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Autore: SkyScraperI3    04/04/2012    13 recensioni
Lunghi capelli neri, occhi di un marrone cioccolato, un sorriso che fa invidia al sole, Janet era la nuova attesissima desiderata ragazza al Roundview Highs School di Londra. Tutti coloro che frequentavano quella scuola sapevano dell'arrivo di Janet, cugina di uno dei ragazzi più amati e stronzi del liceo.
E Janet odiava Londra.
Erano due persone che non si conoscevano ma che non trovavano compatibilità con l'altro, e quando si è testardi, orgogliosi e anche un po' acidi, non si lascia correre, ci si batte, si litiga. Ed è esattamente ciò che Janet e Liam facevano tutti i giorni, tutto il giorno.
**
Gli equilibri in una scuola sono precari, particolari ed intrecciati. E quella scuola di equilibri ne aveva tanti, pronti a crollare con un attimo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La sveglia suonò ma nulla mosse Janet a spegnerla, aprì piano l'occhio sinistro e lo richiuse subito dopo, si portò le mani al viso e si diede un buffetto per svegliarsi.
Riprovò ad aprire gli occhi e guardò l'ora: le sei e mezzo.
Con lentezza scostò le coperte e, rabbrividendo, si alzò dal letto. Aprì le tende e storse il naso.
-Stupida, grigia e noiosa Londra- spalancò la finestra per far entrare un po' d'aria e, ancora una volta, fece una smorfia di disapprovazione.
Qualcuno bussò alla porta e senza nemmeno aspettare una risposta, aprì la porta
-Buongiorno piccola- la testa brizzolata del padre fece capolino dalla porta, Janet sorrise e salutò il padre – come va? Agitata?-
-Annoiata, piuttosto- replicò chiudendo la finestra
-Da Londra?- lei annuì e si sedette sul letto con un sorriso nostalgico
-Se fossimo ancora a Lione in questo momento Cherie sarebbe sotto casa a suonare il citofono- ridacchiò e poi continuò – e tu le avresti aperto la porta e l'avresti fatta accomodare a tavolo e poi io sarei scesa dalla...-
-Amore, ormai siamo qui- la ragazza fece spallucce e si alzò
-Devo abituarmi a Londra- sentenziò come se fosse la cosa più complicata del mondo, il padre annuì e la lasciò da sola.
Il fatto è che Londra poteva anche piacerle, la città non era male ma la gente che c'era.. rabbrividì al pensiero e pensò agli amici del cugino.
Riportando alla memoria i vecchi tempi, i suoi vecchi amici, il suo vecchio ragazzo e alla nuova giornata che le si prospettava nella nuova città, si vestì e scese a fare colazione. Afferrò un toast e estrasse dalla borsa il suo telefono
“Arrivo fra due minuti” sorrise e stampò un bacio sulla guancia dei genitori, correndo verso il giardinetto.

 

-Benvenuta a scuola- ridacchiò Zayn guardando la faccia di Janet davanti al grande edificio dalle mura bianche
-Scherzi!?- lui scosse la testa e sorrise ancora una volta – è enorme! Non imparerò mai com'è fatta e dove sono le aule-
-Hai me come guida, Janet, calmati- la mora sbuffò e si aggiustò la tracolla sulla spalla destra.
Un paio di ragazzi si avvicinarono ai due, urlando e ridendo si fiondarono su Zayn mentre si davano leggeri cazzotti sulle spalle in segno di affetto
-Cazzo, ci sei mancato Malik!- rise uno dei due portandosi una mano ai capelli ribelli e riaggiustandoli, per quanto quella massa di capelli neri potesse essere aggiustata, Zayn rise e si sistemò il ciuffo di capelli neri come la pece: era un vizio!?
-Com'è andata la vacanza in Francia? E il campeggio? Minchia, sono mesi che non ci sentiamo, accendilo il telefono se ti capita- affermò un altro accanto a quello dai ricci ribelli; Janet ridacchiò e strinse fra le mani il telefono, Zayn scosse la testa e continuò a parlare – Non sono sparito. Comunque la vacanza in Francia, bene, il campeggio pure, il resto dell'estate a studiare, purtroppo- gli amici lo presero in giro per l'ultima affermazione e lui li ignorò.
Nessuno dei due amici di Zayn sembrava essersi accorto della presenza di Janet che era rimasta ad assistere alla scena timidamente, la stavano letteralmente ignorando troppo presi dal raccontare le ragazze che si erano fatti durante l'estate, o la gente che avevano conosciuto.
-Ma non doveva esserci tua cugina?- inziò il moro guardando Zayn interrogativo – ne parlano tutti e chi l'ha già adocchiata dice che sia una...- Zayn puntò un dito dietro le sue spalle, e i due amici si sporsero un po' per vederla.
Janet alzò la mano in segno di saluto e sorrise imbarazzata, il riccio si portò una mano alla fronte e la mora non riuscì a trattenere una risata. Quel ragazzo sembrava uno spavaldo, ma era più imbranato di lei.
Sorrise ancora una volta e strinse i libri, che portava in mano, al petto. L'amico del riccio si avvicinò alla ragazza e abbozzò un sorriso imbarazzato
-Ciao, tu sei..?- lei alzò un sopracciglio contrariata
-Janet, piacere-
-Piacere, Liam- le porse la mano e attese che lei l'afferrasse. Non appena lei lo fece, la strinse dolcemente fra le sue e le sorrise.
-Io sono Harry- disse quello dai capelli indomabili, le sorrise e lei ricambiò.
Le piacevano quei due, le sembravano simpatici meglio di come se li era immaginati, e poi sorridevano spesso e Janet amava le persone che le rivolgevano sorrisi.
Zayn si schiarì la voce e prese la cugina per mano
-Non fatele fare tardi il primo giorno di scuola- la trascinò via sotto gli occhi degli studenti più ritardatari e la portò in segreteria, dove una donnona dalla faccia simpatica le consegnò i suoi orari e una piantina per orientarsi meglio nella scuola.
Su di questa erano sottolineate le aule più importanti, e una colpì particolarmente l'attenzione della ragazza, era in fondo ad un corridoio dove non c'erano disegnate altre porte, e ci avevano scritto in rosso: detenzione.
Janet arricciò il naso e indicò con l'indice quel punto della cartina
-E' tanto importante qui la punizione?- Zayn rise e annuì
-Ogni giorno ci finiscono almeno sei o sette persone, il che è strano per una scuola del genere, sembriamo tutti figli di papà, precisini, perfettini e invece...-
-Siete ribelli- rise dandogli un leggero cazzotto che il ragazzo incassò perfettamente.
La accompagnò all'aula di Letteratura e si allontanò, seguito dagli sguardi di tutte le ragazzine che gli andavano dietro.
Entrò nella classe e si trovò lo sguardo del professore puntato addosso
-Lei dev'essere...-
-Janet- lo interruppe lei prima che dicesse il suo cognome, non voleva essere conosciuta come 'la cugina di Zayn Malik'. L'uomo, un quarantenne grasso dall'aria triste e sola, le indicò una sedia e si andò a sedere lì dove stabilito.
Si guardò attorno e vide un biondino seduto accanto a lei.
Nascondeva il viso fra le braccia, ma era chiaramente visibile un livido violaceo all'altezza dell'occhio. Janet aggrottò le sopracciglia e maledisse chiunque avesse procurato quel segno a quel biondino che sembrava tanto carino.
-Quindi la signorina Malik- metà classe si girò verso di lei – ci vuole dire a che punto del programma di Letteratura era arrivata a Lione?- Janet sbuffò senza farsi vedere e, al segno del professore, si alzò in piedi sotto gli occhi di tutti, ancora.
-Siamo arrivati ai sonetti di Shakespeare- rispose con aria scocciata
-E' un peso per lei rispondere alle domande che le pongo?- Janet scosse la testa
-No, non lo è- il professore sorrise e continuò, come se quel 'no' lo avesse convinto a sottoporre la ragazza ad un questionario
-E qual è il suo preferito?-
-Il diciotto- rispose lei scocciata
-E vuole ripetercelo?- quel professore era di una noia assurda, e qualcosa spinse Janet ad agire come non avrebbe mai fatto a Lione. Perchè quel trasferimento l'aveva cambiata, o meglio voleva che i suoi capissero che non sarebbe stata simpatica, dolce e carina come quando erano a Lione.
-E' un'interrogazione il primo giorno di scuola?- il professore arrossì un poco e scosse la testa, Janet sorrise strafottente e continuò, con
un tono ancora più polemico – non mi sembra carino interrogare la nuova arrivat...-
-Quindi non lo ripeterà!?- Janet rimase impassibile e non rispose alla domanda.
-Bene, sarà felice di inaugurare la nostra aula di punizioni- si risedette alzando gli occhi al cielo e incrociò le braccia al petto. - E qualcuno le farà sicuramente compagnia- continuò alzando il tono di voce di un'ottava avvicinandosi al biondino accanto a lei, sbattè un libro sul banco e quello si alzò, colto di sorpresa, balbettando questa scusa – già due persone sbattute in punizione- ritornò alla cattedra iniziando a parlare del sonetto 18 di Shakespeare, il preferito di Janet.
Poche aule più in là, una noiosa, noiosissima lezione di Francese andava avanti ormai da un quarto d'ora.
I sedici banchi che occupavano l'aula stretta erano tutti occupati, tranne uno. Il quarto della fila della finestra, di solito occupato da un ragazzo strampalato che tutti ammiravano per il suo senso dell'umorismo e la sua capacità nel recitare ma che, sotto sotto, era ad un passo dall'essere preso di mira dal gruppo dei “fighi” della scuola, come quel biondino nuovo.
Il ragazzo coi capelli castani correva nel corridoio con un'unica direzione: l'aula di francese.
Era già in ritardo e sicuramente la professoressa non avrebbe accettato un ingresso così tardi.
Spalancò la porta, con il fiato corto dovuto dalla corsa e sorrise affabile all'insegnante
-Bonjour.. je.. ehm.. mi dispiace- la professoressa gli rivolse uno sguardo che lo attraversò da parte a parte, come solo quella donna sapeva fare
-Buongiorno Tomlinson, punizione in primo giorno, veramente bravo. Tornatene pure a teatro, così non disturberai la lezione- uscì dall'aula e rimase a vagare per i corridoi, da solo.
Una punizione? Di già? Bel modo per cominciare l'anno, Louis.

 

-Signora preside, capisca che io, Harry e Liam non abbiamo colpe in ciò che è successo-
Zayn aveva quel tipo di sorriso adattabile ad ogni situazione: felice, provocante, malizioso, sconsolato, tenero e, come in quel momento, innocente.
-Malik è la seconda volta che chiudiamo un occhio su questi episodi, è chiaro che dopo un'altra segnalazione l'accaduto non può essere assolutamente ignorato- disse la donna, sul punto di cedere agli occhi di Zayn, lui si sedette di fronte a lei e sospirò, visibilmente commosso
-Veramente, noi non abbiamo fatto nulla-
-Sembra sincero, Malik.. Per oggi vi prendete soltanto una punizione, poi vedremo come agire- il ragazzo si alzò soddisfatto e uscì dall'ufficio della preside sorridente.
-Sono un genio, ditelo- gli amici lo guardarono interrogativi, sperando in una buona notizia – una punizione solo per oggi- sorrisero, poi urlando e ridendo si allontanarono verso il cortile.



erre's space
ecco qui il secondo capitolo (giura D:)
BUONE VACANZEEEEE yeeee.
Okay, allora 11 recensioni #lemmedieplease vi amo.. sìsì
Allora questo è il secondo capitolo che è un poco inutile, però è bello perchè è il primo giorno di scuola quindi appaiono altri personaggi oltre a Zayn e Janet *veramente Frà, sei perspicace stasera D:*
recensite, daaai.<3

  
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