Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: gaccia    02/04/2012    17 recensioni
"Aiuto mi si è allagata la casa!" a quanti è capitato? in questo caso che si fa? si chiama l'idraulico.
E normalmente arriva un uomo basso, grasso, calvo a un passo dalla pensione... a volte però i sogni proibiti si avverano ed arriva un adone di 'dottore dei tubi'
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Eccoci qui al secondo pezzo.

Quando ho scritto il prologo, non sapevo dove mi avrebbe portato questa storia, non avevo una trama in testa, né una fine... fino a ieri sera. Poi, l'illuminazione! Tutto è stato chiaro e adesso so come si svilupperà, so come andranno le cose e cosa succederà tra il nostro idraulico sexy e la nostra spudorata Bella.

Un appunto: siamo nella saga Twilight, pur tutti umani, i nomi delle persone, sono rigorosamente tratti dai quattro volumi della signora Stefanie Meyer, proprietaria dei personaggi

I fatti, invece, sono miei, la storia è senza scopo di lucro.

Detta la formula di rito che mi ero scordata nel prologo, vi lascio al capitolo e auguro buona lettura.

 

---ooOoo---

 

«Allora, Isabella Swan, in pratica che ci hai fatto con l'idraulico più violentabile dell'emisfero settentrionale?» mi chiede Amber.

Siamo al nostro tavolo alla caffetteria, io, la mia compagna di stanza Amber, Rosalie e Lucy, nostre vicine al dormitorio, e i nostri amici di tendenza, Max e Gary, dichiaratamente gay e felicemente insieme.

Le vacanze pasquali sono finite da due giorni ed io sono qui a sospirare come una ventola sul ricordo dei pettorali possenti del mio Edward ‘Dottore dei tubi’.

«Saprei ben io cosa fargli a uno così» esclama Max con occhi sognanti.

«Ma almeno ti sei fatta togliere le ragnatele?». Gary è sempre un signore.

«L’hai visto nudo? Com’è?». Forse è Lucy che deve togliere le ragnatele.

«Io me li sarei fatti tutti e due! Ci pensi? Due manzi di quella portata a strizzarmi e penetrarmi da tutte le parti! Arwwww!». Rosalie fa il verso della tigre e mima una zampata felina. Chissà perché ma sono sicura che non sta scherzando.

«Allora, posso continuare o volete tirare voi le conclusioni?» chiedo scocciata.

Nessuno più fa un fiato, si mettono tutte (maschi e femmine) sull’attenti e aspettano che continui il mio racconto.

 

Mentre lui andava al furgone a prendere la macchina aspiratrice, io mi fiondavo in camera mia per cambiarmi la felpa bagnata e i pantaloni della tuta.

«Così ti facevi trovare nuda, già bella e pronta!».

«Gary! Cosa vai a pensare! Ti pare che la nostra Bella possa essere così spudorata?». Grazie Amber.

«Anche di più! Ti ricordi con Tyler? Cosa non ha fatto per farlo capitolare!».

«Piantala, Lucy e lasciami finire» rispondo stringendo i denti minacciosa.

Visto che tanto faceva caldo e lui era già in canottiera, mi sono messa il mio bel perizoma nero con gli short, molto shortini…

«Sì, quelli rosa. Li adoro! Ti fanno un culo che è da sfondare, gioia mia! Quando te li ho visti addosso per la prima volta, ho seriamente pensato di cambiare parrocchia», solo Max può farmi sentire così desiderata… da uno che non mi si farebbe mai.

Mi sono tolta il reggiseno, ed ho infilato una bella magliettina bianca…

«Bellissimo! Poppe al vento, l’avrai steso!» Rosalie non ha mezze misure. Probabilmente, quando esce il mio spirito leggermente puttana, devo aver preso da lei.

«Fatemi finire, per favore. Altrimenti questa storia diverrà più lunga di un romanzo a puntate!» esclamo.

Finalmente zitti, mi lasciano continuare, ed io torno con la mente a quel giorno…

 

«Signora! Direi di cominciare con il piano di sopra, così non colerà più acqua». La sua voce mascolina mi arriva chiara alle spalle facendomi sussultare.

Gli passo accanto per entrare in bagno a gettare i vestiti nel cesto della biancheria sporca, non che adesso sia più asciutta: i miei capelli continuano a gocciolare, bagnando strategicamente la magliettina, tra poco anche quella sarà da strizzare.

«Signorina!» dico voltandomi verso di lui.

«Come scusi?».

«Sono signorina, non signora» puntualizzo avvicinandomi «Non dovrebbe farlo funzionare, adesso, l’arnese?» dico indicando verso il basso, in un punto indistinto tra il cavallo dei suoi calzoni e il bidone aspirante che ha ai suoi piedi.

«Mi fa vedere dove posso infilare la presa?» chiede, ma è il sorrisino sghembo che accompagna le sue parole a lasciarmi senza fiato.

«Infilare dove? Cosa?» devo essermi persa un pezzo.

«La luce» dice mostrandomi il cavo. Okay, la mia figura per oggi l’ho fatta.

«E’ lì sotto» indico il punto accanto alla porta della mia camera.

Attacca ‘l’arnese’ alla corrente e questo con un fischio e un rumore impossibile, comincia ad aspirare il liquido presente sul pavimento.

Io inizio a procurarmi degli stracci per asciugare  il più possibile, dopo aver tolto il grosso dell’acqua. Senza pensare, mi piego per raccogliere gli stracci che si trovano ripiegati sulle mensole sotto il lavandino in bagno.

Probabilmente gli short mi si abbassano regalando un’ampia visuale alla parte superiore del perizoma, mentre la maglia si ammonticchia appena sotto il seno, lasciando visibile la sua rotondità. In pratica sono più nuda che vestita e deve essersene accorto pure l’idraulico visto che sento un rumore di metallo che cade per terra.

«Porca di quella troia» borbotta Edward chinandosi a raccogliere il tubo. Vedo il suo viso rosso e il suo pomo d’adamo andare su e giù a velocità sostenuta. Credo anche che abbia le mani sudate. Non oso spostare lo sguardo sui pantaloni ma ci scommetto dieci orgasmi multipli che anche lì sotto sta sudando.

«Qualcosa non va?» chiedo mentre mi lego la maglietta sotto il seno, lasciando la pancia scoperta. Ho un bel corpo, regalo di parecchi anni di attività fisica sostenuta e posso andarne fiera, perché non mostrarlo? Soprattutto quando davanti hai un ragazzo che ti regala una spettacolare visuale sul suo fisico appena coperto da una insignificante canotta. Mi sembra uno scambio equo, ed io sono pro par-condicio.

«No, no. Tranquilla. Tutto… ehm, bene» risponde. Non è più sicuro di sé come prima e il sorriso da infarto si è un pochino spento.

A questo punto sorrido io, ampiamente.

 

Mi metto in ginocchio ad asciugare, e così passiamo almeno venti minuti, in pratica finiamo il piano.

«Cioè? È rimasto venti minuti con il tuo sedere sventolato sotto gli occhi ed ha continuato a lavorare? Ma diccelo che è gay, magari vuole unirsi a noi per una piccola orgia» propone Gary, subito supportato dal suo degno compare. «Adoro i sessantanove, i settantuno, e anche i duecentotredici!» sospira Max sognante!

«Duecentotredici?». Amber sembra perplessa e chiede lumi facendo ridacchiare Lucy.

«Sessantanove più due per tre! A letto la matematica non è mai un’opinione!» risponde Rosalie.

«Eccola la nostra troietta! Quanta soddisfazione dai al mio povero cuore, Rose, nessuno mai come te!». A modo suo Gary ringrazia.

«Puf! Andate a fare…» risponde Amber.

«Noi sempre tesoro. Che ti credi?» la interrompe Gary, per poi rivolgersi a me: «Bella, amore, continua la storia e dicci che lo hai violentato sino al dissanguamento o giuro che non ti rivolgerò mai più la parola!»

«Lo sai che non sopporta la vista del sangue!» interviene Amber.

«Sciocchezze! Pure lei ha le mestruazioni! Che fa? Si cambia l’assorbente ad occhi chiusi?». Quando ci si mette, Gary è sempre più irriverente.

«Piantala, gioia, altrimenti la piccola si incazza ed iniziate a tirarvi per i capelli poi ci sbattono fuori e non avremo più un posto carino dove fare colazione» interviene Rosalie cercando di portare un poco di calma tra i due contendenti che si stavano surriscaldando.

«Prego, Bella, a te la parola». Chino la testa ringraziando silenziosamente Lucy e ricomincio il mio racconto.

 

Sono lì che ho finito di asciugare il bagno e la camera dei miei genitori. Continuo a passare gli stracci e a strizzarli nella bacinella che mi porto dietro. Ho le ginocchia a pezzi e non vedo l’ora di stendermi sul letto e stiracchiarmi la spina dorsale.

«Mi puoi aiutare con questa tanica? Ho aspirato troppo». Sobbalzo quando sento la sua voce alle mie spalle, non me l’aspettavo.

«Ma come? Con quei muscoli che ti ritrovi non riesci a svuotare un po’ d’acqua?» chiedo sorridente mentre mi avvicino all’idraulico.

«Preferisco non rischiare uno strappo. Mi farebbe saltare qualsiasi impegno che mi piovesse addosso questa sera» risponde facendomi l’occhiolino.

E giuro, in quel momento sono tutta un bollore!

Se le mie orecchie non mi ingannano, mi ha appena fatto una proposta indecente!

 

«Ci puoi giurare, gioia» esclama Gary.

«Zitto, amore, lasciala finire di raccontare, siamo alla parte clou!» squittisce Max, completamente assorbito dalle mie parole.

 

L'ho aiutato a trasportare la tanica in bagno e gettare l'acqua nel water.

«Adesso vado al piano di sotto. C'è un bagno anche lì?» mi chiede.

«Certo, dal sottoscala si accede alla lavanderia e a un piccolo bagno» rispondo

«Allora io scendo... tu che fai?» mi chiede ancora.

Ero quasi combattuta a rispondergli “mi masturbo visto che non ci pensi tu” ma poi ho pensato che non era il caso di mostrare le mie carte così apertamente.

«Finisco di asciugare il pavimento in camera mia, poi scendo» rispondo, indicando la porta alla mia destra.

«Vuoi che ti do una mano?».

«Anche tutte e due. Grazie» rispondo.

 

«Sfacciata! E dove le volevi queste due mani?» chiede Rosalie. Sempre a pensare male lei.

«Dopo un'ora in sua compagnia, a guardare i suoi muscoli guizzanti, le sue braccia muscolose, le sue mani forti, il suo sedere...» elenco.

«E basta! Abbiamo capito che è uno schianto!» interviene Lucy.

«No, no. Aspetta. Quella del sedere mi interessa». Ecco Max. Ti pareva se non interveniva anche lui. Ha davvero un debole per i posteriori, quasi un feticista dei culi.

«Comunque le sue mani, le avrei volute addosso, dove preferiva... possibilmente lì e là» dico indicando vagamente un sopra e sotto che, sono sicura, al nostro tavolo hanno capito tutti.

«Puoi continuare da quando siete entrati in camera tua? Suppongo che ci fosse un letto a disposizione. Dimmi che non è ancora il letto singolo che avevi da bambina» implora Gary.

«Tranquillo, una piazza e mezza. Non troppo piccolo ma neanche troppo grande».

«Certo, in quei letti si è costretti a restare vicini... io li trovo stimolanti» dice Rosalie, sorseggiando il suo succo.

«Bene, prosegui, Bella» ordina Amber.

 

Dopo aver vuotato anche la mia bacinella, ci siamo messi ad asciugare anche il pavimento della mia camera. Io da una parte del letto e lui dall'altra...

«E ogni tanto gettavi un'occhiata sopra le coperte per controllare che ci fosse ancora» dice sicura Lucy.

«Puoi scommetterci che faceva così» rincara Amber.

«E vi assicuro che lui era sempre lì, e ogni tanto l'ho beccato a guardarmi» rispondo.

«E che faceva allora?» chiede Max.

«Mi sorrideva con quel sorriso sghembo, molto malizioso e tornava a passare lo straccio sul pavimento».

«E tu?». Poteva evitare di intervenire Gary?

«Stavo andando letteralmente a fuoco».

 

Stanca del silenzio della stanza che mi sembrava più imbarazzante che altro, provo a fare conversazione, con il mio bellissimo idraulico.

«Allora, Edward, da quanto fai questo mestiere?»

«Prima di iniziare con le domande, che ne dici di dirmi il tuo nome? Tu conosci il mio, ma io so solo che ti chiami Swan» risponde.

«Mi sembra giusto. Piacere mi chiamo Isabella Swan, ma tutti mi chiamano Bella. Tu?».

«Edward. Edward Cullen. Attualmente, di professione idraulico».

E ci stendiamo sul letto, per far incontrare le nostre mani a metà strada sul materasso. Ha delle belle mani, un po' umide, ma forti e non eccessivamente callose.

«Quanti anni hai?» chiedo, mentre mi rimetto ad asciugare.

«Ventitre. Tu?». Ormai siamo arrivati in fondo al letto e ci possiamo guardare in faccia senza problemi. Anzi io lo guardo in faccia, lui, sono sicura, ha lanciato più di qualche occhiata nella scollatura della maglietta dove si intravede in il seno.

«Venti. Frequento l'università a Seattle. Lettere. E tu? Da quanto tempo fai l'idraulico? ritornando alla domanda di prima».

«Da due anni. Do una mano a mio cugino, Emmett, quello che era con me. La ditta è sua. Io ho provato a frequentare l'università per un paio d'anni, ma sono mancati i fondi. Così mi sono messo a lavorare per mettere da parte quello che mi serve per seguire i corsi che mi saranno utili».

 

«Ammirevole il ragazzo» commenta Rosalie.

«Davvero, Bella. Ma tutte le fortune a te? Non solo ti ritrovi con un idraulico da stupro in casa, ma è anche un bravo ragazzo che lavora per permettersi gli studi!» si lamenta Lucy.

«Sì, sì, abbiamo capito, ma la domanda è: te lo sei fatto oppure no?». Ecco Gary! Andiamo al sodo.

 

Visto che abbiamo iniziato a conversare, non voglio perdere l'occasione per conoscerlo meglio.

«E' tanto che abiti a Forks?». Strano, non l'avevo mai notato. Eppure il nostro liceo non è enorme, un ragazzo così l'avrei sicuramente visto se avesse frequentato questa scuola.

«Ci siamo trasferiti in città, tre anni fa. Prima abitavamo a Portland. Tu invece, sempre vissuta in questa metropoli?». È simpatico! Definire metropoli una specie di cittadina di tremila abitanti, dispersa nel nulla è davvero divertente.

«No. Quando ero piccola vivevamo qui, poi ci siamo trasferiti a Seattle, dove i miei genitori lavorano, però, quando avevo quindici anni, siamo tornati per mia nonna e siamo rimasti per la tranquillità» spiego. Io, non volevo restare, ad essere sincera, ma mio padre, ispettore degli affari interni della polizia di Seattle, non sopportava il clima di crescente violenza che si stava instaurando in città in quel periodo. Così, lui e mia madre hanno iniziato a fare i pendolari, ed io a restare ad ammuffire qui.

Nel frattempo ci siamo avvicinati sempre più e, intenti ad asciugare il pavimento, non ci siamo accorti di essere a pochi centimetri di distanza e tuck…

 

«Cioè? Che è successo?» chiede Amber ansiosa.

 

Ci siamo scontrati, dandoci una capocciata solenne. Dio! Che botta.

Comincio a ridere e a massaggiarmi il capo, così come Edward. Che risata stupenda, profonda e allegra, solo a sentirla riporta la gioia.

«Oddio! Non ce la faccio più! Un attimo di pausa!» dico alzandomi, e gattonando sul letto per gettarmi sui cuscini. Oh! Il materasso della felicità! La mia schiena ringrazia.

Mi volto leggermente e faccio segno a Edward di stendersi accanto a me.

«Dai, vieni anche tu, prima che la commozione celebrale ti faccia svenire. Sei troppo grosso per poterti trasportare al pronto soccorso senza aiuti».

Giuro che quando anche lui si mette a gattonare sul letto, per accucciarsi accanto a me… mi sento eccitata come quando… non so neanche io come. Assicuro soltanto che se mi sfiorava, l’avrei violentato!

«Oh! Decisamente più comodo qui!» mi dice sorridendo.

Siamo stesi a pancia in aria, con la testa sopra i cuscini e ci stiamo guardando negli occhi. Non ci tocchiamo ma nell’aria c’è quell’elettricità tipica della tensione sessuale prima dell’esplosione, e Dio sa quanto sia pronta ad esplodere.

«Bella… io…» cerca di parlare, ma io lo stoppo posandogli un dito sulle labbra, per poi esplorare il resto del suo volto.

«Schhh. Lascia stare Edward» mormoro e mi alzo sul gomito per avvicinarmi al suo viso e finalmente appoggiare le mie labbra sulle sue.

Il bacio! Dopo tutto questo tempo il bacio! Non vedevo l’ora. E lui è bravo. Molto, molto bravo. Mordicchia, succhia, lecca in un vortice di desiderio. Mi sta facendo ribollire tutta.

Si volta anche lui su un fianco e con un braccio mi attira verso di se, stringendomi sino a quando il mio corpo è completamente appoggiato al suo e le nostre gambe nude sono intrecciate.

In debito di ossigeno ci stacchiamo un attimo.

«E’ da quando hai aperto la porta questo pomeriggio, che volevo baciarti» mormora per poi rituffarsi sulla mia bocca.

Con la lingua chiede il permesso di entrata, e chi sono io per rifiutarglielo? Avanti, prego! Fammi impazzire. E lui lo fa con assoluta perizia.

Accarezza con la lingua la mia, come con le mani mi scivola su tutto il corpo.

Mi spinge delicatamente con la schiena sul materasso e mi sovrasta con il suo corpo, prima di iniziare a baciarmi il collo (cosa che adoro e come lo fa lui mi manda direttamente in paradiso).

Lo sento armeggiare con il nodo della mia maglietta e, quando l’ha slegata sento le sue dita strisciare sotto la stoffa e sfiorare il mio seno destro, che…

 

Pausa ad effetto… tutte stanno pendendo dalle mie labbra.

«Che?» chiede Lucy impaziente. Lo sapevo che sarebbe stata lei a cedere, o lei o Max.

«E’ suonato il suo telefono. Era sua sorella che lo chiamava per una emergenza famigliare» rispondo ridendo.

«Nooooo!» l’urlo straziato di Gary e come il famosissimo quadro di Munch: mani in faccia, bocca spalancata, sguardo spiritato.

«Non mi dire che non è successo niente e lui se ne è andato!?». Amber è perplessa, soprattutto perché non si spiega allora il mio continuo sospirare al cellulare con un misterioso interlocutore. Cosa che accade più volte al giorno da quando sono tornata.

«A dire la verità, qualcosa è successo… dopo» tento di spiegare.

«Dopo quando?».

 

---ooOoo---

 

Angolino mio:

Dopo quando? Rispondo io alla domanda che hanno fatto a Bella: alla prossima puntata.

 

Questa storia, racconterà le vacanze di pasqua a Forks.

Il disastro del bagno è successo il primo giorno, e Bella resterà a casa dei genitori ancora per altri quattro giorni… quindi potete immaginare quanto ci sia ancora da raccontare!

Siamo solo agli inizi!

 

Come avrete capito, Bella sta raccontando quello che è successo, intercalando con i commenti dei suoi amici. Spero che sia chiaro ogni volta che si cambia dal presente al racconto. In caso fatemelo sapere per trovare una soluzione facile per tutti.

 

Spero sinceramente che questa storiella vi piaccia. Niente di serio, trascendentale o impegnativo, solo una lettura leggera per passare il tempo insieme. Piccolo sondaggio: sapete chi sono Amber, Gary, Lucy e Max nella originale saga di Twilight? scommetto che uno di questi quattro vi sfugge, indovinate.

Fatemi sapere le vostre opinioni.

 

Per ora, ringrazio per l’attenzione

Alla prossima

Baciotti

  
Leggi le 17 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: gaccia