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Autore: Wep    04/04/2012    1 recensioni
D’altronde è così che deve andare perché si arriva ad un certo periodo della propria vita in cui si deve premere il tasto “reset” e si ricomincia tutto e io, stranamente, ho voglia di premere quel tasto e ricominciare tutto da capo, conoscere nuove vite e passare del tempo con loro, cosa c’è di meglio?!
Una storia di due adolescenti sconosciute, Simona e Sofia, che hanno vissuto un passato da dimenticare. Le due si incontreranno e troveranno la felicità nell'altra, all'inizio sono due semplici amiche ma poi scoprono di provare qualcosa di più. Insieme dovranno affrontare i giudizi di tutti.
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E' la mia prima storia, sono ben accettate le recensioni. Buona lettura!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Sembrava una sera come le altre, solito locale, soliti amici.
Sam: Prova a farti sentire.
Simona: No, il mio numero ce l'ha e sa dove trovarmi.
Sam: Certo che hai la testa dura.
Simona: Si è già dimenticato di me non vedo perché devo essere io a cercarlo.
Sam: E chi te lo dice che ti ha dimenticato?
Simona: Io.
Sam: See e cosa ne vuoi sapere tu. Fai quello che ti dico!
Simona: Ma non ci penso proprio. E' ora che lo dimentichi pure io, infondo se lui ci ha messo così poco potrò farcela anche io..
 
Riccardo: Dai amore, provaci.
Sofia: Ho paura..
Riccardo: Shh.
Iniziò a baciarla sempre con più passione. Caddero a terra dal letto, iniziò a spogliarla. Lo stesso fece lei tremante, era la sua prima volta e la paura non mancava.
Le sue mani scivolarono lungo la sua maglia, gliela tolse lentamente. Fece lo stesso con la sua, poi mille brividi caldi le percorsero la sua schiena non appena le sue dita iniziarono ad accarezzare timidamente i suoi addominali. Gli tolse i pantaloni e gli sfilò anche i boxer, con gentilezza.
Riccardo per non farla sentire troppo in imbarazzo iniziò con le coccole, lei si decise ed aprì le gambe. Lui iniziò a penetrare lentamente in lei ed ecco la prima spinta, lasciò andare dei gemiti di dolore. Poi le spinte si fecero sempre più violente, la ragazza non sentiva più tanto dolore. Ormai era fatta, Sofia aveva perso la sua verginità.

 
Un anno dopo

Stavo correndo, senza una meta o senza un obiettivo. Correvo per sfogarmi perché non c’era nient’altro di meglio da fare. Un anno di noi ed è già tutto finito. E’ passato tutto così velocemente. Correvo sempre più veloce.
Non potevo sfogarmi con nessun’amico perché non ne avevo, lui era stato troppo possessivo nei miei confronti e mi aveva vietato qualunque relazione. Non avrei dovevo permetterglielo, dovevo lasciarlo prima che mi facesse le corna con quella troia.
Decisi di tornare a casa perché domani avrei cominciato una nuova vita. Domani comincerò il liceo classico e ciò vuol dire che mi farò degli amici e affronterò la mia timidezza e mi dimenticherò di lui. Scoppiai in lacrime e giurai a me stessa che quelle sarebbero state le ultime lacrime che avrebbero ricevuto le mie gote.

 
E’ passato più di un anno da quando Danilo mi ha lasciata e non m’importa più niente di lui ma non ho ancora provato l’emozione di innamorarmi di un’altra persona. Adesso c’è altro a cui pensare: da domani non mi ritroverò mai più Sam come compagna di banco, lei ha scelto matematica e io italiano. Lei scientifico e io classico.
D’altronde è così che deve andare perché si arriva ad un certo periodo della propria vita in cui si deve premere il tasto “reset” e si ricomincia tutto e io, stranamente, ho voglia di premere quel tasto e ricominciare tutto da capo, conoscere nuove vite e passare del tempo con loro, cosa c’è di meglio?!
 
« Svegliati tesoro, oggi è il tuo primo giorno di scuola! » mi svegliò mia madre in un sussurro e aprì il balcone, era una bella giornata del 15 Settembre. Lei andò a preparare la colazione e io mi alzai, ammirai il panorama che mi offriva ogni mattino il mio balcone, mi vestii in fretta indossando la mia maglietta preferita che mi aveva portato il mio fratellone dalla Germania, quella dell’hard rock cafè, un paio di jeans e le vans nere e azzurre. Ero una ragazza molto semplice io. Scesi giù e feci colazione in fretta per paura di fare tardi per il mio primo giorno di scuola da liceale. Salutai mamma con un bacio sulla guancia e andai a scuola col motorino.
 
Eccomi arrivata al primo giorno di scuola dopo le vacanze estive, il primo giorno in quello sconosciuto istituto dove avrei dovuto frequentare cinque anni di liceo. Grande, spazioso, pieno di ragazzi e ragazze ma soprattutto ragazze che schiamazzavano come delle ochette.
Finalmente ho trovato la mia classe: I A. Sono già le 8.10 ed è molto tardi perché la campanella dell’inizio delle lezioni è già suonata da dieci minuti. Bussai alla porta ed entrai con molta timidezza, la professoressa che era seduta dietro la cattedra mi salutò e mi invitò a sedermi nell’unico posto libero. Accanto a me c’era una ragazza: capelli castano chiaro, occhi azzurri come il cielo o il mare, un po’ esile e molto semplice ma bella. Mi colpì la sua bellezza che mi faceva sentire impotente dinanzi a lei.
Decisi di presentarmi dato che tutti parlavano tra di loro.
« Piacere Simona » le sorrisi.
« Sofia » rispose lei facendomi un sorriso dolce. Mi fissava, odio le persone che mi fissano perché mi fanno sentire in imbarazzo però lei mi fissava con tenerezza per cui non mi dava affatto fastidio. Decisi di farmi coraggio e farle una proposta.
« Senti Sofia … Visto che dobbiamo passare cinque anni insieme, se tutto va bene, ti va di conoscerci meglio? Se vuoi dopo la scuola potresti venire a pranzare da me e poi usciamo insieme o rimaniamo a casa. Ti v-va? » Le chiesi tutto questo molto imbarazzata.
« Certo Simona, mi farebbe molto piacere » Ammiravo la sua sicurezza quando parlava, lei cominciava a piacermi.
  
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