I corpi vennero seppelliti subito
dopo che Oliver ebbe
annotato con degli schizzi tutto ciò che poteva essere utile
alle indagini. I
monaci dell’abazia fecero una funzione in memoria dei
carovanieri morti, a cui
parteciparono anche gli uomini di Broyles.
Al termine della cerimonia, Oliver si
mise immediatamente al
lavoro, insieme agli altri, cercando in numerosi archivi notizie sui
morti e su
quel nuovo tipo di peste, che sembrava comparsa dal nulla e aveva avuto
un
periodo di incubazione più breve del previsto.
Oliver, sfogliando uno dei tomi che
gli erano stati
consegnati, notò un particolare su una delle vittime, quindi
andò a riferirlo
al comandante.
“Signore… una
delle vittime ha un fratello nella vicina
Torino. Forse vorrà avere sue notizie, e magari darci
informazioni utili…”
Il comandante annuì,
quindi si rivolse a John Scott.
“Sir Scott, andate voi. E
portatevi dietro anche il
ragazzo.”
“Sissignore!”
rispose l’uomo, infine lanciò uno sguardo al
giovane Du Nam ed entrambi uscirono di corsa.
Dopo una cavalcata di tre ore
arrivarono alle porte della
città, quindi passarono l’imponente Porta Segusina
e si infilarono nella
scacchiera di vicoli all’interno delle grandi mura.
Si fermarono di fronte a un edificio
di tre piani, in cui,
al piano terra, c’era la bottega di uno speziale. Bussarono
alla posta di
quest’ultima; un uomo aprì.
“Signor Stej? Dobbiamo
darvi una cattiva notizia riguardo
vostro fratello. Purtroppo è morto tre giorni fa, mentre
viaggiava con una
carovana.” disse John, calmo.
L’uomo non disse nulla, si
passò una mano sul volto, infine,
inaspettatamente, lanciò in faccia a Sir Scott una scodella
con una polvere non
identificata e scappò via prima che i due cavalieri
potessero reagire.
Scott tossì forte e si
accasciò a terra, senza fiato. Oliver
lo soccorse e lo fece salire sul suo cavallo. Era meglio tornare
all’abazia e
lasciare John nelle mani del monaco speziale, prima di continuare le
indagini.
Poche ore dopo stavano salendo lungo
il sentiero che portava
alla Sacra, quando Sir Scott perse i sensi. Oliver lo soccorse ancora,
ma
dovette allontanarsi immediatamente: gli era comparso un grosso bubbone
nero
sul collo. Senza toccare l’amico, prese le briglie del
cavallo e salì
velocemente lungo il sentiero, dando l’allarme.
Il monaco speziale mise
immediatamente John Scott in
isolamento. Oliver era scosso, ma non riuscì a stare con le
mani in mano; si
chiuse negli archivi per fare ricerche.
Dopo poche ore ne uscì di
corsa, con un rotolo di pergamena
in mano, per parlare con il comandante Broyles.
“Signore, so come salvare
Sir Scott!” esclamò.
“Mh… ditemi,
ragazzo.”
Il giovane gli mise in mano la
pergamena.
“Si chiama Walther
Bischoff. È un monaco tedesco, ma è
vissuto a lungo in questa zona. È un alchimista. Attualmente
vive nel monastero
di Saint Claire, a Lyon…”
“Qui dice che è
un folle, e per questo non gli è consentito
uscire dal convento e può ricevere visite solo dai parenti
più stretti.”
“Sì signore. Ha
un figlio adottivo, Petrus.”
“Bene, allora trovatelo e
convincetelo ad accompagnarvi a
Lyon per parlare con suo padre.”
“Parto subito, signore. Ma
mi ci vorrà qualche giorno…”
“Perché? Sapete
dove si trova ora?”
“Sì
signore.”
“Bene. Partite
subito…” la incitò l’uomo,
infine gli
consegnò un sacchetto di monete d’oro
“Questo vi basterà per sostenere le spese
di viaggio?”
“Credo di sì,
signore.” Rispose il giovane, soppesando il
sacchetto, quindi sellò il suo cavallo e partì.
Gerusalemme. Qualche giorno
più tardi.
Petrus Bischoff era un giovane di 25
anni, alto e
particolarmente prestante. Si guadagnava da vivere facendo qualunque
lavoro gli
capitasse, senza farsi troppi scrupoli.
Scese dal cavallo e lo
affidò al servo della locanda in cui
aveva appuntamento per un nuovo lavoro, infine entrò e si
sedette al tavolo con
due uomini.
“Ci saranno delle spese da
sostenere… inoltre si sta
avvicinando l’inverno, e con il freddo i pericoli
aumentano.” disse, a
conclusione del discorso che aveva appena fatto per convincere i due
uomini ad
assumerlo “Vi servirà qualcuno che possa trattare
con i veneziani e che possa
piazzare la merce sul mercato. Sapete, c’è
parecchia concorrenza nel campo del
commercio delle spezie…”
I due uomini si consultarono tra
loro. Petrus li fissò e
sorrise.
“Anche io parlo
l’arabo. E 100 pezzi d’oro mi sembra un
prezzo più che accettabile.”
Ad affare concluso, il giovane
uscì. Stava per andare a
riprendersi un cavallo, quando Oliver gli sbarrò la strada.
“Siete voi Petrus Bischoff?
Figlio di Walther Bischoff?”
“L’ultima volta
che me l’hanno chiesto era l’Inquisizione.
Comunque sì, sono io.” rispose il giovane uomo,
guardando l’esile figura del
cavaliere dall’alto in basso.
“Mi chiamo Oliver Du Nam,
Cavaliere della Croce Blu. Dovete
seguirmi fino a Lyon, devo parlare con vostro padre.”