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Autore: Sallivergron    02/04/2012    1 recensioni
Questa storia parla di una scuola d'arte, la Ohio School of Arts, un istituto che dedicato interamente alle discipline che tutti noi vorremmo fare a scuola- almeno credo - quali il ballo, il canto e la recitazione. I ragazzi saranno sottoposti a due prove e continue novità. Non sempre la loro vita sarà facile. Ogni capitolo sarà narrato in prima persona da un personaggio. Seguite questa storia e fatemi sapere che ne pensate!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kurt Hummel, Noah Puckerman/Puck, Rachel Berry, Santana Lopez, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi ero iscritta alla Ohio School of Arts perché adoravo il cinema e il teatro. Desideravo diventare attrice. 
Ero nel teatro della scuola e stavo ascoltando le parole di Dante, il mio professore, era così che lo chiamavano tutti, poiché aveva il naso come quello del famoso poeta/scrittore e aveva una passione innata per questi. Lo ammiravo tantissimo, era capace di farci sentire speciali. Il compito della settimana era guardare un musical a nostra scelta e discuterne in classe con i compagni. Io avevo scelto "Grease", adoravo quel musical, adoravo la storia di Danny e Sandy. Da bambina mi mettevo la gonna celeste di mia mamma che mi arrivava sino ai piedi, una camicia bianca, un nastro celeste in testa e cominciavo a cantare e a ballare "Summer Nights" facendo inderpretare a quel malcapitato di mio fratello la parte di Danny, sperando, un giorno di incontrare anche io il mio Danny Zuko. Ultimamente ogni volta che pensavo a quella canzone mi veniva in mente Sam. Strano, non lo avevo mai considerato più di un amico. Da quando mi aveva chiesto di uscire, le cose erano cambiate, facevo sogni di noi due insieme e felici, il che è un problema. Questo è il problema di aver visto troppi film, cominci a voler una vita come quelle dei film, ma puntualmente non succede e resti delusa. Diventi vittima delle tue stesse passioni. Ero in quella scuola perché avevo un sogno, il mio sogno, diventare un'attrice. Ero consapevole che la maggior parte di noi non l'avrebbe mai realizzto, ma speravo di essere l'unica eccezione. 
Il professore si voltò verso di noi e, dopo aver pronunciato una frase in latino, ci congedò. Uscì dall'aula. Vidi Santana, con lei c'era Puck, erano mano nella mano, il che era molto strano. Ma quei due non si odiavano? Li osservai meglio, aspettai che il ragazzo andasse via per avvicinarmi. 
-Cosa ci facevi mano nella mano con Puckerman?- chiesi. Lei mi guardò, notai che c'era anche Sam. Mi sorrise guardandomi negli occhi e in quel momento mi sembrò di non vedere nient'altro all'infuori di lui. Mi persi nei suoi occhi, erano davvero belli ed espressivi. Non mi accorsi che nel frattempo Santana aveva tagliato la corda, ma in quel momento poco mi importava, quel ragazzo, quell'unico ragazzo, aveva su di me uno strano effetto, mi faceva rimambire e io non ero e sono di certo una rimbambita.
-Ciao!- riuscì a dire. 
-Ciao!- rispose lui sorridendomi. -Ci ha lasciati!- disse tenendo il suo sguardo incollato al mio. 
-A quanto pare!- commentai facendo lo stesso. 
-Sam! Sam!- lo chiamò Mike Chang. Il ragazzo non lo calcolò minimamente, troppo impegnato a guardarmi.
-Ehi amico!- esclamò Matt mettendogli una mano sulla spalla.
-Ehi ragazzi!- li salutò lui.
-Siamo in ritardo, dobbiamo andare!- affermò l'orientale.
-Oh si già, me ne ero dimenticato!- esclamò. Ripose il suo guardo nuovamente su di me. -Scusami, devo, andare, ci vediamo in giro!- disse e mimò un "ciao" con le labbra mentre si allontanava con i suoi amici, Mike Chang e Matt Lopez. Non appena fu andato via, presi il telefono e chiamai la mia migliore amica.
-Pronto?-
-Sono io e tu sei una stronza, te ne sei andata denza darmi un risposta!- esclamai innervosita, odiavo non ricevere risposte. Passammo un po' di tempo al telefono, dopodiché conclusi la telefonata chhiedendole quale materia avesse. Avevalezione con Adela, l'insegnante di danza classica. Dato che io avevo l'ora libera, decisi che l0avrei fatta uscire dalla classe per parlarle, dato che sicuramente mi sarei annoiata. Aspettai una mezzoretta e andai nella sala di danza. 
-Buongiorno prof. può uscire un attimo Santana Lopez?- chiesi. Lei non mi degnò di uno sguardo e mi rispose fredda.
-L'ho cacciata dieci minuti fa, aveva la testa altrove!- mi rispose. 
-Ma che stronza- pensai -è uscita dalla classe e non mi ha detto niente, questa me la paga!- Cercai di trovarla vagando per i corridoi, di lei non c'era neanche l'ombra. Dove diavolo si era cacciata? E soprattutto, che stava combinando? Stanca mi diressi al bar. Mi sedetti e aspettai che Alez, la barista venisse a prendere la mia ordinazione. 
-Ehi Quinn cosa ti porto?- chiese.
-Ehm...una Coca Cola Lite e il solito panino integrale!- risposi io.
-Giornata dura?- domandò.
-No, più che altro una giornata strana!- risposi con un'espressione confusa sul viso.
-Ti va di parlarne?- mi chiese poggiandomi una mano sul braccio. Tutti si confidavano con Alex, il suo viso angelico ti trasmetteva sicurezza. Parlare con lei era naturale, spontaneo. Dopo avermi portato l'ordinazione si sedette difronte a me e cominciammo a parlare. Dopo qualche minuto fu costretta ad alzarsi per poter servire gli altri. Mentre ero ancora seduta con lo sguardo basso, qualcuno posò la sua mano sulla mia. Alzai lo sguardo e incontrai gli occhi di Sam, bello come non mai. 
-Posso sedermi?- chiese.
-Certo che puoi!- risposi. Ci fissammo per qualche istante.
-Cos'hai alla prossima ora?- mi chiese.
-Storia della musica!- risposi. 
-Bene, ti va di saltarla? Ci andiamo a prendere un gelato e magari ci conosciamo meglio, così eviterò di fare qualche stupidaggine quando sabato usciremo insieme!- affermò ridendo.
-Va bene, andiamo!- dissi. Mi prese la mano e mi trascunò fuori dalla scuola. Entrammo in una gelateria e dopo aver preso i nostri gelati ci sedemmo a tavolino per parlare del più e del meno. Mi divertì tantissimo, oltre ad essere bellissimo come il sole era nache divertente. Mentre stavamo parlando mi squillò il cellulare, era Santana.
-Pronto?
-Quinn è successo un casino!- esclamò preoccupata. 
-Cos'è successo? Stai bene?- chiesi agitata. 
-Si sto bene, riguarda te!- esclamò. Il mio cuore cominciò a battere forte. -La Sylvester ha installato delle telecamere a scuola, vi ha visti uscire, sta cercando in tutti i modi di sapere dove siete, vi conviene tornare immediatamente se volete che non convochi i vostri genitori, avvisa Sam- disse. 
-Non può essere!- esclamai sbigottita. Era la prima volta che non rispettavo le regole, ero sempre stata d'esempio per gli altri e adesso? Se i miei l'avessero saputo, mi avrebbero usccisa. 
-Ok grazie mille Sant, sei un'amica, ti voglio bene!- detto questo riagganciai. Raccontai tutto a Sam. Tornammo a scuola. La Sylvester era ferma davanti all'entrata. 
-Voi due!- disse indicandoci -Siete in una marea di guai!- era arrabbiatissima -Adesso, di corsa nel mio ufficio!- aggiunse. Senza pronunciare parola ci dirigemmo in presidenza. -Sapete che una volta entrati a scuola non potete più uscire?- domandò infuriata. 
-Ma dove siamo? In un carcere?- chiese Sam.
-Si, esattamente signor Evans, siete prigionieri nel carcere di Sue Sylvester!- rispose la preside. Stava per aggiungere qualcoa, ma Backy Jackson entrò nell'ufficio e parò.
-Signora Sylvester, Puckerman e Lopez hanno incollato con la super colla Rachel Berry al pianoforte nell'aula di Schuester!- Io e Sam scoppiammo a ridere. Lo avevano fatto di sicuro per farcela passare liscia. In che modo? Semplice, attirando l'attenzione verso qualcosa di più preoccupante. -Preside si sbrighi, non riescono a staccarla!- esclamò la stessa. 
La Sylvester ci guardò, sbuffò e ci disse di sparire dal suo ufficio se avessimo voluto che chiudesse in occhio sulla faccenda. 
Facemmo come ci era stato chiesto. In men che non si dica eravamo fuori da quell'ufficio. Ci dirigemmo in aula di musica per vedere la scena. Rachel aveva il vizio di sedersi sul pianoforte mentre cantava, infatti, la trovammo incollata con il sedere e le mani allo strumento. Era in lacrime, Santana e Puck se la ridevano uno appoggiato all'altro, mentre Finn Hudson, assieme al professore, cercava di staccarla. Brittany era rintanata in un angolo e rideva, lo stesso facevano Kurt Hummel e Mercedes Jones, entrambi meravigliosi artisti incompresi e oscurati dalla luce di Rachel che brillava più forte della loro.
Presi il cellulare dalla tasca e feci un video. Lo caricai su Youtube e lo inviai a tutta la scuola. In pochi istanti, tutti lo avevano ricevuto e prendevano in giro la povera Rachel. I due artefici dello scherzo furono puniti con una sospensione di qualche giorno. Non erano pentiti, tantomeno dispiaciuti, soprattutto Puck era felice di poter stersene a casa senza l'obbligo di dover venire a perdere tempo a scuola. 
Anche quando i loro genitori gli avevano rimporverati, i due non avevano smesso di ridere. Il signore e la signora Lopez erano profondamente delusi dal comportamento della loro "bambina", mentre i genitori di Puck ormai, ci erano abituati.
Grazie a loro io e Sam avitammo una grande rogna, o quasi...
-Dove credete di andare?- chiese la Sylvester guardandoci. Noi ci indicammo. -Si dico a voi Barbie e Ken!- continuò.
-Ci dica!- dicemmo terrorizzati.
-Pensavate di averla scampata eh? Siete in PUNIZIONE!-









 
  
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