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Autore: Bebbe5    02/04/2012    2 recensioni
Post-A scandal in Bohemia. I pensieri di Irene Adler dopo gli eventi in Medio-Oriente sulle note di 'On a mission' di Gabriella Cilmi. Dedicata alla mia amica LadyMorgan.
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Irene Adler, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note dell’autrice: salve a tutti. Ho già scritto sui fandom di Sherlock Holmes, ma mai in quello relativo alla serie. La prima shot non potevo dedicarla ad uno dei miei personaggi preferiti, Irene Adler. Questa fiction è stata scritta anche per festeggiare il compleanno della mia migliore amica, LadyMorgan.

Buona lettura

ON A MISSION

Per l’ennesima volta, un sospiro di sollievo lascia la mia bocca.

Mi sono salvata. Ancora. E questa volta ci è mancato davvero poco.

Più volte mi ero ripromessa di non guardarmi indietro, di lasciar perdere il passato.

In questo momento, però, mentre mi trovo sull’aereo che mi condurrà alla mia prossima destinazione, alla mia prossima avventura, non posso fare a meno di indugiare sui ricordi.

Come diamine sono arrivata fino a questo punto?

It’s tough for me to make a move
and I know what I gotta do
‘cause I got everything to prove
I’ve got a plan I’m sticking to

Ero una ragazzina comune, cresciuta in una delle tante famiglie tradizionaliste e conservatrici che popolano il New Jersey.

Da piccola, avevo paura di mettermi troppo in mostra, sottostavo alle regole senza aprire bocca. In poche parole, avevo timore delle conseguenze.

Piano piano, però, ho cominciato a cambiare.

All’inizio è stata dura uscire dal mio guscio. In questo senso, le recite scolastiche, i musical in particolare, mi hanno molto aiutata.

Dopo il primo di questi, in cui mi esibii con la mia voce da contralto, a scuola tutti cominciarono a guardarmi con occhi diversi.

Bastava uno sguardo ed i ragazzi mi portavano i libri, per esempio.

Lentamente, ho preso coscienza delle mie potenzialità.

Da fuori, apparivo ancora come la ragazzina di buona famiglia, beneducata e rispettosa.

Dentro, però, mi stavo rendendo conto di cosa potevo essere in grado di fare con le mosse giuste.

Cominciai con calma, convincendo i ragazzi a fare pazzie per me.

Mi feci sempre più audace e alla fine compresi che quelle piccole quisquilie da ragazzini potevano essere la chiave che mi avrebbe permesso di stringere il mondo in una mano.

Formulai un piano e cominciai a metterlo in pratica proprio nella cittadina in cui ero nata e cresciuta.

Venni in possesso di alcune foto molto ‘interessanti’ e, un mese dopo, il sindaco si dimise dal suo incarico.

Fu la prima di tante soddisfazioni.

The word is that I’m over doubt
but I don’t let it get me down
I ain’t nobody’s push around
if they could only see me now

Non mi fu difficile trovare gli appigli giusti per proseguire con la mia scalata.

I pochi inetti che hanno provato a mettere in dubbio dalla veridicità delle mie minacce, ora si trovano ad elemosinare un pasto alle mense dei poveri. Altri si sono buttati giù da un ponte o si sono impiccati, ma poco importa.

Non mi lascio buttare giù dalla compassione o dalla pietà, c’è qualcosa di molto più importante ed i rimorsi non sono ammessi.

Non posso lasciarmi spintonare da niente e da nessuno. Devo essere io a dominare e a muovere le pedine.

Ah, se i miei genitori potessero vedermi per come sono… se potessero vedermi adesso…

There’s only one thing on my mind
and I am running out of time
I’m coming girls, so get out of the way

Se c’è una cosa che ricordo del mio passato è che ad un certo punto riuscii a dimenticare, a mettere da parte i sensi di colpa e le regole che mi era state inculcate. Una cosa sola aveva preso possesso della mia mente e sapevo di dover agire in fretta.

Avevo paura che la determinazione sarebbe svanita se avessi atteso troppo.

Avrei fatto qualcosa di sensazionale, di diverso, eppure di nascosto agli occhi del mondo (sempre che questo avesse fatto come volevo io). Non avevo bisogno di mettermi in mostra con stupide produzioni cinematografiche o teatrali. Il palcoscenico mi aveva aiutata, certo, ma non volevo diventare una di quelle oche giulive che finiscono presto nel dimenticatoio. Volevo essere qualcuno il cui nome avrebbe fatto tremare chi lo avrebbe pronunciato.

Avrei dominato tutte e le altre potevano, anzi dovevano, togliersi dai piedi.

I am THE woman on a mission whoa
nothing can stop me, I’m stronger than ever
I’m gonna see this through
I am THE woman on a mission whoa
whatever it takes I will do what I gotta do

Sono una donna, un essere superiore a prescindere, ma più pericoloso dei suoi simili perché ho una missione. Sono determinata, calcolatrice. Ho una grande forza e sono disposta a fare di tutto affinché i miei piani giungano a compimento.

Non conosco ostacoli.

O almeno, così era prima di… lui.

I’m gonna lay it on the line
I won’t give up without a fight
‘cause I can see the finish line
won’t stop until I think your mine

Scuoto la testa per scacciare questo pensiero.

E pensare che era partito tutto così bene…

Tutto era prestabilito. Avevo la chiave per sottomettere i fratelli Holmes (o Uomo di Ghiaccio e Verginello, come quel pazzo si ostinava a chiamarli).

Ero pronta a lottare, anche perché la sfida aveva tutti i pre-requisiti per rivelarsi avvincente.

Ero già in vista del traguardo, ero convinta di averlo in pugno.

so read the writing on the wall
I’m ready and I’m standing tall
some people think they know it all,
i guess I’ll have to show ‘em all

 

Mi divertivo a mandargli dei messaggi per provocarlo, per fargli vedere che ero sempre non uno, ma tre passi avanti a lui. Deve essere stato tragico per un uomo come lui che aveva sempre tutte le risposte. Frustrante oserei dire.

Pensava di sapere tutto. E’ toccato a me provare a mostrargli che non era così. Mi ci sono persino divertita.

stand aside ‘cause I’m on a mission
I’m on fire, there’s no competition.
you can’t blame me I got intuition
and I never miss a trick just like a magician

Anche in quel caso, non ho badato a chi mi si parava davanti, neanche se si trattava del più grande detective del nostro secolo.

Ad ogni passo verso la vittoria, mi sentivo sempre più piena di adrenalina. Stavo mettendo nel sacco due delle più grandi menti del globo.

Quella sera, nello studio del più grande, mi sono sentita anche meglio per un po’, perché non percepivo odio da parte loro, ma rispetto.

Non avevo sbagliato in niente, li avevo ingannati alla grande e si trovavano a pagarne le conseguenze.

you don’t need cash, you don’t need permission,
if you think I’m scared, you must be tripping.
foot on gas, key in ignition,
can’t stop now ‘cause I’m on a mission

Le richieste che sono seguite?  Semplice protocollo. Dovevo comunque dimostrare di essere superiore, di avere vinto.

Non ho bisogno di denari, di documenti falsi o di cose simili per proseguire con la mia vita. Nessuno mi spaventava e chi credeva di riuscire a farlo non sapeva in cosa si stava cacciando.

Una volta ottenuto quanto richiesto, sarei fuggita a tutta velocità verso la prossima meta, verso il prosieguo della mia missione.

E invece, quando ogni cosa sembrava ormai conclusa, ci si è messo in mezzo lui, il più piccolo, il Verginello: Sherlock Holmes.

La sconfitta ha bruciato, oh se ha bruciato!

Ma non ho potuto comunque fare a meno di ammirare quell’uomo, di rispettarlo per il modo in cui mi ha messa nel sacco.

Ho provato rabbia nei miei confronti, per essermi lasciata prendere troppo dall’euforia ed aver ceduto a quel sentimento di attrazione verso di lui.

Sono fuggita, sì, ma con la coda tra le gambe.

Volto la testa e guardo il volto di Sherlock Holmes, seduto accanto a me. Ha gli occhi chiusi, ma sono sicura che non stia dormendo: vuole solo evitare di fare conversazione.

Lo lascio fare, del resto glielo devo.

Mi ha salvato la vita. Sapevo che era intelligente ed anche un po’ impulsivo, ma non pensavo che fosse anche coraggioso, che avrebbe messo la sua vita a repentaglio per salvare la mia.

Sorrido.

Sembriamo i protagonisti di un romanzo.

Ovviamente non si concluderà con un ‘E vissero per sempre felice e contenti’. Sarebbe limitativo per la vita che vogliamo continuare a condurre.

Potrebbe comunque nascerne una relazione interessante, un’alleanza persino. Chissà.

Il pilota annuncia che stiamo per atterrare all’aeroporto Charles de Gaulle e ci prega di allacciare le cinture.

Come pensavo, lui era sveglio. Infatti apre gli occhi, rivolge brevemente lo sguardo verso di me, poi fa quanto richiesto.

Qualche minuto dopo, siamo in aeroporto. Prenderemo voli diversi. Uno porterà lui a Londra, un altro porterà me verso la mia nuova meta.

“Allora qui le nostre strade si dividono.” Comincio.

“Signora Adler, penso che ormai sappia che non sono un uomo incline al sentimentalismo.” Mi risponde freddamente.

“Oh, su questo comincio ad avere i miei dubbi.” Replico punzecchiandolo un po’.

Sbuffa, provocando una mia risata. Sento una voce annunciare che il check-in per il mio volo è aperto e che i passeggeri sono pregati di recarvisi. Rapida, mi avvicino a lui e, appoggiandomi alle sue spalle per sollevarmi un po’ verso il suo orecchio, sussurro.

“Grazie di tutto, non lo dimenticherò. Arrivederci, signor Sherlock Holmes.”

Lascio un bacio sulla sua guancia, poi mi volto e mi allontano, senza attendere una replica che, so perfettamente, non ci sarà.

Sorrido.

Sono di nuovo libera. Libera di fare ciò che voglio, libera di riconquistare quel posto che mi spetta, libera di tornare a tessere trame.

Mi volto giusto prima di entrare nel check-in. Lui non è più dove l’avevo lasciato.

Non che me lo aspettassi, ovvio.

Farò comunque in modo che, anche se indirettamente, senta ancora parlare di me.

Mi ha aiutata ad ingannare il mondo intero, è giusto che ripaghi in qualche modo.

whatever it takes, i will do what i gotta do

Fine

 

  
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