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Autore: lady dreamer    05/04/2012    1 recensioni
"Frammenti di morte/ Perché tutto quello/Che ieri era/Domani potrebbe/Non essere più."
Lorenzo è da sempre innamorato di Giulia nonostante siano stati separati per tanti, troppi anni. Il caso la fa tornare nella sua vita.
Alessandra fugge da qualcosa, forse da qualcuno e trova la morte.
A Lorenzo l'ingrato compito di scoprire da chi proprio quando scopre che nella sua stessa vita ci sono misteri irrisolti.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Noemi aveva contattato la ragazza delle ripetizioni, l’omonima di Giulia. Lorenzo, preso da problemi di maggiore importanza, non aveva avuto nemmeno il tempo di informarsi sulle lezioni o sulla donna. Un giorno uscito dall’ufficio decise di andare a trovare Paolo e la sorella. Così era venuto a conoscenza del fatto che Noemi era migliorata in inglese e scoprì anche che l’amica era in possesso delle fotocopie degli appunti di Giulia, così decise di mettere alla prova la sua memoria: se era la scrittura della ragazza che aveva amato per tanto tempo l’avrebbe riconosciuta senz’altro. Si fece quindi dare il raccoglitore ma non servì a niente perché erano stati trascritti a computer. Lorenzo decise di rassegnarsi all’idea che non l’avrebbe più vista.
 

 
La polizia continuava ad indagare sulla morte di Alessandra senza ottenere risultati esaltanti. Alcuni effetti personali non si trovavano e per questo si pensava ad una rapina finita male. Lorenzo non si lasciava persuadere dai telegiornali.  “ Non si può avere la sensazione di venire uccisi da un ladro… Evidentemente c’era qualcuno che la seguiva, la spiava, conosceva i suoi  spostamenti abituali. Ma chi poteva sapere che sarebbe uscita a quell’ora dall’albergo? Sicuramente era stato un pazzo ad ucciderla senza averlo premeditato. Ma dove volano le aquile?” Lorenzo continuava a chiederselo. Forse era lì la chiave del mistero.
Un giorno si recò all’albergo della signora Grazia dove aveva alloggiato Alessandra. Voleva solo indagare ma appena entrò si rese conto che avrebbe dovuto necessariamente prendere una stanza per qualche giorno. La cosa non lo entusiasmava affatto ma era l’unico modo per lavorare indisturbato, o almeno lo sperava. Finse di avere la casa allagata per la rottura di un tubo dell’acqua e si informò sui prezzi, fece finta di valutare, di pensarci un attimo, fece una finta telefonata e infine prese una stanza al secondo piano. Gli fu chiesto come mai non avesse bagagli e lui disse che li sarebbe andati a prendere subito per cercare di tornare in tempo per il pranzo. Uscendo vide entrare Stefano che lo salutò e gli chiese come mai si trovasse alla pensione. Lorenzo fu costretto a raccontargli tutta la storia inventata in precedenza riguardo la casa allagata sotto l’occhio vigile di Sergio, il ragazzo che poco prima gli aveva assegnato la stanza numero 24. Stefano rimase colpito da quanto gli disse l’amico e dovette aspettare per tranquillizzarlo di raggiungere un posto dove Sergio non avrebbe potuto ascoltare la conversazione: il bar di fronte. Allora gli spiegò che aveva inventato tutto e che a casa sua non era successo niente. Quindi fu la volta delle spiegazioni di Stefano…
“Lasciamo stare me” disse Lorenzo “ poi ti spiego meglio… tu che ci facevi all’albergo?”
“Da me si sono stabiliti i miei genitori perché a casa loro ci sono gli imbianchini e fidati non posso stare con loro un momento di più. Sapevo di questa pensione perché quando venivo al conservatorio spesso rimanevo a pranzo al ristorante che viene aperto al pubblico per i pasti… Ma scusa, se  casa tua non è allagata…” e aggiunse sottovoce “perché hai preso una stanza?”
“E’ una lunga storia, vieni da me che lì potremo parlare tranquillamente lontani da orecchie indiscrete.”
 
“Hai capito come sono andate le cose?”
“Mi sembra una storia paradossale. Sicuro di non aver immaginato tutto?”
“Secondo te ho la faccia di uno che scherza o di un visionario?” Gli mostrò il foglio ripiegato con l’ultimo messaggio di Alessandra. “Credi che me lo sia scritto da solo? Così, tanto per fare qualcosa...”
“Non ti arrabbiare! Devi ammettere che quello che è accaduto è alquanto insolito. Io non avrei mai potuto immaginare una cosa del genere.”
“Piuttosto, riguardo il fatto delle aquile, hai idea di cosa possa significare? Io non so più cosa pensare. Magari hai qualche idea…tu il conservatorio lo conosci meglio di me…forse potresti…”
“Potrei cosa?”
“Sai, io non riesco neanche a distinguere le note sullo spartito, altrimenti non te lo chiederei…”
“Chiedere cosa?!”
“Potresti andare al conservatorio e iscriverti ad un corso di qualunque strumento?”
“No, mi conoscono, ho preso il diploma lì, mi farebbero troppe domande.”
“Sì, hai ragione, però…sai che si potrebbe fare?”
“Se non me lo dici non potrò mai saperlo…”
“Credi che ti prenderebbero come professore? C’è un posto vacante, ricordi?”
“Non mi accetterebbero mai, non ho fatto gli studi adeguati per diventare docente.”
“Perché? Hai il diploma di conservatorio no? Hanno un corso di ragazzini senza insegnante e dove ne trovano uno più preparato di un loro ex-studente?”
“Non mi accoglierebbero a braccia aperte. Non mi prenderebbero mai.”
“Eravate una grande famiglia, no?”
“Ecco, appunto, peggio di quella naturale.”
“Scusa, sono stato indelicato. Lo so che non hai un buon rapporto con i tuoi ma ti prometto che appena questa pagliacciata finirà, troveremo un modo per risolvere il tuo problema.”
“Non c’è soluzione. Vuoi farmi adottare? Sono un po’ grandicello, non pensi?”
“No, ti farò diventare un grande musicista.”
“Non farmi credere che il mondo abbia bisogno di me, un…”
Lorenzo non gli fece continuare la frase ed aggiunse  “Un genio incompreso che non è destinato a rimanere tale a piagnucolare nell’ombra!!!”
“Come devo fare con te? Riesci sempre a convincermi…”
L’amico sorrise.
“…purtroppo!”
“Ora invece di tornare all’albergo, sai che facciamo? Ci prendiamo un giorno di pausa da questo mistero. Oggi ti presento Noemi e Paolo.”
A casa dei due amici, Lorenzo e Stefano trovarono anche un’ospite inattesa, la ragazza che dava ripetizioni a Noemi. Era arrivato il momento della verità.
 Ad aprire loro la porta fu Paolo, che era rimasto eccezionalmente a casa nonostante la sorella avesse le lezioni private di inglese, a cui lui non voleva assistere perché la riteneva incapace di apprendere una lingua straniera.
“C’è una sorpresa per te!”
“Per me?! Cos’è successo? Hai deciso di fere un altro incidente stradale allo scopo di farti uccidere…”
“Non fare lo spiritoso! Tra poco riderò io…Si tratta di una persona che conosciamo entrambi e che non vedi da molto tempo, direi troppo…”
“Ma chi…” Fu allora che la vide ed ebbe per un attimo il dubbio che fosse solo un sogno destinato a svanire.. ma lui non voleva svegliarsi…
“Lorenzo?!” la ragazza che era stata fino a quel momento di spalle perché intenta a parlare con Noemi si era voltata e lo aveva riconosciuto, evidentemente non erano tanto cambiati…
“Giulia! Non mi aspettavo di trovarti qui…” disse ma aggiunse col pensiero “ ...ma ci speravo…” le andò in contro e lei lo abbracciò con affetto.
“Quanto mi sei mancata!” avrebbe voluto dirle ma si limitò a sorridere lasciando che i suoi occhi gli facessero da ambasciatori.
Dopo averla rincontrata tutto passava in secondo piano: sapeva che era sbagliato, che aveva preso un impegno con Alessandra e che niente sarebbe dovuto passare al primo posto, declassando la cosa più importante ad una banale e accessibile seconda posizione… Ma per una volta che sentiva di avere in mano le redini della sua vita, perché lasciarsi sfuggire quell’occasione? Perché lasciarsi sfuggire di nuovo Giulia? La guardò, era ancora più bella di come la ricordava, aveva i capelli corti come qualche anno prima, ma alcune ciocche sparse erano più lunghe e sfuggivano all’ordine. Aveva gli occhi azzurri ma gli sembrarono più scuri, come se il tempo li avesse resi più impenetrabili e il passaggio al suo mondo era chiuso da un cancello d’argento: portava gli occhiali. “Ma sei ancora tu, Giulia?” avrebbe voluto chiederle ma non lo fece. Sarebbe riuscito a calare il cestello nel pozzo e portare alla luce i pensieri della Giulia che conosceva? La osservò ancora durante la conversazione che seguì: in fondo la riconosceva ma gli sembrava invecchiata…invecchiata dentro…aveva l’aria di chi ha già visto tutto e non sa più stupirsi, un tempo non era così.
“Ricordi questo bracciale?” gli chiese la ragazza tirando fuori tirando fuori dalla manica del maglioncino una catenella dorata con appeso un ciondolo.
Lorenzo non poteva crederci, quel monile glielo aveva regalato lui, davvero lo aveva tenuto al polso per tutto quel tempo? Ancora stordito per l’emozione rispose  solamente “Si, lo ricordo…”
“Giulia, non sai quanto ho pianto per te” non potè scriverglielo nel biglietto di accompagnamento all’epoca e neanche poteva ammetterlo dopo tanti anni: si vergognava di quella sua debolezza, si era chiesto da sempre “Piangere non è una cosa che fanno le ragazze?” Lui avrebbe dovuto rimanere imperturbabile e  vivere tranquillo senza versare neanche una lacrima. “Ma a cosa sto pensando?!” si rimproverò mentalmente mentre il discorso continuava senza di lui. Stava riprendendosi dallo stordimento dovuto allo sforzo fatto per riportare alla memoria quei frammenti del suo passato quando si rese conto che senza accorgersene aveva annuito alla proposta di andare a pranzo fuori tutti insieme. “In fin dei conti” si disse “il mistero può attendere…” e infilata la giacca fece strada verso l’uscita a Stefano che era per la prima volta ospite dagli amici di Lorenzo.
Avrebbe dovuto pensare, invece, che l’assassino era in libertà e non avrebbe abbassato mai la guardia.
 
Sapeva che i giorni sarebbero passati frenetici ora che nella sua vita era tornata Giulia. Leggera come una brezza marina era entrata dalla finestra che Lorenzo avrebbe voluto tenere chiusa: quella del cuore. Aveva avuto delle avventure, certo, ma non gli era mai capitato di innamorarsi di nuovo. Con il passato del tempo si rese conto che quell’amore totalizzante non lo avrebbe provato per nessun’ altra.
Era cambiata, certo un po’ la vita fa questo effetto, ma lei sembrava, come dire, insolita. L’altro giorno, ad esempio, l’aveva invitata a colazione all’hotel (dove nonostante tutto si era stabilito per le indagini) e aveva intravisto nella sua borsa tre quotidiani diversi. Certo, non c’era niente di strano in quell’episodio però Giulia non era mai stata una sostenitrice dell’informazione a tutti i costi. Lui la ricordava smemorata, spesso con la testa tra le nuvole, che certi giorni dimenticava perfino se fosse martedì o venerdì. Era una ragazza un po’ buffa che faceva di questa sua stranezza un pregio. Sapeva essere così affascinante con il suo tenero modo di comportarsi. “Giulia, cosa ti ha fatto cambiare?” pensò Lorenzo davanti ad una cioccolata calda ma quando la vide stupirsi di aver ordinato un the quando desiderava un cappuccino si rese conto che in fondo Giulia era ancora come la ricordava: simpaticamente infantile.
“Ti ricordi il matrimonio della professoressa di lettere? S’era talmente affezionata a tutti noi che ci invitò al suo sposalizio…i tavoli erano disposti nel prato e  c’era una ragazza dai capelli rossi che suonava il piano.”
“Sì, lo ricordo…”Giulia rimase sul tono vago di chi ha paura di non sapere cosa dire o di dire qualcosa di sbagliato…o di sospetto.
“Dai, c’era un tavolo solo per noi dell’ultimo anno, ti ricordi? Durante le vacanze estive dopo la maturità…”
“Cosa ti fa pensare che non abbia capito a cosa ti riferisci? Ricordo che feci una figura simile a quella che ho fatto ora: c’era un buffet di torte alla fine del pranzo e io che stavo parlando con qualcuno di quanto non mi piacesse la crostata con la crema e la frutta e quando il cameriere mi chiese quali dei dolci avrei gradito, io, invece di prendere la torta al cacao, dissi il nome sbagliato.”
“Sì…e quando te la portarono cominciarono le discussioni con il giovanotto…alla fine la tua torta la mangiai io e tu prendesti la mia che era l’ultima fetta al cioccolato.”
Entrambi sorrisero ripensando ai vecchi tempi quando, essendo ragazzi, tutto sembrava realizzabile.
“Paolo dovrebbe ancora avere il filmino che facemmo al ristorante…devo chiedergli se lo trova, sarebbe divertente vederlo tutti insieme, no?”
Giulia annuì ma, Lorenzo non ci fece caso, senza sorridere. 

 

  
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