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Autore: enry1973    03/04/2012    6 recensioni
Ma la mattina non era ancora finita,ultima ora,laboratorio di biologia...il mio caro compagno: Edward stronzo Cullen,decise di schiacciare ancor di più la mia 
 
autostima già precaria; come? Così :
<<  Puoi per favore smettere di usare quel profumo? ! >>
E io : << cosa? >>
<<  Il tuo profumo!!  >>
<< Io non uso il profumo! Ma che vuoi?!  >>
<<  Allora qualsiasi cosa! Il cazzo di shampoo o balsamo che ti spalmi nei capelli! >>
 Campanella, lezione finita. Lo stronzo se ne andò.
Pregai che una voragine si aprisse nel pavimento e che mi inghiottisse,una specie di portale dell'inferno,Buffy ce l'aveva nella sua scuola,perchè a Forks non 
c'era?!.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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epilogo Ciao a tutti, eccomi di nuovo qui con l'epilogo che vi avevo promesso.
Scusate il ritardo, ma questo capitolo non era in programma e ho dovuto far lavorare la capoccia.
Vi faccio una premessa, non ho intenzione di aggiungere nessun terzo o quarto incomodo, quindi non fatevi fuorviare dall'inizio del capitolo,
per tutto ci sarà una spiegazione, non perdete la speranza e continuate a leggere ;)
Spero con tutto il cuore che vi piaccia .
Lasciatemi tanti commenti, adoro leggervi...
Volevo dire tante cose ma non ricordo più niente, a quest'ora poi mi cala la palpebra :D
Buona lettura e buon divertimento!


                   Disastrose sorpese e dichiatazioni inaspettate


BELLA

- Vai pure a casa Bella, finisco io qui -
- Grazie Jane, sono in debito con te ! -
- Vai vai, - sventolò la mano per farmi fretta - quando avrò un fidanzato anch'io mi restituirai il favore -.
Le schioccai un bacio sulla guancia e corsi fuori dalla libreria .
Il college era finito da un po', insieme ai sogni e alle ambizioni, la mia laurea in letteratura servì a ben poco; lavoravo in una libreria e a tempo perso davo ripetizioni a liceali e universitari.
Tornavo sempre a casa molto tardi ma ero felice, più o meno.
Io ed Edward abitavamo insieme in un piccolo appartamento, era modesto e poco pretenzioso ma per noi era una reggia, il nostro nido d'amore. E poi era vicino ai nostri posti di lavoro quindi era anche in una buona posizione.
All'inizio fu tutto rose e fiori, ma ci scontrammo presto con la realtà della vita da adulti : affitto, bollette e spese varie. Fu proprio per questo che fummo costretti ad aumentare le ore di lavoro; io dando ripetizioni, appunto, ed Edward lavorando fino a tardi nell'officina che era diventata anche sua. Lui e suo fratello erano soci al cinquanta per cento,fu costretto a vendere la sua amata volvo per pagare la sua parte di quota,con la quale riuscirono ad ingrandirsi: officina più grande, più macchinari, e più lavoro.
Tant'è che nell'ultimo mese non riuscivamo più a stare insieme, la sera eravamo così stanchi che dopo qualche bacio e carezza finivamo per addormentarci. E a minare ancor di più la nostra serenità c'erano le mie insicurezze, il perché è presto detto : Emmett e Rose si erano sposati l'anno prima e aspettavano già un bambino che sarebbe nato a breve. Angela e Ben erano occupati con i preparativi delle imminenti nozze. Alice e Jasper si erano scambiati le promesse nuziali pochi mesi prima con una cerimonia in grande stile. Insomma, sembrava che tutte le coppie innamorate di questo mondo coronassero il loro sogno d'amore, tranne noi. Edward non aveva mai nemmeno accennato al desiderio di sposarmi e anche se io cercavo di non darci troppo peso e di pensare che non era un documento che poteva sottoscrivere e sigillare il nostro amore , non riuscivo a fare a meno di sentirmi strana, insicura e piena di dubbi . Così a causa del mio umore instabile finivamo per litigare sempre più spesso; per esempio se non metteva la biancheria sporca nell'apposito cesto,era capitato solo una volta ma io lo rimproverai come se lo facesse sempre, oppure l'ultima volta mi ero comportata come una iena solo perchè aveva spremuto il tubetto del dentifricio nel mezzo. Robe da matti, e il bello era che pur rendendomi conto del mio comportamento assurdo non riuscivo a smetterla.
E fu proprio per questo motivo che quel sabato sera chiesi a Jane, la mia collega, di sostituirmi al lavoro. Volevo fare una sorpresa ad Edward , volevo risvegliare la nostra complicità, la nostra passione e togliermi dalla testa tutti quei pensieri negativi.
Appena arrivai a casa preparai la torta preferita del mio amore : torta al cioccolato con crema al caffè. Misi a marinare le bistecche, lavai e spezzettai le verdure per l'insalata, sistemai un po' la casa e piazzai candele per tutto il minuscolo salotto e la camera da letto, le avrei accese più tardi per creare l'atmosfera. Quando fui soddisfatta feci una doccia, mi liberai di ogni pelo superfluo senza pietà, mi spalmai su tutto il corpo una crema satinante, lasciai i capelli sciolti sulle spalle immaginando già il mio Edward che ci passava le dita, mi truccai leggermente e indossai i soliti jeans, una camicia di seta blu che mi aveva regalato lui dicendomi che quel colore faceva risaltare la mia pelle e m'illuminava gli occhi, e visto che la serata richiedeva un certo sforzo, invece delle solite converse indossai dei sandali con un po' di tacco.
Uscii di casa soddisfatta di me stessa e raggiante, l'altra parte della sorpresa consisteva nell'andare a trovarlo al lavoro per tornare a casa insieme.

Approposito: ricordatemi di non fare più sorprese del genere. Pessima idea!

Entrai dalla porta sul retro per non farmi vedere, l'avrei rapito stile musical " Sette spose per sette fratelli ", me la ridevo da sola pensando alla scena. Lui era davanti al cofano aperto di un'auto , quando lo vidi sentii il familiare sciame di farfalle riempirmi lo stomaco , dopo anni mi faceva ancora quell'effetto; era sporco di grasso fino ai gomiti, la maglietta bianca gli stava appiccicata alla pelle umida di sudore lasciando ben poco all'immaginazione, il duro lavoro gli aveva allargato le spalle e ingrossato i bicipiti, ormai poteva competere tranquillamente con il suo fratellone tutto muscoli. Stava sorridendo a qualcuno che però non vedevo perchè era nascosto dal cofano aperto, pensai fosse Emmett, ma appena mi spostai un po', sempre stando nel mio nascondiglio dietro una pila di pneumatici, la vidi . Il mio cuore ebbe un sussulto e un dolore acuto si irradiò alla bocca dello stomaco togliendomi il respiro : era una donna , una bellissima donna bionda, sembrava fosse uscita da una rivista di moda . Teneva una mano sulla spalla del mio uomo e lui continuava a sorriderle . Era da tanto che non lo vedevo sorridere così, era sempre troppo stanco, sempre troppo stressato, sempre troppo di fretta. Rimasi lì immobile incapace di fare niente. Appena riuscii a fare entrare un po' d'aria nei polmoni fui presa dall'affanno e le mie gambe cominciarono a tremare mentre la vista si annebbiava per via delle lacrime che riempirono i miei occhi.
Non so cosa mi fece uscire, forse le mie gambe si mossero ad un comando che il mio cervello mandò loro senza che ne fossi consapevole, o forse fu una specie d'istinto di auto-conservazione, un meccanismo di difesa che ordinò al mio corpo di uscire da lì, perchè se fossi rimasta ancora a guardare sarei svenuta o morta di dolore.
Camminavo per la città come un'automa , ero sotto shock. Un paio di volte mi girai per tornare indietro pensando che non poteva essere vero quello che avevo visto o che forse c'era una spiegazione ma poi una forza misteriosa mi spingeva a tornare sui miei passi. A malapena sentivo la gente urtarmi per il marciapiede affollato nell'ora di punta, inciampavo continuamente perchè non guardavo dove mettevo i piedi. Sentii vibrare qualcosa nella tasca dei pantaloni, solo dopo un tempo che non avrei saputo quantificare mi accorsi che era il mio cellulare che suonava. Pregai Dio che fosse Edward e nello stesso momento pregai che non lo fosse.
- Pronto -
- Bella, sono Jacob -
Jacob? Jacob?
Dai meandri del mio cervello apparirono immagini di una Bella giovane, sorridente e spensierata che correva sulla spiaggia con... Jacob!
- Bella, ci sei? -
Mi destai - si, ci sono -
- Come stai? -
Non risposi. Come stavo? Come rispondere a quella domanda. Mi passai nervosamente una mano tra i capelli.
Jacob continuò :- Lo so che è strano dopo tutti questi anni , ma pensavo che...- lo sentii sospirare - Bella è difficile trovare le parole , quindi passo subito al dunque: sono in città e ti vorrei parlare. Ti prego è importante !-
Riacquistai un attimo di lucidità e pensai subito al peggio - cos'è successo? Billy sta bene? Sue sta bene?! -
- Si si, non ti preoccupare, stanno tutti bene. Ci possiamo incontrare? Quando sei libera naturalmente. Ci spero tanto Bella. Mi manca la mia migliore amica - finì in un soffio.
Le lacrime sgorgarono come fossero ruscelli di montagna, cominciai a singhiozzare senza riuscire più a parlare.
Jacob preoccupato mi chiese all'infinito cos'avevo e dov'ero e tra unn singhiozzo e l'altro riuscii a dirgli che ero nei pressi di un piccolo bar: il New Moon.
- Resta lì dove sei, non sono lontano, arrivo subito! -
Rimasi con il telefono attaccato all'orecchio anche dopo che aveva chiuso la telefonata. Non pensavo più a Jacob da tanto, ma sentire la sua voce riportò indietro la mente a quando eravamo inseparabili, a quando era tutto più semplice, a quando tornavo a casa e il buon profumo delle lasagne di mamma mi faceva venire l'acquolina.
Mamma.
Quanto avrei voluto fosse lì con me . Mi avrebbe abbracciato, asciugato le lacrime con uno dei suoi fazzolettini ricamati che teneva sempre nella tasca del grembiule e mi avrebbe detto che sarebbe andato tutto bene.
- Bella! -
Sentii urlare il mio nome e tornai alla realtà.
Jacob mi stava correndo incontro sventolando la mano per farsi vedere. Mi mossi come se fossi tirata da un filo invisibile e volai tra le sue braccia. Non era cambiato per niente, era sempre lo stesso Jacob, tranne che per i capelli corti, quasi rasati. Ci staccammo per guardarci, mi asciugò le lacrime con il dorso della mano, tirò fuori un fazzoletto dalla tasca e mi soffiò il naso come se fossi una bimba piccola.
- Ecco, va meglio? Vieni ti offro un caffè e mi racconti cosa c'è che non va - .

Trovammo un tavolino libero di fronte alla grande vetrata che dava sulla strada, ci sedemmo uno di fronte all'altra mentre la cameriera ci serviva il caffè.
Jacob mi prese le mani e di colpo fu come non ci fossimo mai allontanati, come se quell'idiozia dell'essere stati fidanzati non fosse mai successa , eravamo di nuovo Bella e Jacob gli inseparabili amici d'avventura.
- Perchè piangi? -
A quella domanda tornò nella mia testa l'immagine di quella donna bellissima che faceva ridere il mio Edward e che lo toccava. Ritornarono le lacrime e tra i singhiozzi provai a parlare:
- Non posso competere con...con...quella! Lo sto perdendo, Jacob. Sto perdendo il mio amore, il mio cuore, il mio Edward! -
- Perchè pensi questo? -
- Volevo fargli una sorpresa...- singhiozzo - lavoriamo sempre fino a tardi e non ci vediamo mai! Così sono andata alla sua officina e... era insieme ad un'altra! E lei lo toccava! E lui...- singhozzo - lui sorrideva, capisci?! Sorrideva ! ... Non facciamo più l'amore da...- ci pensai - Oddio, non me lo ricordo più! Ho perso il conto ormai e...- singhiozzo - sorrideva con quella! Con me non sorride più... l'ho perso -.

La gente ormai cominciava a guardarci incuriosita perchè io piangevo senza ritegno e parlavo a voce alta.
-Sshh , ora calmati. Sono sicuro che stai facendo un dramma per niente, come può desiderare un'altra donna quando ha te, andiamo. Sei adorabile! E se non riesci più a farlo ridere hai provato con l'alfabeto ruttato? Ti veniva benissimo , ricordi? -
Sorrisi mio malgrado e continuò: - non saltare a conclusioni affrettate, magari voleva solo essere gentile con una cliente,oppure era una vecchia amica o una parente in visita -.

Le sue parole mi diedero un po' di speranza, mi asciugai le lacrime e mi accorsi di quanto ero stata sciocca, sicuramente c'era una spiegazione logica.Poi mi ricordai che Jacob mi aveva chiamato per parlarmi : - Ma tu mi volevi parlare -.
- Si , infatti. Innanzi tutto vorrei sapere se anche tu sei del mio parere riguardo al fatto che non riesco più a trovare una ragione valida per essere arrabbiato con te. In realtà io non lo sono mai stato, e tu? -
- Io non ricordo nemmeno perchè ero arrabbiata - dissi pensierosa.
- Quindi pace? -
- Pace ! -
Mi sorrise raggiante e si alzò per darmi un bacio sulla fronte. Un casto e amichevole bacio. Ma non sapevo che, in quel momento, due occhi verdi videro quel gesto innocente e accecati dalla gelosia lo scambiarono per qualcosa di losco.
- Mi sento meschino a venire qui e dirti certe cose adesso che non stai passando un bel momento, ma se non te lo dico subito non avrò più l'occasione di farlo... - si mosse a disagio e infine disse - mi sposo... con Leah. E vorrei tanto che tu fossi presente alle nozze. Non riesco a pensare di vivere il giorno più bello della mia vita senza la mia migliore amica accanto a me -.
Sentii dei rumori strani alle mie spalle e vidi l'espressione di Jacob rabbuiarsi.
Prima che riuscissi a capire cosa stava succedendo vidi Edward che sollevava Jacob per il colletto della maglia e lo trascinava fuori dal bar come se fosse una bambola di pezza, urlando - Che ci fai con la mia donna , verme! Adesso ti spacco la faccia! -
Li rincorsi e appena fuori provai a far ragionare Edward - Aspetta! Fermo! Ti stai sbagliando ... - ma prima che potessi aggiungere altro gli spedì un gancio destro in faccia, mandando il povero e allibito Jacob lungo disteso sul marciapiede. Intorno a noi si era formata una piccola folla, i clienti del bar erano usciti tutti e invece di sedare la rissa incitarono i due rincoglioniti pugili da strapazzo. Jacob si era già alzato e si era scaraventato addosso a Edward .
- Jacob, che fai! - urlai isterica - non fargli male. Ti prego! NO! -
Ormai era tutto un volo di pugni e calci senza controllo, io continuavo ad urlare ma nessuno mi ascoltava, ero così impaurita, arrabbiata e impotente. Non sapevo più che fare, i clienti del bar si godevano la scena con i boccali di birra in mano. Ebbi un lampo di genio, presi 10 dollari dalla tasca, li misi in mano a due ubriaconi e presi le loro birre, mentre grugnivano il loro dissenso mi avvicinai ai due idioti che litigavano e gli svuotai il liquido ghiacciato sulla testa. Funzionò. Si girarono a guardarmi sorpresi e quell'attimo di distrazione mi servì per piazzarmi tra di loro faccia a faccia con Edward. Misi fuori gioco Jacob con una gomitata che lo fece barcollare all'indietro emmettendo lamenti di dolore - tu siediti lì e sta buono. Cuccia! - urlai al mio povero amico . Ad Edward riservai un sonoro ceffone, sulla testaccia dura, a mano aperta : - e tu?... ma che cosa ti sei messo in testa? Scemo! E' il modo di aggredire la gente ? Così senza motivo?! -
- Togliti dai piedi Bella, io e te faremo i conti più tardi. Adesso devo azzoppare quel viscido verme di un cane! - ruggì a denti stretti.
- NO! Tu adesso mi ascolti, hai capito?!... Jacob, vieni qui! - si alzò dal marciapiede con fatica e si avvicinò - digli perchè hai voluto vedermi! -
Aspettai che parlasse e intanto cercavo di tenere fermo l'idiota del mio fidanzato .
- Mi devo sposare - grugnì dolorante - e volevo invitare Bella al mio matrimonio - altro grugnito di dolore - e mettere una pietra sopra alle nostre stupide incomprensioni - .
- Grazie Jacob!. Adesso quanto ti senti idiota da 1 a 10 ?! - chiesi al mio ragazzo guardandolo malissimo.
Finalmente Edward smise di divincolarsi, passò lo sguardo mortificato da Jacob a me e con un sospiro si portò entrambi le mani sulla testa prima di dire : - Undici... mi dispiace... sono mortificato... non so cosa mi è preso. Scusa Jacob -.
Jacob tentennava,evidentemente non era sicuro di poterlo perdonare, così intervenni io : - Jacob? Avanti, ti ha chiesto scusa, non fare il bambino! -
- E sarei io il bambino? Cosa racconterò a Leah quando torno a casa? Come giustificherò l'occhio nero? E poi puzzo come un birrificio! - sbottò come un bambinone, evidentemente questa Leah sapeva il fatto suo se riusciva ad intimorire così quel ragazzone.
- Dille la verità, e cioè che hai avuto un incontro ravvicinato con uno scervellato! -
- Hei! Lui ti stava baciando! Cosa avrei dovuto pensare? Se mi chiamavi e mi avvertivi, tutto questo non sarebbe successo! -
- Ah, quindi è colpa mia adesso?! - sbottai mettendo le mani sui fianchi.
Intervenne Jacob - forse se invece di flirtare con altre donne facessi l'uomo , non sarebbe successo. Anzi ringraziami per aver consolato Bella, l'ho trovata in lacrime per la strada! -
- Jacob! Me la vedo io con lui per questo, ok?! - gli lanciai uno sguardo di fuoco.

In quel momento si udirono le sirene della polizia che si avvicinavano.
Il padrone del bar urlò - hei ragazza! Dì a Rocky Balboa e Ivan Drago della minchia, di darsela a gambe se non vogliono passare la notte in gabbia! -
- Merda! Vieni, andiamo! - Presi Edward per un braccio e lo tirai per farlo camminare, ma era come tirare un mulo testardo.
- Perchè piangevi? Cosa voleva dire Black? -
- Andiamo a casa prima, abbiamo già dato abbastanza spettacolo per stasera e poi non voglio che ti portino in prigione! -.
Jacob corse verso la sua auto rinnovandomi l'invito alle nozze, risposi con un cenno della mano, ancora alle prese con il trascinare Edward lontano dal bar e dalla polizia.
Finalmente collaborò e tornammo a casa di corsa.
Appena fummo al sicuro nel nostro appartamento feci un gran sospiro, mentre cercavo di fermare il fiatone per la gran corsa.
- Adesso mi dici perchè piangevi ? -
Non riuscii a dare un nome alla sua espressione; arrabbiato? Triste? Deluso? Preoccupato? Forse un mix di tutti questi stati d'animo. Aspettò la mia risposta con le sopraciglia aggrottate.
Io invece provai di nuovo quella maledetta insicurezza e i pensieri negativi ,che erano stati sedati fino a poco prima, tornarono prepotenti.
Cercai di parlare in modo calmo, ma dentro di me c'era una tempesta:
- Sono venuta all'officina, volevo farti una sorpresa e... - inghiottii a vuoto - ti ho visto con quella
donna. E sono andata via distrutta. In quel momento Jacob mi ha chiamato, il resto lo sai -.
Lui sembrava scendere dalle nuvole, e mi fece arrabbiare ancora di più.
- La donna bionda che ti toccava! Alla quale tu sorridevi come un povero idiota innamorato! -
Ricominciai a piangere.
Edward cominciò a scuotere la testa incredulo , si passò le mani tra i capelli ancora bagnati di birra, sospirò. E in quel momento la pura delusione si dipinse sul suo volto e tremai.
Lacrime silenziose cadevano dai miei occhi , eravamo ad un paio di metri di distanza ma io mi sentii come se ci fosse stato un'abisso fra di noi.
- Non ci posso credere, - parlava piano - ti è bastato vedermi parlare con un'altra donna per scappare in lacrime?! - alzò la voce - è questa la fiducia che hai in me?! Sono anni che stiamo insieme, ti ho dimostrato che ti amo in mille modi e detto altre duemila, e tu mi vedi parlare con un'altra e vai fuori di testa?!... Assurdo! Ti rendi conto che sei assurda?! -
- Eh no, eh no no no, caro mio! Non osare farmi sentire in colpa per aver dubitato di te! Non dopo che ti sei comportato come un pazzo,geloso, isterico e violento, e aver preso a pugni un povero innocente! Un vecchio amico che mi stava invitando alle sue nozze! Chi è assurdo adesso?! - Urlavo puntandogli il dito, era una cosa che odiava e io lo feci apposta per irritarlo.
- Sai qual'è la differenza?! Io non stavo seduto in un bar a sbaciucchiare una mia ex ! Stavo lavorando! E quella, era mia zia Kate! La sorella di mia madre! CAZZO! -

Si era avvicinato e mi guardava in cagnesco, mi sentii sollevata e un idiota nello stesso momento, il mio viso si distese ma lui continuò a guardarmi arrabbiato.
- Cos'hai da dire adesso?! EH ?! Se tu fossi entrata e ti fossi fatta vedere te l'avrei presentata! Moriva dalla voglia di conoscerti! Voleva invitarci a cena! Ma io avevo voglia di stare da solo con te! Perchè mi mancavi da morire! Allora ci siamo accordati per domani a pranzo! -
- Smettila di urlare! Come potevo saperlo?! Conosco tutta la tua famiglia! Lei non l'avevo mai vista! -
- Perchè abita in Italia! Ha una galleria d'arte a Firenze! Io stesso non la vedevo dal funerale di mia madre!- - Bèh , potevi almeno dirmi di lei!... E poi come puoi biasimarmi?! Sono settimane che non fai che lavorare, non mi cerchi più per fare l'amore! Ti sei accorto cosa fanno le coppie innamorate , Edward?! SI SPOSANO! E...e fanno figli! E si sposano ,cazzo! E noi? Noi lavoriamo e lavoriamo... e non facciamo più l'amore!- piagnucolavo e urlavo come un'isterica.
- Cazzo! E' come parlare con una bambina ritardata! - si passò le mani sul viso - vado a farmi una doccia, così mi calmo, altrimenti impazzisco - si tolse la maglietta mentre entrava in bagno e si chiuse dentro.
Ma siccome non potevo lasciare che avesse lui l'ultima parola, da perfetta bambinona quale ero , urlai alla porta chiusa : - Si! E fai bene! Puzzi come un caprone ubriaco! -

Aspettai e aspettai, lo scroscio dell'acqua continuava e continuava. Persi le speranze e andai in camera da letto, mi spogliai e appoggiai i vestiti sulla sedia a dondolo che avevo comprato quando avevo saputo che Rose era incita. L'avevo vista in un negozietto dell'usato, sembrava quella su cui mi dondolavo quando andavo a passare le estati da nonna; e in un attimo la mia fervida immaginazione mi aveva mandato immagini di me che cullavo un bambino piccolo: dai capelli di bronzo e gli occhi verdi che mi guardava assonnato. Fu impossibile resistere alla tentazione, così la comprai, pensando che presto quei sogni ad occhi aperti sarebbero diventati realtà. E invece la sedia serviva solo ad appoggiare gli indumenti. Calde lacrime ricominciarono a scendere dai miei occhi che ormai mi bruciavano dopo aver pianto tanto. Mi infilai sotto le coperte mentre la paura mi chiudeva lo stomaco.




Edward era davvero arrabbiato stavolta. E se non mi avesse perdonato? Cosa avrei fatto senza di lui. Cosa ne avrei fatto del mio cuore senza di lui?.

Forse mi appisolai, stanca per le forti emozioni e per gli eventi di quell' assurda serata, non avevo sentito Edward venire a letto,ma lo sentii venirmi vicino e abbracciarmi, mi sfiorò il collo con un bacio .
- Mi dispiace tanto, amore mio. Scusa per essermi comportato come un pazzo geloso. Scusa per aver urlato e per aver dubitato di te.Ma quando ti ho vista con lui ho provato un dolore così forte che sono andato fuori di testa - sussurrò al mio orecchio e rabbrividii di piacere.
Mi girai per guardarlo negli occhi, gli accarezzai piano il livido che si era formato sullo zigomo e lo circondai in un abbraccio . Indossava solo i boxer, e la pelle calda profumava di pulito.
- Lo so, amore. So cos'hai provato, perchè è quello che ho provato anch'io. Scusami anche tu per aver dubitato del tuo amore -.
Mi sfiorò le labbra con un bacio e mi fece un sorriso, il mio cuore cominciò a battere forte, così forte che temevo lo potesse sentire.
- C'è la mia torta preferita in cucina, e la casa e invasa dalle candele, tu ne sai niente? - disse con dolcezza .Io arrossii e nascosi il viso sul suo petto.
- Volevo farti una sorpresa: cenetta romantica e sesso sfrenato a lume di candela, ero venuta a trovarti al lavoro per tornare a casa insieme, e invece ho combinato un disastro -.
Mi sollevò il viso perchè lo guardassi negli occhi e mi baciò, abbracciandomi ancora più forte. La sua lingua cercò la mia e non ci fu più bisogno di parole e di scuse. Solo desiderio e bisogno di sollievo, dopo aver passato tanti giorni lontani dalle reciproche mani e labbra; dalla pelle, dall'odore e dall'amore.
Scese a catturarmi un capezzolo con la bocca attraverso la stoffa sottile del reggiseno e con la mano tracciò un sentiero di fuoco fin sotto alle mutandine, respiravo a fatica tanto ero eccitata, mi era mancato così tanto che la mia pelle era ancor più sensibile del solito. Secondo me le nostre menti erano collegate , perchè lui sospirò sul mio seno : - mi sei mancata così tanto, amore. Voglio baciare e riassaporare ogni centimetro della tua pelle - . E Edward, quando diceva una cosa la faceva sicuramente. Mi liberò dalla biancheria intima e cominciò la lenta esplorazione del mio corpo; baciava ogni neo, ogni lentiggine,mentre scendeva sull'addome e, continuando la discesa,insinuò la sua lingua calda fra le mie cosce. La mia pelle era ricoperta di brividi, io sospiravo e gemevo di piacere.Gli affondai le mani tra i capelli, incapace di respirare , mentre lui mi faceva impazzire con la bocca, proprio lì nel punto esatto, proprio dove lo volevo di più. Sentivo il piacere costruirsi nel basso ventre, ma lo volevo dentro di me quando sarebbe successo, così lo tirai per i capelli facendogli capire di fermarsi, e poi anche a me la sua pelle era mancata da morire e non potevo più aspettare. Invertimmo le posizioni e quando fui sopra di lui presi a baciarlo a leccarlo, senza mai stancarmi. Adoravo il suo sapore, e ne volevo di più, sempre di più. Scesi tra le sue gambe e lo sentii ruggire di piacere quando lo presi in bocca; lo accarezzai con la lingua e le labbra seguendo tutta la lunghezza. Con mia delusione mi fermò, e affannato mi sussurrò : - amore , fermati o finirà tutto molto presto, è passato troppo tempo dall'ultima volta. Ti desidero da impazzire. Vieni qui... -.
Quando fu di nuovo sopra di me, occhi negli occhi, ci baciammo come se fosse l'ultima volta; i denti mordevano, le lingue leccavano e le labbra accarezzavano. Aprii le gambe e lo accolsi dentro di me, nell'attimo in cui i nostri corpi si unirono trattenemmo il respiro. Mi riempì lentamente e completamente e si fermò, mi guardò così intensamente che mi sentii il corpo di gelatina, e disse - ti amo, Bella. Ti amo così tanto che sento il cuore scoppiarmi nel petto - .
Era quello che provavo anch'io, ma non ero mai stata brava con le parole, non quanto lui. Così gli presi il viso tra le mani e lo baciai con tutta l'intensità del mio amore , poi sussurrai - ti amo, Edward. Ti amo. Ti amo. Ti amo - .
Cominciammo a muoverci all'unisono , spinti l'uno verso l'altra da un bisogno implacabile di appartenerci ,  un desiderio  primordiale e insaziabile  . Continuammo instancabili, cambiando posizione. Edward mi prese da dietro con bramosia e avidità. Mi girò di nuovo perchè non poteva stare lontano dai miei occhi e dalla mia bocca per molto, lo presi per le spalle e lo spinsi a girarsi e quando fui sopra di lui presi il comando . Era la sua posizione preferita, perchè poteva toccarmi il seno e guardarmi. Invece io mi ero sempre sentita un po' troppo esposta così. Ma non quella sera. Quella sera era tutto troppo perfetto, tutto troppo intenso, per permettere alla mia timidezza di rovinare le cose.
Continuai a muovermi aumentando il ritmo, sempre di più, sempre di più. Cercò di rallentare le spinte mettendomi le mani sui fianchi, ma gliele tolsi e le bloccai sopra la sua testa con le mie - mi piace questo lato aggressivo, piccola. Ma se non rallenti non riuscirò a controllarmi per molto - sospirò tra i gemiti.
- Non ti devi controllare - respirai.
Vedere il suo bellissimo viso nel pieno del piacere e sentirlo urlare il mio nome mi fece perdere quel minimo di controllo che ancora avevo, e l'orgasmo scoppiò intenso facendomi cadere sul suo petto esausta.



Restammo abbracciati a sussurrarci sciocche frasi d'amore giocando con le rime e ridendo.
- Amore mio, ti amo più del gelato, se me lo lecchi ne sarò estasiato -
- Dio, Edward! - ormai mi faceva male la pancia a forza di ridere - questa era veramente pessima ! -
- Non pessima come la tua, come faceva? - fece una stridula voce femminile mentre ripeteva la mia rima - Oh amor mio dalla chioma di bronzo, ti amo anche quando sei stronzo... questa sì che era pessima! - .
Ridemmo ancora, senza smettere un attimo di baciarci .

Poi Edward si fece serio e cominciò a parlare senza smettere di accarezzarmi la schiena nuda.
- Quando mia madre rimase incinta di Emmett aveva solo 19 anni, rinunciò al college e accettò di sposare papà.
I nonni le regalarono comunque il fondo bancario che avevano risparmiato per la scuola, ma mamma non lo accettò, mio padre veniva da una famiglia ricca e non ce ne fu bisogno, così mio nonno che aveva il pallino per gli affari li fece fruttare molto bene. Prima di morire, mia  madre, firmò un testamento dove lasciava quei soldi in parti uguali a Emmett e me.Probabilmente aveva previsto che nessuno dei suoi figli avrebbe accettato soldi dal loro padre, sapeva che eravamo due orgogliose teste d'acciaio. Però ne avremmo usufruito solo quando avremmo deciso di sposarci.L'ho saputo stasera da zia Kate. Emmett ha ricevuto la sua parte l'anno scorso promettendo di non dirmi niente, per non rovinarmi la sorpresa. Zia Kate era venuta per farmi firmare gli incartamenti necessari, altrimenti avrei dovuto farmi un viaggetto fino in Alaska dai nonni, e per darmi una cosa - .
Si alzò dal letto e lo vidi prendere una scatolina, dal suo comodino, che notai solo in quel momento. Fece il giro del letto e venne dalla mia parte, era completamente nudo e ammetto che mi distraevo spesso, quindi non fui per niente perspicace.
- Avrei voluto fare le cose per bene, regalarti dei fiori e portarti fuori a cena,come le coppie normali, ma con te è impossibile , dovevo prevederlo. Questo era di mia madre,- aprì il piccolo cofanetto che svelò un bellissimo anello d'oro bianco di forma ovale e ricoperto di piccoli diamanti - voleva che lo avessi io per darlo alla donna che mi avrebbe amato, ha detto a zia Kate che solo una donna speciale poteva starmi accanto,a quel tempo avevo un caratteraccio. Quindi... - si inginocchiò e io buttai all'aria le coperte, finalmente intuii cosa stava succedendo, mi sedetti e portai le mani sulle guance bollenti mentre ripetevo tra le lacrime - oddio, oddio, oddio ! -
- Isabella Marie Swan, vuoi rendermi l'uomo più felice del mondo accettando di sposarmi? -
PIangevo e ridevo contemporaneamente e senza indugiare risposi : - SI! Assolutamente si!Mille volte SI! -
M'infilò l'anello all'anulare con un sorriso raggiante, senza mai smettere di guardarmi intensamente negli occhi.
Mi buttai tra le sue braccia e lo tempestai di baci, cadde all'indietro sotto il mio peso e la mia esuberanza, io non la smettevo di piangere e ridere. Poi i baci rallentarono si intensificarono e finimmo per fare l'amore sul pavimento, senza nemmeno prenderci la briga di tornare a letto. Fu intenso e selvaggio come se non avessimo un'altro giorno.
Invece davanti a noi c'era tutta la vita, la nostra vita insieme, per sempre insieme.




Eccoci qua! Allora, che ve ne pare? Non sono adorabili? E che colpo di fortuna è stata l'eredità di mammina?
Lo so fa un po' favoletta, ma dovevamo dare il tempo ai due piccioncini di fare tanto fiki fiki, e con tutto quel lavoro non ci riuscivano più...
Spero di tornare presto con un'altra storia, ce n'ho una che scrivo da 3 anni, forse un giorno la pubblicherò...
CIAO a tutti! E sempre grazie a chi ha letto la mia storia e l'ha recensita, chi l'ha messa tra le seguite e chi tra le preferite... Vi adoro, alla prossima!


















  
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