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Autore: _Milla3    04/04/2012    6 recensioni
Ciao! Premetto che, per motivi miei, mi sono affezionata molto alla 'coppia' inesistente Lleca - Aleli, e mi è sembrata una cosa carina fare una FF su di loro. Li ho sempre visti bene insieme, sono così adorabili! Ci tengo molto, e non scherzo, al vostro parere, quindi recensite, per favore!
Piccoli cambiamenti rispetto alla serie:
Lleca e Aleli hanno tre anni di differenza.
Vale e Simon non sono rimasti nel futuro, mentre Kika e Teo sì.
Vale e Rama e Melody e Simon stanno insieme.
Torito non è presente nella storia.
Tanti baci, ciau
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alelì, Lleca
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 - L'assenza
 

Il sole passava attraverso la finestra della mia camera. Mi guardai intorno. Luz, nel letto a fianco al mio, dormiva ancora, con la sua mascherina per gli occhi. Odiava svegliarsi con la luce, e per dormire esigeva il buio totale. La porta che ci divideva dalla stanza di Paz ed Esperanza era stata lasciata aperta, e riuscivo ad intravedere le due sorelle che dormivano, una sopra l'altra. Lo facevano spesso, per sentirsi più vicine. 
La tentazione di tornare nel letto e fngere di dormire fu forte. In fondo, quello era un giorno speciale. Era il giorno del mio sedicesimo compleanno. Da quando era stata inaugurata la Casa Magica, ogni anno tutti mi davano della dormigliona. Infatti riuscivano sempre a preparare una festa, prima che io mi svegliassi. Quel giorno, la sorpresa gliel'avrei fatta io.
Zitta zitta, senza farmi sentire, scesi in cucina, ed iniziai a preparare la colazione per tutti. La casa, da qualche anno, era molto vuota. Mi mancava svegliarmi con Rama che mi faceva il solletico, mi mancavano i consigli di Valeria e le litigate ogni mattina per il bagno. Adesso a litigare eravamo solo io e Luz, e di solito vinceva lei, visto che mi stufavo di discutere. Ma, oltre quello di Rama, c'era un vuoto che faceva molto male.
Lleca era andato via di casa dopo gli altri, da circa un anno, se non di meno. Al mio quindicesimo compleanno era ancora a casa, ma ormai aveva diciannove anni, e il padre stava facendo di tutto per spianargli la strada del calcio. Non lo vedevo da un bel po'.
Quando la colazione fu pronta, misi tutto in tavola. Il primo a scendere fu, come sempre, Cristobal. Quel ragazzo era mattiniero. Mi sorpresi, anzi, del fatto che fossero quasi le otto e lui fosse ancora a letto. 
«Buongiorno, Ale. Auguri.» Mi disse, baciandomi entrambe le guance, e abbracciandomi. Io sorrisi. Non avevo detto niente, e nessuno aveva accennato ad una festa. Per fortuna si era ricordato. «Grazie Cris!» Esclamai, contenta. Poi gli indicai il piatto sul tavolo, proprio davanti al suo posto. «Hai cucinato tu?» Mi chiese, stupito. Io annuii. Cristobal fece una faccia impaurita, ed iniziò ad urlare silenziosamente, per non svegliare gli altri: «Strega! Vuoi avvelenarmi, dì la verità!». Iniziai a ridere e gli diedi un pizzicotto sul braccio, che servì a farlo urlare di più.
Risvegliato da quel baccano, fece il suo ingresso nella stanza Nicolas. Gli anni non sembravano essere passati per lui, o forse noi non ci facevamo caso, visto che per noi era sempre stato come un padre, e non un uomo capace di crescere e invecchiare. Aveva una faccia arrabbiata, ma quando si accorse che la responsabile del suo risveglio era la sottoscritta, sembrò valutare la situazione. 
«Se non fosse il tuo compleanno, mocciosetta,» mi disse, fingendo un tono irritato, anche se io mi accorsi che stava per ridere «Sappi che te la passeresti molto brutta!». Mi caricò facilmente sulle spalle, tipo sacco di patate. In fondo, nonostante i miei sedici anni, ero piuttosto bassina di statura, e pesavo poco. Risi più forte. Quella giornata prometteva bene.
A poco a poco la cucina si riempì. A dispetto di quanto diceva Cristobal, tutti si complimentarono per le mie abilità culinarie. «Peccato» disse Luz, malignamente «Che a Lleca non importi molto.». Era il suo modo di scherzare, lo sapevo, ma proprio non mi andava giù! Insomma, nella casa sapevano tutti - era impossibile non notarlo - del mio debole per Lleca, ma nessuno ci giocava sopra.
«Peccato che tu, invece, non sappia cucinare, perché Cris sembra aver apprezzato la colazione.». Mentre dicevo queste parole, mi stupii da sola. Non era da me dire una cosa del genere, visto che ormai da un mese i miei due amici non stavano più insieme. Ma Luz, sebbene ferita dalla mia frecciatina, assunse un'aria superiore, e sembrò non farci caso.
«Su ragazze» Ci ammonì, invece, Cielo «Non litigate, da brave.» Se Nico era stato la figura paterna a cui mi ero appoggiata in tutti quegli anni, non ero mai riuscita a vedere Cielo come una madre. Forse perché, a volte, lei sapeva essere più pestifera di noi.
«Alee, mi passi il burroo?» La voce di Juan, il figlio di Justina, mi distolse dai quei pensieri. Con un sorriso, glielo passai. «Ecco a te, piccolo.» 
Mentre mangiavamo, mi guardavo intorno. Eravamo proprio una bella famiglia. A capotavola c'era Nicolas, letteralmente gettato sul piatto. Quando si accorse che lo guardavo, cercò di ricomporsi. Accanto a lui sedeva Justina, con la schiena dritta e uno sguardo fiero, puntato sul figlio, alla sua sinistra. Era passato il tempo in cui il solo dire il mio nome la disgustava! Quando era nato Juan, ero stata la più brava ad aiutarla, e questo l'aveva addolcita parecchio.
Io ero seduta tra Juan e Monito. Anche lui, come Nico, si era avventato sul cibo. Solo che il mio sguardo non bastò a placarlo, anzi! Mi guardò a sua volta, e sembrava volesse dirmi 'Perché mi guardi?'. Spostai lo sguardo su Cristobal. Si era fatto proprio un bel ragazzo, gentile ed educato. Nico sarebbe dovuto essere fiero di lui, invece di rimproverarlo sempre! Vicino la chioma bionda del mio amico, ne spuntava un'altra, un po' più in basso. 
Paz ormai aveva sette anni, ed era una bambina adorabile, aveva ottimi risultati a scuola, e si faceva ogni giorno più bella e simile alla madre. In quel momento stava parlando del compito di matematica per il giorno dopo e, a giudicare dall'espressione di Esperanza, accanto a lei, era palese che la maggiore delle sorelle Bauer non avesse studiato. I suoi risultati a scuola erano meno eclatanti di quelli della sorella, tanto che si era fatta bocciare in seconda elementare. «INCOMINCIAMO BENE!» Aveva urlato Nico, e messo in punizione la figlia per un bel po'. 
Mossi di nuovo lo sguardo, saltando volutamente il posto vagante accanto a Esperanza, di fronte al mio, e guardai Luz e Cielo. Quel posto mi faceva male, quasi come il pensiero di quella mattina. L'idea che Lleca non c'era più non mi faceva dormire la notte. E specie in quel giorno, quello del mio compleanno, non sopportavo che lui mancasse. Mi era arrivato il suo messaggio, a mezzanotte. Dormivo già - Per svegliarmi presto il giorno dopo -, e la vibrazione sotto il cuscino mi aveva svegliata. Erano stati i primi auguri di quel giorno. E dicevano così:
'Non riesco a pensare al fatto che il quindici novembre di sedici anni fa tu ancora non c'eri. Non riesco a pensare al fatto che il sedici novembre di sedici anni fa, nasceva una persona meravigliosa. Auguri Ale, spero che tu sia felice in questo giorno. Ricorda che anche se hai sedici anni, sarai sempre la mia sorellina più piccola. Un bacio. Lleca.'
Avevo sospirato. 'Rassegnati, Aleli' mi ero detta 'Lui ti considera come una sorella'. Erano ormai otto anni che ero innamorata di Lleca. 'Non credi sia il caso di smetterla?'. Facile a dirsi, difficile a farsi.
«A che pensi, Ale?» Paz - accidenti, quella bambina era sensitiva! - mi guardava con occhi sgranati. «Sembri tanto triste, sai?». Sfoderai il miglior sorriso falso che avessi mai fatto in vita mia. «Triste, io? Andiamo, Paz, è il mio sedicesimo compleanno!». Il mio sedicesimo compleanno, vero. Quel giorno era speciale. E nulla, nemmeno l'assenza di Lleca, sarebbe riuscito a rovinarmelo.

Nota dell'autrice:
CIAO A TUTTI! Insomma, non mi dite che sono l'unica fan di questa coppia! Non mi dite che sono l'unica che ha mai desiderato di vederli insieme! Perché se me lo dite, io non ci credo. Davvero, non sono adorabili? Ma parliamo del capitolo.
Lleca ancora non si vede, è vero, ma ho voluto spiegare per bene la situazione nella casa magica, arriverà a breve. Non è dolce la nostra Ale? Okkei, basta, non vi rompo. Grazie a chi ha letto, un commento non mi dispiace. Un bacio<3

  
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