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Autore: Eli87    02/04/2012    6 recensioni
Dimenticatevi la solita timida Isabella Swan. Isa è una ragazza irriverente e sfacciata che se ne frega del giudizio degli altri ma incontrerà un misterioso ragazzo che le darà molto filo da torcere…seguire per credere.
< avete presente Brad Pitt? Ecco uniteci un pizzico di Johnny Depp e di Chad Michael Murray e mischiate il tutto > pendevano dalle mie labbra < poi aggiungete ancora un pizzico dell’ingrediente “bellezza” e il gioco è fatto! > dissi ripensando al suo viso.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Bad Girl

Per le maggiorenni: qui trovate il capitolo esteso e non censurato.

 

Ringrazio come sempre mia beta Barbara

 

 

 

______

 

Bad Girl

[Rosalie Hale]

 

Cap. 54 – Don’t go away

 

 

 

« Quanti passeggeri? », mi domandò la ragazza mora del check in.

« Due », risposi senza pensarci, « Scusi, volevo dire “uno” », mi corressi subito, sfiorandomi lo stomaco.

 

« Ce la fai? », mi domandò Roy, passandomi il borsone.

Annuii e me lo misi a tracolla, cercando di sorridergli.

Dovevo farcela e non mi riferivo certo al peso del bagaglio…

« Stanno chiamando il mio volo », dissi prestando attenzione alla voce gracchiante proveniente dall’altoparlante.

« Vai », mi abbracciò il mio ragazzo. « Vedrai che starai bene », mi rassicurò ad un orecchio.

Assentii muovendo la testa.

« Chiamami quando arrivi », urlò quando già stavo iniziando ad allontanarmi da lui.

 

Non avevo mai preso l’aereo in vita mia ma avevo l’ impressione di non essere agitata per quello.

Mi guardai intorno. Tra le persone che camminavano, perse nei loro pensieri, nei loro sogni, una coppia mi colpì in particolare. Un ragazzo e una ragazza con i volti bagnati dalle lacrime confessavano di amarsi, si promettevano di aspettarsi a vicenda e infine si salutavano.

La cosa mi fece male non tanto perché il saluto con Royce non era stato neanche lontanamente paragonabile a quello, ma perché quel saluto tra innamorati non poté fare a meno di ricordarmi l’addio che ci eravamo scambiati io ed Emmett.

Mi ero ripromessa di non pensarci più ma il mio cervello tradiva ancora una volta le mie stesse convinzioni.

Rallentai il passo, voltandomi per guardare indietro.

Era folle ma ancora una parte di me sperava di vedere un ragazzo dagli occhi color miele attraversare di corsa le vetrate, superare i controlli e stringermi disperatamente fra le sue braccia, come succedeva nelle migliori commedie romantiche.

Ma non potevo permettermi di fantasticare quando ero stata io a decidere di tagliare le ali a quei sogni.

Come poteva Emmett raggiungermi all’aeroporto se nemmeno sapeva che stessi partendo?

Anche oltreoceano avrei ancora sentito i passi di quel ragazzo risuonare nella mia testa?

 

Salii sull’aereo e mi accomodai sul sedile accanto ad un uomo che gentilmente mi aiutò a sistemare la borsa nella cappelliera.

Chiusi gli occhi pensando a quante cose erano e stavano ancora per cambiare nella mia vita. Nel giro di poco meno di un anno avevo scoperto di aspettare un bambino, avevo trovato e successivamente ripudiato il mio primo vero grande amore e adesso stavo lasciando la città.

Il cielo di Londra non era molto diverso da quello di Forks, cercai di convincermi.

 

L’idea era venuta a Royce.

Quel giorno avevo trovato il coraggio di dirgli che aspettavo un bambino e stranamente non aveva battuto ciglio. Nessuna festa e nessun dramma. L’avevo visto più felice dopo aver fatto un touchdown, ma mi aspettavo fosse così, dopotutto questa gravidanza era stata inaspettata anche per me.

Si era attaccato al telefono con suo padre e dopo una bella oretta in ansia mi aveva detto che sarebbe stato meglio per me abbandonare la città per affrontare la gravidanza a Londra, dai suoi zii. Lui sarebbe venuto a trovarmi di tanto in tanto e io avrei potuto concludere l’ultimo anno laggiù finché la gestazione me l’avrebbe consentito e poi, una volta partorito, sarei potuta andare a Boston, dove Royce avrebbe iniziato l’Università e dove avremmo preso una casa insieme. Nessuno scalpore a Forks, insomma. Inutile dire che i miei si erano subito trovati d’accordo. Tutto fuorché sbarazzarsi della propria figlia perlopiù incinta.

Avevo accettato. Per quanto non mi entusiasmasse l’idea di passare cinque lunghi mesi a casa di estranei, dovevo ammettere che era un’ottima soluzione. Lontana dai pettegolezzi e da inopportuni pensieri avrei potuto condurre una gravidanza più tranquilla. Forse, con l’oceano a separarmi, avrei potuto anche dimenticarmi di Emmett…

Quello che poi mi aveva colpito maggiormente era stato proprio Royce. Una parte di me credeva che a quella notizia mi avrebbe lasciata o, che peggio, mi avrebbe imposto di abortire. Ovviamente mai avrei accettato di farlo per cui ero felice di come l’avesse presa. Pensai di rivalutarlo, dopotutto. Anche se non era il ragazzo che amavo.

 

[Isabella Swan]

 

Gioia e dolore. 

Sentire ogni singola giuntura del corpo indolenzita come se ti avessero più volte staccato e poi, in seguito, riattaccato le gambe e le braccia a loro posto, non dovrebbe essere accompagnato da un sorriso di totale beatitudine sulle labbra.

Ma per me quella mattina era così.

Ora lo sapevo. Il paradiso non era un luogo, ma una sensazione. La stessa sensazione che si potrebbe provare se improvvisamente ti spuntassero delle ali sulla schiena e tu iniziassi a volare.

Coperti solo dal velo di luce rosata proiettata sui nostri corpi nudi. Sentire il tocco di Edward disegnare il profilo del mio corpo, lentamente.  Sentire il suo fresco respiro sulla pelle era la prova inconfutabile che non fosse così assurdo pensare che gli angeli esistessero davvero. E lui lo era.

La porta della mia camera quasi certamente non era chiusa a chiave. Almeno che non avesse provveduto Edward, io ero stata troppo occupata su altro per preoccuparmene. Se Charlie o chiunque altro fosse entrato in quel momento ci avrebbe trovati completamente nudi e stretti in un abbraccio. Anima e corpo fusi insieme, questo eravamo.

« Sei sveglia », mi sussurrò Edward nell’incavo del collo.

Non era una domanda quella.

« No », risposi senza aprire gli occhi. Anche solo muovere le labbra mi era parso un’impresa. Le immaginavo così gonfie da fare concorrenza ad Angelina Jolie.Lindsay Lohan Lindsay Lohan

Lo sentii ridacchiare, divertito dalla mia risposta.

Io non ci trovavo nulla di così divertente. Facile per lui: svolgere la maratona del sesso no-stop come se si fosse fatto una passeggiata!

Non disse più nulla, decidendo di regalarmi il riposo di cui avevo bisogno. Si limitò a scivolare tra le mie braccia, più vicino al mio corpo.

Trattenni il respiro quando sentii chiaramente che si era chinato a stampare un bacio sul mio seno. Sorrise birichino dell’effetto ottenuto sulla mia pelle.

Aprii finalmente gli occhi e incontrai il suo sguardo oro fuso.

« Buongiorno »,  sorrise sghembo.

“Possibile che anche di prima mattina fosse così dannatamente splendido?”, mi ritrovai a chiedermi per l’ennesima volta.

L’unico segno che portava addosso della battaglia che si era consumata durante la notte erano i suoi capelli arruffati.

« Vuoi fare l’amore? », mi domandò con gli occhi da cucciolo.

Non so quanto pesasse il potere ammaliante che aveva su di me, fatto stava che, già dal tono più che seducente che aveva utilizzato, stessi quasi per rispondere affermativamente.

« C’è Charlie di là », sussurrai piano, cercando di rimanere il più possibile lucida.

In risposta circumnavigò con la punta delle dita la pelle del mio ventre per arrivare al mio ombelico.

« Stai tentando di battere un record? », domandai con un sopracciglio alzato.

« Scusa », tossicchiò, « ma è colpa tua. Sei una continua tentazione, lo sai? ».

Mi diede un bacio a fior di labbra.

Era incredibile come ormai i suoi baci e le sue carezze fossero diventati un nutrimento per il mio corpo e la mia anima.

Mi sporsi per baciarlo nuovamente ma lui si scostò. « Pensavo mi avessi rifiutato poco fa… », affermò fintamente risentito.

In risposta mossi una coscia che andò a sfiorare maliziosamente il suo inguine.

« Così non aiuti », si schiarì la voce.

Risi spensierata come un bambina pentendomene immediatamente.

Restammo immobili per qualche minuto per sentire se per caso Charlie non si fosse svegliato. Benedii il suo sonno pesante.

Il gioco-tortura di Edward poteva continuare per la gioia dell’affascinante carnefice affianco a me.

« Tra un po’ Carlisle inizierà il suo turno in ospedale », dichiarò, « non ho molto tempo », concluse come se stesse facendo una valutazione tra sé e sé a voce alta.

Mi rattristai.

Per tutta la settimana precedente c’eravamo visti col contagocce, solo per qualche ora, e per di più la mia stupidità aveva contribuito ad aumentare la nostra distanza.

Edward catturò nuovamente la mia attenzione sfiorandomi il seno con le dita.

« Devi andare? », domandai con un fremito dovuto al suo tocco. Non chiedevo altro che restasse.

Improvvisamente avevo cambiato idea…

Assentii muovendo la testa e scese a baciarmi il petto, all’altezza del cuore.

« Alice ha chiesto di te », dichiarò, « avrei voluto dirtelo ieri ma poi la serata ha preso una piega inaspettata… ».

« Davvero? Avevi detto che non ricordava più nulla! ».

« Già », confermò, « ma la sua mente ha continuato a registrare durante la trasformazione… ».

Questo significava che Alice mi aveva sentito.

Avvertii il mio cuore gonfiarsi dalla gioia. La mia amica aveva ricevuto le mie scuse ed aveva avuto il mio sostegno.

« Penso che possiate vedervi », asserì.

Lo guardai perplessa non riuscendo a credere alle sue parole.

« Al pc,con una buona webcam », precisò, sollevando l’indice.

Non avrei potuto chiedere di più.

Avevo passato gli ultimi tempi a domandarmi come avrei fatto a sopportare il fatto di non vederla più. Questa era davvero una grande notizia.

Quasi i miei occhi non si riempirono di lacrime.

« Per quello che riguarda ciò che hai detto ieri », iniziò, « è stato Jasper a dirtelo? ».

Annuii e mi presi qualche secondo prima di domandargli ciò che stavo pensando. « Partiranno presto? », constatai con un groppo in gola.

La commozione che cercavo di trattenere era dovuta a due fattori. Per prima cosa, chissà quando avrei potuto riabbracciare Carlisle, Esme, Jasper, Emmett e soprattutto Alice. E la seconda, era la ragione che mi faceva battere il cuore così forte in petto, tanto da farmi quasi male: Edward aveva scelto me.

Non vado da nessuna parte senza te”, le parole che aveva proferito qualche ora prima mi risuonavano in testa.

Non potevo che esserne felice, eppure una parte di me si doleva per il fatto che Edward avrebbe dovuto separarsi dalle persone con le quali aveva trascorso più di un secolo: la sua famiglia.

« Non è questione di giorni », mi tranquillizzò intuendo la mia esitazione. « Tutto dipende da Alice. Prima dobbiamo essere sicuri che sia in grado di uscire dal di casa senza essere troppo attratta dal sangue umano. Non possiamo permetterci che ci sfugga attraverso il bosco per raggiungere il paese. Potrebbero volerci anche mesi… », valutò continuando la perlustrazione del mio corpo.

Un’ idea mi balenò per la mente. Era davvero un sollievo che Edward non potesse leggere i miei pensieri. Odiavo dover tenere dei segreti con lui ma sapevo che diversamente non me l’avrebbe mai lasciato fare. Certo, speravo che i Cullen si trattenessero a Forks il più possibile ma volevo anche che Alice potesse vivere una vita normale come Edward e la sua famiglia, a contatto con le persone. Sapevo di poter essere utile in questo.

Passai le mie dita tra i suoi capelli, attirandolo verso di me per baciarlo sulla bocca.

« Mmm, non dirmi che hai cambiato idea… », mi sussurrò ad un orecchio.

Risposi con i fatti, lasciandogli una scia infuocata di baci sul collo. Ripercossi poi la sua mandibola con la punta della lingua per giungere nuovamente sulle sue labbra.

« Tu-mi-farai-morire », sillabò con ironia strizzando i miei seni verso l’alto.

Sorrise sghembo per poi scendere a solleticare la pelle del mio basso ventre. Un fremito mi colse quando sfiorò la striscia di peluria che portava al centro del mio piacere.

Continuò a guardarmi negli occhi mentre con due dita valutava il grado della mia eccitazione.

« Mm », ghignò soddisfatto dell’effetto che aveva su di me; di fatto per me era del tutto inutile cercare di fingere indifferenza, il mio corpo parlava da solo.

Ma come potevo resistere?

Era provocante quello che stava facendo e il suo sguardo che non abbandonava mai i miei occhi per non perdersi nessuna delle mie espressioni di piacere. Era come se in quegli occhi leggessi una sfida.

Colsi al volo la provocazione. Lo massaggiai mentre lui stuzzicava me con movimenti lenti che mi stavano portando all’esasperazione.

Mi morsi le labbra per non rischiare di emettere alcun suono. E forse il gioco era reso ancora più intrigante proprio da questo. Per non essere scoperti nessuno dei due poteva dare sfogo verbale a ciò che stava provando. Dovevamo affidarci solo ai nostri sensi e la nostra complicità aiutava moltissimo in questo.

Consumato dal piacere, lo osservai corrugare la fronte e socchiudere gli occhi mentre giocavo con lui. Per quanto mi spiacesse non scorgere più le sue iridi ambrate, godei nel vederlo così, totalmente abbandonato alle mie mani.

Ma come sempre Edward riuscii a sorprendermi: senza che avessi il tempo di elaborare, invertì le nostre posizioni in modo che io mi ritrovassi sistemata sul suo corpo, al contrario.

Non potevo di certo dire di non avere una buona visione di lui da quella prospettiva. Le mie guance s’imporporarono quando pensai che lui aveva la stessa privilegiata panoramica di me.

Non c’era nessuna cosa che potesse descrivere fino in fondo quello che Edward mi stava facendo provare.

Cercai di recuperare un minimo di lucidità per non lasciarmi sopraffare così presto dall’ impazienza e dall’imbarazzo.

Il suo odore, accentuato dall’eccitazione, era un forte richiamo, difficile da non seguire. Perciò decisi di seguire ciò che l’istinto mi suggeriva, cercando di donare lo stesso piacere che Edward stava dando a me.

Qualcosa mi disse che c’ero riuscita quando lo sentii ansimare eccitato, sotto il mio tocco. Avvertii allora la sua presa farsi più robusta e capii che se avessimo continuato così non avremmo resistito a lungo. Già potevo distinguere il cigolio del letto sotto i nostri corpi.

Sospese infastidito con un ringhio sommesso ciò che stava facendo, inducendomi a fare lo stesso. Mi sollevò prendendomi con sé, tra le braccia, per adagiarmi successivamente sulla moquette. Solo allora mi resi conto di come il pavimento fosse stato completamente ripulito da ciò che restava della mia sedia a dondolo, ma non ebbi il tempo di farglielo notare perché Edward diversamente dalla notte precedente, si adagiò sul mio corpo lentamente.

Sospirai di piacere guardandolo negli occhi. I suoi erano di una luminosità incredibile.

S’inginocchiò di fronte a me e mi donai totalmente a lui.

Avvertii ogni singolo muscolo rilassarsi mentre il mio corpo veniva attraversato da una scossa di piacere che purtroppo non durò molto.

Restammo così, ancora uniti mentre i nostri gemiti soffocati riempivano l’aria attorno a noi.

Vezzeggiai la sua schiena su e giù, proprio tra l’incanalatura della sua colonna vertebrale, fino ad arrivare al suo sedere sodo, sentendolo rabbrividire.

Si sollevò sulle braccia facendo risaltare la muscolatura della schiena per non pesarmi addosso. « Non sai quanto mi dispiace dovermene andare così presto », mi sussurrò.

« Ah, io che pensavo che fossi appena venuto », ironizzai, colpendolo lievemente sui pettorali con uno schiaffetto.

Lui rise, accarezzandomi il dorso della mano.

« Tornerò appena possibile », promise.

« Sarò qui », precisai, « dato che dubito che oggi riuscirò ad alzarmi ».

Scosse la testa divertito, facendo oscillare i suoi capelli ramati e mi baciò sulle labbra prima di rialzarsi e andare via.

 

 

 

 

 

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Ciao ragazze, all’inizio non era mia intenzione fare un altro capitolo hot ma, sapete, questi due ci han preso gusto. Non avevo mai descritto prima d’ora questa posizione (°///°) spero che 1) si capisca 2) non sia troppo volgare.

Nel pezzo all’inizio ho ripreso la storia di Rose e Emmett, finalmente. Questo pezzo della partenza di Rosalie si colloca prima della “morte” di Alice e dopo il capitolo “Hello, Googbye”. Cosa ne pensate? Voi cosa avreste fatto? Emmett si tirerà indietro ?

Per chi non si ricordasse, dopo così tanti capitoli e dopo tante fic, ho in mente presto di fare un breve sunto di tutto.

Vi avviso che sono un po’ indietro con la stesura del prossimo e non so quanto tempo mi ci vorrà per finirlo. M’impegnerò per non farvi aspettare troppo.

Ultimissima cosa: ho notato che, nonostante le letture si siano ridotte rispetto ai primi capitoli, i preferiti, seguiti e i “da ricordare” aumentano (anche se di poco). Le nuove lettrici sono per la maggior parte “recensori junior” con 0 o poco più recensioni all’attivo. Rubo la vostra attenzione per ricordavi che gli “scrittori” su EFP scrivono gratis (ritagliando anche delle ore del loro tempo per farlo) e le vostre recensioni (critiche o positive che siano) sono l’unica “ricompensa” che ricevono da voi (senza considerare che le critiche costruttive possono sempre aiutare a migliorare). Per cui, non parlo solo per me, ma, se potete, spendete quei due minuti del vostro tempo per lasciare una vostra traccia.

Anche io all’inizio ero timida e la maggior parte delle volte non sapevo nemmeno da dove iniziare, ma una volta superato ciò, credetemi, è bello istaurare questo tipo di rapporto con lo scrittore (che se leggeste un libro non avreste), dare consigli, chiedere spiegazioni o semplicemente lasciargli un vostro saluto. Kiss

 

 

 

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Come sempre un GRAZIE a chi ha inserito la ff tra le preferite/seguite e chi legge in silenzio.

Invito chi non l’avesse ancora fatto ad iscriversi.

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