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Autore: Erisachan    05/04/2012    2 recensioni
Ci sono momenti malati in ogni epoca.
Capitarci in mezzo o meno è solo questione di un calcolo delle probabilità.
Io in matematica faccio schifo, ma è abbastanza palese che le mie probabilità di non finirci in mezzo con le chiappe all'aria e le ginocchia infangate sono state meno di zero.
Genere: Drammatico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Muse, Nuovo personaggio, Placebo | Coppie: Brian.M/Matthew.B
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I’ll never tell how close I came
As I cross the Holland road
Well, You went left and I went right
As the moon hung proud and white
You would have loved it here tonight

Spin me down just to pin me down
On the cover of this strange bed
Spin me down just to pin me down
Rap out your questions keep them down
Let the water lead us home
And I was sorry for what I’ve done

And you were young I was not old
But our story was not told
But torn apart by greedy hands

I’ll be home in a little while
Lover I’ll be home

Mumford & Sons - Home


Il giorno della rivoluzione non c'erano rumori soffocanti di gente che si preparava all'attacco, non c'erano le urla, i sorrisi di chi illuso da un ideale combatte per difenderlo.

Il giorno della rivoluzione era tutto orrendamente normale e questo lo rese forse ancora più terribile ai miei occhi.

"Ti dico che dovremmo portarci il mio striscione!"
"Matt piantala!"
"Sei testarda Sym!"
Sospirai pesantemente portandomi una mano alla fronte "Matt mi spieghi che cazzo dovremmo farcene di uno striscione oggi?"
Bellamy brandiva a piene mani il frutto del suo lavoro notturno mostrandomelo con orgoglio infantile mentre cercavo di farlo ragionare con scarso successo "Per infuocare la gente e convincerla a combattere con noi!"
Altro sospiro, un nuovo tentativo "Matt punto numero uno: non farai in tempo ad appenderlo che ti avranno già sparato, punto numero due: al massimo lo potremmo usare come trasportino per i feriti, sempre che ce ne siano"
"Sei ottimista vedo" lo guardai per un lungo momento lasciando che fossero i miei occhi a fargli capire quello che intendevo, a dirlo non ce l'avrei fatta "Affatto"
Fu quello che non dissi a convincere Matt a desistere, in quell'affatto c'era dentro troppa amarezza per perpetuare in una discussione con dei toni così leggeri, troppa per ignorarla e continuare a fingere che la guerra sia un gioco senza vinti e vincitori, senza lacrime da portare a casa e neppure una croce su cui versarle.
La guerra nella quale ci stavamo gettando a testa alta non era di quelle pianificate fino all'ultimo dettaglio, quel tipo di guerra che i capi di stato progettano a tavolino facendole combattere a persone senza volto. Noi eravamo solo un insignificante gruppo di persone che di guerra non sanno niente. Siamo solo dei ragazzini mai cresciuti che combattono per il bene comune con solo un'ideale a farci da scudo contro le pallottole del governo che ci opprime.

Matt se ne andò lasciando a terra lo striscione, lo fissai per un momento prima di raccoglierlo e ripiegarlo. Non volevo rendergli le cose più difficili di quanto già non fossero, però non riuscivo davvero a sostenere quella calma irreale che ci avvolgeva, ogni volta che guardavo Dominic e Chris ridere mentre bevevano una birra o Steve che ascoltava musica con le cuffie nelle orecchie, seduto sul divano come se niente fosse…mi si raggelava il sangue. Volevo urlargli che questa non è una giornata qualunque! Oggi faremo la rivoluzione! Probabilmente nessuno di noi tornerà e voi ve ne state lì a ciondolare come se niente fosse!

Ero spaventata e avevo bisogno che qualcuno lo fosse quanto me, avevo bisogno di sapere che quello che ci stava succedendo era reale e non solo un brivido passeggero sulla mia schiena, avevo bisogno di sapere che tutto questo era vero, che non ero stata una pazza ad imbarcarmi in questa situazione. Avevo bisogno di sentire in ogni fibra del mio essere che avrei avuto la mia vendetta e questa, forse era la cosa che mi spaventava più di tutto, più della morte stessa. Desideravo vendicarmi, volevo vedere il volto del Governo sgretolarsi tra le mie mani in un ammasso di sangue e carne e parole che non sarebbero mai più state ripetute.

Quello di cui ho davvero paura è guardarmi in faccia e vedere in cosa tutto questo mi ha trasformata.

"Ti odio"
"Eliza…"
"Ho detto che ti odio non mi hai sentita? Stammi lontana Sara"
Vidi le labbra di Sara aggrottarsi in una smorfia che raggiunse gli occhi in un battito di ciglia, si stava arrabbiando, lo sapevo e non mi importava, io lo ero di più.
"Possiamo almeno parlarne?!" La sentii chiaramente sbuffare quell'offerta, parlò nel modo in cui si fanno offerte che non si ha davvero voglia di accettare noi per primi.
"Non c'è niente di cui parlare. Hai deciso di andartene. Non vuoi portarmi con te. Mi sembra tutto abbastanza chiaro - mi voltai di spalle - non mi sembra tu abbia lasciato spazio a un cambiamento di piani"
"Cosa dovrei fare?! Rinunciare a un contratto e restare per sempre qui a cantare in squallidi bar?"
"No, dovresti portarmi con te!"
"Eliza….tu stai studiando ancora, hai l'università da finire, mi raggiungerai dopo" Ricordo ancora oggi la sensazione delle mani di Sara che mi tenevano per le spalle, la sua testa affondata tra i miei capelli.


Il giorno della rivoluzione ci alzammo cominciando a camminare, un passo dopo l'altro sempre più lontani da quella che era diventata la nostra vita. Accettare il cambiamento standocene fermi sulle delle sedie imposte da altri non era un'opzione che eravamo disposti ad accettare.

Quando arrivammo davanti alla sede del parlamento, mi diressi verso il monumento che si ergeva trionfante al centro della piazza e che sembrava volerci dire a chiare lettere che stavamo combattendo una guerra persa in partenza, vi poggiai sopra un piede con un'espressione di assurda arroganza stampata sul volto e restai lì, circondata dalle persone che mi erano diventate care, ad aspettare che qualcosa si muovesse in mezzo a quel senso di irrealtà che non riuscivo a scollarmi di dosso.

Fu quando le prime persone ci si avvicinarono - munite delle armi più ridicole del mondo e con la fermezza di chi prende questa storia terribilmente sul serio - che il mio cuore ricominciò a battermi nel petto lasciando alle orecchie il compito di ascoltare i respiri di chi non aveva il coraggio di parlare e camminava silenziosamente verso quel monumento che ora faceva un po' meno paura.
Non eravamo più soli.
Nella mia mente si fece largo l'idea che forse avremmo potuto farcela, che forse tutto questo non sarebbe stato inutile; strinsi tra le mie mani lo striscione che Matthew mi aveva mostrato quella mattina e che mi ero infilata sotto la giacca senza dirgli nulla.
Con gli occhi lo cercai tra la folla sempre più numerosa, sapevo che non l'avrei trovato, Matthew non era lì per un ideale, era lì per la sua vendetta personale e niente l'avrebbe distolto dal suo obbiettivo.
Spostai lo sguardo su Dominic, Chris e Steve e annuii al loro indirizzo, voltandomi poi a guardare la folla riunita di fronte a me. Di tutti i futuri che mi ero immaginata quello della Leader rivoluzionaria non mi aveva mai neanche sfiorato la mente e a dirla tutta ancora non mi sentivo tale, non avevo certo la pretesa di essere più di quello che sono. Una ragazza testarda con un pessimo gusto nel vestire a cui manca sua sorella.
Sorrisi a quel pensiero e poi…

"Io non sono mai stata brava con le parole, non sono un tipo socievole ne tantomeno una di quelle persone capaci di infiammare gli animi con la sua sola presenza, non ho mai avuto pretese di grandezza ne ho mai desiderato di essere più di quella che sono oggi, ovvero una persona, una ragazza testarda che non riesce ad accettare un futuro scritto da altri, io non sono ne più ne meno di quello che siete tutti voi, perciò non è da questo piedistallo improvvisato che voglio parlarvi - mossi i tre passi che mi erano serviti per salire nella posizione in cui mi trovavo e mi diressi alle scale del parlamento, stringendo tra le mani il megafono che Steve mi aveva passato asserendo che ero più adatta io di lui a questo genere di cose, che dopotutto lui era un batterista e i batteristi è risaputo che i discorsi non li sanno fare - non voglio farmi o farvi illusioni, sappiamo tutti bene che questa è a tutti gli effetti una missione suicida, ed è per questo che vi ringrazio per essere qui con me, a combattere perché anche se forse non saremo noi i vincitori, anche se forse non riusciremo a cambiare davvero le cose, anche se alcuni di noi non torneranno mai ad abbracciare i loro cari, tutto questo è importante e lo sarà per sempre, questo è il giorno in cui il popolo ha detto di no al Governo che ha cercato di chiudergli la bocca e ha deciso di fargli sentire la sua voce, forte e chiara. Perciò l'ultima cosa che mi resta da dirvi è: KILLJOYS. MAKE. SOME. FUCKING. NOISE!"

Mi voltai lasciando andare il megafono nell'esatto istante in cui le porte del Parlamento si aprirono e cominciarono ad uscirne le forze dell'ordine, non ne restai affatto sorpresa, solo, speravo che almeno ci avrebbero dato più tempo. Non ebbi bisogno di voltarmi una seconda volta per sapere che ne arrivavano anche dai vicoli, avevo chiaro in mente come tutto questo sarebbe finito, cercai di svicolare all'interno dell'edificio con lo striscione ancora stretto nella mia mano sinistra all'interno della giacca, con la destra tenevo puntata una pistola che non avevo mai imparato ad usare contro chi invece non faceva altro nella vita.
Rumori assordati arrivavano dalle scale appena percorse.
C'era troppo rumore. Troppo.
Continuai a salire senza preoccuparmi di voltarmi, avevo un compito da svolgere e niente mi avrebbe fermata; gli agenti erano troppo preoccupati di fermare la sommossa, dei politici tanto odiati neanche l'ombra, erano tutti scappati. Sapevano che stavamo arrivando, lo sapevo e hanno avuto paura. Un punto per noi.
Arrivai sul terrazzo del Parlamento, la torre dell'orologio mi copriva parzialmente la visuale di quello che stava succedendo sotto di me, il sangue mi scorreva talmente veloce nelle vene che pensavo sarebbe uscito da un momento all'altro lasciandomi lì inerme ma non fu così, riuscii ad appendere il lenzuolo che Matthew aveva così accuratamente dipinto, lo srotolai affinché la scritta si vedesse perfettamente e poi…..
Poi le bombe che avevo piazzato scoppiarono partendo dal basso fino a raggiungermi in una lenta catena di eventi studiata alla perfezione come un domino color del sangue.
Ricordo che urlai la frase che il manifesto alla guerra di Matt aveva incisa sopra, che pensai che era un megalomane del cazzo, pensai che speravo stesse bene….e poi scoppiai anche io insieme al Parlamento.

"THE WAR IS OVERDUE!"

Si dice che dai sogni ci si sveglia dolo da morti.
Non so se sia vero, ma così è stato per me.

Apro gli occhi di scatto e allo stesso modo li richiudo.
Dove sono?
Che posto è?
Mi stanno afferrando una mano.
"Eliza!"
La voce di Sara mi ripercuote dal torpore. Apro gli occhi lentamente stavolta e altrettanto lentamente vedo la figura di Sara inginocchiata sul letto accanto a me, la sua preoccupazione negli occhi.
Sara è viva.
Faccio appena in tempo a formulare questo pensiero nella mia mente che la sto già abbracciando, forse troppo forte perché la sento lamentarsi, ma non mi importa, Sara è viva.
"Eliza! Mi stai soffocando - dice cercando di divincolarsi - Hai fatto un brutto sogno?"
"Mi sei mancata terribilmente"
Sara si scosta e mi guarda in volto. "Eliza è tutto ok…?"
La fisso negli occhi e poi annuisco "Un brutto sogno, sì, solo un brutto sogno"
La sento ridacchiare mentre si alza e mi dice di vestirmi, che mi aspetta in cucina per pranzare, che ormai di colazione a quest'ora non se ne può proprio parlare.
Io mi alzo e vado alla finestra, è tutto come mi ricordavo, gli alberi sono ancora gli stessi, i fiori ancora chiusi nei loro boccioli, la sedia a dondolo che piace tanto a Sara è ancora sotto il gazebo…."Tutto un sogno…è stato solo un sogno, sì…"mi volto e corro giù per le scale urlando a Sara che voglio una razione doppia di pasta perché diavolo, ho una fame da lupi!




Note dell'autrice…Il mondo sta davvero per finire e questo ormai è lampante, io che pubblico due fico che non aggiorno da doni in due giorni consecutivi? Fidatevi di me, sono chiari segni che l'Apocalisse sta arrivando, se qualcuno avesse i contatti di Dean e Sam mi faccia sapere, che vediamo di salvare il salvabile.
Ringrazio tutti quelli che hanno letto, messo nelle preferite, seguito e in special modo chi ha trovato il tempo di commentare.
Come sempre un ringraziamente va a nainai, non solo per Anno Zero che da vita a questa storia ma anche per tutto il resto che c'è dietro e l'aiuto che mi da sempre <3
Ja nya genre \O/
   
 
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