Cucù! XD Ed ecco a voi la vostra autrice preferita (seee
come no Ndtutti) col secondo capitolo della storia! Scusate se non aggiorno
spesso, ma sono davvero pi... ehm, volevo dire occupata. Sì, sono molto, molto
occupata. °-° Comunque sì, sono ancora qui a rompervi, tutto questo perchè
voglio far sembrare il capitolo più lungo di quello che è XDD Vabbè, iniziamo
che è meglio. Ah, approposito, mi ero scordata di avvertirvi, nella fic Ed ha
ancora i due automail e Al è un’armatura...
Disclaimer: No. Non sono la Arakawa. E non ho abbastanza
soldi da comprarmi i diritti di FMA. Quindi non mi appartiene. Anche se lo
vorrei tanto.
Magical Alchemy
-Jay-jay, puoi ricordarmi perchè siamo qui?- Quattro persone
erano alla stazione di Central, in attesa del treno che le avrebbe portate a
Londra. –Siamo qui perchè TU ti sei lasciata corrompere da LUI!- Jay indicò
Mustang. Emma sbuffò. –Non essere così fiscale, nii-chan!- -Voi due, basta
litigare!- Il colonnello Elric si era intromesso nella discussione. –A
proposito, pap...ehm, Taisa...- -... Perchè Al non è potuto venire?- Ed
sospirò. –Non sappiamo ancora che genere di cose accadano in quel manicomio che
si ostinano a chiamare scuola... Ma
un’armatura parlante verrebbe subito notata, non vogliamo essere presi per
pazzi anche noi, no?- Vennero interrotti da Mustang, che gli faceva cenno di
salire sul treno. I tre Elric presero i bagagli e andarono alla ricerca di un
sedile libero.
-Eccoci!- I due gemelli osservavano la grande stazione di
King’s Cross, dove era appena arrivato il loro treno.-Taisa, adesso cosa
dobbiamo fare?- Roy rispose per lui. –Dovrebbe arrivare qualcuno a pren...- La
voce gli morì in gola, come vide avvicinarsi un omone alto due volte una
persona normale e largo almeno cinque. Aveva un aspetto terribilmente
selvaggio: lunghe ciocche di ispidi capelli neri e una folta barba gli nascondevano
gran parte del volto.* Indossava una immensa palandrana di pelo marrone. Il
gigante notò il gruppo e il suo viso peloso si illuminò.-Ah! Lei deve essere
Roy Mustang!- Il generale sobbalzò sentendosi chiamare per nome, e realizzò che
quel tipo era la persona designata per accompagnarli. –Ehm... Sì, sono io. E
lei è...?- L’omone gli prese la mano e la scosse energicamente, rischiando di
rompergliela. –Rubeus Hagrid, Guardiacaccia e professore di Cura delle Creature
Magiche ad Hogwarts!-
Hagrid spostò lo sguardo dal generale intento a massaggiarsi
il braccio ai tre Elric. –E voi siete i nuovi studenti, vero? Anche se Silente
mi aveva detto che erano solo due, e per di più del quinto anno...- Roy scosse
la testa. Povero, povero Hagrid. Non sa
cosa ha appena detto. Una vena iniziò a pulsare nelle tempie dei tre.
Mustang si portò le mani alle orecchie pronto all’esplosione. Ed fu il primo a
urlare, seguito a ruota dai gemelli. –A CHI HAI DATO DEGLI ESSERINI
MICROSCOPICI CHE POSSONO ESSERE SCAMBIATI PER DEI MARMOCCHI? SONO UN ADULTO! HO
TRENTASETTE ANNI!- -COSA STAI INSINUANDO CON “DOVREBBERO ESSERE DEL QUINTO
ANNO”? NON SIAMO BAMBOCCI DI UNDICI ANNI! NE ABBIAMO QUINDICI! DOBBIAMO ANCORA
CRESCERE, VA BENE?-
Le voci dei tre nanet... ehm, alchimisti si sovrapponevano
in una serie infinita di insulti, e il povero mezzogigante era completamente
allibito. –Ehm... Scusate, non intendevo questo...- Il generale, intanto,
faceva del suo meglio per trattenersi dal ridere. Già gli era difficile quando
il piccolo alchimista se ne usciva con una delle sue frasi “anti-basso” da
solo. Figuriamoci moltiplicato per tre. La folla guardava la scena shockata.
Alla fine, Mustang riuscì a domare le risate e decise che era meglio riportare
la calma. Approfittò di una pausa per respirare in mezzo alla sequela di
ingiurie e si mise fra Hagrid e gli Elric. –Voi tre, basta. Non ha detto niente
del genere.- -Ma...- -Emma, un’altra parola e ritiro quello che ho detto sul
non indossare la minigonna. E la faccio mettere anche a voi due...-
Il trio si zittì immediatamente, e un silenzio imbarazzato
calò sul gruppo mentre Hagrid li guidava fuori dalla stazione e verso un pub
chiamato “Il paiolo magico”. Alla fine il mezzogigante si decise a parlare.
–Ah, ecco... Le vostre liste del materiale- disse consegnando ai gemelli due
buste di pergamena. I due le aprirono contemporaneamente e lessero il
contenuto, diventando più sconcertati a ogni riga. -...B... Bacchetta?
Calderone? E’ uno scherzo?- Chiese Jay sconcertato, guadagnandosi un’occhiata
stranita da Hagrid. –Perchè dovrebbe esserlo? Nessuno scherzo!- Emma non
rispose, troppo concentrata sull’orripilante idea di sè stessa girare agitando
una grossa bacchetta rosa shocking con una stella dorata sulla punta, in puro
stile fatina dei denti. Scosse la testa per scacciare il pensiero. –E dove
troveremo tutta questa roba?- -A Diagon Alley, è ovvio!-
Hagrid li aveva portati in un pub buio e dimesso, dove
alcune vecchie sedute in un angolo sorseggiavano un bicchierino di sherry. Il
vecchio barman era completamente calvo, e la sua testa somigliava vagamente a
una noce di gomma. Quando vide entrare il mezzogigante, fece un sorriso
sdentato e lo salutò. –Il solito?- -Mi dispiace, Tom. Sono in servizio per
Hogwarts.- -Capisco... Bene, passa a berti un bicchierino un giorno o l’altro!-
Dopo il breve scambio di battute, il gruppo uscì da una
porta posteriore ed entrò in un piccolo cortile circondato da un muro, dove non
c’era altro che un bidone della spazzatura e qualche erbaccia. –Ehm... Hagrid,
può spiegarci cosa ci facciamo qui?- Ed pareva interdetto. L’omone
semplicemente sorrise e si avvicinò al muro opposto all’uscita, tirò fuori un
grosso ombrello rosa tutto contorto, e premette una serie di mattoni in
sequenza con la punta di esso. Un buco iniziò a formarsi, mentre i mattoni
scomparivano nel nulla. I quattro alchimisti guardavano a bocca aperta.
–Fantastico! Non pensavo che fosse possibile una cosa del genere!- -Dev’essere
alchimia avanzata!- I due gemelli esaminarono il muro curiosi, cercando una
qualche traccia di trasmutazioni. Hagrid ridacchiò. –Questa non è alchimia,
questa è magia... Benvenuti a Diagon Alley!-
-Wow...- Il gruppo era in mezzo a una via trafficata, ai
lati della quale due file di negozi che vendevano gli oggetti più disparati
facevano mostra di sè. C’erano pile di calderoni, gabbie contenenti gufi e
civette, barili colmi di strani ingredienti, e un sacco di altri oggetti. Gli
Elric e Mustang si guardavano intorno affascinati, quando quest’ultimo li
riportò alla realtà. –Ehm... Voglio ricordarvi che non abbiamo soldi...- -A questo si pone rimedio
facilmente!- Rispose Ed con una strana luce negli occhi. –Hagrid, posso vedere
una delle vostre monete?- -Un galeone? Certo!- Il mezzogigante estrasse una
moneta dorata da una delle numerose tasche della sua palandrana e gliela porse.
Lui la esaminò attentamente. –E’ oro, vero?- -Esatto...- Ed alzò lo sguardo, un
ghigno malefico sul volto. Ghigno che andò riflettendosi sugli altri due Elric.
–Pensate anche voi a quello che sto pensando io?- Roy sembrò afferrare
improvvisamente. –NO! Fullmetal, è illegale!- -Solo se ci scoprono!- E il trio
diede in una risata sadica. Hagrid guardò Mustang sconcertato. –Fanno così
spesso?- -Diciamo che per loro il concetto di “legale” e “illegale” è molto
elastico.-
Intanto Ed aveva trascinato i due figli in un vicolo
laterale, dove un mucchio di sassi giaceva abbandonato in un angolo. –Credete
che possa bastare?- -Direi di sì!- Edward battè le mani, sempre con quel ghigno
sadico stampato in volto, e le posò in cima al cumulo di pietre. Con un lampo
di luce blu, i ciottoli divennero monete d’oro identiche al Galeone mostrato da
Hagrid. Quindi fece sbucare la testa dall’angolo del vicolo e chiamò gli altri
due. –Ehi, qui abbiamo finito!-
*Frase presa e riadattata da Harry Potter e La Pietra
Filosofale, pagina 18.
Ok, era corto ed era in ritardo. Giuro che il prossimo sarà
lungo! E che lo metterò su presto! Comunque spero che vi sia piaciuto!