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Autore: michiyo1age    01/04/2012    2 recensioni
Poco dopo aver bussato alla porta, Shikamaru riuscì a scorgere il soggiorno seminascosto dall'imponente figura di Temari con bambina.[...]La bambina si girò verso di lui mostrando i grandi occhi acqua marina.
Temari l'aveva in braccio appoggiata alle ossa del bacino con una gamba a penzoloni sulla schiena e una davanti. La stava sorreggendo con un braccio mentre l'altro, libero dal pomello della porta, ora andava ad issarla più in su sul fianco dal quale stava scivolando.
-Chi si vede!- esclamò la ragazza con il suo solito astio.
-Tao papi- biascicò la bimba stropicciandosi gli occhi.
Partecipa all' evento -The Black Week-
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kankuro, Nuovo Personaggio, Sabaku no Gaara , Shikamaru Nara, Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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The kiss on the boo boo3

È sorprendente quanto un breve momento idilliaco possa venire cancellato dalla più violenta bufera. Come al solito, quando si trattava di loro, la discussione era nata da un'inezia che poi, ad effetto domino, aveva coinvolto l'intero pianeta e sistema solare.

Stavano urlando a squarciagola in cucina uno contro l'altra come due cani rabbiosi. Shikamaru si era offerto di portare le borse della spesa a Temari e lei aveva risposto che se la poteva benissimo cavare da sola. Fu proprio in quell'esatto momento che Shikamaru, dimentico dei due anni di assoluto silenzio tra loro, osò farle una rimostranza sulla sua così detta “ voglia d'indipendenza” che di solito si risolveva in una pronta risposta di lei che lo metteva a tacere, in milioni di modi, anche maliziosi.

Non erano più insieme e si vide ben presto dagli schiamazzi assordanti che arrivano fin sulla strada. Dall'agitazione Temari fece cadere il sacchetto con la frutta e le arance si andarono a sparpagliare sul pavimento. Shikamaru non fu da meno, il viso paonazzo e le mani in tensione fece cadere la sedia.

Sbam!

Si erano completamente dimenticati di Chihiro che aveva assistito a tutta la scena come primo e unico spettatore. Mentre all'inizio la testolina si girava verso l'uno o l'altro genitore, poi aveva cominciato a chiedere di smetterla, ma le voci erano troppo alte e non la riuscivano a sentire. Alla fine, quando la sedia era stata sbattuta a terra, il rumore era stato così forte che si era spaventata ed aveva cominciato a piangere.

A quel suono disperato i due combattenti si erano fermati e si erano precipitati verso la piccola. Avevano provato in tutti i modi, ma Chihiro continuava a piangere. Shikamaru cercò di farla ridere e Temari di tranquillizzarla, ma nulla la riusciva a calmare.

-Amore, guarda: non gridiamo più- stava dicendo Shikamaru.

-Guarda mamma e papà, cerbiattina. Fammi un sorriso dai-

Ma la bambina non ascoltava neanche Temari.

-Guarda mamma e papà che si vogliono tanto bene- disse Shikamaru abbracciando Temari. E la strinse contro di sé.

La sensazione che provò Temari fu quella di tornare a casa, di essere al sicuro e preoccuparsi di nulla. Nulla se la bambina starnutiva troppo spesso, nulla se il lavandino non funzionava bene. Era in pace completa. Appoggiò la testa al suo petto e sentì quel suono famigliare, quel tum tum ritmico e cadenzato che l'aveva accompagnata per tante notti.

E lui strinse ancora di più, facendo aderire il suo corpo al suo, una sensazione dimenticata e a lungo sognata sia nei momenti di sonno che in quelli di veglia.

Ma non erano più insieme, lei se n'era andata facendogli chiaramente capire che mai sarebbe riaccaduto. L'allontanò rapidamente da sé, infatti Chihiro aveva smesso di piangere.

-Perchè non raccogliamo la frutta? Facciamo una gara a chi finisce prima?-

Temari non riuscì a sopportare il brusco cambio di atmosfera e si diresse verso la camera dal letto mugugnando un “devo cambiarmi”.

Si gettò sul letto. Avrebbe dovuto seppellire tutti i suoi sentimenti nel fondo della sua anima per mai più farvi ricorso, se l'era ripromesso quando era partita.

Strinse con forza i pugni, così tanto da infilare le unghie nella carne.

Eppure lo desiderava ancora, non solo averlo accanto, ma anche contro. Condividere con lui era sempre stato il punto focale della loro relazione: loro volevano condividere tutto: casa, amici, famiglia, futuro. Ma si era messo di mezzo sia il tempo che lo spazio.

-Avremmo potuto trovare una soluzione- strepitò dando un pugno all'imbottitura del cuscino -Se solo non fosse un tale IDIOTA-

Sembrava di essere tornati alla vigilia della sua partenza e lei non voleva rivivere quelle ore disperate in solitudine. Le distruggevano l'animo. Aveva fatto bene a stare lontana da Shikamaru, non doveva capitare più.

-Mamma pecché piangi?- Una manina se le stava accarezzando i capelli.

Temari si girò di scatto per la paura che Shikamaru avesse seguito la bambina, non potè essere completamente certa di non aver visto un'ombra allontanarsi.

Shikamaru l'aveva vista e se n'era andato. Era proprio uscito dalla casa.

L'aveva davvero ferita così in profondità che un minimo contatto la poteva ridurre in quello stato?

Non era possibile, Temari era d'acciaio, puoi scalfirla ma non perforarla.

Sapeva di aver sbagliato quella volta ad imporsi a dire quelle cose, a fuggire dai problemi al posto di ragionarci su insieme a lei, ma pensava che l'avesse semplicemente fatta troppo grossa.

Ma un gesto sconsiderato può provocare reazioni tali?

Doveva parlargliene o non doveva?

Ormai loro avevano scelto le loro vite e comunque lui non avrebbe potuto lasciare la Foglia.

Ma d'altro canto, Temari era lì come spezzata da un semplice abbraccio.

Questa volta sarebbe tornato indietro, non sarebbe fuggito. Fece la strada a ritroso a grande falcate muovendosi rapidamente. Era il momento di agire, almeno fin quando la sua volontà restava forte. La porta che si era lasciato aperta non si era chiusa e si diresse verso la camera di Temari. Ma non la trovò.

Provò nella altre stanze, ma fu tutto inutile.

Vuoi che fosse andata via un'altra volta, per non rivederlo mai più?

Gli prese lo sconforto, lo stesso sentimento di perdita ineluttabile della prima volta.

Ma poi sentì gli schizzi d'acqua cadere sul pavimento e Chihiro gridare.

Le stava facendo il bagnetto.

Rideva con la bambina.

Chi era lui per farla soffrire ancora? Dopotutto poteva andarsene, lei non se ne sarebbe di certo accorta. Si era creata una vita a Suna con Chihiro che funzionava alla grande, avrebbe solo dovuto non incontrarlo più. Il tempo avrebbe rimarginato le ferite e forse un giorno avrebbe potuto stare in sua compagnia senza causarle problemi. Il giorno seguente avrebbe festeggiato il compleanno della figlia e poi sarebbe ripartito alla volta di Konoha senza proferir motto.

Avrebbe avvertito della sua prossima visita molto prima così da farle evitare completamente la sua presenza.

Forse sarebbe dovuto sparire anche della vita di Chihiro!

No, non ce l'avrebbe fatta. Perché evitare Temari era per il suo bene, ma Chihiro aveva bisogno di un padre. E di padre ce n'è uno solo.

Fece dietrofront per andare a racimolare le sue cose, avrebbe cercato quel maledetto albergo. In salotto erano spariti i suoi averi e maledisse un'altra volta la mania di Temari di “mettere in ordine”. Non avrebbe neanche potuto andare a chiederle dove mai avesse nascosto inconsciamente il suo zaino.

Maledetta! Maledetta seccatura!

Prese le sigarette e andò in terrazzo!

Una, due, tre, quattro...il pacchetto sarebbe finito di lì a poco.

-Non ti fa bene fumare così tanto- Temari aveva aperto la portafinestra ed era entrata in terrazzo ad occhi bassi.

-Da quando hai ricominciato?-

-Appena ve ne siete andate- il tuo tono non simulava più indifferenza, era tornato alla solita apatia Nara. Avrebbe voluto trattarla male, in modo da farsi cacciare dalla sua vita.

Sarebbe stata la via più semplice.

Ma non ce la fece. Temari la sanguinaria, come l'aveva soprannominata lui, stava a testa bassa in quel momento.

-Volevo scusarmi per prima, ho avuto in giramento di testa e mi sono dovuta andare a distendere-

Debole Tem.

-Perchè devi raccontare cazzate?- La quinta sigaretta aveva cominciato a ballare pericolosamente.

-Io non racconto cazzate!-

-Non negare l'evidenza, Tem-

-Temari- lo corresse.

E questo che ogni volta lo faceva arrabbiare, e gli faceva montare la furia in pochi secondi: sembrava che nelle discussione lei non volesse far vincere la propria causa, ma farlo incazzare ancora di più. Fargli del male.

-Temari...- soppesò il nome come se non si trattasse del suo -ho deciso che non mi vedrai più così, non accadrà più una scena del genere-

-Che bravo! E queste decisioni le prendi da solo oppure hai un team di consigliere pronti a farti fare sempre la scelta sbagliata?-

-Perchè non mi vuoi trai piedi allora? Hai dimostrato benissimo che senza di me vivi meglio- cercò di mantenere la calma, almeno per quanto gliene avesse concesso.

-Non ti sopporto e basta. Mi hai lasciata per il tuo villaggio, non te ne è fregato niente della tua famiglia.-

Tutto vero, non poteva ribattere.

-Per te è comodo fare il papà tre volte l'anno, farti vedere quattro giorni di fila per poi sparire così-

-Non mi fa comodo, è che non posso fare altrimenti-

-Si invece avresti potuto!-

Era questo, questo che non riusciva a fargli entrare in testa. Con la buona volontà, una soluzione si sarebbe trovata. Non erano mica la prime due persone che avevano dovuto fare quella scelta.

-Cazzo, Shikamaru. Non capisci proprio niente. Sarebbe bastato aspettare-

Lacrime di rabbia cominciarono a scenderle sulle guance.

-Ma tu...ma tu...sei un cretino. Devi sempre rinunciare...non fai mai fatica-

Cercò di asciugarsi il viso, ma fu tutto inutile, appena di riusciva nuove lacrime le inumidivano le gote.

-Ma tu te n'eri andata che altro potevo fare?-

-Venirmi a riprendere scemo pesaculo! Sarebbe bastato solamente venire a Suna per farmi tornare indietro. Non serviva nient'altro!-

-Quanto odio voi donne! Non possiamo leggervi nel pensiero: non potete fare le cose e prendere che noi facciamo esattamente quello che voi desiderate- Shikamaru era tornato al suo tono normale, lamentoso e Temari alla suo rimprovero costante -Fai sempre troppa fatica a fare le cose, Cry-baby-

Abbassò di nuovo lo sguardo per evitare che fissasse i suoi occhi arrossati e gonfi: -Non valgo abbastanza- mormorò la voce che si irritava di nuovo.

Non lo fece con la ragione, non lo fece con il raziocinio, solamente con il cuore.

La prese e dopo averla stretta a sé , la baciò come sapeva fare solo lui. Prendendole tutta l'anima in un solo istante e riavendo la sua Temari. Quella seccatura, la sua seccatura.

Lasciò che le sue guance scacciassero l'umido da quelle di lei. Strusciava il viso contro il suo come i gatti, baciandola dove poteva. Non voleva avere nessuna donna all'infuori di lei e per questo non aveva toccata un'altra dalla loro separazione. Temari adesso era così Temari da non lasciarlo neanche pensare.

Temari per lui aveva sempre voluto dire tutto.

Ma lei lottava per liberarsi dalla sua presa, una sua lotta soprattutto interna.

-Voi donne siete convinte di saper sempre tutto- le prese il collo per fa affondare la testa bionda nel suo abbraccio: -Non c' nessuna donna che valga come te e mai ce ne sarà-

-Perchè? Allora, perchè te ne sei stato a Konoha a ciondolare?-

Shikamaru ripercorse il suo ritorno a casa, la camera vuota, le cose di Temari e Chihiro sparite, dalla madre non c'era nessuno e l'incommensurabile certezza di aver fatto la più grande cazzata della propria vita. Era da odiare, da detestare. Non poteva presentarsi da Temari, lo avrebbe squartato vivo.

-Ho voluto che fossi tu a decidere per entrambi, visto che prima tutti e due avevamo deciso solo per noi stessi. Pensavo che a te andasse bene così.-

Temari ancora stretta nell'abbraccio cominciò a tirargli pugni contro il petto.

-Cretino, cretino, cretino- e -Io sono sempre stata sola, non voglio più esserlo-

Si stava calmando, lì tra le sue braccia. Shikamaru si sentì al suo posto, nel suo ruolo.

Suna, Konoha che importa?

Temari si asciugò le lacrime, pensava di non aver pianto tanto in vita sua. -Io non voglio che la bambina debba soffrire per due cretini che non sanno neanche mettersi d'accordo. Che danno tutto per scontato.-

-E' vero che molte cose le pensavo scontate, ma ora non più...- la ragazza lo interruppe

-Dici così ora-

-E stai zitta seccatura- protestò -Qualcosa faremo-

Lei scosse il capo mormorando sconsolata qualcosa di simile ad un “non può essere così facile”. Fu il momento della discussione che Shikamaru preferì, quella in cui sapeva di aver ragione. Le circondò una spalla con il braccio e dopo averla scossa brevemente e le disse di non pensare che tutte le cose al mondo dovevano per forza essere complicate e basate un ottimo ragionamento, alle volte bastava un gesto. La baciò nuovamente.

Poco dopo rientrarono in casa.

-Mamma piangi ancoa?- chiese Chihiro vedendola arrivare. -Papi hai fatto male ancoa alla mamma?- chiese arrabbiata la piccolina alzandosi in piedi.

-Si, papà ha fatto il cattivo- ammise mestamente quest'ultimo.

La bambina dopo averci pensato un po', disse: -Dalle un bacino sulla bua e dopo passa tutto-

Shikamaru seguì prontamente il consiglio della figlia.

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Ho un animo troppo, buono gentile per far andare male una ShikaxTema. Diciamo che non è nella mie corde farlo e anche se alle volte posso sembrare un po' infantile e ingenua, penso che se la persona che si è ha davanti è quella giusta, nessuno ostacolo può mai essere insormontabileXD
Spero che via piaciuta, ci tenevo un po' a questa fic.
Domani posterò l'ultima "long", attenzione rating rosso!
   
 
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