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Autore: _Luna_    04/04/2012    4 recensioni
Questa storia è ambientata dopo Il principe Caspian! Non riuscivo a sopportare l'idea che Susan lo abbandonasse per sempre, così ho voluto dare una seconda opportunità a questa coppia! Spero vi piaccia :3
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caspian, Edmund Pevensie, Susan Pevensie, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Passò una settimana dal tentato assassinio del re e della regina. Del nemico però nessuna notizia e il sollievo nel regno aumentava. Si diceva che fosse stato il coraggio di Caspian a far intimorire i mostri e la strega Bianca. Così, una volta terminata la discussione sulla fantomatica guerra, la città iniziava a parlare di un probabile matrimonio tra il re e la regina Susan. Ma il giovane per allora voleva solo trovare il suo assassino e catturarlo. Non si sentiva affatto al sicuro con un omicida in giro per la città, pronto a riprovarci. Conet gli riferiva che solitamente, dopo il pranzo, Edmund si rintanava nella sua stanza e non ne usciva se non dopo due ore esatte. Si era convinto che quell’assenza probabilmente serviva a mandare dei messaggi a Jadis e aveva tentato di far introdurre il soldato nella stanza ma con scarsi risultati. L’inquietudine però cresceva mentre un’altra settimana era passata. I rapporti tra lui e i fratelli della sua amata si stavano facendo abbastanza tesi. Edmund probabilmente si era accorto dei vari sguardi indagatori di Caspian e lo trattava con indifferenza, Peter lo voleva sbranare ogni volta che lo vedeva. Solo le due ragazze si comportavano gentilmente: Lucy gli sorrideva mentre Susan gli dava tutto il sostegno morale ( e fisico ) di cui avesse bisogno. All’alba del sedicesimo giorno un paggio sudato e preoccupato corse verso la camera del re. Le guardie lo fecero passare così bussò alla porta.
« Sire! Ci attaccano! »
Stava facendo un bel sogno: era una bella giornata assolata e stava camminando con Susan sotto gli alberi vicino al palazzo. C’era un po’ di vento fresco che portava il profumo dei fiori che erano nati da poco. Si era alzato sulle punte dei piedi e aveva colto un fiore blu che sfumava andando verso il centro, di un profumo inebriante. Glielo posava tra i capelli, attento a non farlo cadere, e le dava un bacio. Poi le sussurrò all’orecchio « Susan. Non so come funziona da te, nel tuo mondo » si sentiva impacciato e aveva paura « Sai…non so…magari è diverso…» sentiva le guance diventare rosse « Io, ecco… si, allora, Susan. Vuoi sposarmi? »
Si svegliò di colpo e vide un paggio del suo castello che lo guardava ansiosamente « Maestà! Tra un’ora saranno qui! » sentì che la paura si era impadronita di lui e pensò di essere solo, di essere l’unico che doveva combattere contro i mostri e la Strega Bianca. Guardò con dolcezza Susan che dormiva ancora profondamente così ritornò calmo e ordinò al paggio « Ordina al primo soldato che trovi di venire qui, forza! » facendo meno rumore possibile infilò gli abiti per la guerra, mise la spada nel fodero e posò l’elmo su una sedia. La ragazza invece continuava a dormire e non si accorse di nulla. Era così bella, il suo respiro lieve spostava avanti e indietro un petalo di una rosa blu. Avrebbe voluto continuare il sogno per vedere cosa gli avrebbe risposto, invece attese il soldato che giunse poco dopo « Bene. La vedi la regina Susan? Mantenendo ovviamente un comportamento rispettoso e decoroso, prendila e portala in prigione »
« In prigione? » il soldato era confuso: conosceva molto bene la fama della giovane.
« Si, in prigione. Se oppone resistenza non ci pensare. Chiudila dentro poi cerca il generale Kums »
Come se fosse stato invocato, il generale aprì la porta del re, chiedendo ordini « Oh, bene. Generale, schierate le truppe, pronte a partire » si rivolse alla guardia « Vai, poi cerca Conet e mandalo nella sala del trono »
Susan però, a causa di quel vociare, si era svegliata e si sentiva alquanto in imbarazzo, solo con un vestitino addosso « Ehm… posso sapere cosa…»
« Ci attaccano, vestiti » tentò di non incrociare il suo sguardo perché sapeva che avrebbe capito tutto così appena fu pronta fece un segno al soldato « Segui lui »
« Dove mi porta? » nessuna risposta « Caspian. Dimmi subito dove mi porta. » non ci fu il tempo poiché il giovane stesso la sollevo di peso e le fece legare le mani dal soldato « Ah! Lasciami! Subito, lasciami! Devo combattere! Subito! Lasciami! »
« Mi spiace Susan. Non posso e non voglio. Scusami » indicò la porta e la guardia, puntellandole la schiena con la spada, la condusse nelle segrete. Caspian era veramente dispiaciuto di doverla rinchiudere, ma le parole di Aslan gli risuonavano in testa “ti posso assicurare che lei rimarrà qui a meno che..” ed era svanito. Quindi era meglio non rischiare e preferiva di gran lunga rinchiuderla nelle segrete che farla andare a combattere. Dopo dieci minuti era nella sala del trono, con i centauri, le altre creature di Narnia e i re tranne, ovviamente, lei. Diede le disposizioni solite e fece partire l’esercito per non far arrivare il nemico fin sotto le mura e proteggere almeno gli abitanti di Telmar. Poi andò con i re a scegliere i cavalli e montò in groppa a Destriero.
« Caspian. Dov’è Susan? » Lucy lo guardava con aria circospetta.
« Lei non combatterà »
« Non puoi impedirle di fare quello che vuole »
Spronò il cavallo ma Lucy gli si parò davanti senza farlo passare « Tenta di capire…» non voleva raccontarle del sogno di Aslan perché l’avrebbe preso per un pazzo « Non posso lasciarla combattere, non posso »
La regina lo guardò intensamente « Si, anche io penso lo stesso, come non vorrei che andaste voi a combattere, pensi che mi piaccia vedervi andare via? Vorrei venire anche io ma so che i vostri cuori saranno più dediti alla battaglia se mi sapete al sicuro. E penso che per te Susan sia ancora più importante di me, giusto? »
« Giusto…non sentirti offesa…comunque, non posso permettermi di perderla ancora » Lucy scrutò il suo volto malinconico e si spostò.
« E sia. Dimmi almeno dov’è, le farò compagnia »
« Prometti di non liberarla, Lucy? Lo prometti? » promise « E’ in una cella delle segrete » la bambina augurò ai fratelli e al re buona fortuna e tornò nel palazzo per scendere nelle segrete, sciogliendo le dita che aveva incrociato mentre aveva promesso « Andiamo…» quanto avrebbe voluto correre via e riabbracciala un’ultima volta, sperando di poter tornare da lei sano e salvo. Forse sarebbe morto, forse sarebbe stato ferito, forse sarebbe vissuto. Edmund gli diede una pacca sulla spalla, per rincuorarlo. Peter invece cavalcava a qualche metro da loro, con lo sguardo basso e i muscoli tesi. Sia lui che gli altri fratelli in quelle settimane si erano allenati per non arrivare impreparati ma sentiva la morte sopra di lui. Non si sentiva più parte di quel mondo: Aslan aveva ragione, per lui ormai era ora di vivere sulla terra. Certo, fare il re gli piaceva, si sentiva adulto e forse gli sarebbe anche piaciuto governare sul regno diventando adulto. Ma c’era un terzo incomodo: Caspian era il re, non più lui. Magari stava diventando troppo egoista e da quando era tornato lì vedeva che quanto a Susan Narnia faceva bene tanto a lui faceva male. Tentò di cacciare quei pensieri cupi per concentrarsi sulla battaglia poiché erano vicinissimi all’esercito nemico ed era ora di farsi ammazzare o di dimostrare quanto valesse.


N.d.A. Eccomi tornata con un nuovo capitolo! Fatemi sapere cosa ne pensate :3 Intanto, Buona Pasqua!

   
 
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