalo per Hector, conto fino a dieci prima di suonare al campanello di casa mia.
Si sente un lieve trambusto provenire dal suo interno, con un particolare sottofondo di canzoncine di buon compleanno.
Dopo qualche secondo, la porta si apre e mi ritrovo davanti papà, dopo quasi un anno di lontananza.
Nel vedermi, rimane basito per qualche istante, prima di esclamare un sonoro e felice: "Bec!" e abbracciarmi con slancio.
"Papà! Quanto mi sei mancato!".
Lo stringo forte, chiedendomi come abbia fatto tutto questo tempo senza di lui e il resto della famiglia.
"Che ci fai qui? Credevo che fossi a Canterbury!".
"Ho tante cose da dirti" rispondo, un pò evasiva, prima che alcuni passettini concitati rivelino una figura piccola alle sue spalle.
"E' Becca!".
"Oh, Hector! Tesoro mio! Vieni qui ad abbracciare la tua sorellona!" esclamo, dimenticando tutto ciò che mi affligge nell'esatto momento in cui vedo quell'ometto del mio fratellino, nato quattro anni fa, nove giorni prima che io e Regine tornassimo ad Hogwarts per l'ultimo anno.
Ha i capelli del mio stesso colore e gli occhi verdi come Regine e Pansy, è abbastanza magrolino ma ha delle guanciotte piene che mi fanno impazzire.
"Becca, sciono tanto felice! E' il mio compleanno! E tu scei qui!" risponde lui, gettandomi le braccia al collo quando mi abbasso alla sua altezza.
"Anche io, fratellino".
Pensare che a settembre si limitava a chiamarci per nome e dire qualche frasetta, mentre ora è capace di dire qualcosa di molto complesso, mi dà un ulteriore motivo per restare lì: non voglio perdermi più nemmeno un giorno della sua vita e della sua crescita.
Lo prendo in braccio ed entro in casa mentre papà prende le mie valigie, e subito vengo assalita da Regine, Pansy e Charlie che mi guardano incredule e mi chiedono il motivo della mia presenza.
"Mi sembrava strano che non avessi mandato nemmeno un biglietto d'auguri!" esclama la mia migliore amica, stringendomi a sè.
Ora ha i capelli più corti del solito che le donano un'aria professionale, e non posso notare quanto sia ulteriormente diversa dal giorno in cui ci siamo diplomate ai rispettivi Corsi.
"Resterai, vero?" chiede invece Charlie, che aspira a diventare docente di Babbanologia.
"Sì. Mi siete mancate, ragazze" ammetto con sincerità, facendo scendere Hector dalle mie braccia e riabbracciandole con calore. "Beatrix?" chiedo poi, notando la sua assenza.
"E' ancora al lavoro, purtroppo al Ministero la giornata lavorativa finisce almeno alle sei..." risponde Charlie.
"Ma immagino sia felice lo stesso".
"Puoi giurarci! Essere l'assistente di un Magigiurista la riempie di orgoglio... E la sua relazione con Benjamin la rende davvero felice!".
Annuisco sorridente, pensando a quanto sia buffo il destino certe volte: Ben sta da due anni con Beatrix, sono davvero felici - anche se mia cugina credeva di ferirmi visto che le interessava uno con cui ero uscita - e, quindi, lui ora è felice grazie ad una Dolohov, quella giusta.
Dopo un quarto d'ora di saluti, di abbracci e di baci, mi congedo momentaneamente per andare in bagno, e tutti tornano ad adulare e viziare Hector con le loro attenzioni.
Vedo Regine che mi segue, e quando la guardo la vedo esitare.
"Usa il bagno della nostra camera" dice infine,facendomi l'occhiolino.
"E perchè?".
"Fidati di me..." insiste, dandomi una pacca sulla spalla.
Le rivolgo un cipiglio incuriosito, senza smetterla di guardarla fissa in viso.
"William ti dà alla testa, vero?" domando, riferendomi al suo fidanzato da ormai un anno.
"William non c'entra nulla! Cosa ti costa darmi retta?".
"Ok, ok!" esclamo, sapendo quanto sia petulante quando non le dò retta. "Mi chiedo come facciano a sopportarti i tuoi pazienti...".
"Non li disprezzare, perchè mi sa che a breve diventerai una di loro!" è la sua unica e fugace risposta, prima di voltare l'angolo con aria misteriosa e sparire in cucina.
Chiedendomi se Regine sia normale, dopo mesi e mesi mi ritrovo davanti alla porta della mia stanza.
Con un pò di nostalgia, sospirando, giro la maniglia, la apro, e appena e guardo davanti a me sento il fiato mancarmi e lo stomaco attorcigliarsi.
Chiudo la porta alle mie spalle con così tanta energia che, dannatamente attraente come non lo era mai stato prima d'ora, Scorpius si gira verso di me e i nostri sguardi s'incrociano dopo mesi e mesi di silenzio.
Se ne sta seduto dietro la scrivania, con una piuma d'oca in mano.
I suoi capelli sono più lunghi del solito, e la sua pelle è di un colore che sfiora il dorato.
"S-Scorpius!" squittisco, come se avessi visto un fantasma.
La sua espressione non è da meno, perchè stringe un attimo gli occhi prima di alzarsi e venirmi incontro. "Becky! Che ci fai qui?".
"Potrei farti la stessa domanda! Non dovevi tornare a settembre?" chiedo velocemente, quasi mangiando qualche sillaba.
Annuisce, mettendo le mani nelle tasche dei pantaloni trasandati che indossa, proprio come la camicia un pò troppo grande che porta.
"E' una storia lunga...".
"Allora vado un secondo in bagno a rinfrescarmi dopo il viaggio e ne parliamo!".
Senza nemmeno aspettare un suo cenno di assenso, entro nella stanza adiacente e mi guardo allo specchio, notando quanto il viso sia disastrato dal viaggio, che ho voluto fare in pullman per avere del tempo in più per pensare.
Rapidamente, risciacquo il viso, mi pettino, provo un profumo di Regine che per fortuna sembra essere ottimo, e dopo un quarto d'ora buono torno in camera, ancora incredula nel riavere di fronte a me il protagonista dei miei migliori e peggiori sogni.
Non ci credo ancora che l'uomo che sfiora il metro e ottanta dall'aria misteriosa sia lo stesso ragazzino che un tempo consideravo il mio migliore amico.
Prendo posto sul mio letto e lui si siede di fronte a me.
"Quanto rimarrai?" domanda.
"Non partirò più... Tu?".
Lo vedo sorridere in un modo strano. "Anche io... Vedi, la settimana scorsa un Fiammagranchio mi ha causato un'abrasione al braccio...".
"Cosa? Come stai ora?".
"Bene, bene! Ma non ho potuto lavorare per qualche giorno e alla fine mi hanno licenziato in anticipo visto che gli serviva un sostituto che continuasse ad allevarli al posto mio... Solo che non voglio dirlo ai miei, loro erano contrari alla mia partenza per l'Africa e non vorrei dargli questa soddisfazione" spiega. "Ora devo trovarmi un'occupazione e sto inviando il mio curriculum in giro" aggiunge, mostrando con un cenno tutte le pergamene che ci sono sulla scrivania.
"Capito. Siamo sulla stessa barca, allora" sentenzio, dicendomi quanto siano simili le nostre condizioni al momento.
"Perchè?".
"Non l'ho ancora detto a nessuno... Mi sono licenziata due mesi fa perchè per il mio capo ero solo un'addetta al caffè e una baby sitter. Ed ora...".
"Oh!" esclama, facendo un cenno di assenso.
Rimaniamo qualche secondo in silenzio, impacciati, poi, vedendo che mi sta guardando, non riesco a fermarmi e gli getto le braccia al collo, con impeto.
"Mi sei mancato terribilmente" esclamo, senza accennare a voler smettere di stritolarlo.
Sentirlo mentre ricambia l'abbraccio e mi accarezza la schiena mi fa sentire decisamente bene, e vorrei rimanere così per ore.
Tutto l'amore che provo per lui sembra essersi amplificato di dieci volte ora che siamo vicini, e non posso non chiedermi se per lui valga ancora la profezia di cui parlò cinque anni fa.
"Anche tu, Becky" sussurra infine contro il mio orecchio. "E non solo in questo anno! Mi manchi da quell'estate".
"Era quello che intendevo anch'io".
Ci sorridiamo timidamente quando ci separiamo, poi si alza e inizia a guardare fuori dalla finestra.
"Senti, che ne dici se... Se una di queste sere andiamo a berci qualcosa insieme?" chiede, esitante.
Il mio cuore sta per scoppiare, è ufficiale.
Sento la risposta affermativa che voglio dargli bloccarsi in gola, a causa dell'emozione che mi sta assalendo.
Perciò, visto il mio silenzio, chiude gli occhi e scuote il capo. "Che sciocco! Scusami, non dovevo...".
"Dovevi eccome! Certo che mi va" rispondo rapidamente, avvicinandomi di qualche passo.
"Oh, bene" sussurra, tornando a sorridere.
"Bene. Solo che... Dovrei tornare dal piccolino per la festa...".
"Invio l'ultimo curriculum e ti raggiungo".
Con un cenno e un ultimo sorriso esco dalla stanza, sentendo di nuovo una stretta al cuore mista a un senso di calore che non provavo da anni ed anni.

"Tu sei diabolica, Gin, dico sul serio! Potevi dirmelo...".
"Ti conosco, cara: te ne saresti fuggita a gambe levate sapendo che c'era Scorpius nella nostra stanza!".
Dopo aver aiutato Pansy a mettere in ordine la casa in seguito alla festicciola, che alla fine si è trasformata in una cena, io e Regine ce ne siamo andate nella nostra stanza per dormire, visto che lei domani deve andare a lavoro ed io devo iniziare a cercarmene un altro.
"Forse, ma... Mi stava venendo un infarto!" sbotto.
"Wow! E pensa che fino ad ora ha diviso la stanza con me e dormiva a dorso nudo...".
"Stronza!".
Le getto uno dei miei vecchi peluche addosso mentre lei ride di gusto, proprio mentre Hector entra nella stanza e ci guarda, curioso.
"Stonza? Che significa?" chiede innocentemente, passando il suo sguardo da me all'altra.
Mi copro la mano con la bocca e guardo Regine in cerca d'aiuto.
"Non significa nulla, piccolo, dimenticala!" esclama, prima di prenderlo in braccio e farlo sedere al suo fianco.
"E' una vostra amichetta?" chiede poi, guardandomi fisso.
"Chi?" chiedo.
"Stonza" risponde semplicemente lui.
"No! Non devi ripetere mai più quella parola, Hector, intesi? Ora ti accompagno a nanna, è tardi..." mormoro, cercando di ignorare le occhiatacce di Regine, che valgono quanto un: "Ingrata! Ci ho messo una vita per insegnargli a parlare ed ora tu rovini tutto!".
Quando sono di ritorno, vedo che la mia migliore amica è già a letto.
"Scusami ma domani devo alzarmi alle sei e mezzo..." sussurra, sbadigliando.
Annuisco, sorridendole in un modo comprensivo. "Dormi. Solo una cosa".
"Dimmi".
"Pensi che abbia fatto la cosa giusta nel lasciare il lavoro?" chiedo a bruciapelo, decisamente preoccupata perchè, nonostante papà e Pansy abbiano compreso la situazione - di certo più delle mie bugie - non riesco ancora a sentirmi in pace con me stessa.
"Certo! Non hai studiato per nove anni di seguito per fare la cameriera al tuo capo! Meriti di meglio!" mi incoraggia.
Annuisco. "Grazie. Ora va meglio".
"E se non fossi tornata oggi, ora non condivideresti lo stesso tetto del tuo grande amore... Detto tra noi, come ben sai, faccio il tifo per voi e non vedo l'ora di organizzare un'uscita a quattro con voi due e William!" aggiunge.
Deglutisco, mentre spegno l'abat jour e mi infilo a mia volta sotto le coperte.
"Non illudermi, Gin: sono passati cinque anni, non è detto che provi ancora...".
"Oh, taci! Perchè mai ti avrebbe invitato ad uscire, allora? Ti guarda nello stesso modo in cui ti guardava ad Hogwarts, Becky. Non aspetta nient'altro che una tua mossa... Ed ora, buonanotte!" mi saluta, alquanto convinta delle sue parole.
"'Notte" biascico, sentendomi decisamente stordita dalla lunga giornata vissuta.
Mi sembra impossibile che solo stamattina mi sia svegliata a Canterbury...
A causa di questi pensieri, cado in una serie di sogni inquieti, di cui, al risveglio, ricordo solo il particolare di Scorpius che si allontana da me sempre di più con un'enorme valigia...


Cercando di non far rumore, verso le due vado in cucina per bere un bicchiere d'acqua, anche se so che mi ci vorrebbe una bella camomilla per calmarmi.
Mi siedo, e quando mi rialzo per mettere il bicchiere nel lavandino, vedo la chioma bionda di Scorpius fare capolino nella stanza.
"Ehi, sei tu" mormora.
"Ti ho svegliato?" chiedo, sapendo che ora, a causa del mio ritorno, dorme sul divano del soggiorno.
Fa un cenno di dinego, mentre entra e si siede su una delle sedie.
"In realtà non riuscivo a dormire...".
"Nemmeno io!".
Fa un sorriso strano, obliquo, direi, prima di dire: "Abbiamo tante cose in comune, al momento, a quanto pare".
"Entrambi disoccupati, entrambi privi di sonno...".
"Come mai non riuscivi a dormire?" domanda, scrutando il mio viso.
Cercando di non arrossire, scrollo le spalle e guardo altrove. "Boh... Sai, mi capita quando cambio letto" invento.
"Io invece non riuscivo a dormire perchè pensavo a te e a quello che provo per te, ancora più di quanto ci abbia pensata negli ultimi anni" rivela lentamente, con un'audacia che gli ho visto utilizzare solo il giorno del matrimonio di papà.
Inutile dire che, udendo quelle parole, trattengo il respiro, boccheggio, e ho la tentazione di darmi un pizzicotto per vedere se anche questo sia un sogno.
Vedendo la mia reazione, Scorpius mi fissa senza capire.
Ed io, come un'idiota, sentendo che sto per scoppiare in lacrime, non trovo altra soluzione che uscire dalla cucina, entrare nel soggiorno e sedermi sul bracciolo del divano.
"Bec, posso sapere...?" chiede, questa volta sussurrando a causa della vicinanza della stanza con quella di papà e Pansy.
Mi asciugo rapidamente le lacrime con il dorso della mano, e lo guardo cercando di sorridere.
Sento che è giunto il momento di liberarmi del peso che mi affligge da anni ed anni, e non esito oltre, forse perchè mi illudo ancora che questo sia solo un sogno.
"Scorpius, devi sapere che negli ultimi quattro anni non ho fatto altro che pensare a te. Ho capito di provare i tuoi stessi sentimenti alla fine del sesto anno, ma tu stavi con Josephine e... Poi ognuno ha preso la sua strada e... Oh, quanto mi sento stupida nell'aver perso anni ed anni!" esclamo, battendomi una mano contro la fronte, mentre lui mi fissa, immobile.
Dopo qualche secondo sembra ritornare in sè, e si avvicina ulteriormente, con una cautela mai vista.
"Vuoi dire che..." sussurra, quasi tremante.
Annuisco, senza dargli il tempo di finire la frase. Prendo una buona dose di ossigeno, mi alzo e afferro le sue mani. "Voglio dire che ti amo, Scorpius Malfoy, completamente e disperatamente da quando avevo diciassette anni" dico tutto d'un fiato, sentendo la pelle d'oca.
Non avevo mai detto a nessuno 'ti amo', e, ora come ora, penso che ne sia valsa la pena aspettare.
Questa volta tocca a lui fare la faccia incredula, e alla fine, dopo aver assimilato ciò che gli ho detto, mi stringe a sè con impeto, mandando al diavolo tutta la cautela usata fino ad ora.
"Tu! Tu sei pazza! Perchè non me l'hai detto subito?!".
"Stavi con Josephine!".
"E secondo te ti avevo dimenticato? Oh, sei una stupida! Amo una stupida!".
Mi scosto leggermente, sorridendo e guardandolo negli occhi. "Ripetilo".
"Che sei una stupida?" chiede, con il suo sorriso obliquo.
"No, quello che hai detto dopo..." mormoro, allacciando le braccia attorno al suo collo, ancora convinta per metà che questa non sia la realtà ma semplicemente uno dei tanti sogni che hanno Scorpius come protagonista.
"Ti amo, Bec. Ti amo ancora di più da quando te l'ho detto la prima volta...".
"Ti amo" ripeto, sentendo un peso scivolare via dallo stomaco e dal cuore e una voglia matta di urlare quella frase. "Voglio stare con te, e guai se ti azzardi ad andartene lontano da me di nuovo!".
Annuisce, con aria consapevole. "Hai ragione. Voglio dire, ora ho trovato la mia Creatura Magica da curare ventiquattro ore su ventiquattro...".
"Idiota!".
"Ecco, quest'esclamazione mi mancava" sussurra, prima di chinarsi su di me. "E mi mancava anche questo" aggiunge, prima di baciarmi e mandarmi totalmente fuori controllo.
Lo stringo a me più che posso mentre rispondo con impeto a quel gesto che ho tanto agognato, facendogli capire che sono completamente sua.
Non so quanto tempo ce ne stiamo stretti l'uno all'altro senza riuscire a separarci, so solo che l'urgenza di stargli vicino e dimostrargli in qualsiasi modo quanto lo amo e lo desidero è incontenibile.
Sono felice, perchè so che con Scorpius posso essere me stessa e che mi ama per quel che sono, nonostante il fatto che i nostri caratteri spesso siano molto diversi.
So che con lui non dovrò mai sentirmi a disagio per la mia identità, anche perchè è stato anche grazie a lui e a suo padre che, ormai dieci anni fa, in questo stesso soggiorno, ho scoperto di essere una strega e ho avuto modo di vivere tanti momenti particolari, belli o brutti che siano, ma che hanno contribuito a farmi diventare quella che sono.
Ora posso sul serio iniziare a vivere la vita felice di Rebecca Dolohov, senza alcun rimpianto, proprio come lei merita.

*°*°*°*°*°*
Allora, eccoci qui, alla fine di questa fan fiction, la cui idea tra qualche giorno compirà un anno.
Ero una studentessa dell'ultimo anno di Liceo Classico Europeo quando iniziai a pensare alla storia dei Dolohov dopo la Seconda Guerra Magica. Mano a mano, i personaggi iniziavano a prendere forma e carattere, solo che mi mancava sempre il tempo necessario per potermici dedicare a tempo pieno a causa dell'imminente esame di maturità...
Non ricordo precisamente quando iniziai il primo capitolo - forse alla fine di aprile - ma so bene che non credevo sarei arrivata fin qui e, soprattutto, non pensavo che avrei mai iniziato a pubblicarla.
Ma alla fine l'ho fatto, e, come ricorderete, all'inizio ero molto scoraggiata... Sono felicissima di aver continuato a scriverla e, soprattutto, di aver aggiornato sempre in tempo e, anzi, a volte in anticipo.
E' una piccola soddisfazione personale xD
Le cose inizialmente erano diverse: volevo raccontare la storia di Bec dal quinto al settimo anno, e, all'inizio, indovinate con chi volevo farla mettere?
Non ci credo nemmeno io se ci penso.
....Con Hugo! Volevo falsificare il suo anno di nascita e renderlo coetaneo di Rose, semplicemente perchè volevo dare più visibilità al suo personaggio, poi però ho capito che non era giusto non rispettare la sua età.
Poi ho pensato che James fosse la persona perfetta per Bec, e alla fine... Beh, avete visto.
Spero non mi odierete, ma doveva andare a finire così.
Ho cercato di narrare una storia abbastanza reale, e spero di esserci riuscita.
La scena finale dell'epilogo si svolge proprio nella stanza in cui è iniziata la storia, se ci avete fatto caso, e volevo fosse così: dopo dieci anni esatti, Bec torna definitivamente a casa sua dopo essere stata lontana anni ed anni a causa della scuola e del suo primo disastroso lavoro, e lo fa con un premio: finalmente è felice grazie all'amore di Scorpius.


Ma ora basta chiacchiere xD
Ci tengo a ringraziare JeyMalfoy_, chibidaphne87, jo padfoot, Eliza e calimeli per aver recensito assiduamente questa storia, perchè senza di loro, che ritengo le mie 'lettrici fedeli', non sarei riuscita ad andare avanti.
Grazie ad elys che ha lasciato la primissima recensione, e grazie anche a  Lyu chan, disappearinggirl, Zanna97, mki90, ruka88, marikiara92 per aver recensito.
Grazie alle 33 persone che hanno inserito la storia tra quelle seguite e le 11 che l'hanno inserita tra i preferiti.
Grazie a tutti i lettori silenziosi, che spero tanto mi facciano sapere cosa ne pensano di quest'epilogo.

Ed ora.... Vi avevo parlato di una serie di Missing Moments, vero?
Beh, se vi va di leggere qualcosa riguardo il primo anno di Corso di Bec e di vedere come si è riavvicinata a James, non vi rimane che leggere!
Ecco il link:  http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1009395

E, infine, mi farebbe piacere sapere che giudizio date a questa storia da 1 a 10 :)

Penso che sia tutto qui.
Non ho altro da dire, se non che mi mancherà aggiornare questa storia!
Mi consolo con il pensiero dei Missing Moments.
Bacioni.

Vostra milly92










  
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