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Autore: Ed1505    22/04/2004    8 recensioni
Le coste di Alabasta si allontanano e i membri della ciurma di Rufy "cappello di paglia" danno l'addio ad una loro compagna. Ma per una di loro è particolarmente difficile accettare quella separazione. Specialmente se questo la costringe a mostrare le sue debolezze e le sue lacrime. Qualcuno riuscirà a donarle un po' di serenità?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AMORE INFINITO

 

La nave viaggia velocemente, mentre cerchiamo di sfuggire alla Marina Militare. Eppure nessuno di noi se ne preoccupa troppo. Spetterebbe a me il compito di governare la Going Merry, ma non riesco a muovermi di un solo millimetro da dove sono ora. Mi limito a restare immobile, con il braccio alzato, mordendomi un labbro per non far uscire le lacrime. Sento indistintamente la presenza di Rufy, qui, di fianco a me. Vorrei tanto potermi lasciare andare tra le sue braccia, sfogando tutto il mio dolore. Ma so che anche lui sta soffrendo. Tantissimo. Forse, addirittura, più di quanto vorrei. Ci stiamo lasciando alle spalle Alabasta. E una nostra cara compagna, che mai potremo dimenticare. Bibi, la mia migliore amica…Avrei tanto voluto chiederle di venire con noi. Ma sarebbe servito solo a farla soffrire. So che la scelta di rimanere nel suo regno le è costata moltissima fatica. Lei avrebbe voluto venire con noi. Ma in fondo, credo che sia giusto così. Questo è il suo regno, e lei ora deve pensare a ricostruirlo. Anche se già ora mi manca tantissimo…

Sento gli altri muoversi sul ponte. Si stanno occupando loro della nave. Meno male. Io non riesco ancora a muovermi. Ma non sono l’unica. Sento ancora la presenza di Rufy al mio fianco. Stai male, vero Rufy? Non avresti voluto lasciarla andare…Perché? Perché era tua amica? Perché era una tua compagna? Un membro della tua ciurma? O perché, senza che io me ne rendessi realmente conto, avevi cominciato a ricambiare i forti sentimenti che provava per te? E’ così? Hai forse aperto il tuo cuore a quel sentimento tanto doloroso che è l’amore? Sei forse caduto anche tu nella trappola di quello straziante sentimento che ti devasta il cuore? Mi dispiace. So bene quanto fa male, Rufy. So quanto fa male amare qualcuno che non puoi e non potrai mai avere. Lo so da quando sono su questa nave…con te…Da quando ho accettato l’idea di essere soltanto tua amica. La tua migliore amica. Mi volto leggermente verso di te…Ed incrocio il tuo sguardo. Mi stavi fissando. I tuoi occhi sono lucidi. Come i miei, lo so. Anche tu, Rufy, vorresti abbracciarmi? Magari nella speranza di trovare conforto nella tua più cara amica? Vorrei davvero essere in grado di aprire semplicemente le braccia ed accoglierti. Ma non ce la faccio. E’ troppo doloroso. Sto già soffrendo per aver detto addio a Bibi…Sentirti piangere per lei mi stroncherebbe definitivamente…Abbassi lo sguardo. Perdonami. Non avrei mai voluto negarti il mio sostegno. Spero solo che tu non mi odi, capitano. Perché io ti amo con tutto il mio cuore.

Rufy si allontana. Lo vedo andare verso gli altri. E’ tornato il solito di sempre. Eppure, ancora io non riesco a muovermi. Il braccio mi fa male, ormai, quindi lo abbasso. Ma resto a testa bassa, a fissare il pavimento. A pensare a quante volte io e Bibi abbiamo passato la notte a chiacchierare…O a ridere…O a scherzare…Sentirò davvero moltissimo la sua mancanza. Però devo farmene una ragione, e andare avanti. Come ho sempre fatto. Come ho superato la morte di mia madre…come ho superato la separazione da mia sorella…come ho superato la consapevolezza di non poter essere ricambiata dal ragazzo che amo con tutta me stessa…Supererò anche questo. Sì, ce la farò. Però…ho davvero una voglia matta di piangere…Nojiko…vorrei averti qui con me…Mi manchi tanto anche tu, sorellina…Trascinando i piedi ed ignorando le urla degli altri che tentano di schivare i colpi della Marina, mi dirigo nella mia cabina, chiudendomi la porta alle spalle. Appena in tempo. Un istante dopo crollo sul mio letto, in preda ai singhiozzi e ad un pianto disperato.

 

TOC TOC

“Nami?”

Qualcuno mi chiama. Hanno bussato alla porta. Alzo la testa e mi guardo intorno. Sono nella mia cabina, devo essermi addormentata. Mi alzo, stropicciandomi gli occhi.

“Sì?”

“Nami, è pronta la cena. Vieni a mangiare?”

Cena. E’ già sera. Devo aver dormito parecchio. Non ho molta voglia di mangiare. Tuttavia il mio stomaco reclama del cibo, quindi mi alzo ed esco. Chopper mi guarda, un po’ preoccupato. Gli sorrido. Va tutto bene. L’aria fresca della sera mi toglie gli ultimi residui di sonno. Raggiungo gli altri, già tutti seduti attorno al tavolo. Rufy è già alla sua terza porzione di carne, come testimoniano i piatti vuoti davanti a lui. Ridacchio. Lui alza lo sguardo e mi dona uno dei suoi soliti sorrisi colmi di allegria. Che attore nato, quel ragazzo…forse anche più di me…

“Nami, era ora! Se non ti sbrighi, qui finisce tutto!”

“Rufy, mi auguro che tu non ti sia mangiato anche la mia porzione!!”

“Tranquilla, Nami cara! La tua porzione l’ho difesa io con il mio corpo!”

“Grazie, Sanji. Sei un tesoro!”

Il biondo cuoco comincia a svolazzare per la cucina, in mezzo ad un mare di cuoricini, quando gli strizzo l’occhio.

La cena procede normalmente. Tutti ci sforziamo di essere allegri e di non pensare a Bibi. All’improvviso mi rendo conto che Rufy non è seduto al solito posto. Si è messo di fianco a me, dove di solito sedeva la giovane principessa. Non posso fare a meno di guardarlo e sorridergli. Sicuramente lui vorrebbe farmi credere che si tratti di un caso, ma so che queste sue accortezze sono più che volute. E’ un ragazzo davvero sensibile. Mi chiedo perché cerchi in tutti i modi di non darlo a vedere…

Terminata la cena comincio a lavare i piatti. Fatalità, oggi sarebbe stato il turno mio e di Bibi…Sanji si ferma ad aiutarmi. Sono tutti così gentili, con me…Si preoccupano che io non soffra troppo. Voglio davvero un bene immenso a questi pazzi scatenati…A tutti. Sono come una seconda famiglia, per me.

Esco sul ponte, seguita da Sanji. Gli altri sono tutti lì. Rufy è seduto sulla polena e fissa l’orizzonte. Zoro è seduto per terra, con la schiena posata sul legno della nave. Anche lui guarda nella stessa direzione del nostro capitano. Così come fanno Usop e Chopper, in piedi vicino alle porte delle cabine. Sanji li raggiunge, imitandoli, ed io faccio lo stesso, appoggiandomi vicino alla polena. Il più vicino possibile a Rufy. Stiamo in silenzio, consapevoli che in un momento come questo non c’è nessun bisogno di parlare. Siamo sei persone distinte, completamente diverse le une dalle altre, ma i nostri cuori battono all’unisono. Siamo amici, compagni, fratelli…Siamo la ciurma di Monkey D. Rufy. La migliore che si possa desiderare…

 

E’ notte fonda. Saranno le due, o le tre. Non riesco a dormire. E’ passato molto tempo dall’ultima volta che ho dormito sola. Praticamente da quando siamo entrati nella Rotta Maggiore. Fino a ieri c’era sempre Bibi, con me. Ed anche Karl. Questo silenzio sembra quasi innaturale. Non sento nemmeno i ragazzi che russano e borbottano nel sonno. Probabilmente sono troppo stanchi, dopo le difficile battaglie di oggi contro la Marina. No, non ce la faccio a stare qui. Questo silenzio è troppo, per me. Mi fa sentire ancora più sola. Meglio uscire. Forse, l’aria fresca della notte mi tirerà su. E mi concilierà il sonno.

La luna è fantastica. Questa sera il cielo è limpidissimo e luna e stelle sembrato tanto vicine da poterle toccare. A fatica reprimo l’impulso di alzare il braccio per afferrarle…Sarebbe bello poter prendere una stella, confidarle il mio più grande segreto, e ridonarla al cielo, lasciandola splendere per l’eternità, custode dei miei più intimi sentimenti…

“Nami…?”

Sobbalzo. Non mi ero assolutamente accorta della presenza di qualcun altro sul ponte. Mi volto verso la voce. Rufy è al mio fianco, e mi fissa. Sul suo volto uno sguardo leggermente preoccupato, molto diverso dalla sua solita espressione.

“Rufy…Che fai in piedi a quest’ora?”

“Avevo fame e mi sono svegliato. E tu?”

“Sempre il solito…Io non riesco a prendere sonno. Ho dormito troppo oggi pomeriggio.”

“Capisco…”

Mi muovo verso il centro del ponte e mi siedo a terra. Lui resta fermo per qualche istante, poi mi imita, sedendosi dietro di me. Lo guardo da sopra la spalla.

“Beh? Non avevi fame?”

“Ho già mangiato. Ora mi è passato il sonno. E mi è venuta voglia di guardare le stelle.”

“Contento te…”

Rimaniamo in silenzio. Entrambi ci voltiamo le spalle, ma non oso muovermi di un millimetro. Se lo facessi, ci ritroveremmo schiena contro schiena. Un atteggiamento troppo intimo per una come me, che ha sempre cercato di tenere a distanza le altre persone. Beh, certo, prima di conoscere Rufy…

“Sai, quando ero piccolo guardavo spesso le stelle.”

Per un istante penso che stia parlando a qualcun altro. Poi ricordo che sul ponte ci siamo solo noi due.

“Davvero? Anche tu avevi un passatempo così normale?”

“Certo che sì! Guarda che anch’io sono stato un bambino come gli altri!”

“Proprio come tutti gli altri?”

“Beh, forse uguale agli altri no…Ma comunque un bambino!”

“Sì, ho capito, ma non ti scaldare! Stavo solo scherzando!”

“Uhm…Comunque, io ed Ace, da piccoli, passavamo spesso la notte a fissare le stelle. Beh, fino a che non mi addormentavo, almeno. Allora Ace mi portava a letto in braccio.”

Incredibile. Proprio come accadeva a me…Decido di raccontargli qualcosa. In fondo, lui mi sta, in un certo senso, aprendo il suo cuore. Mi sta parlando del suo passato, cosa che mai aveva fatto fin’ora.

“Sai, anche a me capitava. Restavo a guardare le stelle, per poter disegnare le cartine. Poi però mi addormentavo e mia madre o mia sorella mi portavano dentro casa.”

“Oh…Tua madre com’era?”

Questa domanda mi coglie alla sprovvista. E’ incredibile che Rufy mi faccia domande sul mio passato. Prima d’ora non aveva mai voluto sapere niente. Però il tono non sembra quello della persona che vuole indagare sul mio passato. Sembra davvero voler sapere com’era mia madre.

“Beh…ecco…non saprei dirti…Diciamo che…era una madre completamente fuori dal comune. Completamente al di fuori degli schemi. Ecco, l’esatto opposto di una madre normale.”

Resta in silenzio. Magari si è addormentato. Che scemo, prima mi fa una domanda e poi si addormenta mentre gli rispondo! Ma lo sento muoversi. Allora non sta dormendo.

“Capisco. E, dimmi…com’è una madre “normale”?”

Questa domanda mi lascia ancora più interdetta. Che diavolo significa? Una madre normale è una madre normale! Però mi viene un dubbio atroce. Ha detto che stava a guardare le stelle con Ace. E che poi lui lo portava a letto. Ma non ha mai parlato di genitori o cose simili.

“Rufy…Tu…come sono io tuoi genitori?”

“Non lo so. Io non li ho mai conosciuti. Sono morti subito dopo la mia nascita.”

Ha detto questa frase con il suo solito tono spensierato. Come fosse una cosa normalissima. Non l’avrei mai immaginato.

“Ma…Ma tu con chi sei cresciuto?”

“Con Ace.”

“Ma Ace ha solo tre anni più di te. Non può essersi preso cura di te da solo!”

“Tutti gli abitanti dell’isola dove vivevo ci hanno aiutato. Chi si è più preso cura di noi è stata la famiglia di Makino, la proprietaria della locanda. I genitori di Makino volevano molto bene a me ed Ace, ci consideravano quasi come dei figli. Poi, però, quando avevo sette anni, Ace decise che potevamo andare a vivere da soli. Un paio d’anni dopo sono morti anche i genitori di Makino. E allora io e Ace abbiamo cominciato a vivere con lei. Poi, cinque anni dopo, Ace è partito. E tre anni dopo ancora sono partito io.”

Sono stupefatta. Non avrei mai creduto che un ragazzo sempre allegro e spensierato come Rufy nascondesse un simile passato. E’ vero che tutti noi che facciamo parte della sua ciurma abbiamo passati non indifferenti…Ferite che ci portiamo dietro da anni ed anni…Però lui…Non so…ha sempre dato l’idea di una persona che non ha nessuna preoccupazione, che è sempre stato felice. Mi dispiace molto avergli chiesto queste cose. Probabilmente ho riaperto in lui vecchie ferite…

“Scusami, non avrei dovuto chiedertelo…”

“E perché no, scusa? In fondo siamo amici, e se volevi saperlo è giusto che tu me l’abbia chiesto. Non vedo perché tra noi dovrebbero esserci misteri…Certe cose rischierebbero solo di creare problemi alla nostra amicizia, ed io non lo voglio.”

La sua naturalezza è quasi disarmante…In tutta la mia vita non ho mai conosciuto una persona come lui, che dice tutto quello che pensa. E che dice cose estremamente dolci con estrema semplicità…A stare qui con lui mi sto innamorando ancora di più…Strano. Non credevo fosse possibile amarlo più di così…

Comunque, è bello essere qui con lui. Non l’ho mai sentito così vicino come stasera. Nemmeno quando eravamo al mio villaggio…Nemmeno quando ha scalato il monte di Drum per portarmi da un medico…Sento tutti i miei muscoli rilassarsi. Pian piano mi lascio andare e appoggio la mia schiena contro la sua. La sensazione di solitudine che avevo prima è del tutto scomparsa. Solo lui, tra tutta la gente che ho conosciuto, riesce a farmi sentire così. Così serena, così al sicuro, così…così felice. Fino a poco tempo fa, ero convinta che non sarei mai più potuta essere felice in vita mia. Certo, continuavo a raccogliere i soldi per comprare ad Arlong il mio villaggio…Ma in fondo non ci avevo mai creduto veramente. Dentro di me, seppure inconsciamente, avevo sempre saputo che non mi avrebbe lasciata libera di sua spontanea volontà. E quindi ero rassegnata a vivere per sempre in schiavitù. Poi, però, un giorno, ho conosciuto uno stranissimo ragazzo. E’ piombato giù dal cielo, salvandomi da alcuni pirati che mi inseguivano. Ed è entrato burrascosamente nella mia vita. E, successivamente, nel mio cuore. Da allora, non vi è più uscito. Né dall’una né dall’altro. E mai ne uscirà, soprattutto dal mio cuore. Lui mi ha restituito il mio villaggio, la mia gente, mia sorella…Ma non solo questo. Mi ha restituito la gioia di vivere, la libertà…ed il sorriso. Incontrare Monkey D. Rufy mi ha donato tanta, tantissima felicità. Sono vere le parole che mi disse Nojiko la sera prima della mia partenza da Cocoyashi.

“Ringrazia quel moccioso di gomma da parte mia, Nami. Ringrazialo per avermi restituito ciò che ho di più prezioso. Mia sorella ed il suo sorriso.”

Attraverso la sua schiena, sento che anche Rufy si rilassa, poggiandosi leggermente a me. Ma non del tutto. Forse teme di pesarmi troppo. Sorrido, pensando a come queste sue premure dimostrino che non è affatto quell’ingenuotto insensibile che tutti credono. Tutti tranne noi della sua ciurma, ovviamente. E restiamo così, schiena contro schiena, in silenzio, semplicemente a guardare le stelle. Insieme.

 

Delle forti braccia mi sostengono. Qualcuno mi sta tenendo in braccio. Una sensazione già provata tante volte. Sì, è come quando Bellemer mi portava a letto, se mi addormentavo sotto le stelle. Mi stringeva teneramente tra le sue forti braccia e mi trasportava con delicatezza. In quell’abbraccio potevo sempre avvertire tutto il suo amore per me. A volte, fingevo di dormire solo per farmi abbracciare così. Non mi ero mai resa conto quanto tutto questo mi mancasse. Sento le lacrime salirmi agli occhi. Ma Bellemer non è più in questo mondo. Non può essere lei. Che sia forse un sogno? No. Sento chiaramente il cuore di qualcuno battere vicino al mio orecchio, posato sul petto di chi mi sta trasportando. Ed un profumo vagamente familiare, come di bambino…Chi è? Perché stare tra le sue braccia mi dà queste sensazioni di profonda gioia? Sento il rumore di una porta che sbatte. E poi la mia testa che sia allontana da quel petto e le forti braccia che mi adagiano delicatamente sul letto. Quella stessa persona, poi, mi toglie i sandali e mi copre con il lenzuolo. E’ davvero tutto uguale a quando ero bambina. Mi decido ad aprire gli occhi. Sono nella mia cabina. E in piedi, al mio fianco, c’è Rufy, che mi guarda sorridendo. Allora erano sue quelle braccia. Ed anche quel petto. Avverto le mie guance diventare incandescenti. Sono stata tra le sue braccia…quanto l’ho desiderato!

“Scusa, non volevo svegliarti.”

Scuoto la testa.

“Scusami tu. Potevi anche lasciarmi sul ponte.”

“Rischiavi di prenderti un raffreddore. E’ vero che ora abbiamo Chopper, ma non voglio più dovermi preoccupare per te come è accaduto quando stavamo arrivando a Drum.”

Forse è per colpa del sonno o perché mi sono appena svegliata, ma l’espressione di Rufy sembra diversa. Anche il tono della sua voce è strano. Sembra molto più dolce del solito…

“Grazie…”

Sorride, come al suo solito, a centocinquanta denti.

“Figurati.”

Resta ancora vicino al mio letto. Non si muove. E io ne sono contenta, non voglio che se ne vada. Voglio che resti con me. Sempre.

“Rufy…”

“Dimmi?”

“Tu…Sei molto dispiaciuto di aver lasciato Bibi ad Alabasta…vero?”

Sembra sorpreso dalla mia domanda. A dire il vero la sua espressione è sempre la solita, impenetrabile. Ma ormai, passando ogni giorno al suo fianco ed osservandolo di continuo, ho imparato a comprenderlo.

“Beh, mi dispiace, certo. Bibi è diventata nostra amica e ormai la consideravo un membro effettivo della ciurma. Non è così anche per te, forse?”

“Per me è diverso. Io le volevo bene. Era la mia migliore amica. Era speciale, per me.”

“Già. L’avevo capito. Eri davvero abbattuta, oggi.”

“…Anche tu, però. Lo eri davvero molto…Sei rimasto per molto tempo con il braccio alzato…”

Mi volto. Non riesco a trovare il coraggio di guardarlo in faccia. Mi sento crudele a parlare in questo modo. Ingiusta. Sia nei confronti di Bibi che in quelli di Rufy. Mai avrei creduto di poter essere tanto gelosa.

“Beh, sì. Effettivamente, ero davvero preoccupato.”

“Preoccupato?”

“Sì. Tu…non ti avevo mai vista tanto triste. Sembravi voler piangere. E quando ti ho guardato…e tu hai ricambiato il mio sguardo…Ho visto che avevi gli occhi pieni di lacrime. Avrei voluto dirti di sfogarti, che potevi fare affidamento su di me. Ma tu ti sei voltata da un’altra parte. Mi è dispiaciuto molto. Io vorrei che tu ti fidassi di me, Nami. Vorrei che capissi che puoi sempre venire da me, se stai male o ti senti triste.”

Forse ho capito male. O forse sto soltanto sognando. Sì, dev’essere così. Mi sono addormentata appoggiata a Rufy ed ora lo sto sognando. Lui…era preoccupato per me…Per questo aveva quell’espressione! No…non ce la faccio…Non posso più resistere, a questo punto. Le lacrime cominciano a scorrere sul mio viso. Continuo a restare voltata da un’altra parte, ma probabilmente lui se n’è accorto ugualmente. Infatti, ecco che avverto un tocco gentile sulla mia testa. E’ la mano di Rufy. Mi volto leggermente e vedo che si sta sedendo sul bordo del mio letto. Mi sorride ancora.

“Nami, so che tu hai paura di aprirti alle altre persone. Però puoi fidarti di me. Io non voglio farti soffrire. Io voglio solo che tu continui a sorridere, così come hai sempre fatto. Perché sai…il tuo sorriso è anche il mio sorriso. Se tu sorridi, mi sento felice anch’io.”

D’istinto mi getto tra le sue braccia. E piango, piango a dirotto. Sento le sue braccia avvolgermi in una stretta protettiva. Vorrei restare così per tutta la vita…Respiro a pieni polmoni il suo profumo…Voglio imprimermelo nella mente e non scordarlo mai più. Voglio che il ricordo di questi momenti mi tenga compagnia, d’ora in avanti, nelle mie notti solitarie.

Restiamo abbracciati per cinque minuti, fino a che non mi sono sfogata del tutto. Allora mi separo leggermente da lui, guardandolo negli occhi. Ecco la solita espressione impenetrabile…Ma poi cambia, quando mi sorride con dolcezza.

“Va meglio, ora, vero?”

Annuisco, senza riuscire a impedirmi di arrossire. Rimango con le braccia attorno al suo collo e nemmeno lui toglie le sue dalla mia vita. Vorrei tanto riuscire a dirgli ciò che provo. Vorrei potergli dire in faccia, con tranquillità, che lo amo con tutta me stessa. Che lo considero la persona più importante di tutta la mia vita. E che vorrei restare al suo fianco per l’eternità. Ma non ci riesco. Non so cosa sia più forte, in me. Se l’imbarazzo o l’orgoglio. Però devo assolutamente trovare il modo per fargli sapere ciò che sento. Assolutamente. Lo fisso ancora negli occhi. E l’unica cosa che riesco a fare è chiudere i miei e posare le mie labbra sulle sue. Forse, in questo istante, ho commesso il più grave errore di tutta la mia vita. Forse, in questo istante, io ho perso in un colpo solo migliore amico, capitano e ragazzo che amo. Ma non me ne pento. Ho passato gli ultimi mesi a desiderare di avvertire quelle labbra sulle mie. Ed ora che finalmente è accaduto, non posso pentirmene. Rimaniamo attaccati per qualche istante. Poi mi separo da lui, togliendo anche le braccia dal suo collo. Lui mi guarda decisamente sorpreso. Questa volta non è affatto difficile interpretare la sua espressione. Non l’ho mai visto tanto stupito. Non riesco a reprimere una piccola risata. Con quell’espressione sul volto è troppo buffo. Subito, però, cambia. Mi sorride ancora. E mi stringe di più a sé. Tocca a me guardarlo sorpresa. Ma non per molto. Dopo pochi istanti, le nostre labbra si uniscono di nuovo, in un bacio più profondo e più appassionato. Quando si separa, posa la sua fronte sulla mia e sospira.

“Temevo non sarebbe mai accaduto…Ih ih!”

Ride, lui. Io sto per morire e lui ride. Che diavolo significa tutto questo?! Rufy mi ha baciata! E più io mi stupisco, più lui ride! La situazione sta diventando insostenibile. Capisco che la mia faccia stupita ed imbarazzata possa essere divertente, ma non è affatto carino ridermi in faccia in quel modo! Rufy è piegato in due e si tiene stretta la pancia. Per calmarlo non posso fare altro che tirargli uno dei miei soliti pugni in testa. Finalmente comincia a calmarsi e mi guarda, con le lacrime agli occhi.

“Rufy, smettila! Perché diavolo ridi in quel modo?!”

“La tua espressione era troppo buffa, Nami! E poi sono troppo contento, non riesco a trattenermi!”

“E perché cavolo saresti così contento?”

“Perché io ti amo!”

Basta. Il mio cervello ormai è scollegato del tutto. Rufy mi ha confessato di amarmi. E l’ha fatto ridendo! Non so se essere felice e quindi baciarlo o se arrabbiarmi e picchiarlo. Ma la gioia è troppo grande. La rabbia è nulla al confronto. Quindi gli do una lieve spinta e poi lo abbraccio, baciandolo con tutto l’amore di cui sono capace. Che, vi assicuro, è davvero infinito.

 

FINE

 

Dall’autrice: 22/04/2004 Ecco qui la mia ennesima Runami…Credo non mi stancherò mai di scriverne…Forse perché si tratta di una coppia a mio parere fantastica. Questa volta l’ho scritta in prima persona. Volevo provare ad evidenziare i pensieri ed i sentimenti di Nami. Soprattutto quelli provati vedendo Rufy comportarsi in quel modo davanti alla separazione da Bibi. Non so se è venuta come la volevo, ma spero di sì.

Ad ogni modo, questa fanfic la dedico tutta ad una persona speciale, in un giorno altrettanto speciale. Un anno fa, proprio in questo giorno, cominciai a scambiare e-mail con colei che è poi diventata la più cara amica che abbia mai avuto. Nonché la mia adorata sorellina. Quindi, carissima sis Enrica, è tutta per te. Creata apposta per festeggiare questo giorno. Ti voglio un bene dell’anima…Forever sis & friends…

Serenella - Ryuen

  
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