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Autore: neniva    05/04/2012    1 recensioni
Hanna, una semplice ragazzina di quattordici anni si trova catapultata in un mondo magico dove scopre un suo strano potere: il Talento. "- tu hai il Talento - Ancora una parola senza significato per lei.
Comprendendo il suo sconcerto Armeus si spiegò: - il Talento è un potere che solo uno di noi ha posseduto. Il suo nome era Filmuser. Anche lui era un Domatore, ma era votato al male. I consiglieri di quel tempo non riuscivano a spiegarsi perché una forza così grande fosse stata creata per distruggere. Divenne il sovrano di Megicre un’isola poco lontana da Atlònas, quella su cui ti trovi. Il nostro mondo era un unico blocco pochi decenni fa, ma i consiglieri di Durite, un regno, quando nacque Filmuser ebbero paura e staccarono le terre per allontanarlo da loro. Non servì a molto.". Che peripezie porteranno Hanna a scoprire la sua origine e il suo destino?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccoli segreti (parte 2)

Ormai era tutto buio. Giulia afferrò una fiaccola fissata a una parete. La strattonò. La fievole luce della fiamma disegnò strane ombre sulle pareti e con uno schiocco scattò l’ingranaggio. Il pavimento tremò e quella sorta di pedana iniziò a scendere. Hanna quasi perse l’equilibrio quando sentì mancarle il pavimento sotto ai piedi. Giulia con la fiamma tremolante vicino al viso aveva un che di macabro che spaventava e incuriosiva Hanna. I suoi occhi di acqua vibravano di riflessi rossi come i suoi capelli che impedivano all’amica di vederne l’intero volto.
Un tonfo. La pedana si fermò e Giulia riprese a camminare per un corridoio più stretto ma altissimo con appesi in cima lampadari in ferro battuto. Non si poteva camminare affiancati e Hanna la seguiva a un passo di distanza. Dopo quello che sembrò un viaggio infinito il corridoio si immise in un’ampia sala scavata nella pietra, alta quanto il corridoio di prima e altrettanto larga. Era però tutta illuminata da strane venature verdi che ne percorrevano l’intere pareti. Al centro vi era una sorta di piccolo giardino con una fonte. La vegetazione sorgeva rigogliosa e sembrava che la luce misteriosa le permettesse di crescere come vi fosse il sole a illuminarla.
-                   La magia è vita – esordì Giulia. – Magia è aiutare. Questo lo rispetto e mi sento molto onorata a poter prendere parte a qualcosa di così importante. Ma non l’ho mai chiesto!
Improvvisamente iniziò a soffiare un vento moderatamente forte nella grotta che muoveva le foglie, l’erba, i capelli di Giulia e… la veste cerimoniale. Hanna si spaventò. Non era più la Giulia in jeans che rideva poco prima. Dal momento in cui aveva iniziato parlare i suoi vestiti si erano trasformati. Veli bianchi le cingevano il corpo lasciandole le braccia scoperte e i piedi scalzi una cintura d’oro completava il quadretto. Le sembrava una dea. La luce surreale vibrava e solo Giulia sembrava emanare una luce propria, viva. Sembrava che e bruciasse un fuoco rosso dentro in mezzo a quel verde flebile. Era terribile e bellissima.
-                   Ho mai chiesto di poter fare questo?! – e con un gesto fece esplodere la sorgente in mille zampilli che raggiunsero il soffitto.
-                   Ho mai chiesto di poter decidere di questo?- e con un movimento fluido della mano guidò quel vento che diveniva sempre più travolgente verso il piccolo giardinetto. Le piante seccarono improvvisamente e la vita fu strappata loro per la rabbia di una ragazzina. Ragazzina che in quel momento aveva controllo su tutto tranne che su se stessa. La luce verde venne travolta da quella sua di fuoco e rabbia.
-                   Effettivamente, perché dovrei voler però rinunciate a tutto questo? Con un gesto sono padrona della natura! Eppure – e qui tutta quella baraonda si quietò – non posso amare …
Il vento smise di vorticare, la luce si spense e le piante, lentamente rinvigorirono … Giulia, a capo chino, con i jeans e la mantellina piangeva. Dopo quel momento di pazzia si sentì crollare addosso il peso di ciò che aveva detto. Lei amava William e lo amava ancora di più da quando erano lì perché era l’unica cosa che le facesse sentire un senso di casa. Era tutto così surreale. Alzò gli occhi gonfi di lacrime. Rivolse i palmi al soffitto e la caverna si illuminò nuovamente grazie alle venature di linfa magica. Aveva goduto della sofferenza di quelle piante a causa della rabbia e desiderio di vendetta.
-                   Ecco come la magia può diventare morte. Se la persona che la esercita è debole diventa uno strumento per distruggere la speranza. Hanna … come è facile sbagliare. – rivolse lo sguardo verso l’amica – mi dispiace tu abbia assistito a tutto questo.
Sorrise triste … le si avvicinò e cadde in ginocchio. Si prese la testa fra le mani e ricominciò a piangere. “Sono debole. Sono un debole. Mi odio. Come posso davvero essere diventata tutto questo solo per un capriccio? Dopo tutto quello che mi hanno insegnato. Ho deluso tutti e per prima me stessa. Sono caduta davanti al primo ostacolo senza neppure provare a superarlo. Mi sono arresa presa da sconforto. Giuro che non succederà più. E lo giuro per prima a me stessa. Sarò forte, affronterò tutti gli ostacoli perché so di avere le armi per affrontarli. Posso farcela”.
 
Hanna le si inginocchiò accanto. Le strinse le spalle con le mani e le disse:
-                   Tutti sbagliamo.
Era rimasta agghiacciata dalla reazioni di Giulia, ma la capiva. Non voleva giustificarla ma sapeva quanto potesse essere difficile. Lei una valvola di sfogo ce l’aveva. Giulia no. Doveva sempre essere impeccabile e all’altezza della situazione.
-                   E tutti possiamo rimediare ai nostri sbagli. Rifletti: meglio che tu sia crollata ora, così da poter riprenderti subito e non avere ancora troppe responsabilità sulle spalle. Ora sarai più incentivata a fare meglio. Sono sicura potrai …
Meric irruppe nella grotta. Poggiandosi a un bastone per le sue condizioni in peggioramento gridò:
-                   Sciagurata!
Giulia, il cui respiro aveva solo iniziato a tornare regolare, alzò gli occhi fulmineamente e schizzò in piedi liberandosi dalla stretta di Hanna.
-                   Ho sbagliato maestro. Perdonami.
Meric la raggiunse e con un sonoro ceffone fece rivoltare la ragazza. Venne subito circondata da radici che le impedivano di alzarsi.
-                   Hai perso il controllo! Non devi chiedere perdono a me, ma a ciò che di permette di comandarla: la Magia. La mia Magia si scontrerà con la tua. La più pura rimarrà. Quella più debole verrà restituita al nucleo di Jeaka! È venuto il momento. È venuto troppo presto, ma non vi si può scappare. Vediamo se sarai all’altezza di divenire effettivo Consigliere!
Detto questo Meric strinse il pugno della mano che teneva protesa in un gesto minaccioso verso la ragazza e le radici iniziarono a stritolare Giulia. Quest’ultima iniziò a sussurrare ossessivamente la stessa frase. Improvvisamente il suo corpo si illuminò tornò vestita dell’abito cerimoniale e le radici sciolsero la loro presa. Rimessasi subito in piedi le aizzò contro il maestro. Dal pavimento uscì improvvisamente un raggio di luce verde che bruciò le radici. Meric, inginocchiato, teneva i palmi a terra e continuava a recitare un formula. L’energia magica schizzò verso l’allieva.
-                   Errore Giulia, l’energia vince i viventi.
Il fascio di luce investì Giulia e lei venne catapultata del lato opposto della grotta, al di là della fonte, rovinando sulla dura pietra. Le sbucciature sulle braccia e sulle gambe bruciavano e il sangue iniziava a scorrere. Meric preso da improvvisa follia si mise a ridere:
-                   Sì! Mi hai sfidato troppo presto! Tu ora morirai e io sarò il primo Consigliere a regnare per due cariche!
Mentre gli occhi di lui brillavano e nuova energia iniziava a scorrergli in corpo, caricando il prossimo colpo, Giulia si alzò in piedi e tendendo una mano verso il maestro sorrise ironica:
-                   Errore Maestro … chi uccide o ferisce la vita … paga.
La fonte esplose nuovamente e l’acqua gelida travolse Meric. L’energia che si era trasformata in carica elettrostatica fulminò il mago. La caverna venne percorso da un urlo.
In un ultimo spasmo Meric sorrise e da terra sussurrò rivolto a Giulia:
-                   Così è giusto che sia. Ho sbagliato anche io alla fine.
Meric spirò.

Eccoci alla fine di questo piccolo episodio all'interno del libro. spero vi sia piaciuto. l'ho diviso in due parti perchè non avevo avuto tempo di finirlo subito. Il prossimo capitolo sarà più sostanzioso promesso... la storia deve ancora cominciare. Ho tante idee e spero di riuscire a svilupparle nel migliore dei modi... al prossimo capitolo! Grazie a chi mi segue!!!
     
  
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