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Autore: phoenix_esmeralda    02/04/2012    1 recensioni
Vera è la futura regina di Katathaylon e Allegra non vede l'ora di accompagnarla nel suo mondo, per assistere al matrimonio con il principe Alexen. Ma qualcosa di strano succede nel regno che Allegra ha sempre sognato di visitare, e la ragazza si ritroverà travolta nella grande avventura che ha sempre sognato di vivere... Un libro, un racconto, una favola... questo è "La valle dell'altro mondo", una storia fra l'avventuroso e il fantasy, tra il romantico e l'introspettivo, alla scoperta dei 4 personaggi principali, ciascuno con il suo piccolo mondo interiore da proteggere...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Rendendomi conto che l’attesa dietro la porta degli appartamenti del re mi avrebbe schiacciata, avevo deciso di attendere il verdetto finale nel piccolo giardinetto meridionale del palazzo. Purtroppo cambiare luogo non aveva sortito l’effetto sperato, non aveva trasformato il mio stato d’animo, né aveva placato l’angoscia che mi stava riducendo in pezzi. Mi ero imposta di fermare sul nascere qualsiasi tipo di previsione catastrofica a cui, per struttura di pensiero, ero particolarmente incline, ma Edhuar ci stava impiegando troppo tempo e ormai non potevo più tenere a freno il mio pessimismo.
Questo fu il motivo per cui, appena lo vidi comparire, scattai in piedi come lanciata da una molla. Ero così agitata che impiegai più tempo del dovuto a decifrare la sua espressione, ma non potevo restare  nel dubbio a lungo, perché il sorriso di Edhuar teneva l’intero giardino.
Mi venne incontro un po’ correndo e un po’ zoppicando, mi afferrò per la vita e mi sollevò sopra la sua testa, ridendo. Mi fece roteare continuando ancora a ridere, come se non potessi fermarsi, ma la gamba gli cedette e cadde all’indietro. Finii sdraiata sopra di lui, che mi guardò con gioia spudorata e scoppiò di nuovo in una fragorosa risata. Sentivo il suo corpo sotto di me, vibrare interamente di felicità.
- Khail… - mormorai, soffocata dal suo abbraccio – Cos’ha detto tuo padre?
- È incredibile..! È incredibile Allegra! – continuava a ridere, come se dentro di lui fosse rimasta solo gioia – Sono salvo!
- Questo l’avevo capito! – lo rimbeccai, ma la sua euforia era così contagiosa che scoppiai a ridere anch’io. Sembravamo due stupidi, sdraiati a quel modo sull’erba e ridotti senza fiato.
- Voglio sapere com’è andata esattamente – precisai, quando riuscii a prendere una boccata d’ossigeno.
- Non ora, tra un po’… Ora non ci riesco, non riesco nemmeno a pensare! – mi strinse in un abbraccio stritolante – Sono felice, mi sento leggero come un palloncino. Non mi sono mai sentito così. Sono felice, felice!
Rideva come un bambino e io non riuscivo a frenare il contagio della sua gioia. Qualunque cosa fosse accaduta in quella stanza, aveva reso Edhuar una persona diversa. Libera, serena.
All’improvviso si scostò di lato, ribaltandomi sotto di lui. Sentii il suo respiro sul mio viso.
- Sono così contento, che in questo momento sento di poter affrontare qualsiasi cosa - sussurrò – Dimmelo adesso Allegra, lo voglio sapere: cosa provi per me?
- A…desso?
- Adesso. Ora è il momento giusto.
Chiusi gli occhi e il rimbombo del mio cuore venne amplificato dalla momentanea assenza della vista.
- Allegra…
Che senso aveva continuare a eludere il discorso?
Riaprii gli occhi.
- Non è palese quello che provo?
Lui si attorcigliò al dito una ciocca dei miei capelli.
- Potrebbe essere palese. Eppure continui a evitare l’argomento.
- Perché è inutile parlarne Khail. Tu resti qui, mentre io tornerò nel mio mondo. Che senso ha incoraggiare dei sentimenti senza futuro?
Lui si scostò e mi fece sedere di fronte a lui. Il suo sorriso non si era spento, in quel momento i suoi occhi erano di un azzurro trasparente, simile a quello di Alexen.
- Io ho un futuro adesso – sussurrò – Aiutami a risolvere il problema di Shiarah, ora è predominante. E dopo ci occuperemo di noi due.
Cosa intendeva per occuparci di noi? Voleva chiedermi di restare? Voleva venire via con me? Entrambe le soluzioni mi sembravano una pazzia!
Mi accarezzò il viso, giocherellò con i miei capelli. Sembrava impossibile che fra noi non restassero più rancori, dubbi, sofferenza. Quando si chinò per baciarmi, sorrisi.
- Cos’è che ti fa ridere? – mi chiese, confuso.
- Ci siamo già baciati tre volte e in tutti i casi era una situazione d’emergenza. Pensavo solo che è strano baciarti semplicemente perché ho voglia di farlo.
Lui scosse la testa divertito e poi mi sospinse a terra, cancellando la mia propensione ad ulteriori riflessioni.
 
  
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