Per le maggiorenni: qui trovate
il capitolo esteso e non censurato.
Ringrazio come sempre mia beta Barbara
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Bad Girl
[Rosalie Hale]
Cap. 54 – Don’t
go away
« Quanti passeggeri? », mi domandò la ragazza
mora del check in.
« Due », risposi senza pensarci, « Scusi, volevo
dire “uno” », mi corressi subito, sfiorandomi lo stomaco.
« Ce la fai? », mi domandò Roy, passandomi il
borsone.
Annuii e me lo misi a tracolla, cercando di
sorridergli.
Dovevo
farcela e
non mi riferivo certo al peso del bagaglio…
« Stanno chiamando il mio volo », dissi
prestando attenzione alla voce gracchiante proveniente dall’altoparlante.
« Vai », mi abbracciò il mio ragazzo. « Vedrai
che starai bene », mi rassicurò ad un orecchio.
Assentii muovendo la testa.
« Chiamami quando arrivi », urlò quando già
stavo iniziando ad allontanarmi da lui.
Non avevo mai preso l’aereo in vita mia ma avevo
l’ impressione di non essere agitata per quello.
Mi guardai intorno. Tra le persone che
camminavano, perse nei loro pensieri, nei loro sogni, una coppia mi colpì in
particolare. Un ragazzo e una ragazza con i volti bagnati dalle lacrime confessavano
di amarsi, si promettevano di aspettarsi a vicenda e infine si salutavano.
La cosa mi fece male non tanto perché il saluto
con Royce non era stato neanche lontanamente paragonabile
a quello, ma perché quel saluto tra innamorati non poté fare a meno di
ricordarmi l’addio che ci eravamo scambiati io ed Emmett.
Mi ero ripromessa di non pensarci più ma il mio
cervello tradiva ancora una volta le mie stesse convinzioni.
Rallentai il passo, voltandomi per guardare
indietro.
Era folle ma ancora una parte di me sperava di
vedere un ragazzo dagli occhi color miele attraversare di corsa le vetrate,
superare i controlli e stringermi disperatamente fra le sue braccia, come
succedeva nelle migliori commedie romantiche.
Ma non potevo permettermi di fantasticare quando
ero stata io a decidere di tagliare le ali a quei sogni.
Come poteva Emmett
raggiungermi all’aeroporto se nemmeno sapeva che stessi partendo?
Anche oltreoceano avrei ancora sentito i passi
di quel ragazzo risuonare nella mia testa?
Salii sull’aereo e mi accomodai sul sedile
accanto ad un uomo che gentilmente mi aiutò a sistemare la borsa nella
cappelliera.
Chiusi gli occhi pensando a quante cose erano e
stavano ancora per cambiare nella mia vita. Nel giro di poco meno di un anno
avevo scoperto di aspettare un bambino, avevo trovato e successivamente ripudiato
il mio primo vero grande amore e adesso stavo lasciando la città.
Il cielo di Londra non era molto diverso da
quello di Forks, cercai di convincermi.
L’idea era venuta a Royce.
Quel giorno avevo trovato il coraggio di dirgli
che aspettavo un bambino e stranamente non aveva battuto ciglio. Nessuna festa
e nessun dramma. L’avevo visto più felice dopo aver fatto un touchdown, ma mi aspettavo fosse così, dopotutto questa
gravidanza era stata inaspettata anche per me.
Si era attaccato al telefono con suo padre e
dopo una bella oretta in ansia mi aveva detto che sarebbe stato meglio per me
abbandonare la città per affrontare la gravidanza a Londra, dai suoi zii. Lui
sarebbe venuto a trovarmi di tanto in tanto e io avrei potuto concludere
l’ultimo anno laggiù finché la gestazione me l’avrebbe consentito e poi, una
volta partorito, sarei potuta andare a Boston, dove Royce
avrebbe iniziato l’Università e dove avremmo preso una casa insieme. Nessuno
scalpore a Forks, insomma. Inutile dire che i miei si
erano subito trovati d’accordo. Tutto fuorché sbarazzarsi della propria figlia perlopiù
incinta.
Avevo
accettato. Per quanto non mi entusiasmasse l’idea di passare cinque lunghi mesi
a casa di estranei, dovevo ammettere che era un’ottima soluzione. Lontana dai
pettegolezzi e da inopportuni pensieri avrei potuto condurre una gravidanza più
tranquilla. Forse, con l’oceano a separarmi, avrei potuto anche dimenticarmi di
Emmett…
Quello che poi mi aveva colpito maggiormente era
stato proprio Royce. Una parte di me credeva che a
quella notizia mi avrebbe lasciata o, che peggio, mi avrebbe imposto di
abortire. Ovviamente mai avrei accettato di farlo per cui ero felice di come
l’avesse presa. Pensai di rivalutarlo, dopotutto. Anche se non era il ragazzo
che amavo.
[Isabella Swan]
Gioia e
dolore.
Sentire ogni singola giuntura del corpo
indolenzita come se ti avessero più volte staccato e poi, in seguito,
riattaccato le gambe e le braccia a loro posto, non dovrebbe essere
accompagnato da un sorriso di totale beatitudine sulle labbra.
Ma per me quella mattina era così.
Ora lo sapevo. Il paradiso non era un luogo, ma una
sensazione. La stessa sensazione che si potrebbe provare se improvvisamente ti
spuntassero delle ali sulla schiena e tu iniziassi a volare.
Coperti solo dal velo di luce rosata proiettata
sui nostri corpi nudi. Sentire il tocco di Edward disegnare il profilo del mio
corpo, lentamente. Sentire il suo fresco
respiro sulla pelle era la prova inconfutabile che non fosse così assurdo
pensare che gli angeli esistessero davvero. E lui lo era.
La porta della mia camera quasi certamente non
era chiusa a chiave. Almeno che non avesse provveduto Edward, io ero stata
troppo occupata su altro per preoccuparmene. Se Charlie o chiunque altro fosse
entrato in quel momento ci avrebbe trovati completamente nudi e stretti in un
abbraccio. Anima e corpo fusi insieme, questo eravamo.
« Sei sveglia », mi sussurrò Edward nell’incavo
del collo.
Non era una domanda quella.
« No », risposi senza aprire gli occhi. Anche
solo muovere le labbra mi era parso un’impresa. Le immaginavo così gonfie da
fare concorrenza ad Angelina Jolie.
Lo sentii ridacchiare, divertito dalla mia
risposta.
Io non ci trovavo nulla di così divertente.
Facile per lui: svolgere la maratona del sesso no-stop come se si fosse fatto
una passeggiata!
Non disse più nulla, decidendo di regalarmi il
riposo di cui avevo bisogno. Si limitò a scivolare tra le mie braccia, più
vicino al mio corpo.
Trattenni il respiro quando sentii chiaramente
che si era chinato a stampare un bacio sul mio seno. Sorrise birichino
dell’effetto ottenuto sulla mia pelle.
Aprii finalmente gli occhi e incontrai il suo
sguardo oro fuso.
« Buongiorno »,
sorrise sghembo.
“Possibile che anche di prima mattina fosse così
dannatamente splendido?”, mi ritrovai a chiedermi per l’ennesima volta.
L’unico segno che portava addosso della battaglia che si era consumata durante
la notte erano i suoi capelli arruffati.
« Vuoi fare l’amore? », mi domandò con gli occhi
da cucciolo.
Non so quanto pesasse il potere ammaliante che
aveva su di me, fatto stava che, già dal tono più che seducente che aveva
utilizzato, stessi quasi per rispondere affermativamente.
« C’è Charlie di là », sussurrai piano, cercando
di rimanere il più possibile lucida.
In risposta circumnavigò con la punta delle dita
la pelle del mio ventre per arrivare al mio ombelico.
« Stai tentando di battere un record? », domandai
con un sopracciglio alzato.
« Scusa », tossicchiò, « ma è colpa tua. Sei una
continua tentazione, lo sai? ».
Mi diede un bacio a fior di labbra.
Era incredibile come ormai i suoi baci e le sue
carezze fossero diventati un nutrimento per il mio corpo e la mia anima.
Mi sporsi per baciarlo nuovamente ma lui si
scostò. « Pensavo mi avessi rifiutato poco fa… »,
affermò fintamente risentito.
In risposta mossi una coscia che andò a sfiorare
maliziosamente il suo inguine.
« Così non aiuti », si schiarì la voce.
Risi spensierata come un bambina pentendomene
immediatamente.
Restammo immobili per qualche minuto per sentire
se per caso Charlie non si fosse svegliato. Benedii il suo sonno pesante.
Il gioco-tortura di Edward poteva continuare per
la gioia dell’affascinante carnefice affianco a me.
« Tra un po’ Carlisle
inizierà il suo turno in ospedale », dichiarò, « non ho molto tempo », concluse
come se stesse facendo una valutazione tra sé e sé a voce alta.
Mi rattristai.
Per tutta la settimana precedente c’eravamo
visti col contagocce, solo per qualche ora, e per di più la mia stupidità aveva
contribuito ad aumentare la nostra distanza.
Edward catturò nuovamente la mia attenzione
sfiorandomi il seno con le dita.
« Devi andare? », domandai con un fremito dovuto
al suo tocco. Non chiedevo altro che restasse.
Improvvisamente avevo cambiato idea…
Assentii muovendo la testa e scese a baciarmi il
petto, all’altezza del cuore.
« Alice ha chiesto di te », dichiarò, « avrei
voluto dirtelo ieri ma poi la serata ha preso una piega inaspettata…
».
« Davvero? Avevi detto che non ricordava più
nulla! ».
« Già », confermò, « ma la sua mente ha
continuato a registrare durante la trasformazione… ».
Questo significava che Alice mi aveva sentito.
Avvertii il mio cuore gonfiarsi dalla gioia. La
mia amica aveva ricevuto le mie scuse ed aveva avuto il mio sostegno.
« Penso che possiate vedervi », asserì.
Lo guardai perplessa non riuscendo a credere
alle sue parole.
« Al pc,con una buona
webcam », precisò, sollevando l’indice.
Non avrei potuto chiedere di più.
Avevo passato gli ultimi tempi a domandarmi come
avrei fatto a sopportare il fatto di non vederla più. Questa era davvero una
grande notizia.
Quasi i miei occhi non si riempirono di lacrime.
« Per quello che riguarda ciò che hai detto ieri
», iniziò, « è stato Jasper a dirtelo? ».
Annuii e mi presi qualche secondo prima di
domandargli ciò che stavo pensando. « Partiranno presto? », constatai con un
groppo in gola.
La commozione che cercavo di trattenere era
dovuta a due fattori. Per prima cosa, chissà quando avrei potuto riabbracciare Carlisle, Esme, Jasper, Emmett e soprattutto Alice. E la seconda, era la ragione
che mi faceva battere il cuore così forte in petto, tanto da farmi quasi male:
Edward aveva scelto me.
“Non vado
da nessuna parte senza te”, le parole che aveva proferito qualche ora prima
mi risuonavano in testa.
Non potevo che esserne felice, eppure una parte
di me si doleva per il fatto che Edward avrebbe dovuto separarsi dalle persone
con le quali aveva trascorso più di un secolo: la sua famiglia.
« Non è questione di giorni », mi tranquillizzò
intuendo la mia esitazione. « Tutto dipende da Alice. Prima dobbiamo essere
sicuri che sia in grado di uscire dal di casa senza essere troppo attratta dal
sangue umano. Non possiamo permetterci che ci sfugga attraverso il bosco per
raggiungere il paese. Potrebbero volerci anche mesi…
», valutò continuando la perlustrazione del mio corpo.
Un’ idea mi balenò per la mente. Era davvero un
sollievo che Edward non potesse leggere i miei pensieri. Odiavo dover tenere dei
segreti con lui ma sapevo che diversamente non me l’avrebbe mai lasciato fare.
Certo, speravo che i Cullen si trattenessero a Forks il più possibile ma volevo anche che Alice potesse
vivere una vita normale come Edward e la sua famiglia, a contatto con le
persone. Sapevo di poter essere utile in questo.
Passai le mie dita tra i suoi capelli,
attirandolo verso di me per baciarlo sulla bocca.
« Mmm, non dirmi che
hai cambiato idea… », mi sussurrò ad un orecchio.
Risposi con i fatti, lasciandogli una scia infuocata
di baci sul collo. Ripercossi poi la sua mandibola con la punta della lingua
per giungere nuovamente sulle sue labbra.
« Tu-mi-farai-morire
», sillabò con ironia strizzando i miei seni verso l’alto.
Sorrise sghembo per poi scendere a solleticare
la pelle del mio basso ventre. Un fremito mi colse quando sfiorò la striscia di
peluria che portava al centro del mio piacere.
Continuò a guardarmi negli occhi mentre con due
dita valutava il grado della mia eccitazione.
« Mm », ghignò soddisfatto dell’effetto che
aveva su di me; di fatto per me era del tutto inutile cercare di fingere
indifferenza, il mio corpo parlava da solo.
Ma come potevo resistere?
Era provocante quello che stava facendo e il suo
sguardo che non abbandonava mai i miei occhi per non perdersi nessuna delle mie
espressioni di piacere. Era come se in quegli occhi leggessi una sfida.
Colsi al volo la provocazione. Lo massaggiai
mentre lui stuzzicava me con movimenti lenti che mi stavano portando
all’esasperazione.
Mi morsi le labbra per non rischiare di emettere
alcun suono. E forse il gioco era reso ancora più intrigante proprio da questo.
Per non essere scoperti nessuno dei due poteva dare sfogo verbale a ciò che
stava provando. Dovevamo affidarci solo ai nostri sensi e la nostra complicità
aiutava moltissimo in questo.
Consumato dal piacere, lo osservai corrugare la
fronte e socchiudere gli occhi mentre giocavo con lui. Per quanto mi spiacesse non
scorgere più le sue iridi ambrate, godei nel vederlo così, totalmente
abbandonato alle mie mani.
Ma come sempre Edward riuscii a sorprendermi: senza
che avessi il tempo di elaborare, invertì le nostre posizioni in modo che io mi
ritrovassi sistemata sul suo corpo, al contrario.
Non potevo di certo dire di non avere una buona
visione di lui da quella prospettiva. Le mie guance s’imporporarono quando
pensai che lui aveva la stessa privilegiata panoramica di me.
Non c’era nessuna cosa che potesse descrivere
fino in fondo quello che Edward mi stava facendo provare.
Cercai di recuperare un minimo di lucidità per
non lasciarmi sopraffare così presto dall’ impazienza e dall’imbarazzo.
Il suo odore, accentuato dall’eccitazione, era
un forte richiamo, difficile da non seguire. Perciò decisi di seguire ciò che
l’istinto mi suggeriva, cercando di donare lo stesso piacere che Edward stava
dando a me.
Qualcosa mi disse che c’ero riuscita quando lo
sentii ansimare eccitato, sotto il mio tocco. Avvertii allora la sua presa
farsi più robusta e capii che se avessimo continuato così non avremmo resistito
a lungo. Già potevo distinguere il cigolio del letto sotto i nostri corpi.
Sospese infastidito con un ringhio sommesso ciò
che stava facendo, inducendomi a fare lo stesso. Mi sollevò prendendomi con sé,
tra le braccia, per adagiarmi successivamente sulla moquette. Solo allora mi
resi conto di come il pavimento fosse stato completamente ripulito da ciò che
restava della mia sedia a dondolo, ma non ebbi il tempo di farglielo notare
perché Edward diversamente dalla notte precedente, si adagiò sul mio corpo
lentamente.
Sospirai di piacere guardandolo negli occhi. I
suoi erano di una luminosità incredibile.
S’inginocchiò di fronte a me e mi donai
totalmente a lui.
Avvertii ogni singolo muscolo rilassarsi mentre
il mio corpo veniva attraversato da una scossa di piacere che purtroppo non
durò molto.
Restammo così, ancora uniti mentre i nostri
gemiti soffocati riempivano l’aria attorno a noi.
Vezzeggiai la sua schiena su e giù, proprio tra l’incanalatura
della sua colonna vertebrale, fino ad arrivare al suo sedere sodo, sentendolo
rabbrividire.
Si sollevò sulle braccia facendo risaltare la
muscolatura della schiena per non pesarmi addosso. « Non sai quanto mi dispiace
dovermene andare così presto », mi sussurrò.
« Ah, io che pensavo che fossi appena venuto », ironizzai, colpendolo
lievemente sui pettorali con uno schiaffetto.
Lui rise, accarezzandomi il dorso della mano.
« Tornerò appena possibile », promise.
« Sarò qui », precisai, « dato che dubito che
oggi riuscirò ad alzarmi ».
Scosse la testa divertito, facendo oscillare i
suoi capelli ramati e mi baciò sulle labbra prima di rialzarsi e andare via.
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Ciao ragazze, all’inizio non era
mia intenzione fare un altro capitolo hot ma, sapete, questi due ci han preso
gusto. Non avevo mai descritto prima d’ora questa posizione (°///°) spero che
1) si capisca 2) non sia troppo volgare.
Nel pezzo all’inizio ho ripreso la
storia di Rose e Emmett, finalmente. Questo pezzo
della partenza di Rosalie si colloca prima della “morte” di Alice e dopo il
capitolo “Hello, Googbye”.
Cosa ne pensate? Voi cosa avreste fatto? Emmett si
tirerà indietro ?
Per chi non si ricordasse, dopo
così tanti capitoli e dopo tante fic, ho in mente
presto di fare un breve sunto di tutto.
Vi avviso che sono un po’ indietro
con la stesura del prossimo e non so quanto tempo mi ci vorrà per finirlo. M’impegnerò
per non farvi aspettare troppo.
Ultimissima
cosa: ho notato che, nonostante le letture si siano ridotte rispetto
ai primi capitoli, i preferiti, seguiti e i “da ricordare” aumentano (anche se
di poco). Le nuove lettrici sono per la maggior parte “recensori junior” con 0
o poco più recensioni all’attivo. Rubo la vostra attenzione per ricordavi che
gli “scrittori” su EFP scrivono gratis
(ritagliando anche delle ore del loro tempo per farlo) e le vostre recensioni
(critiche o positive che siano) sono
l’unica “ricompensa” che ricevono da voi (senza considerare che le critiche
costruttive possono sempre aiutare a migliorare). Per cui, non parlo solo per
me, ma, se potete, spendete quei due
minuti del vostro tempo per lasciare una vostra traccia.
Anche io all’inizio ero timida e
la maggior parte delle volte non sapevo nemmeno da dove iniziare, ma una volta
superato ciò, credetemi, è bello istaurare questo tipo di rapporto con lo scrittore
(che se leggeste un libro non avreste), dare consigli, chiedere spiegazioni o
semplicemente lasciargli un vostro saluto. Kiss
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Come sempre un GRAZIE a chi ha inserito la ff tra le preferite/seguite e chi legge in silenzio.
Invito chi non l’avesse ancora fatto ad iscriversi.
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Statistiche:
174 preferiti
37 ricordata
283 seguiti
379 letture
644 commenti
128 persone mi hanno aggiunta tra gli autori preferiti.
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