Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Sibilla Delfica    02/04/2012    1 recensioni
Nel mio mondo esistevano tre regole importanti: la prima era, mai cedere alla tentazione, come se non l'avessi già fatto, la seconda diceva di non lasciarsi trasportare dalla passione carnale per una persona e terza mai avere rapporti con gli umani.
Naturalmente accompagnate da quelle più ovvie non uccidere e non rivelare la propria vera natura agli umani.
Non sono umano.
Sono un Angelo, la creatura più bella che esista nel intero universo, io sono la tentazione vivente per ogni umana esistente sulla terra.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero avvolto in un grande asciugamano aspettando che la signorina Giada si vestisse, forse se avesse messo il turbo non avrebbe fatto per niente male.

-Giada, dai muoviti- gridai io verso la porta del bagno, dove lei era chiusa, e chissà a fare cosa da un ora buona, i miei vestiti erano in bagno quindi mi toccava aspettare e pazientare.

Finalmente uscì dal bagno, oh santi lumi, stavo sognando: Giada aveva indosso un vestito delizioso a balze di un azzurro delicato che arrivava giusto sopra il ginocchio e che in vita si stringeva in modo tale da risaltarle il seno, ai piedi portava dei sandali argento vertiginosi, i capelli corvini e mossi le ricadevano morbidamente sulle spalle e gli occhi erano luminosi e felici come non lo erano mai stati.

Non capivo però il motivo per cui si era vestita così, forse andando al patibolo voleva far morire qualche Angelo di desiderio?

-Giada perché ti sei vestita così elegante? Non fraintendere sei stupenda, ma dobbiamo andare nel Regno dei cieli- i suoi occhi si spensero, ecco avevo detto qualcosa di sbagliato.

-Io pensavo...va beh lascia perdere- no adesso volevo sapere dove pensava che la stessi portando! Non mi piaceva vederla triste a causa mia, doveva solo essere felice a causa mia.

-No adesso parli- le dissi.

-Io credevo che prima potessimo cenare, insomma fare una specie di cena romantica, speravo che il Regno potesse attendere un attimo...- un appuntamento certo, la mia Giada voleva che la portassi fuori a mangiare come la maggior parte di questi zoticoni di umani.

Siccome io però non ero umano non mi era mai passata una cosa del genere nella testa e poi comunque non mi sembrava il momento più adatto, dovevamo andare in fretta nel Regno Supremo, più tempo passavo con lei sulla Terra più la nostra situazione peggiorava.

-Neanche io pensavo dovessimo già partire, ma Paride è venuto qui e mi ha consegnato il permesso per te quindi siamo pronti per partire- non avevo detto tutto, ma non desideravo certo spaventarla e aggiunsi -Vado a prendere i vestiti- Giada annuì continuando a tenere la testa bassa, certo che era un mistero questa ragazza, era più dispiaciuta del fatto che non avremmo cenato che non del fatto che il Signore onnipotente ci volesse incastrare e uccidere, la cosa mi stupiva al quanto.

Ma ormai non mi sorprendeva più niente di questa ragazza umana anomala, non volevo, però vedere quel visino ancora triste per me, dovevo renderla sempre e comunque felice, anche se la sua richiesta fosse stata la più pazza l'avrei esaudita se fosse servito a rivedere il sorriso sulle sua labbra.

Vestito mi diressi verso di lei e dolcemente le presi il mento con le dita e le feci alzare il viso -Amore vuoi andare a mangiare fuori?- i suoi occhi mi ipnotizzavano e mi rendevano incapace di intendere e di volere.

-Sì, ma se dobbiamo andare fa niente, insomma... Lo so che per te è una cazzata- le misi un dito sulla bocca,.

-Dove vuoi andare a mangiare?- chiesi.

-Possiamo stare anche qui- disse sottovoce -Preparo io la cena- aggiunse.

-Aspetta tu sei elegantissima, sembri una principessa- arrossì al complimento -ma guarda me non vado bene- in effetti indossavo jeans e maglietta, non ero così elegante.

-Sei sempre perfetto...non ti devi preoccupare- le stampai un bacio sulle labbra, era così dolce, era un dono inaspettato, era l'unica a cui avrei dato il mio cuore.

-Aspettami arrivo presto e sarò elegantissimo- e poi aggiunsi – voglio andare in un negozio prestigioso e dove possa comprare qualcosa di elegante-

Ed eccomi in un attimo dove volevo essere, entrai subito nel negozio, una commessa mi aiutò a scegliere.

La commessa continuava a farmi avance con una sfacciataggine allucinante, ma voleva capire che a me di lei non mi importava nulla, anche dirle che l'abito mi serviva per andare a cenare fuori con la mia ragazza non servì a niente.

Alla fine scelsi un abito nero dal taglio moderno abbinato a una camicia bianca attillata, con scarpe eleganti in pelle, tutto di alta sartoria.

Chiesi alla commessa se potevo tenerlo addosso e dopo l'avrei pagato.

Ovviamente non avrei comprato proprio niente, l'avrei preso in prestito o più propriamente l'avrei rubato.

Con la scusa di dovermi andare a rivedermi allo specchio per essere veramente convinto della mia scelta mi defilai, pronunciai due parole per ritornare dal mio piccolo amore.

Giada era in cucina e aveva iniziato a cucinare.

Il tavolo era apparecchiato in modo perfetto: la tovaglia era bianca, i piatti raffinati erano adagiati su di un tovagliolo rosso, all'interno dei piatti erano ammucchiate rose e calle, le posate argentee e i bicchieri di cristallo brillavano alla luce fioca della stanza, per finire questo bellissimo capolavoro petali di rosa erano sparsi qua e là sulla tovaglia.

Rimasi per qualche minuto sbalordito da quello che aveva creato, ma poi la mia attenzione ritornò su Giada che non si era ancora accorta della mia presenza.

La sua attenzione era completamente dedicata al sugo che stava preparando, ne approfittai per farle un piccolo scherzo.

Mi avvicinai lentamente e la presi per i fianchi, Giada sussultò e girò di scatto la testa per vedere chi l'aveva toccata.

-Bryan mi vuoi morta pensavo che fosse qualche mal intenzionato- disse sorridendomi.

-Io sono un mal intenzionato- risposi e le baciai il collo.

-Bryan invece di fare il cretino prendimi la pasta, comunque sei proprio bello vestito elegante!- il suo tono era affettuoso e scherzoso, mi sembrava la donna più felice del mondo, come se bastasse solo la mia presenza per farle dimenticare tutti i nostri problemi.

Presi il pacchetto che mi aveva indicato e glielo passai, Giada lo prese lo aprì e ne buttò il contenuto in acqua.

-Ci vorranno ancora dieci minuti- annunciò.

Guardai ancora quella tavola perfetta e le chiesi -Ma come hai fatto in così poco tempo ad apparecchiare in questa maniera la tavola? È stupenda!- esclamai.

Un velo di tristezza coprì i suoi occhi verdi -Mia madre adorava decorare e addobbare la casa nelle occasioni speciali, lei aveva sempre tutto pronto. Per esempio i fiori all'interno dei piatti sono finti e anche i petali di rosa, di tovaglie ne ho di tantissimi colori e di tovaglioli ne ho altrettanti, il servizio di stoviglie è quello delle occasioni speciali, l'unica cosa che serve è il gusto di abbinare, ma credo di averlo ereditato da mia madre come tutte le altre cose che vedi sulla tavola- finalmente aveva parlato di sua madre, non l'aveva mai fatto volontariamente.

-Bryan siediti l'antipasto è pronto!- la sua voce tintinnava come un campanellino.

-Wow ma sei super veloce- la punzecchiai, intanto mi sedetti continuandola a osservare mentre trafficava in cucina.

-No sei tu che ci hai messo un'ora e mezza per comprarti un completo elegante- in effetti la commessa continuava a farmi vedere giacche, camicie e pantaloni di tutti i colori, di tutte le stoffe e di tutti i modelli possibili e immaginabili, continuava a ripetere che ero così perfetto che avrei potuto mettere qualsiasi cosa che sarei comunque stato bene e che quindi anche per lei era difficile consigliare.

-La commessa non mi lasciava più andare- mi lamentai.

-Le commesse sono sempre state odiose- borbottò, ma io riuscii a sentirla, era gelosa.

-Cos'hai contro le commesse?- la sfidai.

-Niente...dico solo che non mi sono mai piaciute, troppo appiccicose- mi avvicinai di nuovo a lei, la presi nuovamente per i fianchi.

Avvicinai le mie labbra al suo orecchio e sussurrai -Sei gelosa?-

-No e solo che...- rispose Giada.

-E solo che sei gelosa, ma sai una cosa? Mi piace che tu sia gelosa- la feci girare verso di me, e mi avventai sulle sua labbra morbide e carnose.

-Ti amo- le dissi ancora affannato.

-Anche io- rispose lei.

  
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