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Autore: Elpis    03/04/2012    12 recensioni
Lord Voldemort era il male. Quel male che faceva piangere i bambini nei loro letti e guaire i cani al solo annusarne l’odore. Il Signore Oscuro non aveva un’anima – si era occupato personalmente di ridurla in brandelli – e se aveva mai posseduto un cuore doveva averlo smarrito molto tempo fa. A cosa sarebbe servito, d'altronde, a un essere che era così assolutamente ed imprescindibilmente incapace di amare?
Ma se le cose non stessero così? Se prima di diventare Lord Voldemort, Tom Riddle avesse provato la ignominiosa vergogna di innamorarsi? Se fosse esistita una ragazza che – all'insaputa di tutti – fosse riuscita ad entrargli nel cuore? E se questa ragazza si fosse frapposta fra lui e la riconquista della sua eredità di Serpeverde?
Se così fosse, di sicuro la sua storia meriterebbe di essere raccontata.
Dal quinto Capitolo:
“ Puoi crederci o meno, Roxanne, ma sono cambiato.” disse incenerendola con uno sguardo.
Fingeva.
“ Ma davvero?” gli chiese sarcastica.
La mano di Riddle era ancora stretta intorno al suo braccio, lui la trasse più vicina a sé, prima di risponderle in un soffio:
“ Perché non mi dai l'occasione di dimostrartelo? ”
Il calore del suo corpo la raggiungeva nonostante i pesanti strati in cui si era infagottata, rendendole tremolanti le ginocchia.
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom O. Riddle, Tom Riddle/Voldermort
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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                                         Provocazione

 

 

 

 

Non serve a niente rifugiarsi nei sogni 
e dimenticarsi di vivere. (1)

 

  

 

18 Novembre 1942 Ufficio di Lumacorno

 

Roxanne stava chiacchierando con Morgan, ma non si sentiva a suo agio.
Le sembrava che le pareti della stanza le si stringessero progressivamente intorno, una sensazione asfittica dalla quale non riusciva a liberarsi. Quel che era peggio, era che sapeva benissimo cosa era che la faceva sentire così: lo sguardo di Riddle era fisso su di lei da tutta la sera e sembrava che lui fosse ... indispettito. Ma insomma, cosa pretendeva? Le aveva chiesto di venire al Lumaclub e così aveva fatto, ma certo non poteva aspettarsi che lei si unisse alla sua cerchia di serpe sibilanti o che lo riempisse di attenzioni come se fossero… come se fossero amici.
<< Scusami un attimo, Phil, vado a prendere qualcosa da bere. >> lo interruppe mentre lui le raccontava per la trecentesima volta di come avesse parato un bolide a soli cinque anni.
Morgan annuì, lanciandole un sorriso.
Mentre si avvicinava al tavolo imbastito di sfarzose vivande, cercò con gli occhi i suoi amici. Eloise e Sept confabulavano come sempre, gesticolando concitati. L’amicizia che negli ultimi tempi era sorta fra i due era oltremodo sospetta e Roxanne si domandò per un attimo se avrebbe dovuto preoccuparsi. Sapeva che Eloise non avrebbe mai volontariamente ferito la gemella, però dubitava che tutta quella complicità facesse piacere a Sybil… Il suo sguardo vagò nella stanza, alla ricerca della ragazza e Roxanne ebbe difficoltà a trovarla, appartata come era in un angolo con Rosier.
Il bicchiere di carta si accartocciò fra le sue mani. Tutto sommato Sybil sembrava che anche troppo rilassata, visto il modo in cui rideva, fissando Evan negli occhi. Era stata proprio una sciocca a preoccuparsi. Sussultò, vedendo che Rosier le accarezzava distrattamente una guancia e che l’amica pur abbassando un po’ la testa non si ritraeva.
Avanzò a passi decisi per la sala, intenzionata a porre fine a quello spettacolo ridicolo. Sybil poteva anche essere una ragazza ingenua, ma lei conosceva bene i tipi come Rosier e non gli avrebbe consentito di prendersi gioco così di lei.
<< Sanguesporco! >> trillò una voce fastidiosamente acuta alle sue spalle.
Roxanne si voltò lentamente, sentendo il sangue che le andava al cervello.
<< Non sapevo che anche tu potessi entrare qui… Credevo che Lumacorno avesse un po’ più di buon gusto. >> aggiunse Druella, arricciando il naso come se Roxanne emanasse chissà quale sgradevole odore.
<< Rosier, ma che piacere! >> la ricambiò accennando un sorriso che assomigliava più a un ringhio. << Non avevo ancora avuto modo di ringraziarti per il tuo simpatico scherzetto… >>
<< Non so di cosa tu stia parlando. >> rispose Druella con un tono trionfo e compiaciuto che non avrebbe ingannato nessuno. << Sì, certo. Il veleno di Acromantula è finito da solo nel mio calderone, immagino. >>
Druella non la degnò nemmeno di una risposta, sbadigliando vistosamente, come a voler sottolineare quanto noiosa fosse la sua compagnia. Poi inclinò la testa di lato e la fissò in silenzio, leccandosi pigramente le labbra.
Roxanne faticò a reprimere una smorfia di disgusto.
<< Tutto sommato non ne valevi nemmeno la pena. >> la derise, sprezzante. << Voglio dire: guardati! >> ghignò sollevando una mano ad indicare la sua figura. << Sei così insignificante che Tom si è già dimenticato di te! >>
Come, come, aveva fatto a dispiacersi per lei, anche solo per un singolo instante? Strinse le mani a pugno, trafiggendola con un’occhiata del più gelido disprezzo.
<< Non ne sarei così sicura, se fossi in te. >> bluffò, incrociando le braccia sul petto e dipingendosi sul viso un sorrisino saputo.
Druella boccheggiò come se l’avesse schiaffeggiata. Roxanne mantenne la sua aria impassibile ma dentro di sé esultò. Se la Rosier era così possessiva con il suo Tom, si sarebbe vendicata facendola morire di gelosia.
<< Cosa vorresti dire, feccia? >> le sibilò contro, assottigliando gli occhi.
<< Non credo che siano affari che ti riguardano… >> affermò con tono malizioso, girandosi a fissare Riddle con una faccia che sperava sembrare interessata.
Suo malgrado si ritrovò a soppesarlo. Tom fissava il focolare, le labbra inclinate all’ingiù in una smorfia scocciata, gli occhi che pareva quasi neri tanto erano lividi. Si chiese se le parole che aveva pronunciato Druella contenessero un fondo di verità ed effettivamente lui si fosse già stancato di lei. Avvertì una fitta all’altezza dello sterno a quel pensiero e si affrettò a girarsi e a concentrarsi solo sullo sguardo imbestialito della Rosier.
Provocarla non era stato poi tanto difficile. Tremava per la rabbia e stringeva i pugni della mani in modo convulso, come se sognasse di mettergliele intorno al collo. Anche il suo sguardo si appuntò per un attimo su Tom e la ferocia nei suoi occhi mutò in qualcosa di completamente diverso. Il modo in cui lo fissava aumentò ancora di più l’irritazione di Roxanne. Merlino se lo mangiava con gli occhi, quell’arpia!
<< Non mi incanti, sai? >> affermò sprezzante Druella, degnandola di un’occhiata omicida. << Stai mentendo. Il mio Tom non si abbasserebbe mai al livello di una pezzente come te. >>
Roxanne si irrigidì e un sorriso innaturale le incurvò le labbra.
<< Invece che parlare preferisco mostratelo. >>
Non seppe nemmeno come avevano fatto quelle parole ad uscirle di bocca. Semplicemente la voglia di mettere a tacere quella strega era stata troppo forte. Si diresse a passi decisi verso Riddle, il cuore che le rimbombava nel petto. Gli si affiancò e con un sorriso assolutamente falso e stucchevole, insinuò la mano fra la sua.
Lo stava facendo solo per provocazione ma un brivido le attraversò la schiena al contatto con la sua pelle liscia e morbida e Roxanne seppe che stavolta quel palpito non aveva niente a che fare con la paura.

  

                                                                                                        ***

  

18 Novembre 1942 Ufficio di Lumacorno

 

Riddle fissava le fiamme, cercando di reprimere la sua rabbia che quella sera stava davvero raggiungendo livelli colossali. Avrebbe voluto sapere come faceva Evan a trovare nel fuoco un che di affascinante, a lui sembrava insignificante come tutto il resto della sala.
In quei giorni aveva creduto di aver fatto alcuni passi in avanti con la Grifondoro. Quando si erano visti alla Torre e l’aveva stretta tra le braccia per un secondo avrebbe giurato che… Merlino, quello sguardo così inteso e quelle labbra dischiuse in un chiaro invito non poteva essersele solo immaginate!
Aveva insistito perché venisse al Lumaclub nella speranza di riuscire ad avvicinarla, ma l’Altgriff era tornata la solita spocchiosa che non lo degnava di uno sguardo. Lo evitava come se non fosse mai successo niente e il modo in cui stava rigida faceva davvero onore al suo soprannome.
La sua irritazione era centuplicata nel notare che Morgan le stava appiccicato come una sanguisuga, discorrendo con un'affabilità assolutamente vomitevole. I denti gli erano scricchiolati paurosamente: il mezzosangue stava decisamente passando i limiti. La mano destra gli prudeva dalla voglia di scagliargli contro uno Schiantesimo che l’avrebbe fatto volare dall’altra parte della sala. Roxanne era il suo obbiettivo, la sua preda, il suo giocattolo. Roxanne era sua. E fino a quando non si fosse stancato di lei, non avrebbe concesso a nessuno di sfiorarla, fosse anche solo con lo sguardo.
Quando l’aveva vista allontanarsi aveva quasi tirato un sospiro di sollievo. Sospiro che gli si era nuovamente incastrato in gola nel notare la Rosier che la avvicinava. Aveva fatto un discorso a Druella dopo l’increscioso incidente con il veleno di Acromantula e credeva che per un bel po’ se lo sarebbe ricordato, ma con quella non si poteva mai sapere. Sbirciò di sottecchi nella loro direzione e il suo sguardo si incupì nel vedere l’espressione rigida e sprezzante di Roxanne. Qualsiasi altra ragazza sarebbe scappata a gambe levate, evitando Druella come la peste, ma figurati se Miss Scopa aveva un briciolo di istinto di auto conversazione. Dannato spirito Grifondoro!
Un ciocco di legno sfrigolò e quel suono lo riscosse. A che diavolo stava pensando? Non erano affari suoi se l’Altgriff si cacciava in altri guai. Di certo non l’avrebbe salvata di nuovo, era stufo di comportarsi come la balia di quella scialba ragazzina...
Era così assorto che trasalì nel sentire il contatto di una mano piccola e fresca che si intrecciava alla sua.
<< Riddle ho bisogno di parlarti, ora. >>
Tom osservò Roxanne trascinarlo verso la porta, con un misto di incredulità .A sconvolgerlo, ancora di più del fatto che lo tenesse per mano, era il sorriso smagliante e assolutamente falso che quella gli rivolgeva. Cercò di sondare i suoi occhi per capire cosa le passasse per la testa, ma lei distolse il viso, fissando intensamente un punto imprecisato alle sue spalle. Tom seguì la direzione del suo sguardo e non riuscì a reprimere un sorrisetto divertito. A quanto pare la Grifondoro aveva deciso di lasciar perdere la correttezza e giocare sporco, almeno per una volta. Molto… serpeverdesco, in effetti. Quel pensiero gli procurò una sensazione strana in gola e si accorse di faticare a trattenere una risata. Decise di assecondarla e ricambiò il suo sorriso, con palese complicità. Mentre quella usciva dalla stanza, la sua mano si posò sul suo fianco,in quello che per occhi esterni poteva sembrare un gesto abituale. Roxanne si irrigidì e gli lanciò un’occhiata attonita, ma strinse i denti e non commentò.
Almeno fino a quando la porta non si fu chiusa alle loro spalle e lo scansò infastidita, rivolgendogli uno sguardo truce.
<< Tieni le mani a posto, Riddle! >> lo apostrofò altezzosa.
Tom si appoggiò allo stipite della porta, guardandola con un sorrisetto ironico.
<< Veramente sei stata tu a cercarmi, Ro. >>
Roxanne arrossì e si affrettò a chiarire:
<< Non montarti la testa. L’ho fatto solo… >>
<< Per fare uno sgarbo a Druella. >> la interruppe prima che potesse finire, godendosi la sua faccia sorpresa. << L’aveva intuito. E ti stavo assecondando anche se… >> e nel dire quelle parole la afferrò per il braccio, tirandola delicatamente contro di sé. Roxanne non si aspettava una simile mossa e si sbilanciò, costretta ad appoggiare le mani sul suo petto per evitare di crollargli addosso. << … come gioco, devo dire che è molto interessante. Possiamo farlo quando vuoi. >>
Per un lungo, interminabile instante lei lo fissò, spiazzata, ancora appoggiata al suo corpo, i loro volti vicini. Poi si tirò indietro con un strattone, la sua faccia era talmente alterata che Riddle ne avrebbe riso se non fosse stato per il dolore al piede che la Grifondoro gli aveva volutamente calpestato. Trattenne l’imprecazione che gli era salita alle labbra, limitandosi a guardarla storto. Merlino se quella ragazza era insopportabile!
<< Tieni-le-mani-a-posto! >> scandì, puntandogli contro un dito. << Non farmelo ripetere un’altra volta! >>
Gli occhi di Riddle si assottigliarono.
<< A volte mi chiedo se ti dimentichi con chi stai parlando, Altgriff. >> le rispose con un tono freddo, formale e per questo ancora più inquietante. << Sono più grande, sono un Prefetto e per giunta sono molto meno paziente dei tuoi amichetti >>
Ad ogni frase la sua voce era salita impercettibilmente di volume e il suo sguardo si era fatto cupo, deciso. Miss Scopa si stava montando la testa se pensava di poter usare quel tono con lui, con il discendente di Salazar Slytherin! Ma imparerai a stare al tuo posto, oh se imparerai. E allora sarai tu a supplicarmi di dedicarti un decimo di quelle attenzioni che ora rifiuti così sdegnosamente.
<< Non mi interessa chi sei. >> gli rispose, divenendo più rigida e guardinga. << Non puoi afferrarmi come se fossi una bambola! >>
Tom inarcò un sopracciglio, guardandola con educato stupore.
<< Non è esattamente quello che hai fatto tu, trascinandomi fuori dalla sala? >>
Roxanne arrossì e per un attimo parve spiazzata. Distolse lo sguardo e iniziò ad arricciarsi una ciocca di capelli mormorando:
<< È diverso. Io avevo un buon motivo… >>
<< Certo. >> la derise, ironico. << Far arrabbiare ancora di più la Rosier. Una mossa molta astuta, complimenti. >>
<< Che c’è, adesso ti preoccupi per me? >> domandò sostenuta.
Riddle sentì la rabbia – lenta ma inesorabile – montargli dentro. Era strano, perché lui manteneva il controllo, sempre. Eppure in quel momento avrebbe veramente voluto stringere le dita intorno a quel collo diafano, godersi lo stupore e l’accusa nei suoi occhi.
<< Devo forse ricordarti chi è stato a soccorrerti l’ultima volta? >> le chiese, dominandosi a stento.
Roxanne impallidì e si mordicchiò le labbra, abbandonando però la postura diffidente. Riddle trattenne un sorriso soddisfatto: come immaginava marciare sul senso di colpa, era la soluzione migliore per metterla a tacere.
<< Ho parlato con Druella dopo quello che ti ha fatto. >> le comunicò.
Roxanne alzò lo sguardo, fissandolo dubbiosa.
<< Il che vuol dire che l’hai minacciata. >> chiarì fissandolo con un sorrisino.
Non sembrava arrabbiata e per una volta Riddle si concesse di lasciarsi andare, scoprendo i denti in ghigno sarcastico.
<< Forse. >> rispose. << Comunque non ti conviene provocarla troppo. >>
<< Qual è il problema, tanto ho te come difensore. >> disse scrollando le spalle.
Doveva essere una battuta, ma lo sguardo che lei gli lanciò fu strano, profondo, e se si fosse trattata di un’altra Riddle vi avrebbe letto un misto di gratitudine e di… calore? Affetto? Qualsiasi cosa fosse ebbe il potere di sciogliergli la lingua.
<< La prossima volta potrei non arrivare in tempo. >> la avvertì.
Di nuovo il ricordo del suo viso sofferente gli colmò la mente, come una stilettata al fianco. Lo ignorò, concentrandosi sul presente, su lei – lei che stava bene – e lo guardava come se fosse impazzito.
<< Stavo scherzando. >> chiarì con l’abituale alterigia. << Non mi serve affatto la tua protezione. >>
<< Sì, certo. >> affermò, scettico. << Dovevi davvero parlarmi di qualcosa o era tutta una scusa? >> aggiunse, cambiando argomento.
Roxanne lo fissò con uno sguardo indeciso, come soppesandolo.
<< L'altro giorno... ti ho visto in biblioteca. >> esordì, studiando la sua reazione.
Riddle si irrigidì ma non tradì altre emozioni.
<< E cosa avresti visto di preciso? >>
Il tono era pacato, carezzevole, ma la sua mente lavorava all'impazzata. Il giorno precedente si era recato in Biblioteca per fare delle ricerche su Salazar e sulla sua dinastia, nella speranza di trovare un qualche indizio per aprire la Camera dei Segreti. Ovviamente era impossibile che la Grifondoro fosse a conoscenza dei suoi piani, era stato attento, meticoloso; nondimeno un brivido gli corse lungo la spina dorsale.
Roxanne si mordicchiò le labbra.
<< Ho visto che facevi delle ricerche sulle principali casate magiche. >>
Il cuore di Tom martellava fortemente, fastidiosamente, contro il suo petto. Dannata piccola, ficcanaso! Possibile che sospettasse davvero qualcosa...?
<< E ? >> domandò sfrontato, con un tono glaciale.
Lo sapeva che l'Altgriff era pericolosa, se lo aspettava che lo avrebbe ostacolato...
<< E voglio aiutarti. >> affermò con un tono che non ammetteva repliche.
Riddle sgranò, poco elegantemente, la mascella.
Roxanne aveva alzato lo sguardo e lo fissava con fermezza. Era pallida, le labbra rosse leggermente gonfie per il troppo morderle, gli occhi di un grigio argenteo che brillava. Le sue iridi rifulsero più degli astri. Senza nessun motivo apparente le parole di Salazar gli si affacciarono alla mente.
<< Come? >> non poté trattenersi dal chiederle, fissandola come se fosse impazzita.
Roxanne Altgriff, trovatella allevata in un orfanotrofio di Londra, Babbanofila fino al midollo voleva aiutare lui – discendente di Salazar Slytherin - a sguinzagliare un temibile mostro contro i mezzosangue?
Le gote della Grifondoro si tinsero di un invitante rosato, ma lei non abbassò lo sguardo.
<< So che ti piace fare le cose da solo... >> Riddle sussultò, stupito dal fatto che lei avesse notato quell'aspetto della sua personalità: era quasi sempre accompagnato da una torma di seguaci, tanto che pochi intuivano quanto in realtà amasse la solitudine. << Ma nessuno meglio di me, può capire come ti senti e potrei esserti utile. >>
Tom corrugò la fronte, sforzandosi di attribuire un senso alle parole della ragazza.
<< E come potresti aiutarmi? >> le chiese, temporeggiando.
<< Frugherò negli archivi, ti assisterò con le ricerche in Biblioteca. >> aveva preso a giocherellare con la croce che portava al collo, distogliendo lo sguardo. << In fondo l'ho già fatto in passato, so cosa devo guardare. >>
Riddle era sempre più confuso. L'aveva già fatto prima di allora? Aveva già cercato informazioni sulla Camera?
<< In passato? >> mormorò, lasciando che una parte della sua perplessità trasparisse dalla sua voce.
Roxanne annuì e la mano che toccava la catenella le tremò appena.
<< Sì. Il primo anno che sono venuta ad Hogwarts ho cercato informazioni sui miei genitori. >>
Finalmente i pezzi di quella assurda conversazione andarono al loro posto. Il nodo che gli stringeva lo stomaco si allentò gradualmente, consentendogli di compiere un lungo, rilassato respiro.
<< E adesso vorresti darmi una mano a rintracciare i miei? >> le chiese facendo un passo in avanti.
Roxanne non lo guardava negli occhi, fissava un punto imprecisato del pavimento.
<< Non farti illusioni, Riddle. Non lo faccio perché all'improvviso mi sei diventato simpatico... >> chiarì.
<< … ma solo perché comprendi la mia voglia di sapere qualcosa sulla mia famiglia, dico bene? >> completò per lei Tom.
Roxanne si limitò ad annuire.
<< Consideralo un modo per sdebitarmi per il fatto che mi hai salvato la vita. >>
La fissò, suo malgrado sorpreso. Doveva averlo visto cercare fra i volumi che parlavano di linee di sangue del mondo magico e aveva frainteso le sue intenzioni: lui cercava informazioni su Salazar o sui suoi discendenti per trovare la chiave per aprire la Camera ma lei questo non poteva saperlo e doveva aver pensato che facesse delle ricerche sul perché era stato abbandonato al Wool’s Institute.
<< Quella croce... appartiene ai tuoi genitori? >> le chiese.
Roxanne sussultò e finalmente alzò lo sguardo. Aveva la bocca leggermente dischiusa e sembrava quasi che le iridi le tremolassero.
<< Come...? >> gli chiese con voce incerta.
Tom scrollò le spalle.
<< Ho tirato ad indovinare. >>
Le labbra di Roxanne si aprirono in un sorriso che però non raggiunse gli occhi, ancora velati da quella patina di tristezza. Riddle si sentiva strano. Per la prima volta in vita sua desiderò stringere un altro essere umano fra le braccia, cercare il calore consolante di pelle contro pelle. Era lei che voleva consolare.
Incrociò le braccia sul petto, reprimendo quell'impulso malsano.
<< È l'unica cosa che mi rimane di loro. Non un nome, un volto, niente. La signora Cole mi trovò alle porte dell'orfanotrofio avvolta in una coperta bianca con questa attorno al collo. >>
<< Posso vederla? >> le domandò, allungando una mano.
Istintivamente le dita di Roxanne si chiusero attorno alla croce.
<< Te la restituirò subito. Fidati, Ro. >>
Pronunciò quelle parole con voce bassa e gutturale e non con il solito tono melenso e lezioso che avrebbe usato per convincere un'altra. Stava faticosamente imparando che la Grifondoro era diversa da tutte le ragazze che aveva conosciuto fino a quel momento e che con lei l'adulazione e il suo fascino non trovavano presa.
Roxanne lo fissò, mentre il bianco dei denti faceva capo dalle labbra che mordeva indecisa. I suoi occhi si incatenarono ai suoi e Riddle sentì uno strano brivido. Il loro lucore mi trafisse il petto. Che assurdità. Come poteva il suo antenato aver scritto qualcosa di così inverosimile? E perché quelle parole gli venivano in mente proprio in quel momento?
Lentamente, con gesti misurati, Roxanne si staccò la catenina dal collo e gliela porse. In realtà Riddle non credeva che l'avrebbe fatto. Se avesse posseduto lui un ricordo dei suoi genitori non avrebbe tollerato che altri lo toccassero.
Nel lasciarla cadere sul suo palmo parve per un attimo titubare, poi schiuse il pugno e Tom strinse il piccolo ciondolo argenteo fra le sue mani. Lo sollevò, osservandolo alla luce tremula della torcia.
Era una croce molto semplice, liscia, con i vertici lievemente stondati. La controllò attentamente ma c'era assolutamente niente: né iniziali, né simboli che potessero costituire un qualche indizio. Fece per estrarre la bacchetta, ma la mano di Roxanne scattò a fermarlo.
<< Che cosa credi di fare? >>
Era rimasta rigida per tutto il tempo del suo esame ed adesso lo aggrediva con uno sguardo accusatore. Le scostò delicatamente la mano, accarezzandola appena, un tocco leggero che sperò essere confortante.
<< Fidati. >> le ripeté, perdendosi nei suoi occhi cupi.
Non avrebbe saputo dire cosa Roxanne lesse nel suo sguardo ma non lo fermò mentre pronunciava una serie di incantesimi.
<< Finitem incantatem, Aparecio. … >> sciorinò uno dopo l'altro.
La croce rimase liscia e piatta.
<< Ho già controllato personalmente. >> lo informò Roxanne, con un sorrisetto triste. << Si tratta solo di un normalissimo ciondolo. >>
Tom annuì e glielo restituì, provando di nuovo quella sensazione strana, quel desiderio nascosto di accarezzare la sua pelle e cancellare quelle ombre scure dal suo sguardo.
<< Penso.. penso che sia la conferma delle mie origini Babbane. >> si interruppe, forse aspettandosi che lui la deridesse per questo. Ma Tom non fece niente del genere e Roxanne continuò: << Ho cercato ovunque ma era praticamente impossibile trovare qualcosa: persino il mio nome me l’ha dato la signora Cole, credo perché i miei capelli avevano una sfumatura rossiccia se osservati alla luce della lampada. >>
Il suo tono era pacato, leggero, come se gli stesse spiegando i molteplici usi del sangue di Drago. Ma Riddle era troppo esperto nel leggere le persone per non notare il modo lieve in cui le tremavano le labbra.
<< Probabilmente mia madre era Babbana, chissà magari anche mio padre. Sai, la croce è un simbolo religioso molto diffuso fra loro, quindi immagino che fosse cristiana. Forse… forse si è spaventata quando ha capito che ero… diversa. In fondo religione e magia non vanno tanto d’accordo, potrebbe avere deciso per questo motivo di abbandonarmi... >> nel pronunciare quell’ultima parola la voce le si incrinò.
Tom si sentì strano. Forse per la prima volta nella sua vita gli parve di essere inadeguato perché in nessuno dei molti libri che aveva letto c’era scritto come fare per impedire a quelle labbra di tremare in quel modo…La sua mano salì lentamente ad accarezzare la guancia di Roxanne, nello stesso gesto delicato di quando l’aveva vista contorcersi per il dolore.
Lei sussultò ed esitò solo un attimo prima di ritrarsi. Tom lasciò che le dita gli ricadessero lungo il fianco, la consueta rabbia nel vedere quanto faceva la preziosa.
<< Allora? >> gli chiese, guardandolo con ritrovata sfrontatezza.
La fissò senza capire.
<< Accetti il mio aiuto? >>
A Riddle occorsero pochi secondi per decidere. Aveva scoperto l'identità dei suoi genitori il terzo anno che era ad Hogwarts: suo padre, Tom Riddle Senior era solo uno sporco ed insignificante Babbano, sua madre, invece, Merope Gaunt era una Purosangue, nientemeno che discendete di Salazar Slytherin. Questo era tutto quello che gli interessava sapere delle sue origini, ma Roxanne lo ignorava perché aveva condiviso quelle informazioni solo con pochi intimi.
<< Certamente. >> annuì con un sorriso affascinante.
<<  Va bene il prossimo Sabato in Biblioteca? Mi dirai lì tutto quello che hai scoperto fino ad ora. >>
Riddle la fissò serio, gioendo però intimamente. Ti stai gettando da sola nella tana del lupo, Altgriff e tutto per il tuo buon cuore.
<< Come preferisci. >> le rispose.
Certo, il fatto che avesse intenzione di indagare sul suo passato non era esattamente qualcosa di positivo ma se lui stesso aveva impiegato tre anni per scoprire la sua parentela con uno dei Fondatori, cosa mai avrebbe potuto combinare lei in pochi mesi? Per non parlare del fatto che l'avrebbe controllata e, eventualmente, sviato i suoi tentativi.
<< Bene. Adesso direi che è ora di tornare dentro. Non vorrei che a Druella prendesse un infarto. >> aggiunse con un sorrisino malizioso.
<< Dubito che sarai così fortunata. Puoi darmi la mano però, se vuoi farla ingelosire ancora. >> tentò lanciandole uno sguardo furbo.
Roxanne incrociò le braccia sul petto e lo squadrò con ironia.
<< Non penso proprio Riddle. >> proclamò prima di precederlo a larghi passi nell'Ufficio di Lumacorno.

 

 

                                                                                                ***

 

18 Novembre 1942 Ufficio di Lumacorno

 

Eloise Knight sbuffò e la frangia le svolazzò intorno al viso, in un ventaglio rosso fiamma. E pensare che solo poche ore prima si era preparata entusiasticamente per venire a quella festa, fremendo dall'impazienza di vedere le facce di Rox e Syb nello scoprire che era stata ammessa al Lumaclub! Adesso invece Roxanne era sparita con Riddle da più di un quarto d'ora e Sept non faceva che sbuffare e guardare impazientemente la porta. Aveva dovuto trattenerlo a forza per impedire che andasse a cercarla. Sybil invece era appartata in un angolo, in religioso silenzio, e non faceva che rivolgerle lunghe, roventi, occhiate accusatrici. Dulcis in fundo c'era una Druella che schiumava rabbia, ringhiando contro chiunque le rivolgesse la parola e accarezzando la bacchetta d'ebano in un gesto che non prometteva niente di buono.
<< Insomma ma quanto ci mettono? Si può sapere cosa stanno facendo? >> chiese per la centesima volta Septimus, fissandola con la pretesa che lei avesse la risposta alla sua domanda.
Con un sospiro Eloise si allontanò, lasciandolo a cuocere nel suo brodo. Aveva i nervi tesi come corde di violino e un disperato bisogno di alcol per contenere il malsano impulso di strozzarlo.
<< Perché non me l'hai detto? >>
Sussultò e una parte del liquido – Firewhisky Incendiario dell'80 che era riuscita a trafugare dall'attenta sorveglianza di Lumacorno – fuoriuscì dal bordo, macchiandole le scarpe. Fantastico! Pensò prima di girarsi a fronteggiare lo sguardo amareggiato di Sybil.
<< Perché speravo tu non lo venissi mai a sapere. >> le rispose con schiettezza. << Credevo che fosse una cotta passeggera e che Sept si sarebbe ben presto arreso di fronte al disinteresse di Roxanne. Ma quel Weasley è più cocciuto di un troll! >> concluse trovando infine il coraggio di sostenere lo sguardo della gemella.
Sybil incurvò le labbra in un sorrisetto triste.
<< Non puoi sapere se è corrisposto o meno. >>
Eloise allungò una mano a stringere fra le sue quella della sorella.
<< Sybil. Guardami Syb. >>
I loro sguardi si incrociarono, il viola delle prima si rispecchiò nell’azzurro pallido della seconda.
<< A Roxanne non interessa Sept. Altrimenti starebbe qui, con lui, e non chissà dove con Mr Serpeverde, no? >>
Sperava di farle spuntare un sorriso, ma le labbra di Sybil rimasero inarcate in una smorfia amara.
<< Non devi cercare di consolarmi. Farò come mi hai suggerito un sacco di volte e cercherò di dimenticarlo. >> rispose con voce dura e ferma.
<< Syb… >> mormorò Eloise, una volta tanto a corto di parole.
Ma Sybil scostò le mani dalla sua stretta e con un’espressione indecifrabile si diresse verso Evan.
Quello sorrise, un sorriso strano, ferino, che le fece venire la pelle d’oca.
Per una volta in vita sua maledisse la sua impulsività. Era stata lei a spingere la gemella fra le braccia del Serpeverde, eppure, vedendoli l’uno a fianco dell’altra non riuscì a reprimere un brivido.
Sperò con tutte le sue forze che fosse solo Roxanite acuta la cattiva impressione che le faceva adesso lo sguardo di Rosier.

 

 

 

Note:

 

  1. A parlare è Silente e si tratta di una citazione di “Harry Potter e la Pietra Filosofale”. Questa frase si riferisce a Sybil e al suo proposito di andare avanti, abbandonando l'illusione di poter piacere a Sept.

 

 

 

 

 

Ciao a tutti!
Allora questo capitolo è stata una tortura. L’ho scritto, modificato, riscritto eppure ancora non ne sono affatto soddisfatta. La cosa mi dispiace perché oltretutto era anche abbastanza importante… si parla delle origini di Rox, si assiste alla lenta discesa di Syb fra le braccia di Rosier…
Quanto alla faccenda Rox-Tom un breve “ricapitolando”: Rox vede Tom frugare fra gli archivi e crede cerchi informazioni sui suoi genitori, mentre in realtà lui spera di trovare informazioni sulla Camera. Lei si offre di aiutarlo a rintracciare la sua famiglia e lui la asseconda, sperando di cogliere l'occasione per conquistarla ( e ovviamente controllarla). Spero che quella parte fosse sufficientemente chiara, l'ho scritta un po' di corsa! XD
Ho visto che ci sono alcuni nuovi arrivi nei seguiti/preferiti per cui ripeto che per qualsiasi dubbio, chiarimento, consiglio o critica sono a disposizione! :D
Dalle vostre recensioni ho potuto vedere che il personaggio di Sybil ( e per la verità anche di Evan) sta riscuotendo molto successo: la piccola Syb ringrazia imbarazzata (mentre Isy la fissa sbuffando, ovviamente gelosa).
Prima di passare ai ringraziamenti una piccola domanda: nello scrivere i capitoli futuri mi sono accorta che il rating giallo mi andrebbe un po' strettino... qualcuno ha dei problemi se lo porto ad arancione?

Passando ai ringraziamenti: ringrazio chi ha aggiunto la storia alle seguite/ricordate/preferite, chi ha messo me fra gli autori preferite e chi legge soltanto. Un grazie speciale va a: Erodiade, HamletAngelus, Violet Acquarius, kurioone, Morgana_D, Queen Malfy Slytherin, Margherita_Lavigne394, Bsky89, Latis Lensherr e Cassandra Turner che hanno recensito lo scorso capitolo! <3

 Questa settimana suggerisco due storie che non parlano di Tom, ma di un altro mago quasi altrettanto oscuro: Gellart Grindewald. Fate un salto a leggere “Studenti di Durmstrung” di Enide e “We'll get lost togheter” di Cassandra Turner!

Bene, ho finito di annoiarvi,
un caloroso saluto e un bacio
Ely

 

  
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