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Autore: ELE106    03/04/2012    25 recensioni
Una AU che è partita da sola per la tangente e se ne sta andando dove vuole lei, per cui non vorrei svelarvi troppe cose nell’intro. In breve: John Winchester e Mary Campbell, vivono da qualche tempo insieme nella grande casa di lui, a Lawrence (Kansas) e stanno per sposarsi. Lui è un meccanico, vedovo, con un figlio di 20 anni, Sam, che dopo i primi due anni di college, torna in città in pianta stabile per non si sa bene quale motivo. Lei è un’infermiera, single, con un un figlio di 24 anni, Dean, poliziotto, appena uscito da una relazione disastrosa e tornato da poco sotto il tetto dei genitori. I figli di John e Mary, dopo un inizio abbastanza privo di contatti o altro, finiscono con il diventare importantissimi l’uno per l’altro e per dare inizio ad un profondo rapporto di co-dipendenza e di forte amicizia, ma destinato a diventare di più. Inoltre Sam nasconde qualcosa e suo padre John sembra essere l’unico a sapere di che si tratta. Buona lettura!
Wincest...ma non incest! Don't like, don't read! ;D
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Autrice: ELE106
Titolo: Sono qui per te
Capitoli: 11/11
Fandom: Supernatural
Contesto: AU
Personaggi principali: Dean e Sam; Gabriel per questo capitolo (siiiiiiii ^^ è tornato il nostro mito!!!)
Rating:  Giallo (linguaggio colorito XD)
Genere: Commedia, Sentimentale, AU, Slash, per certi versi OOC, e chi più ne ha più ne metta!
Beta: thinias (la martire ;D ---E’ finita, tesoro!!!! Ce l’abbiamo fatta *batte le manine*)
Disclaimer: Dean e Sam non mi  appartengono; questa è un'opera di fantasia; non rispecchia i gusti  sessuali dei personaggi; non ha scopo di lucro ; ecc …
Note dell’autrice: Non poteva essere che lui … l’origine e la fine di tutto. Lo abbiamo colpevolizzato, lo abbiamo offeso, lo abbiamo bistrattato … ma lui ha saputo tenere testa a tutti e, soprattutto, ha saputo sbloccare la situazione (due volte). Spero che quel che leggerete tra poco rappresenti per voi la degna conclusione del nostro viaggio insieme, così come lo è stata per me *l’autrice inizia già a piangere* . Ci vediamo in fondo! Buona lettura ;D
 
 
CAPITOLO 11.
Gabriel: da ‘fallito’ a … incompreso.
 
 
 
 
E così …
Eccoci alla fine di questa storia.
 
Lo so cosa hanno pensato tutti.

‘Si può sapere che cazzo combini Gabriel?’

‘E’ tutta colpa tua, brutto idiota!’

‘Perché ogni volta che succede qualcosa, ci sei di mezzo tu?’

E via così …
Mi sbaglio forse?
 
Ebbene, adesso posso mandare tutti beatamente a fare in culo e dire le cose come stanno: baciatemi le arcangeliche chiappe!!!
 
Ok, magari posso anche avere fatto qualche cazzata … lo ammetto.
Ma direi che ho ampiamente rimediato, prendendomi responsabilità che non erano mie e cercando di aggiustare il tiro.
Mi sono sacrificato per quello stronzo di Campbell e per lo spilungone timido.
E l’ho fatto mosso unicamente dal mio innato spirito di sacrificio e dal mio attaccamento alla famiglia e agli amici.
 
Magari anche –ma solo un pochino- perché mi sentivo in colpa e perché mio fratello Cassy me lo chiese con tanto di occhioni blu, spalancati e luccicanti, in modalità: colpo basso alle mie difese.
Non ho mai saputo dirgli di no, nemmeno quand’era un mocciosetto, mingherlino e strillava per farmi giocare con lui, mentre io volevo solo andare a divertirmi con gli amici.

Potevo rifiutarmi ora?

E’ grande e grosso, ma resta sempre il mio dolce fratellino ‘angelo’, con il cuore più grande del mondo!
Mi sono ritrovato ad annuire come un cretino, senza nemmeno rendermi conto di aver accettato di aiutarlo, mentre mi spiegava cos’avrei dovuto fare per ‘rimediare’ al casino che avevo … anzi, al casino che quello scemo di Dean avrebbe combinato.
 
Era molto semplice, a dire il vero.
Nulla di contorto o particolarmente studiato.
Non sarebbe stato da Castiel.

Il punto non era spingere Dean ad ammettere quel che provava per Sam –visto che lo sapeva già- il problema vero era convincere lo sbirro che stare insieme a lui era la cosa migliore.
Fargli capire che i sentimenti che provavano lui e Sam, l’uno per l’altro, erano gli stessi e che insieme sarebbe potuto nascere qualcosa di bello.
Avrebbe solo dovuto provarci.

Nessuno inizia una storia perché sa per certo che andrà bene.
Tutti noi, quando accettiamo che qualcuno entri a far parte della nostra vita, sappiamo che esiste la possibilità di rimanere feriti.
Ma cazzo ci buttiamo lo stesso!
Ed era proprio quello che dovevano fare quei due.

Più facile a dirsi che a farsi.

Dean non era esattamente il tipo di persona facile da convincere.
Un muro, tirato su in più di vent’anni, fatto di convinzioni adamantine, sul fatto di non essere mentalmente e fisicamente in grado di avere una relazione seria con qualcuno –men che meno con un altro uomo-, è abbastanza difficile da abbattere.

Uno zuccone di prima categoria, insomma.

La sua fortuna è stata che gli voglio bene.
Già … che io sia stramaledetto!
E che voglio bene a mio fratello.

Non ci tenevo ad assistere inerme, mentre si facevano del male a vicenda, più di quanto non ammetterò mai!

Ci ho provato.
Davvero, li vedevo bene come coppia, lui e il mio fratellino.

Per questo ho cercato di forzare il destino, per tenerli insieme.
Per questo ho lasciato che il mio debole per Sam si palesasse.
Ho pensato che, se mi fosse andata bene, le cose si sarebbero sistemate da sole.
Io con Sam e Dean con Cass.

Cristo, non sono uno complicato.
Per me le cose stavano così.
Non ci ho pensato più di tanto e ho agito.

Ma un ragazzone di vent’anni che quasi rimette l’anima davanti a te, dopo che hai tentato di baciarlo, e che trema come una foglia, mormorando solo: “chiama Dean, voglio Dean.” è in grado di sbriciolare qualsiasi convinzione.
Potete credermi, cazzo.
Mi ha messo una paura fottuta.

Nell’istante in cui Sam, smise di tremare per qualche secondo, completamente spalmato addosso alla schiena di Dean, io capii che quei due non potevano che stare insieme, semplicemente perché non riuscivano a stare lontani.
 
Comunque …

Il ‘piano’ venne ideato e pensato per svolgersi a cavallo del matrimonio di John e Mary.
I quali sono stati preventivamente informati di tutto dal sottoscritto e da Castiel.
Ovvio che rimasero di sasso  –per non usare altri termini- alla notizia che i rispettivi figli erano giusto un filo più legati di quel che ci sarebbe aspettato da due fratellastri.
Soprattutto John mi sembrò sull’orlo di un collasso.

Ricordo che alle parole ‘sono innamorati’, mi guardò come se la colpa fosse mia!
Esattamente: anche lui …
A quanto pare la formula è proprio matematica: complicazioni = colpa di Gabriel.

Mi chiesi, non senza sentirmene alquanto offeso, quale delle innumerevoli stronzate fatte nel corso della mia movimentata esistenza, mi fosse valsa una tale fama.
Feci una rapida carrellata … ma rinunciai appena mi resi conto che ne avevo fatte veramente parecchie.
Non era il caso di approfondire.
 
Mary, nei confronti della quale la mia stima –se possibile- aumentò esponenzialmente, mi sembrò aver capito tutto da tempo e che le mie parole non fossero altro che la conferma dell’ovvio.
Si dimostrò felicissima di aiutare noi e i ‘suoi’ ragazzi, se questo significava dare un po’ di pace a Sam e trovare qualcuno che amasse suo figlio quanto lei e lo convincesse, finalmente, di meritarsi tutto quel che aveva.
 
Rassegnato e sotto lo sguardo minaccioso della futura moglie, anche John capitolò.
Limitammo le sue funzioni a quelle di mero spettatore, ma riuscimmo a convincerlo a non mettersi in mezzo e non ostacolare nessuno, nel corso delle ‘operazioni’.
Fu un grande successo, per quanto mi riguarda.
Se solo avesse voluto, John Winchester, per quanto mi era dato di conoscerlo, avrebbe potuto prendere suo figlio e l’Impala ed abbandonare lo Stato, cancellando per sempre ogni traccia di loro.
Quindi il semplice fatto che non si opponesse, mi sembrò equivalere ad un benestare.
Implicito, ma pur sempre valido.
 
I novelli sposi avrebbero solo dovuto anticipare il viaggio di nozze, lasciando ‘campo libero’ ai due ragazzoni. Un pochino di tempo tutto per loro. E sappiamo tutti bene quel che successe.

E’ chiaro ormai che non fu tutto merito del destino.
Quant’anche della mia discesa in campo, quale ‘angelo riappacificatore e chiaritore’.

A me, spettò l’amorevole compito di parlare con Sam.

Visto che su un punto eravamo tutti d’accordo  -ovvero che infilare qualche nozione basica di autostima nel cervello bacato dello sbirro fosse pressoché impossibile- decidemmo all’unisono che l’unico modo per sfangarla era coinvolgere il diretto interessato e metterlo al corrente dei deficit sentimentali di Dean.

Mi toccò la pagliuzza più corta …

Castiel, che sarebbe stato indubbiamente il più indicato, cedette il posto al sottoscritto, poiché sarebbe stato decisamente troppo penoso per lui.
Dopotutto si era già sacrificato abbastanza con Dean, rinunciando alla possibilità di avere un futuro con lui, per pura bontà di cuore … e un pizzico di masochismo, a parere mio.
 

Non sto qui a raccontare che mi fece piacere telefonare a Sam, dopo la misera figura che feci, per chiedergli se potevamo incontrarci.
Mi sarei fatto azzannare i ‘paesi bassi’ da un gatto, piuttosto!
Ma lo feci.
Per tutti i motivi sopra elencanti, feci la mia parte e –dannazione- lo rifarei altre cento volte e ne sono fiero!
 
Molte cose mi sorpresero quel giorno.

Prima di tutto mi sorprese anche solo il fatto che Sam avesse accettato, senza esitare, il mio invito a bere un caffè insieme, dopo gli allenamenti, al bar del campus.
Non feci altro che dirgli quello che pensavo esattamente di Dean.
Tutto quel che sapevo di lui.
E lo feci senza sconti poetici, né inutili crociate in difesa del suo caratteraccio da stronzo, lentigginoso, adorabilmente contorto e fastidiosamente perfetto!

‘Ti ama, ma è troppo idiota per farsi avanti ed è convinto di rovinare tutto quel che tocca.’

‘Se non muovi il culo tu, lo perderai.’

Eccolo lì: il grande discorso di Gabriel.

Un’altra cosa che mi sorprese fu la sua reazione.
Mi sorrise.
Già.
Ma lo fece in un modo … insomma mi resi conto che, in mia presenza, non lo aveva mai fatto.
Mai.
Non in quel modo, almeno.

Mi sorrise con una tale genuina felicità, da farmi avvampare.
Tossii nervosamente, mentre Sam mi scrutava ridendo e tentai di sembrarne infastidito, ma in realtà ne ero contento.

Mi disse che ero un buon amico.

“Gli somigli molto …”

Aggiunse, lasciandomi abbastanza interdetto.
Non saprei dire, ancora oggi, se si trattasse di un complimento o … un modo carino per dirmi che ero un imbecille tanto quanto lui.
Optai per il complimento.

E la conversazione che ne seguì fu molto interessante.

Saltò fuori –e questa è l’ennesima sorpresa- che, in meno di dieci secondi di confronto, l’ultima volta che Dean e Sam si erano parlati, il mio ‘sosia’ mise in piedi un equivoco di dimensioni apocalittiche, facendo credere a Sam di essere andato a letto con Castiel.

Ricordo che mi domandai in che modo si potesse creare tanta confusione in due parole.
Solo Dean avrebbe potuto, Cristo Santo!

Mi balenò anche il pensiero che –forse- il compito a me affidato fosse un tantinello più complicato del previsto.

Rassicurai Sam, rivelandogli le buone intenzioni di Castiel e mettendolo al corrente del fatto che anche io mi trovassi con loro.
Lo osservai cambiare velocemente espressione, come improvvisamente colpito da una qualche rivelazione divina.
Approfittai della rinnovata sicurezza in sé stesso e sul fatto di essere ricambiato, per dargli qualche consiglio su come comportarsi con Dean.

“Se vuoi la mia opinione, Sammy, con Dean servono poche chiacchiere e più azione. Tira fuori le armi zucchero! Ne hai da vendere e non dovrai nemmeno sforzarti tanto …”

Fu esilarante.
Diventò paonazzo sotto ai miei occhi e, giuro sui tutti e tre i miei fratelli, che dovetti trattenermi dal ridergli in faccia senza contegno.
Era assurdo, che un ragazzone come lui avesse di queste reazioni da ‘verginella’, per così poco.

Proprio quando mi sembrò che di lì a pochi secondi il mio autocontrollo sarebbe venuto meno e sarei scoppiato a ridere come una iena impazzita, mi guardò dritto negli occhi e disse cotali esatte parole:

“Io … s-sono vergine Gabriel …”

Sputai tutto quel che avevo ingerito in quell’istante, facendo voltare i presenti verso di noi e guadagnando un'altra tacca sulla scala di rosso del viso di Sam.

Ecco … se allo sbirro avesse detto una cosa del genere, sono assolutamente convinto che lo avrebbe avuto definitivamente in pugno.
Gli si sarebbe completamente spento il cervello.
Io stesso gli sarei saltato addosso in quel preciso istante.
Si rendeva conto di essere fottutamente arrapante???
Penso proprio di no …

Limitai la mia reazione e cercai con tutte le mie forze di darmi un contegno, fingendo –senza riuscirci- che la rivelazione non fosse poi così imbarazzante, ma chiedendo ulteriori spiegazioni.

“C-cioè … sei proprio … vergine? Ma … come? Perché????”

Gli chiesi, sinceramente sorpreso.

“Sono stato con un ragazzo … ma … insomma non è durata abbastanza … poi gli studi, gli impegni … non ho mai dato tanto peso alle relazioni, ecco … non ho mai nemmeno detto a nessuno che sono omosessuale.”

Mi confidò infine.

L’ultima cosa che mi sorprese quel giorno, fui io stesso.

Gli feci tutto un discorso da fratellone maggiore, dicendogli che era una cosa bella aspettare la persona giusta, che sarebbe stato tutto naturale e spontaneo e che, se voleva combinare qualcosa con Dean, doveva solo provocarlo un po’ –avvampò di nuovo alla parola ‘provocare’, per la cronaca-, concludendo che avrebbe capito da solo quale sarebbe stato il momento più opportuno.

Come mi uscirono tutte queste assurdità, proprio non saprei dirlo.

Comunque … alla fine dei conti direi che ho fatto proprio un bel lavoro, visto che –attualmente- mi risulta che i due non si facciano mancare proprio niente, in materia di … intimità.

Il sottoscritto viene puntualmente informato di ogni ‘novità’ dall’adorabile boccuccia dello sbirro in persona.
Dopo tutto, siamo sempre andati d’accordo su quest’argomento.

Basti pensare a quel povero bastardo del rettore Singer, che ormai passa le giornate inseguendoli per il Campus, tentando di preservare la reputazione di entrambi, urlando: “Campbell, dove ti credi di essere?? Levagli quella mano dalle chiappe! E tu, Winchester, mi meraviglio di te! Vai a lezione!”
Cose da pazzi!
 
 
Che altro dire?
Quel giorno ci fu un ultimo, ma significativo, dettaglio a sorprendermi più di tutti.
Si ... anche del Sam vergine.
 
Quando ‘le confessioni di una mente pericolosa’ terminarono –quella di Sam ovviamente, non la mia … meglio specificare-, ci alzammo insieme e facemmo per andarcene.
Lui invece si voltò improvvisamente verso di me ed io, non accorgendomi che si era fermato, me lo ritrovai davanti, andandoci quasi a sbattere contro, in tutti i suoi due metri di splendore.

Pensai che era proprio bello.

E ricordo che non riuscii davvero a biasimarmi di essermi preso una cotta per lui.
Maledizione, era da infarto.

Sam si chinò timidamente su di me e mi baciò a fior di labbra.

“Scusami Gabriel … per quella sera …”

Mi disse, quasi bisbigliando.

"O-ok ... non ti preoccupare ..."

Balbettai, in risposta, non riuscendo a staccargli gli occhi di dosso.

“Tu stai bene però? Vero?”

Gli chiesi, infine.

“Adesso si …grazie!”

Mi rispose, sorridendomi ancora.
Andò via subito dopo, salutandomi con una mano e lasciandomi lì come un idiota per non so quanto tempo, a fissare il nulla di fronte a me.

Rifarei tutto cento volte, cazzo, solo per quel fottutissimo bacetto.
Perché è stato uno dei gesti più spontanei, teneri, affettuosi e gratificanti della mia fottutissima esistenza da cazzone, promiscuo e combina-disastri-con-certezza-matimatica.

Che mi sfottano pure tutti!
 
 
Cassy se la passa bene.
La sua vita sessuale è passata nelle mani esperte di Baltazhar, il quale si è dimostrato entusiasta di questo compito e ben felice di rimediare ai casini del fratello maggiore –io- con il quale è sempre stato in competizione.

Modestia a parte, mi spiace per lui, ma ho sempre vinto io.
 
Comunque mi disinteressai completamente della cosa, una volta presa in carico da lui la ‘questione’.

Dagli ultimi aggiornamenti di Castiel, pare che si veda con un tizio, al momento.
Un certo Chuck.
Fa lo scrittore … Balthazar lo conosce da anni, visto che è il suo editor.
 
Oddio … è un tizio piuttosto strano … l’ho anche incontrato un paio di volte e non ho potuto fare a meno di notare che non avesse proprio niente in comune con lo sbirro.

Siamo a cavallo!
Castiel sarà suo per sempre.
Mi intendo di queste cose.
 

Io?
Io sono sempre a caccia di nuove esperienze … purché non comprendano accoppiamenti che non vedano me come protagonista.
Non sono proprio fatto per la monogamia né per le etichette.
E sono ancora troppo giovane per sistemarmi.

Quando mi deciderò, il primo a saperlo sarà sua eccellenza Nick-Lucifero di New York!
Sarà la volta buona che lo faccio schiattare quel demonio.

Lui e le sue psico-stronzate sul fatto che sono incapace di stare in intimità con qualcuno.
Così mi ha detto.
Con contorno di ‘Narcisismo’ e, se ben ricordo, un pizzico di ‘Megalomania’.
Dio santissimo, avrei voluto ammazzarlo.

Per questo odio parlare con lui: qualsiasi cosa ti esce di bocca, viene puntualmente manipolata, psicanalizzata e smembrata da quel figlio di buona donna, arrogante, pallone gonfiato, perfido e bastardo.
 
 
 
Giusto perché si sappia, con l’altro cazzone (Dean) ci siamo chiariti un paio di giorni dopo il mio incontro con Sam.

Alla nostra maniera.

Finito uno degli allenamenti più sfiancanti della settimana, sudati come animali, rimanemmo da soli a centro campo -dopo che i nostri ‘campioni’ erano corsi alle docce, tutti belli freschi come rose, urlanti e sprizzanti energia da tutti i pori.
Ero nel bel mezzo di nostalgici ricordi dei bei tempi andati, in cui anche io ero giovane e pieno di energia, quando lo sbirro mi è arrivato alle spalle –come il giorno che ci siamo conosciuti- e mi ha mollato la solita pacca sulla spalla.
Sorridendomi con quel ghigno da stronzo, strafottente, tutto suo, mi disse:

“Bel lavoro, capo. Vuoi che ti porti in braccio agli spogliatoi?”


Gli risposi: “Fottiti”

E pace fu fatta.
 
 
 
 
Fine.
 
 
 
 
 
Nda (le ultime!!!! Ed interminabili): allora *si soffia il naso col fazzolettino* …
Desidero sappiate che la mia ultima parola per tutti voi, sarà GRAZIE! Nel senso più completo e profondo del termine!

Questa storia è partita proprio dal niente, dopo che rimuginavo su un Dean poliziotto che battibeccava con Gabriel suo amico … e guardate un po’ cosa è venuto fuori!?!?!? Posso confidarvi, senza preoccuparmi di esagerare, che il merito è anche vostro! Di tutti i bellissimi commenti che mi avete lasciato e con i quali –vi assicuro- mi avete spronato a continuare in quella che credo sia stata la giusta direzione da prendere.

Spero con tutto il cuore di aver reso questa storia degna di voi, delle vostre aspettative e di tutta la passione che mi avete trasmesso!

Un ringraziamento particolare alla mia beta, thinias, che mi ha seguito ed aiutato passo dopo passo. Mi ha sopportato e spronato, mi ha saputo mettere sulla strada giusta quando mi stavo perdendo … insomma, parte dei meriti che vanno a questa ffc, sono anche suoi ;D *la sbaciucchia virtualmente*

Ovviamente vi ringrazierò di persona, uno per uno,  nelle risposte ai vostri ultimi commenti!

Vorrei ringraziare anche i ‘silenziosi’ che hanno messo la ffc nelle preferite, nelle ricordate e nelle seguite, nonché quelli che vorranno mettercela da ora in poi, o che aspettavano il finale per farlo o per far sentire la propria voce.

Beh … che altro dire??!! Mi mancate già … *lacrimuccia*

Un ultimo grazie anche ai lettori ‘anonimi’! So che siete tanti e so che, anche se non potete commentare, il vostro coinvolgimento nonché il vostro amore per le ffc non è meno intenso ed appassionato! Lo so perché sono stata ‘anonima’ per moltissimo tempo anche io ;D!

Il piacere, è stato tutto mio!

GRAZIE

Elena



Anche Sam e Dean vi ringraziano tanto ^^ Image and video hosting by TinyPic
   
 
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