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Autore: 1direction_    02/04/2012    7 recensioni
Tu sarai sempre la mia principessa, e io il tuo principe, ricordi?
Sarai sempre anche la mia piccola sorellina.
Tuo fratello,
tuo per sempre,
Niall.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Mullingar, Irlanda. 15 Marzo 2012.
Per tutta la casa echeggiò il rumore di una sveglia.
Giada, ancora ad occhi chiusi, prese la sveglia e la scaraventò dall'altra parte della stanza. 
"Giada..." 
Una voce, dalla porta, sussurrò il suo nome ma lei non gli badò più di tanto, e si portò il piumone fin sopra la testa. Le sue forze erano terminate la notte precedente, e se le erano tornate, tirando la sveglia le aveva già sciupate. 
"Andiamo, Giada. Non puoi rimanere a letto per sempre." La voce della zia Lily si fece più alta e vicina alla ragazza, che sbuffò rumorosamente mentre la zia le tirò via il piumone.
"Eppure i miei genitori rimaranno con gli occhi chiusi per sempre." Sbottò, con un filo di voce. Ma quel filo era spinato, forse.
"Oh, piccola..." Sussurrò poi la zia Lily, accarezzandole i capelli sudati.
"Ho sedici anni, non sono più piccola. Ok?!" Digrignò i denti, e la zia annuì avvicinandosi alla porta. 
"Comunque, volevo ricordarti che alle tre inizieranno i funerali, ma noi dobbiamo essere prima all'obitorio. So che è difficile, quindi se vuoi puoi anche..."
Giada alzò la mano per far zittire la zia e prese a parlare.
"Non rimarrò a casa, mentre tutti staranno salutando mia madre." Strinse i pugni e continuò.
"E mio padre. Quindi, il tempo di vestirmi e scendo." aggiunse infine. 
La zia sospirò ed uscì dalla stanza, lasciandola sola.
Si alzò dal letto e si avvicinò allo specchio della sua stanza, sopra la scrivania. Una foto della sua famiglia felice, anni fa. Forse l'unica foto insieme.
La prese in mano e con un dito accarezzò il volto della madre, per poi ritirare il dito guardando quello del padre. "Se solo foste rimasti insieme..." Mormorò, come se qualcuno potesse sentirla.
Il suo sguardo si posò su un'altra figura della foto. Suo fratello, Niall.
Ah, Niall. Giada socchiuse gli occhi, sentendo una lacrima percorlerle la guancia. Due giorni prima, il 13 Marzo, suo fratello la chiamò di nuovo e le disse di prepararsi. Ma Giada era già pronta per fuggire ed andare a Londra con lui.
Avevano organizzato tutto. 
Crescendo non avevano fatto altro che sentirsi via telefono e spedirsi lettere, ma in segreto. La cosa era semplice, ogni mattina si svegliavano presto ed erano i primi a guardare nella buca delle lettere. Sfogliavano velocemente la posta. Molte volte uno aveva risposto all'altro, altre volte erano solo cose per i genitori. 
E in questi ultimi tre mesi Niall le aveva ripetuto tutto il piano.
Ormai aveva passato i 18 anni, ne aveva quasi 19. E già da un anno viveva da solo, o meglio in una grande casa con altri amici. Ma un posto per la sorella c'era, era ovvio, lo aveva promesso.
Così, lui avrebbe preso un volo per l'Irlanda, sarebbe andato a prendere la sorella sotto casa, di notte fonda, e lei sarebbe scappata dalla finestra, lasciando solo un biglietto alla madre.
Eppure, il destino volle che il 13 marzo, Bobby, il padre dei ragazzi, dovette tornare a Mullingar per le pratiche di divorzio, che in tutti quegli anni passati ancora non si erano decisi a fare. 
Ma il destino non si limitò solo a questo. Volle anche che l'auto dei genitori, mentre si dirigevano dall'avvocato, fu protagonista di un incidente che vide due morti.
Bobby e Maura Horan.
Giada tornò con la mente a quella sera. 
Era sdraiata sul letto a sentire la musica, nel più totale buio. Contava le ore, i minuti, anche i secondi. Mancava poco, avrebbe rivisto il fratello e con lui sarebbe andata via per sempre. 
Quando, ad un tratto, la stanza si riempì di fari della polizia, entrati dalla finestra che dava sulla strada.
Scattò in piedi e nemmeno diede tempo al campanello di suonare che spalancò la porta.
Due poliziotti, dall'aria desolata e triste, le diedero la tragica notizia. 
Lei rimase immobile, a guardare il vuoto. Tornò alla realtà, entrò in casa e prese la borsa con le chiavi di casa.
"Voglio andare da loro." Mormorò poi lei ai poliziotti che, aspettando che chiuse la porta di casa, l'accompagnarono con la loro auto in ospedale.
Rimase tutto il tempo fuori dall'obitorio desolato, le lacrime che continuavano a scorrere lungo le guance. La schiena che era poggiata contro la fredda parete di quel posto.
Prese il telefono che segnava le 10 di sera. Digitò un numero sul telefono, che poi si portò all'orecchio.
"Niall, mamma e papà... Devi venire all'ospedale. Ma, all'obitorio." 
Sì, non erano di certo delle parole appropriate per dire al proprio fratello dell'appena mancanza dei genitori, ma non gli uscì altro dalla bocca, solo qualche singhiozzo.
Erano appena le 10 e 30 circa, che, ormai del tutto adulto, Niall le si parò davanti.
E tutti e due pensarono la stessa cosa l'uno dell'altra.
Che brutto modo per rincontrarsi. 
Come aveva immaginato Niall, lui e il padre non andarono più a trovare la madre. Quindi erano passati ben nove anni dall'ultima volta che si erano visti.
Istintivamente Niall le corse incontro e la strinse fra le sue braccia, e Giada si sentì protetta come da bambina.
 
Scosse la testa per far uscire i brutti pensieri di quella sera, e anche l'unico bello,  dirigendosi verso la poltrona, dove aveva lasciato il cambio. Tutti gli altri vestiti erano messi dentro le valigie, con altri oggetti che doveva portarsi via.
Aveva preparato dei jeans a sigaretta, poi afferrò una felpa nera di almeno due taglie più grande e la biancheria, andando in bagno. 
Si vestì, dopo una veloce doccia rinfrescante, per poi tornare in camera e mettersi un paio di Converse nere, ormai quasi del tutto consumate.
Prese la borsa e scese di corsa le scale, dovendo oltrepassare mal volentieri la sala per uscire da quella maledetta casa. Aveva lo sguardo puntato a terra mentre le voci di molti suoi familiari si abbassavano al suo passaggio. La porta sembrava così lontana, e quando stava per poggiare la mano sulla maniglia, qualcuno la chiamò.
Giada alzò gli occhi al cielo, cercando di non far venire giù nessun Santo.
Voltandosi, gli occhi di tutti erano fissi su di lei. 
Fece due passi avanti per avvicinarsi a degli zii che l'avevano chiamata e, non sussurrando, dissero un poco sentito "Condoglianze.", facendo partire a raffica tutti i familiari che, ovviamente, ripetevano quella parola.
Giada non disse niente, non fece nemmeno un qualunque cenno, si girò solo verso la porta e la spalancò.
"Per me, potete fottervi tutti quanti. Spero solo che questa giornata finisca, che i miei riposino in pace e che io me ne vada presto con mio fratello, perché di parenti o amici non ne voglio proprio sapere niente." Sputò quelle parole voltandosi verso la folla che la guardò allibita. Scosse la testa, aveva perso tutto ormai. I suoi nonni, i suoi genitori. Rimaneva solo Niall. 
Fece sbattere la porta non appena uscì andando nel giardino sul retro.
Aveva bisogno solo di una persona in quel momento, e sapeva dove trovarla. 
Camminò a testa bassa per poi bloccarsi. Alzando lo sguardo, vide Niall seduto sul prato, con le spalle rivolte verso di lei.
Giada sospirò, facendo dei passi avanti. 
Suo fratello teneva in mano una rosa, colta nel roseto che sua madre tanto aveva curato. Se la rigirava fra le mani, la stringeva, non curante delle spine che avrebbero potuto facilmente pizzicargli le mani. Si accorse della presenza della sorella che, silenziosamente, si era seduta accanto a lui, con il vento che scompigliava i capelli di entrambi. 
I loro occhi erano fissi a guardare il vuoto. 
"Sai, se fossero rimasti insieme, magari, non sarebbe successo tutto questo." 
Niall si decise a parlare dopo minuti di straziante silenzio, e Giada annuì, pensando che suo fratello aveva pienamente ragione.
"Sappi che adesso che siamo rimasti senza genitori, ed io sono maggiorenne, non ti lascerò andare in qualche casa famiglia o che ti adotti qualche parente. Ho già parlato con chi dovevo, a breve diventerò il tuo tutore, come avevamo pensato tempo fa. Così potrai venire a Londra tranquillamente, i nostri piani non si distruggeranno." Continuò poi lui, spostando lo sguardo sulla sorella.
Lei sorrise leggermente, non aspettava altro.
Poteva sembrare che loro erano quasi contenti della morte dei genitori, ma ovviamente non era così. Anzi, si sentivano in colpa, perché da sempre avevano pensato che la colpa fosse unicamente loro, del divorzio dei genitori.
Suo fratello era da sempre stato il suo migliore amico, e la distanza non li aveva separati. Adesso sarebbe diventato anche un padre per lei.
"Voglio che questa giornata finisca. Voglio andarmene con te. Mi sei mancato, Niall." Sussurrò poi Giada, poggiando la testa sulla spalla del fratello. Lui sorride, stampando un bacio sulla testa della sorella, per poi avvolgerle le spalle con il braccio.
"Anche tu sorellina, anche tu." Terminò poi Niall, mentre il cielo era diventato grigio e pesante.


Andiam, andiam, andiamo a pubblicar(?)
Yeah, eccomi!
Intanto, grazie a voi che avete recensito :3

Scusate il ritardo, ma ho avuto un nonpiccolo litigio con mia madre e mi aveva tolto il pc, anche se già non lo usavo tanto visto che lei doveva giocarci ._.
Uccidete chi ha inventato il Burraco OnLine!
Bene, dopo che vi ho informate un pò su cose che non vi interessano, vi parlò un pò del capitolo.
Allora, nelle mie storie i morti ci devono essere per forza, quindi dopo Giada (dell'altra storia) ecco Maura e Bobby.
No, poveri, facciamo le corna çwç
Ma la mia mante ha portato a questo, I'm so sorry.
Vi dico subito che nel prossimo capitolo si vedranno i ragazzi.

Non mi convince tanto questo capitolo, anche se tipo l'ho scritto da un mesetto e l'ho cambiato una ventina di volta.
Yeah buddy!
Domani non posto, sono a dormire da un'amica :3 Poi Mercoledì ultimo giorno di scuola e BOOM!
Primo giorno di vacanze pasquali!
Poi sarò tutta per la storia.
Ma anche per gli esami che incomberanno a giugno *Inizia a disperarsi da prima*
Ok, credo sia ora di andare.
E, dato che so che voi pensate che io sia pazza, la risposta è sì!
Tanto amore. xx
  
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