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Autore: lipstick2    31/10/2006    5 recensioni
Scusate il titolo, ma non mi è venuto in mente niente di meglio.
Cinque anni dopo la guerra e la sconfitta di Voldemort i nostri eroi hanno preso delle strade diverse, chi è in coma, chi ha fatto fortuna nel mondo babbano e chi è semplicemente scomparso.
Genere: Romantico, Dark, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cinque anni dopo - cap 2
2

Al suo arrivo nella villa venne subito accolto dal maggiordomo che si prese cura del suo soprabito mentre una cameriera corse ad avvertirlo che c'era qualcuno che lo stava aspettando.
- Chi è? - le domandò con un cipiglio che lasciava adito a pochi dubbi. Chiunque fosse quella persona stava per fare i conti con la rabbia del giovane Malfoy. Non permetteva a nessuno di venirlo a disturbare a casa sua, figuriamoci se poi ci si presentava senza appuntamento.
- Ha detto di chiamarsi Severus Piton - gli rispose la donna - gli abbiamo detto che lei non vuole essere disturbato a cas... -
- Va bene cosi - la zittì con un gesto della mano, i gioielli che portava alle dita rifletterono la luce abbagliandola per un attimo - fai portare qualcosa da bere nello studio verde, qualcosa di molto forte, e conduci poi Severus li -
- Cosa vorrà? - si domandò camminando rapido verso lo studio verde, una stanza le cui pareti, i tappeti ed i mobili sembravano essere ricoperti da squame verdastre che baluginavano riflettendo la luce di alcuni candelieri. Era l'unica stanza di tutta la villa dove non c'era corrente elettrica - L'ho ricompensato a sufficienza per quello che ha fatto, cos'altro vorrà -
- Frenzy sa cosa vuole l'uomo dai capelli neri - interruppe improvvisamente il filo dei suoi pensieri l'elfo domestico comparendo accanto a Draco - Frenzy ha sentito l'uomo dai capelli neri parlare da solo mentre aspettava -
- Cosa hai detto piccolo sgorbio? - urlò afferrandolo per il collo e sbatacchiandolo con violenza per alcuni secondi prima di lasciarlo cadere a terra. Non c'era nessun motivo per quell'esplosione di ira, ma Draco si era dovuto trattenere anche troppo a lungo quel giorno e quell'elfo domestico era l'ideale per sfogare un po' di rabbia.
- Frenzy ha sentito l'uomo dai capelli unti che parlava di un certo Harry Potter - tossicchiò cercando di parlare e di riprendere fiato allo stesso tempo - e di un certo posto dove si troverebbe adesso -
- Potter! - latrò muovendosi per afferrare di nuovo l'elfo domestico che, come sua natura, non si ritrasse. All'ultimo momento però la mano di Draco si fermò a mezz'aria.
- Che Piton sappia davvero dove si trova lo sfregiato? - si domandò. Dopo la fine della guerra contro il signore oscuro molte cose erano cambiate.
Molte persone erano morte e alcune avevano riportato ferite difficilmente guaribili.
Harry Potter era invece semplicemente scomparso. E cinque anni dopo nessuno sapeva che fine aveva fatto e se era ancora vivo o se era invece morto.
Neanche i suoi migliori amici sapevano qualcosa. Li aveva fatti pedinare per mesi nella speranza che quell'idiota di Ronald Weasley lo portasse dallo sfregiato, oppure di scoprire che la mezzosangue di nascosto se la faceva proprio con lui.
Ma tranne scoprire che pel di carota Weasley se lo faceva mettere nel culo pur di non finire la sua carriera sulla panchina di quella squadretta, non ottenne nulla.
Sembrava davvero scomparso nel nulla. Mai neanche una volta che fosse andato a trovare la sua ragazza, Ginny, in coma da cinque anni al San Mungo. Lui ci andava quasi tutti i giorni da tre anni a quella parte. Dapprima nella speranza di incontrare lo sfregiato, poi perché era rimasto colpito da quel viso immobile e imperturbabile scolpito nel sonno profondo.
Secondo i medimaghi non c'era nulla che non andava. Le ferite fisiche che aveva riportato erano guarite tutte alla perfezione, ma non ne voleva sapere di svegliarsi.
Povera piccolina, sola in quel letto candido, in quella stanza spoglia, senza nessun'altro che il suo più grande nemico a farle compagnia. Ironia, forse, anzi, certo.
La famiglia Weasley, la famiglia che tutti credevano unita, completamente disgregata dopo la morte dei due genitori.
I due gemelli, troppo impegnati con i loro negozi per andare a trovare la sorellina, Ronald Weasley, il campionissimo, non può certo perdere tempo con simili cose. Una visita rapida a Natale e qualche altra volta, magari con dietro il codazzo dei fotografi della gazzetta. Il grande campione della nazionale che si commuove accanto al letto della sorellina in coma da cinque anni.
Alla fine, a farle compagnia c'era rimasto solo lui.
Davvero ironico.

- Mi chiedevo quanto tempo volessi farmi aspettare - sogghignò Piton vedendo Draco entrare nello studio verde. Si era versato un bicchiere abbondante del whisky incendiario portato dalla cameriera pochi minuti prima e adesso stava accingendosi a versarsene un'altro. Non era cambiato molto in quegli anni.
Lo stesso sguardo freddo e viscido di un serpente, gli stessi capelli corvini ed il naso adunco. Era più magro e sotto i vestiti babbani si poteva intravedere un corpo martoriato e ferito.
Dopo la fine della guerra era stato catturato dagli auror ed interrogato per molti giorni usando sistemi non proprio dolci.
Volevano sapere dei mangiamorte, chi erano, se Draco ne faceva parte, perché aveva ucciso Silente, ma lui non aveva mai risposto a nessuna delle domande, limitandosi solo a dire che Draco era stato tutto il tempo sotto una sua imperius, e alla fine lo avevano spedito nel carcere di Azkaban dove era rimasto fino a qualche mese prima, quando il ministro della magia aveva deciso di graziarlo.
Motivi umanitari, aveva scritto nel documento di liberazione, in realtà aveva ricevuto un'ingente quantità d'oro da parte di Draco che, cosi, aveva ricompensato Piton della fedeltà che gli aveva dimostrato e dell'aiuto che gli aveva dato per uscire pulito da quella situazione.
- Cosa ci fai qui? - sibilò osservandolo con attenzione e fredda malizia. Non aveva dimenticato quando, studente di Hogwarts, aveva trascorso intere notti a guardare il corpo nudo del suo insegnante di pozioni, a giocare con il suo sesso. Non gli era mai piaciuto. A lui piacevano le donne, ma se voleva avere Piton dalla sua parte doveva soddisfarlo ed in fondo, molto in fondo, un po' piaceva anche a lui, soprattutto quando Piton gli faceva bere qualche sua pozione.
Ce n'era soprattutto una che eliminava tutti i freni inibitori aumentando l'eccitazione sessuale a livelli quasi assurdi e tirando fuori tutta la perversione che si nasconde dentro ognuno di noi. Ci aveva messo sei anni per impossessarsene. Piton teneva la ricetta nascosta gelosamente nella sua stanza, ma alla fine era diventata sua.
L'aveva fatta provare ad una studentessa del quarto anno di Grifondoro e poi si era divertito un mondo a vederla scopare con Tiger e Goyle nei sotterranei. Aveva fatto dei giochetti che neanche lui conosceva.
Era curioso di vedere che effetto avrebbe fatto sulla mezzosangue e su quella troietta al naturale che sculettava dietro allo sfregiato, ma poi le cose erano precipitate.
Ma non è che aveva smesso di pensare agli effetti che avrebbe avuto su quelle due e prima o poi li avrebbe verificati.
- Sono venuto a portarti una notizia che forse ti farà piacere ricevere - gli rispose bevendo tutto di un fiato anche il secondo bicchiere di whisky incendiario. Dai movimenti poco coordinati Draco comprese che quello non era il secondo bicchiere ma il quinto o anche l'ottavo, in poche parole, Piton era sbronzo marcio ed era un miracolo se ancora si reggeva in piedi.
- Ed in cambio di cosa me la daresti? - domandò gettando uno sguardo alla bottiglia. Era sicuro che fosse piena quando la cameriera l'aveva portata. I suoi ordini erano chiari. Le rare volte che accoglieva un ospite nella villa tutte le bottiglie dovevano essere nuove.
- Vendetta? - sogghignò versandosi l'ennesimo bicchiere - Quella vendetta che io ormai non posso più prendermi? -
- Tagliamo corto! - gli girò intorno per andare a sedersi alla scrivania. La puzza dell'alcool lo raggiunse anche se non gli si era avvicinato molto - Si tratta dello sfregiato? Sai dov'è? -
- So molto di più - biascicò ormai quasi ottenebrato dall'alcool - molto di più - poi mandò giù il nuovo bicchiere lasciandosi andare ad un sospiro di soddisfazione - so, ad esempio, che gli auror in questo momento gli stanno dando la caccia -
- Questa non è una cosa nuova! - mormorò Draco facendo un gesto con la mano come a voler dire che gli stava facendo perdere tempo - E' da quando è scomparso che lo cercano -
- Ma adesso lo cercano per ucciderlo! - tirò fuori il suo asso uno sbronzo Piton facendo un gesto plateale che per poco non lo fece finire a terra.

Come molti maghi, Ronald Weasley, non aveva mai imparato molto della vita babbana, e questo anche nonostante suo padre avesse cercato di fargli piacere alcune delle cose più tipicamente babbane come il prendere la metropolitana o chiamare un taxi o, ancora, pagare con quel pezzetto di plastica che i babbani chiamano carta di credito.
Ma alla fine, anni dopo i tentativi andati pateticamente in fumo di suo padre, Ronald aveva imparato la lezione ed una tiepida mattina era fermo sotto un hotel in attesa del taxi che aveva fatto chiamare dal portiere.
Aveva trascorso la notte con la giovane modella Jenny Astonfish, astro nascente delle sfilate, e in quel momento stava aspettando un taxi per tornare nella casa babbana da dove, attraverso la polvere volante sarebbe poi arrivato istantaneamente nella sua vera casa, quella nel mondo magico.
Quel giorno non aveva allenamenti o altri appuntamenti ed avrebbe potuto dedicarsi un po' a se stesso.
Sarebbe andato alla Tana, la vecchia casa dei suoi genitori. Ci andava ogni volta che poteva e si fermava a guardare la vecchia pendola di sua madre, quella con le frecce che indicavano cosa stava accadendo ai membri della famiglia Weasley.
Ironicamente le due lancette dei suoi genitori si erano fermate su "in viaggio", già, un viaggio senza fine. Erano finiti in una specie di strappo nell'universo e probabilmente anche in quel momento stavano vagando in una specie di limbo senza fine.
Le altre lancette invece mancavano. Le aveva tolte lui in un'impeto d'ira che si era placato solo poco prima di strappare le lancette dei suoi genitori.
Ma non c'era solo la Tana da visitare.
C'era il resto della famiglia, Bill, Charlie, i gemelli. Ognuno aveva preso delle strade diverse.
I gemelli avevano aperto negozi di scherzi in tutto il regno magico e quando non erano in laboratorio a studiare nuovi scherzi erano da qualche parte in viaggio. Bill continuava invece a lavorare alla Gringott. Tra tutti i suoi parenti era quello che riusciva a trovare più facilmente dato che finito il lavoro alla banca se ne tornava a casa da sua moglie.
Charlie invece non riusciva a trovarlo praticamente mai. Sempre in giro alla ricerca di nuovi draghi.
Percy invece lo aveva del tutto rimosso mentre Ginny, beh, per quanto riguardava la sua sorellina, gli faceva troppo male vederla in quelle condizioni e non l'andava a trovare mai.
- Hungarian Road, grazie - disse al tassista salendo a bordo. Una momentanea tristezza lo colse mentre si sedeva sui comodi sedile del taxi.
Altri sedili, meno comodi, ma sicuramente più pregni di ricordi. La vecchia anglia di suo padre.
Sorridendo gli tornò in mente quando l'aveva presa per andare a liberare Harry. Come si era sentito grande quella notte.
Harry Potter. Il suo migliore amico.
Era scomparso da cinque anni ma per lui poteva anche essere morto e sepolto, anzi, sperava che non fosse stato sepolto e che il suo corpo fosse marcito sotto al sole, divorato dagli uccelli e dai vermi.
I suoi genitori erano morti per salvarlo, sua sorella Ginny era stata catturata dai mangiamorte e sottoposta a chissà quali torture perché si era incaponita a volerlo seguire e lui, come unico ringraziamento aveva salutato tutti ed era scomparso.
Oh si, certo, aveva ucciso Voldemort prima di sparire, ma questo non riportava in vita certo i suoi genitori, e di certo non svegliava Ginny.
Insomma, dovunque fosse finito sperava davvero che ci rimanesse.
- Siamo arrivati signore - lo chiamò il tassista. Si era perso nei suoi pensieri e non si era accorto che erano arrivati a destinazione.
- Ah, grazie - bofonchiò allungandogli alcune sterline, poi scese dal taxi e digitò velocemente la combinazione della serratura elettronica del portone del palazzo dove si trovava l'appartamento. Un blip lo avvertì che la sequenza era corretta e il portone si aprì con uno scatto ovattato.
Solo in quel momento si avvide che dentro l'atrio del palazzo c'era un uomo dai capelli neri in disordine, un paio di occhiali rotondi che nascondevano degli occhi verdi e penetranti ed una cicatrice a forma di saetta sulla fronte.
- Ciao Ron, è passato un bel po' di tempo dall'ultima volta che ci siamo visti - lo salutò Harry Potter.

Ciao.

Sono felice che il primo capitolo vi sia piaciuto.
Grazie a tutti quelli che hanno recensito.
Nene, non ho messo Viktor tra i personaggi perché, primo non mi entrava e poi perché non penso di usarlo molto come personaggio, ed anche il pariring non sarà una viktor/krum. Forse potrebbe essere una hermione/harry/ron/draco ^__^
Darklily, io l'html l'ho usato. Io la vedo bene.
Per il comportamento di Hermione e degli altri si scoprirà in seguito.
Grazie a avenescense88, darklily, kaled, edvige86 e nene. Continuate, mi raccomando.

Lipstick
  
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