Ok, adesso siamo veramente arrivate. Non a Londra, purtroppo: siamo all’aeroporto. Mi siedo nella prima fila di sedie davanti ad una grande vetrata da cui si possono vedere tutti gli aerei parcheggiati e gli autobus che portano i passeggeri ad imbarcarsi direttamente sulla pista. Osservo pigramente le persone intorno a me mentre mia madre fa i vari controlli che bisogna fare prima di partire. Cerco qualcosa con lo sguardo, non so neanch’ io bene cosa. Sono stanca, distratta… per l’ennesima volta infilo le cuffiette nelle orecchie e mi addormento seduta lì come una scema. Vengo svegliata da mia madre due ore dopo, è il momento dell’imbarco: mia madre si destreggia come può con tutte le valigie mentre io cammino con le mani in tasca e guardandomi i piedi in silenzio. Strano che non mi chieda con voce stizzita di aiutarla: buon segno, forse si sente in colpa per ciò che mi sta facendo. Adesso siamo arrivate davanti all’ hostess a cui dobbiamo dare la carta d’imbarco e le altre varie scartoffie e mia madre gliele porge mentre cerca di tenere sotto controllo i bagagli. Portiamo con noi due valigie, quelle con gli oggetti indispensabili (se ci perdessero la valigia e io mi ritrovassi senza il computer e la mia amata reflex sarebbe un disastro!) e affidiamo le altre a un signore con il cappellino verde che le porta via per metterle nella stiva. Posizioniamo le due valigie nelle cappelliere e finalmente ci sediamo ai nostri posti. ‘Camille, grazie di aver accettato questa cosa… sono sollevata: credevo che avresti reagito molto peggio…’ ‘Mamma, io non ho accettato proprio nulla: sono molto più arrabbiata e risentita nei tuoi confronti di quanto potresti mai immaginare!’ ‘Immagino che non serva che io ti ripeta tutti i discorsi che ti ho fatto sulle nuove opportunità…’ ‘No mamma, infatti non serve: risparmiateli, per favore…’. In realtà non sono arrabbiatissima: però sono triste… non riesco a immaginare come vivrò senza le persone a cui sono più affezionata, come Jaden, la mia migliore amica. A proposito di Jady, prima che io salissi sull’aereo mi ha chiamato: mi vuole bene e le mancherò… come ho potuto farle una cosa simile? Credo che sia stata la prima volta in cui ho sentito Jaden Faoly, una delle ragazze più toste che io abbia mai conosciuto, piangere disperatamente. Ora oltre al fatto che sono nervosa mi sento anche in colpa. Perfetto, era proprio quello che ci voleva per tirarmi su il morale…