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Autore: Beads and Flowers    04/04/2012    2 recensioni
Attenzione! Questa è la terza delle Saghe MEREH. Leggere solo questa può causare effetti collaterali anche gravi, non sottoministrare sotto ai 6 anni (a meno che non vogliate bloccare al vostro seccante fratellino minore la crescita).
In questa saga, i MEREH e la Tata Arianna andranno in una piacevole vacanza attorno al mondo insieme, chi per una ragione, chi per un' altra.
L' ultima Tata, quella dolce ed apprensiva, riuscirà finalmente a domare le cinque forze dell' adolescenza? Scopritelo, con l' aiuto delle 10 regole per una bella vacanza, il vostro PC, tanta pazienza per ritardi e simili e (naturalmente)una voglia matta d' andare in vacanza con i MEREH!!!
Genere: Comico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Tate contro i MEREH'
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Top - Three Finale sui Vostri Personaggi Preferiti!

 1 - Nik Vecca’chetePisto
2 - Mitruccio
3 - Federico Ardetasto

Complimenti a tutti voi che avete mandato un messaggio per segnalare il vostro personaggio preferito. Chiunque avesse segnalato uno di questi personaggi, riceverà un disegno sul vostro personaggio preferito! Ancora complimenti.
Dunque, visto che ora siamo in tempo di vacanze pasquali (meno male, questa saga ha ancora senso!), vi auguro di divertirvi e di trovare divertente:
 


10) Scrivere Numerose Cartoline

 
 Roberta era radiosa, sorridente, in quel suo abito così… così particolare! Il semplice vestitino bianco, con dei graziosi merletti ad ornare gli orli, contrastava squisitamente il rosso scuro del sangue che lo imbrattava a grandi macchie. Ai piedi, delle graziose scarpette nere stile ‘Vintage Vampire’. I capelli erano ornati da un adorabile diadema maledetto circa seicento anni prima.
La giovane metallara avanzò sulla passerella d’ ossa con fare sicuro, un elegante ghigno assassino sul volto lievemente truccato. Qualche applauso meravigliato l’ accolse. Chi non applaudiva era troppo incantato e, diciamocelo, colpito dal colore vivido di quel sangue per riuscire a battere le mani. La ragazza si fermò accanto al presentatore, dalle cui mani strappò con rude grazia il microfono.
“Con le mie scarpette e diadema della casa di moda ‘Vintage Vampire: il piacere di sentirsi dannatamente assatanata’, ho abbinato questo vestitino in seta bianca da me  confezionato ed imbrattato di sangue di studente universitario. Lo studente è stato prelevato da un allevamento biologico, che non utilizza assolutamente alcun tipo di OGM o di ormoni. Ho cercato di ricreare l’ effetto di un’ inquietante bambina cadavere, tornata dai morti per cercare vendetta sui suoi discendenti. Spero di aver raggiunto il mio scopo! Vi ringrazio.”
 “Ed il club ACARO ringrazia te, Roberta MitraMente. Un applauso, gentili cannibali e cannibalesse!” pronunciò Bob, con entusiasmo moderato “Grazie! Dunque, gentilissimo pubblico, ci rivedremo tra circa un’ ora, all’ annunciazione e la premiazione della vincitrice. Nel frattempo, potete accomodarvi nella sala accanto, dove un delizioso buffet di carne fresca è stato allestito apposta per voi. Prego! Prego, andate!”
 Roberta si diresse nei camerini, sorridendo. Perfetto, era stato tutto perfetto! La camminata, il vestito, il modo in cui la luce dei riflettori l’ aveva colpita. Era stata molto più originale, molto più sincera di quella smorfiosa di Armanda Pussycat. Avrebbe vinto. Avrebbe vinto!
 Nei camerini incontrò la sua rivale, la quale si stava cambiando per la premiazione. Roberta lesse nei suoi occhi la propria determinazione, ed a stento trattenne un linguaccia nella sua direzione.
 “Oh, Roberta! Mi pare di non aver sentito alcun applauso, là fuori, che peccato! Forse, il pubblico non è riuscito ad apprezzarti totalmente. Si vede che non era ancora pronto. Be’, magari l’ anno prossimo ti andrà meglio.”
 “Ti ringrazio per la tua preoccupazione, Armanda. Ma non credo davvero che l’ anno prossimo potrà andare meglio di adesso. Perché gli applausi ci sono stati, e chi non batteva le mani era semplicemente troppo meravigliato, troppo incredulo di fronte alla mia apparizione che non è riuscito ad applaudirmi.”
 “Uhm… sì, in effetti, conoscendoti senza trucco, anche io sarei stata sorpresa di vederti presentabile sulla passerella. Seriamente, cara, dovresti rifarti il naso: è inguardabile.”
 Un giorno di questi, Roberta l’ avrebbe ammazzata. Sul serio, l’ avrebbe ammazzata, squartata, risorta con un esorcismo, seppellita viva per ammazzarla nuovamente. Ma chi si credeva di essere, chi- Oh, ma sembrava che il pubblico stesse rientrando, lei ed Armanda dovevano dirigersi sul palco per ricevere gli applausi e scoprire chi fosse la vincitrice del concorso.
 
 
 I MEREH, nel frattempo, si erano risieduti nella platea. Aveva trovato il buffet particolarmente soddisfacente, e la reazione di Tata Arianna di fronte a quei gustosi cervelli intrisi e grondanti di sangue sui vassoi assolutamente divertente. Nessuno di loro immaginava che si potesse svenire per così poco. Ora, non poco emozionati per la loro amica, i quattro ragazzini si agitavano sui loro sedili. Erano sicuri che Roberta avrebbe vinto. Doveva vincere, ne andava del suo onore.
 “Se ‘sta metallara de merda nun se fa’ coraggio e vince questa stupida competizione, giuro che ‘a prendo pe’ le gambe e l’ immergo ne ‘o acido citrico.”
 
Non è questo il modo corretto di affrontare il problema, Nik. Roberta deve imparare a fidarsi di se stessa. Solo fidandosi di se stesse, ella riuscirà a trovare la sua strada per incontrare il suo destino.
 
“No, il problema è che Roberta è un tale racchia che solo guardare il volto potrebbe causare il degenero dell’ umanità intera. Non serve sperare in qualche vittoria di uno stupido concorso. Non serve neanche minimamente sperare in una qualsiasi vittoria in tutta la durata delle nostre misere vite. Poiché esse, come saprete, non hanno alcun significato nel loro vuoto vagare di avvenimenti sciocchi e stupidi.”
“Gabriele, solo ‘na domanda: ma chi cazzo te ‘a chiesto?”
“Bum! Bum bum bummino bum!”
“ ‘O picciotto c’ ha ragio’! ‘O sipario se sta ad alza’!”
In effetti, il grazioso sipario di seta rossa sangue si stava alzando sulla passerella di ossa bianche. Da dietro le quinte, cambiate con gusto in dei simpatici ma eleganti uniformi da carcerate, Roberta ed Armanda entrarono con passo sicuro verso il pubblico, godendosi quella rigenerante doccia di applausi che il pubblico aveva riservato loro. Si posizionarono con un ghigno malefico accanto a Bob Kirjassa, il quale stringeva tra le mani una piccola busta sigillata.
“Prima di annunciare la vincitrice finale del nostro concorso, vorrei chiedere alle nostre due graziose concorrenti quali sono i loro sogni per il futuro e che cosa hanno intenzione di fare, una volta finito questo raduno del club.”
Fu Armanda la prima a rispondere.
“Dunque, una volta finito il raduno e vinto il concorso, vorrei recarmi in Cina, per sostenere con il mio titolo di Miss FleshEater 2011 la nuova compagna contro lo sfruttamento intenso di carne umana. E’ infatti il mio sogno più grande ottenere un mondo in cui tutti, uomini e donne, possano avere libero accesso ad una carne sana e genuina, appartenuta ad essere umani le cui vite non sono state passate dietro le sbarre di una gabbia, nella sede di una qualche compagnia che pratica l’ allevamento intensivo. Grazie! Grazie a tutti voi!”
 
Oh, ma che piccola sgualdrina! Ha copiato l’ iniziativa che l’ abito di Roberta voleva promuovere! Forza, Roberta, forza! Fa vedere a quella razza di meretrice chi comanda: sii te stessa!
 
Ora, tutti gli occhi erano puntati su Roberta. La ragazza, preso il microfono tra le mani, era visibilmente emozionata e nervosa. Cercò con lo sguardo gli occhi dei suoi amici e la bava sulla bocca di Tata Arianna, svenuta da ormai venti minuti. Sorrise, con un poco di timidezza.
“Ecco… Vedete, questo concorso era solo l’ ultima tappa prima della fine del nostro viaggio. Credo che la nostra meta, adesso, sia solo quella di tornare a casa, al nostro Maniero. In fondo, ne abbiamo avuto abbastanza, di questa vacanza. Perché, vedete, il mondo è troppo piccolo per i MEREH. Non ci ha mai amati, ci ha sempre rigettati, in qualche modo. Tutti i miei amici lo sanno: eravamo così soli, prima. Così terribilmente soli. Nessuno ci capiva, o forse eravamo noi a non capire nessuno, davvero non lo so. So solo che ognuno di noi si è unito ad un gruppo, ha tentato in qualche modo di identificarsi all’ interno della società, ma anche dell’ esistenza. Chi metallaro, chi emo, chi rapper… e, perché no, anche chi truzzo e professore. Eravamo chiusi. Non osavamo neanche sfiorare gli altri mondi. Eppure, un giorno ci siamo tutti incontrati. Ogni usanza, ogni modo di pensare e di vivere si è unito a tutti gli altri. Ed allora, è stato il caos. E’ stato l’ equilibrio, e la perfezione in quell’ imperfezione. Credo davvero che ora noi rappresentiamo al meglio il futuro, un futuro solitario e su cui tutti sputano, che tutti temono. Un futuro diviso in se stesso, eppure unito in se stesso. I MEREH… i MEREH sono la paura, l’ esitazione. Sono l’ aggressione, l’ odio e la violenza. Sono il sangue, le ossa rotte ed il terrore nelle strade. I MEREH sono dei mostri. Ma anche degli amici. Sì, amici. Sono amici che tutti i giorni si guardano negli occhi, e si riconoscono nello sguardo degli altri. E si sorridono. Non sono altro che dei mostri, ma sorridono… Grazie, ragazzi… vi voglio bene. Questo concorso, lo vinco per voi.”
 Il silenzio, nella sala, era tombale. Persino la Tata, ripresasi durante quel discorso solenne e zittita subito dai quattro spettatori innaturali della platea, ora fissava la metallare cannibale con nuovi occhi. Mostri… che si sorridono? Che cosa voleva dire?
 “Grazie, Roberta! Ed ora, il momento da tutti voi tanto atteso. La vincitrice… di questa edizione di Miss FleshEater 2011… è…”



“Armanda Pussycat!”
Un piccolo, composto applauso. Le lacrime di Nik e di Gabriele, il silicone colato sul volto di Klara, l’ applauso convinto e gioioso della Tata. Roberta, invece, si guardava la punta dei piedi, mortificata e sconfitta.
“Benissimo! E dunque, ecco a te, Armanda, il trofeo di quest’ edizione di Miss Fl-”
“NOOOO!”
Prima che Bob Kirjassa potesse consegnare il trofeo argentato nelle mani di Armanda, accadde l’ incredibile. Roberta, gli occhi fuori dalle orbite, si slanciò sul corpo improvvisamente minuto e piccino della rivale, portandole le mani al collo ed urlando come un’ ossessa.
“NO! NO! No! BASTARDA! NO!”
“Ehrm…”
“NO!”
Prima che qualsiasi persona potesse anche solo chiamare i soccorsi, Roberta aveva già ucciso Armanda Pussycat.
 “Lo dicevo, io, che ti avrei ammazzata!
 
Brava, Roby! Credi in te stessa! In te stessa!
 
Un silenzio imbarazzatissimo per qualche minuto cadde nella sala. Poi, quasi timidamente, Bum Bum prese ad applaudire l’ amica ansante e grondante di sangue sputato dalla morta sulla passerella. A quell’ applauso si unirono anche Gabriele e Nik, leggermente a disagio. Poi Klara ed anche, incredibile ma vero, Tata Arianna AmorProprio. In pochi minuti, tutti stavano applaudendo Roberta con gran foga!
“Non… non sono stata eliminata?”
“No, cara Roberta!” disse il presentatore Kirjassa “Un FleshEater degna di portare questo nome deve essere pronta ad ignorare le regole, a comportarsi in maniera disdicevole ed a uccidere i propri nemici. Complimenti! Hai vinto!”
 “Ho… ho vinto?”
 “Sì, Roberta, hai vinto! E vuoi sapere quale sarà il tuo premio?”
 “Q- quale?”
 “Una scorta a vita di biologica carne umana, questo grazioso trofeo, una caramellina all’ anice ed un viaggio per sei persone sui monti del Molise!”
 “… Sono veramente onorata.”
 

“Ticchete! Bello de papà, c’ hai visto o no chi è turnato da tì?”
“Bum Bum! Bummino bum bum!”
 
Oh, caro, dolce Maniero! Credevo di non rivederlo per un’ eternità o giù di lì. Devo urgentemente rassettare le mie bambole, chissà quanta polvere sui loro graziosi abiti!
 
“Ed io sono ufficialmente in astinenza da ghigliottinare i miei topolini albini. Se vorrete scusarmi…”
I quattro ragazzi corsero ridendo all’ interno del loro Maniero. Casa, dolce casa, come si dice… forse noi dovremo specificare Maniero Fantasma, dolce Maniero Fantasma. Fatto sta che i MEREH erano fuori di sé dalla gioia di essere tornati alla loro casetta. I bagagli vennero lasciati nel veicolo che li aveva condotti fin lì. Dopo, dopo vi sarebbe stato il tempo di riordinare ogni cosa.
 Roberta, dal canto suo, si voltò a salutare Arianna AmorProprio.
 “Raggiunga il cancello nero, saprà di essere nelle sue vicinanze quando ai suoi piedi riprenderà a crescere l’ erba. Scenda lungo la strada che conduce al villaggio di Castofiore, lì le daranno ulteriori informazioni.”
 “Ti ringrazio, Roberta… è… è stato un piacere conoscervi.”
 Non sapevano che cosa dirsi. Era tutto così sciocco, così assurdo… Arianna, incapace di pensare a qualcosa di meglio da fare, si chinò sulla metallara per abbracciarla. Roberta non ricambiò l’ abbraccio, leggermente impacciata, ma non si ribellò ad esso. Sogghignò.
 “L’ ultima persona che mi ha abbracciata è stata mia madre. L’ ho uccisa quattro ore dopo.”
 “Non mi hai mai raccontato perché hai ucciso i tuoi genitori.”
 “Non ha veramente importanza.”
 “Forse hai ragione.”
 Si separarono, incapaci di dirsi altro. Si sorrisero.
 “Ascolta… tu… voi… davvero vi considerate dei mostri?”
 “Immagino di sì.”
 “Sai che là fuori è pieno di persone che vi vogliono bene, vero?”
 “Ciò non toglie che siamo dei mostri. A noi va bene così. Per lo meno, siamo coscienti di ciò che siamo. Tata Arianna… ascolta, salutami la Tata Camilla Rizzi al manicomio… e strappa pure un ramo di mandarino-cocaina, mentre vai al cancello. Posalo sulla tomba di Tata Franca MarciaUrto.”
 “Lo farò grazie Roberta.”
 “…”
 “… Allora… Addio.”
 “Sì, addio.”
 La Tata s’ incamminò lungo la strada che conduceva all’ uscita del terreno dell’ antica famiglia Castofiore. Si ripromise di voltarsi. Non doveva, per alcun motivo al mondo, voltarsi. Come Orfeo, temeva di perdere per sempre la sua possibilità di fuga. Non voltarsi. Non voltarsi.
 Voltarsi.
 Ormai, già l’ erba prendeva a crescere sotto le sue scarpe dalla suola ortopedica. Eppure, sull’ uscio del Maniero, la Tata riuscì ancora a distinguere le cinque, esili figure dei MEREH. Immobili, pallidi, la fissavano con i loro occhi vuoti e terribili, persi. Sembravano degli antichi schizzi in un libro di favole. Favole dei secoli bui, in cui la fantasia era utilizzata per spaventare e non per sognare.
Fermi, immobili, la fissavano.
La Tata tornò ad incamminarsi verso il cancello, gli occhi chiusi.
E, chissà perché, venne avvolta da una tristezza assai particolare, quando capì che lei non gli avrebbe mai più rivisti.
 
 
 
 
 
Angolo dell’ Autrice.

 
E sì, eccoci all’ ultimo capitolo. Ragazzi, vi adoro. Vi adoro, vi adoro e vi adoro. Siete stati dei lettori fantastici, mi riferisco anche a chi ha semplicemente seguito la storia, senza commentare o inserire una delle tre saghe tra le preferite/seguite/ricordate. Siete fantastici tutti! OK, potete tirare un bel sospiro di sollievo, le tre Saghe MEREH sono ufficialmente finite. Ci credereste, sto piangendo più di quando è scomparsi il mio caro amico Capitan Ovvio (riposi in pace). Be’, in fondo, questa è stata la prima storia che io abbia mai pubblicato su EFP! Per me vuol dire molto. Sono ben 182 pagine Word in Calibri 12 (8. 033 righe). Vi lascio qui alcune curiosità sulla storia, se volete dare un’ occhiata.
  
   
Libri che hanno ispirato le Tate: http://bur.rcslibri.corriere.it/libro/2872_fate_i_bravi!_rizzi.html
(Prima Saga)
http://bur.rcslibri.corriere.it/libro/3892_fate_i_compiti!_rizzi.html(Seconda Saga)
 
Programma TV che ha ispirato le Tate: http://www.youtube.com/watch?v=L-jFs7o06NY
 
Canzone che ha ispirato i MEREH: http://www.youtube.com/watch?v=XfI7gSO-Fgc
 
 
Ringraziamenti: Roberta S. (Roberta MitraMente), la mia migliore amica, a cui devo ogni cosa, ogni bel ricordo della mia infanzia. Grazie per essermi stata accanto per ben dieci anni, sei l’ unica che non mi vergogno di chiamare ‘sorella’.
Gabriele D. (Gabriele PescaNera), mio cugino. Sei sempre stato ‘Emo Inside’, ma fuori sei un vero amico, che mi ha sempre aiutato in ogni situazione. Non importa se si trattava di una grave forma di depressione o un brutto voto a Latino e Greco.
Nicolas W. (Nik Vecca’chetePisto), mio fratello, minore di un anno. Sei negato con le rime e con l’ Italiano, ma ami la musica rap ed ami questa storia. Per questo, ti dico grazie: grazie per avermi rotto le palle mentre scrivevo, per avermi fatto ridere, per avermi fatto ritornare con i piedi per terra. Ti sarò sempre grata, Nicolas! Grazie!
Thomas W. (Bum Bum Vecca’chetePisto), mio fratello, minore di sette anni. Siamo nato lo stesso giorno, lo stesso mese. Ma con ben sette anni di differenza. Siamo entrambi due piccole Bilance, e ci assomigliamo così tanto da non sopportarci. Eppure, ogni volta che mi perdo in quei tuoi occhi azzurri, sono la sorella più felice del mondo. Ti voglio bene, Tommy.
Klara W. (Klara Castofiore), me stessa. Il mio egocentrismo non ha mai fine, eh? Be’, ma sappi, cara me stessa, che non è finita qui. Sono tre anni che scrivi questa storia, e te lo devo dire: sono cambiate molte, moltissime cose. Nella storia, e nella vita. Ma stringi forte forte a te stessa quei pazzi dei tuoi amici. Sono là fuori, pronti a sorriderti, e tu lo sai. Ricambia il sorriso, piccola principessa del mondo di Ququ, mi raccomando.
Caos: La prima ad avere commentato la mia storia, quando ho letto quelle poche righe il mio cuore si è illuminato. Non avevo mai ricevuto una recensione, prima d’ ora, e non ti ho mai risposto perché non sapevo come comportarmi. Be’, spero di poter rimediare con questo semplice: grazie!
Pizzo Ferrato: La città in cui è nata questa storia. Mai una villeggiatura in montagna è stata così divertente! Grazie alle tue montagne, Pizzo Ferrato, ai tuoi cervi ed ai ricordi che ci hai dato.
Gli Altri: pazzi, recensori, comparse nella storia, popolo Amish, le tre Tate, Valeria V. (Valeria Ardetasto) Federico A. (Federico Ardetasto), scuola Ugo Foscolo, scuola A. Velletrano, mamma, papà, i tre PC con cui ho scritto questa storia, le tastiere scassate, il correttore automatico, l’ assenza del correttore automatico, il trono (il W.C.), il metal, l’ emosità, il rap, l’ hippy, le dinamiti, le lavagne ed i mandarini (quelli pieni di cocaina).
 
E, ricordatevi sempre una sola cosa:
Csjdyyule!
Come ho giustamente specificato nel secondo capitolo della seconda saga, è una parola che dovrebbe eliminare lo stress se digitata molte volte.
 
Be’, ora ho veramente finito, amici!
 
Grazie.
 
   
 
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