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Autore: Urheber des Bosen    05/04/2012    1 recensioni
Un cuore a metà può funzionare?
nell'ombra della morte, dirigi i miei passi sulla via della pace.
Ti prego.
Nel buio voglio esser visto.
ATTENZIONE
(Questa storia parla di tematiche che potrebbero urtare la sensibilità del lettore, tra cui violenza psicologica e fisica)
Genere: Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Len Kagamine | Coppie: Len/Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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O invidia, radice di mali infiniti, verme roditore di tutte le virtù.
Forse ero accecato solo da me stesso..
L'amore è un castigo: siamo puniti per non aver saputo restare soli. 
Ero invidioso della mia libertà, ero invidioso della libertà altrui.
In un modo o nell'altro mi sarei dovuto impossessare della vita altrui , per poi donarla.
Vi prego non datemi del codardo,  sono il male, ma questo peccato non mi appartiene.
Le avrei donato la mia  vita.
 Ma sapevo che non sarebbe bastata.
  Nessuno avrebbe preso il mio posto per continuare a nutrire l'angelo.
Mi piaceva torturare, in quelle ore ,io ero Dio, decidevo della sofferenza, della vita altrui.
In quelle osservavo gli occhi delle mie vittime.
Dei miei figli.
Per la prima volta nei loro occhi vuoti, vedevo il desiderio irrefrenabile di continuare a vivere.
Rievocavo in loro, il demone della disperazione.
Ma ero Dio , non avrei avuto pietà per i miei figli.
Mentre estraevo il loro cuore pulsante, mi sentivo vivo.
Avevo la vita.
 La vera vita  scorreva nelle mie mani.
Tutto nelle mani dei bambini è un gioco.
Il mio era il gioco più divertente di tutti.
 Ero Dio.
Avrei tolto la vita per darla ad un angelo.
Quelle misere creature, dovevano essermi riconoscenti, il loro cuore sarebbe servito per ridare libertà ad un essere buono e gentile.
Inutili esseri senza luce, gli avevo donato uno scopo.
Perchè continuavano a supplicarmi di lasciarli?
Continuavano a ripetermi che ero solo un bambino , è che i bambini non erano cattivi.
Io non ero cattivo, ero solo una pedina nelle mani della speranza.
E quindi sorridendo gli ripetevo che sarebbero stati grati per quello che gli avrei fatto.
Il loro cuore avrebbe continuato a battere, per un angelo, proprio  come il mio.
Ricordo il mio primo cuore, era così caldo, così rosso, così vivo.
Una cosa così bella doveva per forza appartenere al Mio angelo.
Avevo tredici anni..pioveva, ed i fulmini coloravano le lacrime del mio Dio.
Ed  allora che  lo vidi..
  
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