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Autore: Ronnie Devour    02/04/2012    0 recensioni
Elizabeth è una ragazza molto insicura. Sua madre morì quando lei aveva solo tre mesi di vita, perciò ha sempre vissuto con suo padre, fino a quando decise di trasferirsi a Milano, per inseguire il suo sogno da fotografa. E' proprio in quella città che incontrerà colui che le ruberà il cuore. Tra crisi ''amorose'', problemi esistenziali e riflessioni su riflessioni, scoprirà di avere un fratello, da cui venne separata quando aveva pochi giorni di vita. Riuscirà ad ''accontentarsi'' di una ''relazione passeggera'' con l'uomo che ama? Oppure è molto di più, ciò di cui ha bisogno?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Mi siedo su una panchina che si trova a pochi metri dall'entrata dell'ospedale. Accendo la sigaretta che tanto desideravo, poi vedo Jared che, lentamente, viene verso di me.
Non si mette seduto, semplicemente si mette davanti a me, e comincia a fissarmi, con le mani in tasca.
Accavallo le gambe, e gli faccio cenno di sedersi vicino a me, ma mi prende una mano e mi alza dalla panchina.
Cominciamo a camminare, senza dirci una parola. Nel frattempo sono già alla terza sigaretta.
''Mi spieghi dove vuoi andare? Saranno almeno quindici minuti che camminiamo; io ho bisogno di stare dentro per sapere di Amy''
''Non sapremmo niente almeno per altre tre o quattro ore, Elizabeth, quindi rilassati e smetti di fumare una sigaretta dietro l'altra. Finirai per sentirti male anche tu''
''Non dirmi quello che devo o non devo fare, Leto. Ne abbiamo già discusso di questo, non so se ricordi''
''Lo ricordo benissimo, Beth. Vorrei solo chiederti se tu fossi disposta a non essere così acida con me. Capisco che moralmente non stai bene, che sei preoccupata per Amy. Lo siamo tutti, preoccupati per lei. Ti sto chiedendo troppo? Ti prometto che andrà tutto bene, fidati di me'' ci fermiamo, e lui mi prende le mani.
Abbasso lo sguardo, poi annuisco.
''Ti chiedo scusa, Jared. Hai ragione: non posso piangermi addosso in questo modo'' getto la sigaretta a terra, poi abbraccio l'uomo che mi sta davanti.
Lui mi prende il viso tra le mani e appoggia la sua fronte sulla mia.
''Grazie, amore''
Allontano il mio volto dal suo, poi lo guardo dritto negli occhi.
Lascio che le sue braccia scivolino dietro, alla base della mia schiena, e che mi avvicini a sé, come fa da sempre.
Gli metto una mano sulla guancia, poi lo bacio, come non facevo da un po'.
Finito quel bacio tanto desiderato da tutti e due, ci prendiamo per mano e andiamo dentro l'ospedale, sedendoci io vicino a mio padre e Jared vicino a suo fratello.
Appoggio la testa sulla spalla di mio padre, e senza rendermene conto, mi addormento.

Nel pomeriggio mi sveglio. Mio padre ha appoggiato la sua testa s
ulla mia e si è appisolato. Lentamente, sveglio anche lui, poi con lo sguardo, cerco Jared.
Vedo che è al bancone del piccolo bar che credo sia in ogni ospedale. Vedendomi sveglia, mi fa cenno di andare a sedermi ad un tavolo, con lui.
Ha ordinato due cappuccini: uno per me e uno per lui.
Gli do un bacio sulle sue labbra morbide, poi mi siedo davanti a lui e comincio a bere il mio cappuccino. Sta leggendo un quotidiano scritto in inglese.
Dopo circa dieci minuti, vediamo Shannon che corre verso di noi.
''L'operazione è finita e adesso è tutto risolto! Tra poco dovrebbe svegliarsi, andiamo!''
Io e Jared ci alziamo velocemente, poi andiamo a dirlo a mio padre, e tutti e quattro ci facciamo portare nella stanza in cui Amy adesso sta dormendo.
Ci chiedono di entrare uno alla volta, perciò entro per prima.
Mi metto a sedere sulla sedia vicino al lettino, e prendo una mano di Amy.
Dopo circa cinque minuti, comincia a sbattere velocemente le palpebre, allora io mi alzo e le prendo il viso tra le mani.
''Ciao tesoro'' la mia voce trema.
''Uhm..Beth?'' cerca di mettere a fuoco l'immagine del mio volto.
''Sì, sono io. Come ti senti?'' la aiuto a tirarsi un po' su.
''Ho fame. Molta fame. Dov'è Shannon?''
''E' qui fuori che aspetta di entrare. I dottori ci hanno detto che più di una persona non ci può stare in questa stanza, perciò lui ha fatto entrare prima me. Vuoi che lo chiami?'' sorrido.
''No, no. Stai qua ancora cinque minuti, per favore''
''D'accordo tesoro. Dopo andrò a chiedere all'infermiera se è possibile farti mangiare qualcosa, mh? Tanto ci sarà Shannon con te''
Io ed Amy continuiamo a parlare per un po', poi decido che è il momento di fare entrare Shannon, perciò le do un bacio sulla fronte ed esco dalla stanza.

Dopo quattro giorni, rimandano Amy finalmente a casa.
Io e Jared stiamo da lei per circa tre giorni, giusto per non lasciare Shannon da solo con lei, nel caso avesse bisogno di qualcosa.
Terminati quei tre giorni, Jared e Shannon devono andare in Francia per un periodo di tempo indeterminato. Mi sono rifiutata di partire con loro perché non sono così sicura che Amy sia già in condizioni di partire in giro per il mondo. Beh, almeno mi sto godendo un po' la mia migliore amica, dopo parecchio tempo che non stavamo un po' da sole.
Jared continua a chiamarmi al telefono tutti i giorni dicendomi che gli manco e che Parigi è sicuramente la sua città del cuore. Chissà, magari un giorno potremmo trasferisci là.
Pure mio fratello ogni tanto mi chiama; tra circa un mese dovrebbe venire qui in Italia a trovare me e.. Mio padre. Chi l'avrebbe mai detto.

Passano undici giorni.
Sono distesa nel letto matrimoniale di Amy: sono sempre a casa sua. Jared ancora non mi ha chiamata per darmi il buongiorno. Stronzo, non mi ha nemmeno augurato buon compleanno.
Mi sveglio e trovo un biglietto, che Amy ha scritto e che poi, ha appoggiato sul comodino: ''Buongiorno tesoro, sono uscita a fare la spesa, per mezzogiorno dovrei essere a casa''
Strano, sono le 12:25 e ancora Amy non c'è. Meglio controllare in giro per casa.
Entro in cucina e trovo un pacchetto vicino al microonde. Sopra c'è scritto ''BETH''.
Lo apro; dentro ci sono dei Jeans e una camicetta di quelle che piacciono a me, blu elettrico. Li prendo con me, vado nel bagno per sistemarmi, e trovo un altro pacchetto, più grande, appoggiato sul lavandino. Sopra c'è di nuovo la scritta ''BETH''.
Stavolta ci sono un paio di tacchi vertiginosi, del colore della camicetta.
Appoggio i miei regali per terra, poi mi lavo la faccia, i denti, mi pettino i capelli, mi trucco leggermente, e infine mi vesto. I Jeans sono davvero comodi, e per di più mi stanno benissimo. Come la camicetta e le scarpe, del resto.
Quando sto per prendere la mia borsetta e le chiavi di casa di Amy, mi arriva un messaggio sul telefono, da parte di mio padre: ''Buongiorno Beth, sono qua a Milano. Amy come sta? Portala con te; ci vediamo a casa tua alle 13:30''.
E io adesso come faccio? Sono le 13:10 e ancora non so dove sia Amy.
Pazienza, andrò a casa mia senza di lei. Sicuramente papà le ha già mandato un messaggio.

Dopo tanto tempo, finalmente rivedo casa mia. Chissà quanta polvere ci sarà sui mobili; sarà almeno un mese e mezzo che non entro là dentro. Per non parlare dei pavimenti sporchi. Devo rimboccarmi le maniche. Non sopporto la casa sporca. Infilo la chiave nella serratura e apro la porta.
Le luci si accendono tutte insieme, da sole, e..
''Sorpresa!''
Davanti a me ci saranno almeno venti persone, con cappellini di cartone, in testa e trombette in bocca.
Che idiota; come non ho potuto pensarci prima? Saranno almeno cinque anni che non festeggio un compleanno, perciò mi hanno voluto fare una festa a sorpresa.
In prima fila ci sono mio padre, che viene ad abbracciarmi, Amy, che fa la stessa cosa di mio padre, Tomo, Vicki, Shannon, il mio capo, Alice, alcune colleghe di lavoro, alcuni amici e.. Lex. Si avvicina a me, sorridendo a mio padre, che va subito verso la tavola apparecchiata, pronto per ingozzarsi di cibo.
''Buon compleanno, sorellina''
Abbraccio mio fratello come se volessi togliergli il respiro. Ci mettiamo a parlare per pochi minuti, poi vado a salutare tutte le altre persone che sono in casa mia.
''Shan, dov'è.. Jared?''
''Ecco la festeggiata!'' è allegro, forse per colpa del bicchiere di Vodka che tiene in mano.
''Sì, Shan, vacci piano con l'alcool!'' ridiamo insieme.
''Comunque.. Lo stronzo di mio fratello non è potuto venire perché ha avuto un imprevisto. Adesso è a Los Angeles e mi ha detto di dirti che ti chiamerà più tardi. Ci vediamo dopo dolcezza. Ah, hai visto la mia ragazza? Non riesco a trovarla!'' Shannon mi mette un braccio dietro le spalle.
''Cretino, sono qui!'' la voce, finalmente di nuovo squillante, della mia migliore amica viene da dietro di noi. Mi sorride, poi prende Shannon per un braccio e lo porta non so dove.
Pranziamo tutti insieme, apro i miei regali, e poi decido di uscire da casa per fumarmi una sigaretta.
Mi siedo sullo scalino di casa mia, poi ad un certo punto due mani calde mi tappano gli occhi. Trattengo il respiro, lasciando la sigaretta che stavo per accendere, sullo scalino, e lentamente mi alzo. Vengo trasportata da non-so-chi, non-so-dove, ma qualcosa dice che devo fidarmi.
Quando finalmente le mani calde si allontanano dal mio viso, capisco che siamo sul retro di casa mia, nel giardino. L'erba è stata tagliata come si deve, ci sono rose bianche da per tutto, e mi accorgo che c'è pure una panchina, nuova, sotto ad un arco di fil di ferro, su cui dell'edera si è perfettamente rampicata.
Mi guardo un po' intorno, ma poi mi ricordo di non essere da sola. Mi volto, e il viso di Jared è a pochi centimetri dal mio. I miei occhi si colmano di lacrime, per l'ennesima volta, alla vista dell'oceano calmo che sono i suoi.
Gli getto le braccia al collo, quasi singhiozzando dalla gioia. Le nostre labbra si cercano, fino a ritrovarsi in un bacio – il suo bacio che aspettavano da undici giorni. Ci baciamo a lungo, per minuti che sembrano non avere fine, poi mi prende in braccio, continuando a baciarmi, e delicatamente mi mette sulla panchina. Stacca le sue labbra dalle mie, per guardarmi negli occhi, poi si inginocchia davanti a me, tirando fuori dalla sua tasca una scatolina rossa. La apre, e i raggi del sole permettono ai piccoli diamanti che sono incastonati in un anello, di brillare, impacciati, davanti ai miei occhi.

''Elizabeth, io ti amo. Sposami''.

  
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