Fumetti/Cartoni americani > Happy Tree Friends
Segui la storia  |       
Autore: Eliot Nightray    04/04/2012    1 recensioni
Verde è il colore della speranza, rosso quello dell'amore, del sangue, della passione. L'amore è un sentimento dai colori cangianti che alterna , oscillando così come un bimbo sull'altalena.
FlippyxFlaky
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
  
Bene bene iniziamo subito con un bel GRAZIE un gigantesco GRAZIE per la mia cara Arisu ( si continuerò a ringraziarti perché mi segui sempre) spero che chiunque stia leggendo questa storia la trovi di suo gusto . detto questo eccoci all’ottavo capitolo..
 
Flippy corse veloce per la strada. Mancava poco a casa , finalmente Flaky si sarebbe riposata. L’unico problema da risolvere era Fliqpy, non era mai stato da solo assieme ad una ragazza, in particolare con quella amata da Flippy. Ci pensò su, sotto certi aspetti se davvero lui la amava allora anche la sua parte malvagia probabilmente provava gli stessi sentimenti. Si voltò verso Flaky, sembrava disperata. Se ne stava lì lontana da lui, accucciata contro il seggiolino. Spinse il piede sull’acceleratore cercando di contenere la rabbia. Quando intravide casa rallentò fino ad accostare. La polizia non gli avrebbe dato problemi, tanto non c’erano impronte o altro, dei cadaveri si sarebbe sbarazzato l’indomani con tutta calma. Scese dalla macchina e corse ad aprire la portiera a Flaky. Quest’ultima tremò qualche secondo prima di fare un piccolo salto e portarsi a terra.  Si aggrappò al militare che perse l’equilibrio per pochi istanti, sconvolto da quell’improvvisa e continua ricerca di affetto da parte della ragazza. La accompagnò fino alla porta, non sapeva cosa chiederle se parlare o meno.
 
-          Grazie..
-          Come scusa?
-          H.. ho detto – Flaky prese un grosso respiro. – ti prego non farmelo ripetere.
-          Non ti preoccupare, non devi ringraziarmi, puoi solo dire grazie alla fortuna perché ero lì.
 
Flaky annuì lentamente e continuò a camminare, piano così piano che Flippy si domandò se non fosse ferita da qualche parte. Flippy entrò nella stanza e corse rapidamente in salotto. Afferrò la scatola di medicinale ed ingurgitò un paio di calmanti, forse così avrebbe tenuto Fliqpy tranquillo, al massimo si sarebbe chiuso a chiave dentro la camera da letto, senza Flaky s’intende. Tossì un paio di volte e cercò di studiare un piano per convivere, almeno per quella sera, assieme a lei. Non gli sembrava possibile, Flaky era lì assieme a lui, anche se le circostanze che l’avevano condotta fino a lì erano decisamente terribili. Prima di tutto avrebbe dovuto preparare la cena, farle fare una bella doccia e trovarle degli abiti puliti.
 
Flaky dietro di lui seguì ogni sua mossa, si sentì la testa pesante, come se i capelli fossero stati bagnati. Appoggiò una mano sulla nuca , ma prima di poterla osservare Flippy la bloccò impaurito.
 
-          È meglio se ti vai a fare una doccia Flaky..
-          Ma non ho vestiti.
-          Ne ho io stai tranquilla, è la prima porta a destra. Fai con calma.
 
Flaky si rilassò o almeno tentò. Fece finta di non notare la mano e si avviò verso il bagno. Si domandò dove Flippy tenesse vestiti da donna e la sua deduzione fu che aveva già una ragazza. Le scese una lacrima, la prima lacrima d’amore che avesse mai pianto. La eliminò subito strofinando con forza la mano contro la guancia. No lei non era innamorata. Si sfilò il maglione, la gonna e il resto dei vestiti per poi infilarsi sotto la doccia gelida. Se non altro per la prima volta avrebbe avuto un odore virile, per l’esattezza essenza di pino silvestre. Mentre la doccia scendeva a Flaky venne la terrificante idea che forse Fliqpy sarebbe entrato nel bagno, ma soprattutto si ricordò improvvisamente di essere a casa di Flippy. Si guardò intorno spaesata, ma quando vide il sangue a terra che colava dai suoi capelli non potè fare a meno di urlare a squarciagola.
Flippy in salotto se ne stava seduto a meditare. Flaky era sola con lui, la cosa lo disturbava in modo esagerato. Si distese sul divano cercando di tranquillizzarsi, le pillole stavano facendo effetto Fliqpy non si era ancora fatto vivo. Si alzò di scatto, non poteva pensare a quello, doveva trovare dei vestiti per Flaky e sapeva già dove cercare. Salì rapidamente per le scale per poi scomparire nella prima stanza a sinistra. Era la stanza di sua madre, l’aveva lasciata così da quando se ne era andata lasciandolo da solo. Afferrò le prime cose che ad occhio sembravano essere della stessa taglia di Flaky e uscì. L’urlo della ragazza lo bloccò. Chi c’era? Che Shifty fosse ancora vivo? Era già pronto a far riemergere la bestia mentre correva disperatamente verso il bagno. Spalancò la porta non curante della possibile vista. Flaky dentro la doccia se ne stava accucciata, riusciva a scorgere solo i contorni, ma un brivido gli attraversò la schiena costringendolo ad abbassare lo sguardo.
 
-          Flaky.. c’è qualcosa che non va?
-          Ti prego.. avvicinati
 
Flippy fece come gli era stato ordinato. Si accostò alla cabina della doccia attendendo nuove istruzioni. La mano di Flaky uscì quasi subito ricercando a tastoni la propria. Per un secondo rimase così a fissare il disperato tentativo della ragazza di fare di lui il suo appiglio per resistere, sopravvivere. Le strinse la mano, intrecciando le dita con quelle dell’altra stando bene attento a non far cadere lo sguardo nella fessura da cui aveva intravisto la pelle chiara di Flaky coperta dai capelli rossicci.
 
-          C’era del sangue.. era ovunque. C’è sempre sangue ovunque io vada, non capisco perché debba portare così tanta sfortuna. Perché c’era tanto sangue.. perché.. quel sangue di chi era?
 
Flaky pianse sommessamente mentre teneva premuta la testa contro il muro. Flippy rispose alla sua stretta con maggior forza , ma percepiva in lui una qualche titubanza. Flippy dal canto suo non sapeva come fare a dirle che era lui il colpevole di quell’efferato omicidio. Gli venne quasi da piangere, avrebbe finito col perdere Flaky. Sotto certi aspetti forse quella sarebbe stata la cosa migliore da fare.
 
-          Flaky non era tuo quel sangue..
-          E di chi era?
-          Beh – Flippy deglutì rumorosamente prima di rispondere.
-          Non importa..
-          Come?
-          Se non mi vuoi rispondere va bene, a me importa… importa solo di Flippy e non di quello che fa Fliqpy.
 
Flippy tremò improvvisamente mentre si lasciava scivolare contro la cabina. Avrebbe voluto urlare grazie Flaky grazie di esistere, io ci sarò sempre per difenderti, da adesso per sempre io ci sarò.
 
-          Grazie Flippy, grazie di esserci, grazie di difendermi. Io ci sarò sempre per te da adesso in poi sarò sempre con te. Te lo prometto.
 
Il militare si alzò rosso in volto, gli occhi lucidi. Nessuno voleva stare con lui, lui era simbolo di morte nulla di più, ma lei.. lei era diversa. Appoggiò i vestiti sulla seggetta del bagno, prima di uscire.
 
-          Ti ho lasciato dei vestiti fuori puoi metterti quelli se vuoi..
-          Si grazie..
 
Scappò via, ma non camminò per molto. Si lasciò andare a terra scivolando lungo la parete subito fuori dal bagno. Sarebbe stato lì per un po’, se il rantolio dello stomaco non gli avesse ricordato che era già ora di cena. Non ebbe il tempo di sollevarsi che Flaky era già uscita, i capelli ancora un po’ bagnati raccolti in una crocchia e gli stessi vestiti di sua madre. Nell’aria per un sitante Flippy riconobbe gli stessi odori della madre e della ragazza mischiati assieme. Una fragranza nuova che a lui ricordava casa.  La ragazza lo fissò per poi piegarsi davanti a lui. Gli sollevò dolcemente gli angoli della bocca, creando un finto sorriso per poi scendere. Flippy restò così immobile, le mani gli tremarono spaventato da quella persona che con così pochi piccoli gesti riusciva a bloccare i suoi battiti. Flaki scivolò nella cucina e cercò di imbandire una semi-cena. Non era molto abile in cucina, se non si consideravano i biscotti, si sarebbero arrangiati. Sentì i passi di Flippy per le scale, erano pesanti, da vero militare ordinati uno dopo l’altro come in una sequenza numerica. Spelò una paio di carote, due patate , zucchine e mise tutto ina una pentola per poi accomodarsi davanti alla pentola così da riscaldarsi. Flippy entrò e nel vederla già seduta si accomodò accanto a lei. Si sentivano entrambi gelidi, come se il freddo fosse entrato nelle ossa.  Flaky si spostò nell’estremità della sedia opposta a quella di Flippy. Erano fin troppo intimi così.
 
-          Quei vestiti sono di mia madre. – proruppe improvvisamente Flippy. Flaky arrossì sentendosi una gran sciocca. – se ne è andata quando era ancora molto piccolo lasciandomi da solo. Sono diventato un militare perché pensavo che forse vedendomi un uomo sarebbe tornata da me. Invece sono rimasto da solo, almeno fino ad adesso pensavo di essere solo.
 
Si voltò verso Flaky con un gran sorriso sulla faccia , già adeso c’era lei. L’altra abbassò lo sgaurdo per poi allungare le mani contro il fuoco caldo.
 
-          Mio padre ha ucciso mia madre, è per questo che sono sola. Sono diventata paranoica perché quando mio padre tornò dalla guerra era diversa, non era più lui, era un mostro. Ma non come il tuo Fliqpy che va e viene, no io avevo il mio personale Mr.Hyde ogni giorno. Trattò me e mia madre come due spie segrete per molto tempo, cercando di convincerci che i nostri satelliti non avrebbero mai  carpito i suoi segreti. Poi un giorno ha ammazzato mia madre ed eccomi qui. Lammy è l’unica
che mi è rimasta accanto.
 
Flippy si oscurò mentre cercava timidamente la mano di Flaky. Si sentiva in debito con lei e voleva ricambiare. l'altra lasciò la testa china sulla sedia mentre tendeva piano la mano verso l’ex militare. Quest’ultimo le sfiorò delicatamente la mano per poi posare la mancina sulla testa di Flaky. Seguì i contorni del suo viso fino ad arrivare al mento. Lo sollevò leggermente per fissarla meglio negli occhi e le si avvicinò. Flaky rimase impassibile persa negli occhi di Flippy. Quando lui appoggiò le sue labbra sulla sua guancia percepì il calore aumentare sul viso e chiuse gli occhi, così improvvisamente impaurita. Flippy avrebbe voluto baciarla sulle labbra, ma forse era troppo avventato. Flaky riaprì gli occhi e nel vedere Flippy allontanarsi gli si avvicinò goffamente per poi scoccarli un bacio sulla guancia. L’altro cadde rovinosamente a terra rosso come un pomodoro e evidentemente scioccato. La ragazza si alzò dalla sedia scusandosi un paio di volte.
 
-          Scusa.. per ..p.. p.. per farmi scusare..
-          Canta per me..
-          Cosa?
-          Canta per me Flaky.
 
Le prese la mano e la condusse davanti al piano al centro del salotto. Flippy si accomodò sul divano e fece cenno all’altra di sedersi. Flaky si accomodò, c’era solo una canzone che forse sarebbe stata capace di cantare. Una canzone triste il cui testo aveva creato lei stessa a partire dalla musica (Hibari Miku http://www.youtube.com/watch?v=joxbEhvX91k dovreste prendere sola base musicale e leggere il testo d ame inventato ).
 
-          Here, in the ashes of my soul
-          I can see the smoke of the heart I had got
-          So, if you want to let my heart live,  sing for me
-          In my old house my mother told me that
-          If I ‘d be a god girl no one would have hurt me
-          But , now I’m here all alone and no one can here my song
P.S Angolo di pandora lo so , lo so la canzone fa schifo..
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Happy Tree Friends / Vai alla pagina dell'autore: Eliot Nightray