Capital Indoor Arena – Spogliatoi / Japan Airlines
La
lunga giornata era terminata e le squadre partecipanti al torneo
stavano tornando ciascuna al proprio spogliatoio. Mila e Nami stavano
aspettando Kaori fuori dallo spogliatoio delle Tokyo Hawkers per
salutarla definitivamente prima che ripartisse per il Giappone. Le
due ragazze erano esauste perchè era già sera tarda e
non avevano ancora mangiato nulla dalla colazione della mattina, ma
desideravano lo stesso rivedere per l'ultima volta la loro amica per
scusarsi con lei per non essere arrivate allo scontro con le Tokyo
Hawkers durante il torneo. Neanche loro sapevano bene per quale
motivo avessero perso contro i White Horses, perchè fino
all'ultimo sembrava davvero che avessero recuperato la grinta
necessaria per vincere. Probabilmente avevano giocato a loro sfavore
la stanchezza e la mancanza di Mila e Glin in campo, o semplicemente
la resistenza fisica dei ragazzi superiore alla loro.
Nami, che
aveva giocato gli ultimi punti, non riusciva neanche a ricordarsi
esattamente cosa fosse successo in quello scampolo finale di partita
che si era svolto in maniera rapidissima. Sembrava che tutte e due le
squadre avessero avuto fretta di concludere, stanche di affrontarsi.
Le azioni di gioco si erano susseguite in uno stato di estraniamento,
senza osservare il tabellone dei punti e senza prestare attenzione
alle parole della signora Yang, all'euforia del pubblico, al tifo
delle compagne in panchina. Quando l'arbitro aveva fischiato la fine
dell'incontro, le due squadre si erano guardate con rimpianto, felici
di aver terminato, ma allo stesso tempo infelici di separarsi. Al
momento del saluto, stringendosi le mani, molti cuori avevano
sobbalzato e molti visi avevano assunto una tinta rossastra,
imputabile in parte al sudore e alla fatica, ma anche alla stretta
vicinanza con chi, vicendevolmente, si era già scelto da prima
dell'inizio della partita. Perfino la Yang si era rifiutata di
commentare il set, rifilando alle Dragon Ladies uno sguardo carico di
sottintesi, ma non arrabbiato, che invitava le ragazze a raggiungere
lo spogliatoio, perchè il tempo dei commenti sarebbe arrivato
più tardi, o forse semplicemente mai.
Ancora in stato
catatonico, provate da tutte le emozioni emerse in loro in quella
partita, Mila e Nami videro Kaori uscire dallo spogliatoio, mentre
chiacchierava felice con le sue compagne.
“Non vedo l'ora di
rivedere la mia Tokyo, Miyu....Ehi ragazze! Che bello vedervi!”
si sorprese l'alzatrice rossa.
“Volevamo augurarti buon
viaggio, Kaori. Speriamo di rivederci presto” le disse Nami,
con la voce un po' tremante a causa dell'addio imminente.
“So
che siete tristi perché abbiamo vinto noi il torneo, ma non
dovete preoccuparvi, vi rifarete!” rispose Kaori sorridendo
impercettibilmente. Non aveva intenzione di provocare le sue amiche,
ma questa volta Mila e Nami non accolsero la stilettata con
classe.
“Noi veniamo qui a salutarti e tu ti vanti di averci
battuto così spudoratamente? Non siamo più bambine,
Kaori, non puoi continuare a farci pesare il fatto che sei sempre
stata la migliore in campo...” la punse nel vivo Nami.
“Io
non mi vanto mai della mia bravura...Forse siete voi che avete la
coda di paglia se pensate...”
“Adesso smettila”
disse Mila soffocata dalle lacrime in arrivo. “Kaori, mi
dispiace se la pensi così, ma noi ti vogliamo bene che si
vinca o si perda, anche se tu fossi l'ultima giocatrice dell'ultima
squadra del mondo. Non credo che sarebbe lo stesso per te se noi non
fossimo più al tuo livello. Ho il sospetto che tu ti circondi
solo di gente che reputi alla tua altezza e dal momento che abbiamo
perso subito il torneo, ora ci tratti con freddezza. E pensare che
volevamo scusarci con te per non essere riuscite a scontrarci
oggi...meglio così, avremmo fatto solo il tuo gioco. Andiamo,
Nami” terminò con voce strozzata, subito seguita dal
libero delle Dragon Ladies.
Kaori rimase paralizzata, nessuno si
era mai rivolto a lei con quel tono. La Mila che conosceva da sempre
non rispondeva con così tanta sagacia, di solito si limitava a
inveire prontamente mangiando la faccia al malcapitato che osava
contraddirla, ma mai in maniera così sottile. Era molto peggio
per Kaori sentirsi dire la verità in faccia che essere
aggredita verbalmente e fisicamente, perchè a quello sapeva
rispondere, anzi, nessuno l'aveva mai battuta nello scontro sul piano
fisico. Ma Mila non si era mai permessa di alzare la voce con lei e
nemmeno Nami. Mila, che aveva litigato con Tulia Kaido fino quasi a
tirarsi i capelli, Mila che aveva sfidato Heinz e Crosby, le due
stangone campionesse olimpioniche, che si erano dovute arrendere di
fronte alla sua inarrestabile tenacia, Mila che non perdeva occasione
per accapigliarsi con Nami per il ruolo di leader della squadra, Mila
che urlava bellamente in faccia a Daimon benché questi
minacciasse di picchiarla, quella era la Mila che Kaori
conosceva.
Nel breve periodo in cui aveva militato nelle Dragon
Ladies, Kaori era troppo concentrata sul non farsi soffiare il ruolo
di alzatore da Yip Hua Zhang per accorgersi del cambiamento del
carattere dell'amica, che stava cominciando a lasciarsi alle spalle
la passionalità tipica della giovinezza. In quel momento
invece, mentre si allontanava da Pechino assieme alle Tokyo Hawkers,
Kaori si mise per la prima volta a riflettere, su Mila, sulla sua
vita, su quello che era riuscita a conquistare e quello che invece
aveva perso per strada nel corso degli anni.
“Non mi importa
di quello che pensa Mila. Non siamo mai state amiche sdolcinate e non
lo saremo mai. Sembra quasi uno scherzo del destino, ma non siamo mai
riuscite a stare in squadra insieme, neppure nelle Dragon Ladies
perché me ne sono dovuta andare presto per via di mio padre.
Mi rendo conto solo ora che non è più la Mila di un
tempo, combattiva e indomita. Si sarà fatta mettere i piedi in
testa da Glin e la signora Yang, perchè non vedo più
quella luce nei suoi occhi che mi ha sempre stimolato a batterla.
Vedo una nuova Mila e non so se sia un bene o un male. Quello che è
certo è che se continuerà così, il mondo della
pallavolo perderà una grande giocatrice”. Kaori continuò
a pensare all'amica ancora per qualche tempo, non riuscendo a
raccapezzarsi, poi spostò la riflessione su sé stessa.
“E io? Che cosa ho fatto nella mia vita? Quali sono i miei
obiettivi per il futuro? Devo ammettere che sin dalla nascita ho
avuto un'enorme fortuna: a dodici anni già giocavo in
Nazionale, ho visitato tanti paesi e conosciuto culture diverse, ho
incontrato tante persone e fatto esperienze che chiunque sognerebbe
di fare. Le folle mi adorano, sono la star più longeva del
Giappone, da quasi 30 anni appaio sulle riviste e guadagno così
tanti soldi che non riesco nemmeno a contarli, per fortuna se ne
occupa mio padre al posto mio. La pallavolo mi ha dato tutto ciò
che ho sempre sognato, mi ha fatto vivere come una regina, ma ha
richiesto ogni singola parte di me costantemente, senza eccezioni,
vacanze e quant'altro. Ho dato tutto a questo sport, ho sacrificato
una vita normale, in cui probabilmente mi sarei sposata e avrei
formato una famiglia, per viverlo appieno, e ora mi ritrovo a pensare
a un futuro incerto, perchè probabilmente nuove leve
prenderanno il mio posto e io arriverò a contare meno di zero
in questo mondo, dopo tutti i sacrifici fatti per restare sulla
cresta dell'onda.
Sull'aereo del ritorno, Kaori accese
l'Ipod per calmarsi e ascoltò la sua canzone preferita, quella
che l'aveva accompagnata da ragazzina nella sua escalation nel mondo
del volley e che per lei, figlia degli anni 80, anni in cui tutto era
possibile, era sempre stata come un mantra.
[...]Let
us die young or let us live forever
We
don't have the power
But
we never say never
Sitting
in a sandpit,
Life
is a short trip
The
music's for the sad men
Can
you imagine when this race is won?
Turn
our golden faces into the sun
Praising
our leaders,
We're
getting in tune
The
music's played by the madmen
Forever
young, I want to be forever young
Do
you really want to live forever
Forever
-- and ever
[...]It's
so hard to get old without a cause
I don't want to perish like a
fading horse
Youth's like diamonds in the sun
And diamonds are
forever
So many adventures couldn't happen today
So many
songs we forgot to play
So many dreams swinging out of the
blue
We'll let them come true......
Kaori aveva sempre avuto una paura folle e irrazionale di invecchiare. Il suo timore più grande era l'essere messa da parte, rifiutata dal mondo a cui aveva sacrificato la sua esistenza. Non c'era cosa peggiore per lei che venire dimenticata, che la sua gente non si ricordasse più di lei e di ciò che aveva sempre fatto per servire il suo amato paese. Lei, che aveva lottato senza sosta fin da piccola per primeggiare, che aveva reso orgogliosa la sua famiglia e l'imperatore, era sola. Senza alcun amico vero, un fidanzato, una famiglia che la sostenesse, poteva contare solo su se stessa. E da sola avrebbe trovato ancora la forza per risollevarsi, lo sentiva nel cuore, perchè, nonostante tutto, non era ancora nata una persona combattiva quanto lei. Kaori era certa che avrebbe fatto ancora parlare di sé ancora per lungo tempo e questo nessuno poteva metterlo in dubbio.
Infermeria della palestra
“La
prego dottore ci faccia entrare! Non abbiamo saputo nulla sulle sue
condizioni per tutto questo tempo!” sbraitò seccata Xiu
Lan.
“Si
calmi, signorina Mo, la signorina Malansano non è ancora in
forze per affrontare una visita”.
“Vuol
dire che è ancora incosciente? Ma allora è grave!”
sussultò Glin. “Le
sue funzioni vitali sono perfette, signorina Wong, stia tranquilla.
Ha solo bisogno di riposo” disse il dottore.
Glin
scosse la testa, sconfitta, alzando le mani in segno di resa. In quel
momento arrivarono trafelate Mila e Nami, reduci
dall'incontro-scontro con Kaori.
“Come
sta?” chiese Mila, ansiosa.
“Il
dottore dice che ha bisogno di riposo...non è giusto! Io penso
che se potessimo starle vicino riuscirebbe a svegliarsi...”
disse tristemente Ming Hua.
Improvvisamente
si udì un rumore di passi nel corridoio dell'infermeria,
dapprima piano poi sempre più forte. I White Horses, Shiro in
testa, si palesarono di fronte alle Dragon Ladies.
Shiro si fece
avanti verso Mila, mentre gli altri rimasero indietro, un po'
emozionati. De Rosa non aveva neanche guardato le ragazze, ma si era
precipitato subito contro la porta.
“Shiro!”
fece sorridendo Mila. “Sono felice che tu sia qui con noi.
Siamo tutte così in pena per Gina...”
“Lo
so, Mila, anche noi siamo dispiaciuti per quello che è
successo. Antonio è stravolto, non fa altro che ripetere che
se non si sveglia smetterà di giocare”.
“Non
scherzare Antonio, non hai fatto niente di grave! Può
succedere a chiunque! E poi, non l'hai mica fatto apposta!”
proruppe Amanda, sbalordita. Johnson la fissò intensamente,
sorpreso dalla sua intraprendenza.
De
Rosa la guardò un po' stranito, poi annuì
silenziosamente.
“Sul
serio, ragazzi, non preoccupiamoci troppo, è stato solo un
lieve trauma cranico, andrà tutto bene!” disse Watanabe,
positivo come sempre.
“Hai
ragione, suvvia la stiamo facendo più grossa di quello che in
realtà è....si riprenderà presto, forza!!”
lo accompagnò Ming Hua. Watanabe le fece l'occhiolino in segno
di intesa, Ming Hua arrossì leggermente.
“Piacere,
Kinzo Watanabe”, le si avvicinò lui stringendole la
mano. “Ming Hua Liu, piacere mio”, rispose lei. “Il
tuo nome non è cinese, da dove vieni?” gli chiese
poi.
“Sono
giapponese, di Osaka”.
“Io
vengo dalla Mongolia”.
“Davvero?
Non sembra una terra molto ospitale....la tua famiglia vive ancora
lì?”
“Si,
la mia famiglia è nomade. Io sono venuta in Cina per poter
praticare stabilmente il sumo. I miei genitori non erano d'accordo
che smettessi di allenarmi per giocare a pallavolo, ma io ho seguito
il mio cuore. Ho trovato nella pallavolo uno sport che mi ha aiutato
a superare le mie paure e ho conosciuto delle persone fantastiche,
che adesso sono le mie migliori amiche. Non avrei potuto fare scelta
migliore!”.
“Grande!
Mi piacciono le persone positive!” rise Watanabe. Ming Hua,
viola dall'imbarazzo, abbassò gli occhi.
“Scusami,
non volevo infastidirti..” si corresse Kinzo.
“No...scusa
tu...è che sono un po' timida e mi imbarazzo facilmente...non
preoccuparti” farfugliò Ming Hua.
I
due continuarono a farfugliare a turno, mentre piano piano il gruppo
dei ragazzi e delle ragazze si mischiò, seguendo l'esempio dei
due liberi.
Dopo 5 minuti si erano già formati tre
gruppetti, il primo costituito da Glin, Zhang, Rousseau e Katherine,
il secondo da Mila, Shiro, Sun, Maria, Xiu Lan e Johnson, il terzo da
Schmidt, Katherine e Atouba.
De Rosa, chiuso nel suo mutismo,
stava immobile appoggiato alla porta della stanza dove si trovava
Gina, mentre Nami era rimasta seduta in disparte, incapace di unirsi
a uno qualsiasi dei gruppi. Era leggermente infastidita da Katherine
e dalla sua parlantina sciolta, che le permetteva di intrattenere sia
Schmidt che Atouba senza il minimo imbarazzo. Schmidt la osservava di
nascosto, ridendosela sotto i baffi. “Competizione femminile”,
pensava tra se e se. “Forza, non buttarti giù così,
Ayase. Non sei per niente male, dovresti provare anche tu a flirtare
con i ragazzi come l'ochetta bionda....ci penso io ad aiutarti”.
E così dicendo, si diresse verso Nami, che lo fissava
stupita.
“Come
ti chiami?” le chiese il biondo.
“Nami
Ayase” rispose lei, ostentando sicurezza.
“Nami,
perchè non ti unisci a noi? Non startene lì da sola,
sono sicuro che hai tante cose da raccontare anche tu”
In
effetti ne avrei...ma di certo non a te” sibilò lei,
indispettita dal tono strafottente di Schmidt.
“Bel
caratterino”, pensò lui. “Ma mi piacciono le
sfide”.
“D'accordo,
vengo anch'io”, disse infine Nami, alzandosi e incamminandosi
verso il gruppetto. Schmidt la seguì sogghignando.
“Ehi
Katherine, di che stavate parlando?” chiese Nami alla ragazza,
inserendosi nel discorso.
“Ehi,
Nami, Baba mi stava giusto dicendo che....”
“Baba?
Chi sarebbe Baba?” la interruppe Nami, ritenendo impossibile
che esistesse un nome del genere.
“Il
mio nome per intero è Baba Lu Atouba e sono nato in Kenya, in
Africa. Mia madre invece è cinese. Tu sei....” le
rispose Atouba, leggermente irritato.
“Nami
Ayase. Mi dispiace, non avevo mai sentito un nome del
genere...è...buffo” cercò di scusarsi lei,
finendo per mettersi ancora di più nei pasticci.
Schmidt
stava per scoppiare a piangere dal ridere. Atouba aveva il
sopracciglio alzato in un'espressione di forte disappunto.
Katherine
tentò di salvare la situazione: “Baba, ascolta, perchè
non andiamo a chiamare anche de Rosa? Mi dispiace che stia da
solo...”
E si allontanò con Atouba, lasciando Nami e
Schmidt da soli. Lei sembrava offesa e tentava in tutti i modi di non
guardarlo in faccia. Lui sentiva che presto lei avrebbe ceduto
psicologicamente.
“Allora,
Ayase...” cominciò il biondino, pronto a lanciare la
stoccata finale.
Nami
non lo ascoltò neppure, perchè proprio in quel momento
si aprì la porta della stanza di Gina.
“La
signorina Malansano chiede di vedere la propria squadra”
sentenziò il dottore.
Immediatamente
le Dragon Ladies si precipitarono dentro, tirando un sospiro di
sollievo.
Stanza di Gina
“Gina!!!”
urlarono le ragazze in sincronia. “Come stai?” “Eravamo
così preoccupate!” dicevano una sopra l'altra, tanto che
risultava difficile per Gina seguire le loro parole.
“Amiche
mie, sono tanto felice di vedervi! Mi sento bene, sono solo un po'
stordita. D'altra parte sono rimasta svenuta per ore...” disse
l'italiana.
“L'importante è che tu ti sia
ripresa...ma potrai tornare al dormitorio stanotte, vero?”
domandò Maria.
“Certo! Non rimarrò in questo
posto un minuto di più! Che ore sono, a proposito?”
“Sono
già le 21.15” rispose Ming Hua guardando l'orologio e
facendo seguire un brontolio alla pancia udibile fin da fuori la
porta.
“Anche io ho una gran fame Ming Hua! Tra poco ce ne
andiamo al Mc a mangiare” rise Gina, provocando l'ilarità
della squadra.
“Davvero non ricordi nulla di quello che è
successo?” le chiese Xiu Lan con sguardo interessato.
“Ricordo
solo che stavo correndo per ricevere la palla, ma mi sono sbilanciata
e per un attimo ho guardato in basso, poi ho sentito un gran colpo
alla testa e dopo il vuoto”.
“Non hai sentito proprio
niente
per tutto questo tempo? Eri totalmente
incosciente?”
chiese conferma nuovamente Xiu Lan.
“Sì, Xiu Lan,
perchè? È successo qualcosa mentre ero qui?”
A
quel punto Xiu Lan abbassò la voce, prima di rispondere: “è
venuto a trovarti qualcuno in infermeria. È stato qui con te
per qualche tempo...ha fatto un gesto molto dolce. Ha disertato la
partita per assicurarsi delle tue condizioni ed è stato
squalificato per un mese”.
“Davvero? No, non mi
ricordo proprio niente...” rifletté Gina, “Aspetta!
Mi ricordo di una voce....stavo camminando sull'acqua tenendomi per
mano a qualcuno...ma non riuscivo vedere il suo volto. Era una bella
sensazione...però ad un certo momento l'acqua sotto i piedi ha
perso consistenza e sono sprofondata nel mare....ero nel panico e non
riuscivo più a respirare...ma lui continuava a tenere la mia
mano. Nel fondale vedevo una luce bianca, così ho cominciato a
nuotare per raggiungerla. La luce è diventata sempre più
forte, finchè ho allungato la mano per prenderla e...Non
ricordo più nient'altro”.
“E cosa c'entra la
voce con il sogno?”
“La voce era di mio padre...mi
diceva di svegliarmi..che sarebbe andato tutto bene. Sono sicura che
fosse lui perchè era una voce maschile e mi parlava in
italiano..e non conosco altri italiani a parte mio nonno, ma non
siamo molto legati”.
“Capisco...” rispose Xiu
Lan pensierosa.
“Davvero qualcuno è stato qui? Era
mio padre?” domandò Gina ansiosa. “Non lo vedo da
così tanto tempo...sarebbe fantastico poterlo
riabbracciare!”.
Le Dragon Ladies si guardarono incerte, poi
Mila prese la parola.
“Vedrai tu stessa di chi si tratta..è
qui fuori da un po' di tempo. Ti andrebbe di farlo
entrare?”
“Certo...chiamatelo pure!” disse Gina
con un velo di eccitazione.
Mila uscì dalla porta un
istante, per poi rientrare dicendo alle ragazze: “Sarebbe
meglio lasciarli soli, non credete?”
Tutte convenirono e
lasciarono la stanza, dopo aver salutato Gina.
La ragazza si
sarebbe aspettata di vedere entrare chiunque, ma non de Rosa, che si
fece strada con uno sguardo talmente avvilito da farle fare un balzo
al cuore per la sorpresa.
“Sei stato tu a colpirmi, vero?
Non devi preoccuparti...sto bene adesso”. Gina era lieta di
rivedere il ragazzo e di sentire le sue scuse; in fondo, era colpa
sua se si trovava da ore su un letto di ospedale. In realtà
non era arrabbiata con lui, anzi, dopo aver letto l'apprensione nei
suoi occhi era ancora più motivata a perdonarlo. Inoltre, aver
saputo che era rimasto tutto quel tempo accanto a lei finendo per
essere squalificato e che si era presentato di nuovo per sincerarsi
delle sue condizioni aveva gratificato il proprio ascendente cancro a
sufficienza.
De Rosa abbozzò un sorriso, felice di vedere
che si era ripresa, poi si sedette vicino al letto. L'imbarazzo tra i
due era quasi palpabile.
“Scusami ancora” disse. “Non
mi era mai successa una cosa del genere prima d'ora. Sono abituato a
tirare anche più violentemente quando si gioca tra ragazzi,
non pensavo di avere usato così tanta forza su di te”.
“Ehi,
basta così. Ti sei già scusato anche troppo: mi hanno
riferito che sei addirittura venuto qui nel bel mezzo della partita
per vedere come stavo. Ad ogni modo, piacere, io sono
Gina”.
“Antonio”
“Sei italiano?”
dissero i due in contemporanea, mettendosi poi a ridere per aver
parlato insieme.
“Che coincidenza...incontrare un italiano
proprio qui a Pechino!” sorrise Gina
“È vero!
In che città sei nata?” chiese de Rosa
“Cesena,
in Emilia Romagna. E tu?”
“Napoli, ma i miei genitori
si sono trasferiti a Roma quando ero piccolo. Sono venuto qui in Cina
a 13 anni, quindi ho visto poco e niente delll'Italia. I miei nonni
però vivono ancora a Napoli”
“Senti,
ma...perchè non parliamo in italiano fra di noi? Sono un po'
arrugginita ma è giusto per non perdere l'abitudine..”
propose Gina
“Perchè no? Gli altri ci guarderanno
malissimo però...ahahah!”
“Già! Antonio,
ti andrebbe di aiutarmi ad alzarmi, per favore? Non ne posso più
di stare in questo letto”
“Volentieri” rispose
de Rosa, dandole il braccio. Gina lo afferrò, stringendo la
sua mano per avere un maggiore appiglio. Una scarica elettrica le
attraversò il corpo e in un attimo tutto le tornò alla
mente.
La voce del sogno, a cui prima non aveva fatto caso,
corrispondeva perfettamente e la mano che la sorreggeva nell'acqua
altri non era che del bel ragazzo che la stava guardando in quel
momento.
“Eri tu...” proruppe Gina, fissandolo
sbalordita
“Tu cosa?” chiese de Rosa, anche se credeva
di sapere a cosa si stesse riferendo
“Mi hai mai tenuto la
mano prima d'ora?”
“Si” annuì de Rosa,
gli occhi illuminati dalla gioia. “Si ricorda!” pensò
elettrizzato.
“Mi ricordo di te...io ti ho sognato..o forse
non era un sogno. Mi dicevi di svegliarmi, che tutto sarebbe andato
bene...”
“Era tutto vero”
“E quella luce...”
“Quale luce? Mmm....Sì! Ti riferisci alla luce del lampadario sopra di te! Avevi aperto gli occhi un momento e l'avevi fissata..ma non sembravi in te, non credevo proprio che fossi sveglia”
“Invece
lo ero. Mi sono svegliata proprio in quel momento. Sei stato tu a
guidarmi verso quella luce...tu mi hai detto di svegliarmi. Ti ho
semplicemente ascoltato. Grazie per quello che hai fatto, senza di te
non mi sarei svegliata dal coma!” esclamò buttandogli le
braccia al collo. De Rosa non sapeva cosa dire, così rimase
stretto a Gina in quell'abbraccio spontaneo, finchè la ragazza
non si separò da lui, ancora emozionata.
“Torniamo
dagli altri” disse lei, un po' stupita di ciò che aveva
fatto
“Si”
acconsentì lui senza neanche accorgersene, ancora sotto shock.
Capital Indoor Arena --- Giardini
“Un
po' d'aria, finalmente” disse Gina, respirando
profondamente.
“Ragazze sono quasi le dieci, ci vogliamo
muovere? Ho fameeeeee” si lamentò Amanda, guardandole
con sguardo supplichevole
Mentre le ragazze parlavano, i White
Horses stavano confabulando poco distanti in maniera concitata. Zhang
fu spinto improvvisamente in avanti verso le Dragon Ladies da Schmidt
, mentre questi gli diceva sadicamente: “pensaci tu, Bai,
forza!”
Zhang, ricordandosi mentalmente di ucciderlo,
chiese: “Ragazze, che ne dite di andare a mangiare qualcosa
insieme? Anche noi abbiamo un certo languorino....”
Le
Dragon Ladies non ci pensarono due volte: “Ok! Dove volete
andare?” sorrise Glin
“Pizza? Sushi? Mc Donalds? La
signora Yang vi tiene a stecchetto o potete concedervi un piccolo
sgarro?” disse Zhang, facendo finta di guardarle con occhiate
indagatrici
“Mmmm...Siete troppo ciccione, non credo proprio
che vi faccia bene l'etnico...sarà meglio ripiegare su
un'intrigante zuppa di miso...oppure il tofu” continuò
lo schiacciatore
“Rilancio, facciamo una bella bisteccona di
manzo con le patatine fritte?” rispose Glin di slancio
“La
signorina ha il palato aristocratico...e dove vorrebbe mangiare tanta
bontà?”
“In una steak house, naturalmente”
“Io
passo, non mangio carne” reagì subito Xiu Lan,
disgustata all'idea del povero manzo sacrificato
“Propongo
la pizza, dovrebbe accontentare tutti” disse Sun
amichevolmente. Tutti furono subito d'accordo.
“Mi dispiace,
ragazzi, vi divertirete anche senza di me stavolta” disse
Shiro, facendo l'occhiolino a Mila
“Perchè? Dove
vai?” chiese Sun, non realizzando subito
“Ho un
impegno da onorare! È un evento più unico che raro, non
posso proprio mancare!”
“Fatti valere capitano!”
lo prese in giro de Rosa.
“Brava Mila!!!!!” esultarono
le Dragon Ladies, stringendosi a lei.
“Grazie, amiche! Sono
così felice!”
Shiro le si avvicinò porgendole
il braccio. Mila lo afferrò allontanandosi con lui, sentendosi
la ragazza più fortunata della terra.
Ristorante “La Fattoria” --- Chaoyang, Sanyuan Bridge
Shiro non riusciva ancora a credere di trovarsi assieme a Mila, dopo tanti anni, a un appuntamento galante. Proprio lui che era sempre stato refrattario ai legami sentimentali, respingendo sempre l'amore che Mila gli continuava a mostrare, aveva finalmente ceduto. Non poteva continuare a mentire a se stesso: Mila gli piaceva, anzi, era innamorato di lei da sempre, solo che non aveva mai voluto ammetterlo. L'idea di stare da solo con lei lo rendeva estremamente ansioso: “e se lei si aspettasse una proposta di matrimonio? Cosa penserà che significhi questo improvviso cambiamento?” continuava a ripetersi, pentendosi un po' della sua decisione affrettata. Ma ormai non poteva più tornare indietro, doveva cercare di godersi la serata senza tormenti inutili.
Mila si sentiva come in una favola: era riuscita a conquistare il principe dei suoi sogni e forse dopo tanto tempo lui le avrebbe dichiarato apertamente i suoi sentimenti. Sentiva il cuore batterle fortissimo, le sembrava quasi che le stesse per esplodere nel petto. Allo stesso tempo, però, un angolo della mente le suggeriva cattivi pensieri che non riusciva a scacciare: Shiro che la abbandonava, Shiro che cambiava idea sui suoi sentimenti e scappava a Tokyo da Jin Mei...Non era mai stava tanto agitata in vita sua. Era un'eccitazione diversa da quella pre-partita, quando sentiva su di sé la responsabilità per la propria squadra e la volontà di non deludere l'allenatrice e Shiro, per tutta la fiducia che riponevano sempre in lei. In quel caso però non si trattava di nessun altro: la sua felicità dipendeva solo da se stessa e non doveva fare niente che non la facesse sentire a proprio agio.
“È
tutto così speciale...grazie Shiro per questa serata!”
disse Mila cercando di suonare per quanto possibile
serena
“Figurati...te la dovevo, in un certo senso. Sei
sempre rimasta ad aspettarmi in tutti questi anni e non hai mai
smesso di tenere a me. Sono io che dovrei ringraziarti per tutto
l'amore che mi dimostri. Sei una persona speciale, Mila”. E
mentre lo diceva si rese conto che era davvero convinto di ogni
singola parola emessa dalla sua bocca. Non avrebbe mai incontrato una
ragazza così paziente, generosa e spontanea come lei. Cosa si
stava facendo scappare dalle mani?
Mila sorrise, reprimendo un
sospiro. Doveva chiederglielo, non voleva più aspettare. Le
dispiaceva rovinare l'atmosfera e forse l'intera serata, ma il groppo
in gola la stava tormentando e non voleva che l'ansia la facesse
scoppiare.
“Ascolta, Shiro, prima ti ho detto una cosa molto
importante, forse è stato troppo precipitoso, ma vorrei sapere
se tu ricambi ciò che provo”
“Cioè?”
“In
palestra....quando mi hai invitato a cena...io ti ho detto..”
“Ah,
sì, mi ricordo” la interruppe Shiro, spaventato da
quelle parole. “Beh, insomma, Mila, sai che per me è
difficile sbilanciarmi così tanto... sono parole importanti,
non si possono dire ai quattro venti davanti a tutti in una palestra
gremita”
Mila si sentì gelare. Ecco, aveva sbagliato
tutto. Lo sapeva che avrebbe dovuto trattenersi, che Shiro non amava
i paroloni in pubblico...si era fatta trasportare troppo dalla scena
da film. Possibile che non riuscisse mai a trattenersi?
“Si,
hai ragione, Shiro, però dopo tanto tempo che stiamo insieme
non mi sembra possibile che tu non abbia fatto ancora chiarezza sui
tuoi sentimenti. Cosa pensi, che andremo avanti così per
sempre? È vero che ti ho sempre aspettato e probabilmente ti
amo a tal punto da aspettarti per sempre, ma anche io ho delle
esigenze! Non voglio passare il resto della vita zitella, ad
aspettare un uomo che non si decide!”
Oh santo cielo.
L'aveva detto. Chissà come avrebbe reagito Shiro.
Probabilmente se ne sarebbe andato, l'avrebbe lasciata
oppure..
“Ok”
Ok? Cosa significava ok? Mila non
sapeva neanche cosa ribattere. Ma aveva fumato qualcosa? Che razza di
risposta era?
“Capisco le tue esigenze. Ti prometto che farò
chiarezza quanto prima. Anche io non voglio più continuare
così, non è giusto nei tuoi confronti. Non meriteresti
di stare con una persona come me”
“Ma che cazzo sta
dicendo? Quanto odio i discorsi alla “io non ti merito, non
sono abbastanza per te...” pensava Mila disgustata. “Per
lo meno ha promesso che si deciderà...staremo a vedere. Ho
aspettato talmente tanto che un altro po' di pazienza non mi ucciderà
di certo. Ma perchè proprio a me doveva capitare un uomo tanto
confuso?”
Dopo
il piccolo diverbio, la serata andò avanti tranquillamente,
senza alcuna discussione. Mila e Shiro avevano lasciato cadere
l'argomento spinoso e si erano buttati su un terreno molto più
fertile: i nuovi amori nati tra White Horses e Dragon Ladies.
“Chi
vedi meglio? A me piacciono Nami e Schmidt” sosteneva Mila.
“Anche se quel ragazzo é un po' strano..”
“Sì,
Gottfried non piace neanche a me...Ha una doppia faccia. Io vedo bene
Gina e Antonio, invece” replicò Shiro
“Bello
sforzo, si vede subito che si piacciono tantissimo! Dai, dimmi chi
altri hai notato...”
“Fammi pensare....forse Daniel e
Katherine”
“Chi è Daniel?”
“Rousseau,
l'alzatore. Il biondino francese che non parla mai”
“Davvero?
Non ci avevo fatto caso...non è un tipo che si nota
subito”
“Io e lui andiamo molto d'accordo..lo conosco
come le mie tasche. Fidati, ho visto come guardava Katherine...gli
piace molto”
“E io conosco Katherine e sono sicura che
non lo ha notato. A lei piacciono i tipi appariscenti...”
“Come
Gottfried, ad esempio”
“Già, come Gottfried.
Comunque, ho notato che Xiu Lan fissava quello di
colore..”
“Atouba”
“E Maria non
toglieva gli occhi di dosso al bellone palestrato”
“Si,
Sun. Invece Ming Hua era pazza di Kinzo, quello piccolino. Che tosta,
Ming Hua!”
“Sì, è l'anima della squadra.
Non si può non volerle bene!”
“E per finire, a
quella simpaticona di Amanda piace il bell'Aaron....Johnson, lo
schiacciatore americano.
“Sì, ho presente. Povera
Amanda, non dire così! È tanto buona ed è pure
sensibile!”
“Ahahahah!” Shiro scoppiò a
ridere, seguito da Mila. Stava davvero bene con lei, avrebbero dovuto
uscire più spesso. Non avevano molte occasioni per parlare, ma
quando succedeva era bello raccontarsi tutto, senza temere il
giudizio dell'altro. La qualità che più apprezzava in
Mila era la sua spontaneità e la sua ingenuità, che la
rendevano vera. A Shiro non piaceva la falsità e le persone
che si nascondevano dietro una facciata, mentre Mila era sempre
schietta e sincera. Le voleva davvero bene, e aveva paura di
deluderla se fidanzandosi ufficialmente si fosse fatto prendere dalle
sue ansie e avesse finito per fare marcia indietro. Se fosse dipeso
da lui, avrebbe mantenuto la relazione a livello altalenante, per
conservare la possibilità di fuga in caso che le cose non
avessero funzionato, ma non poteva fare questo a Mila, perchè
sapeva che non sarebbe stato giusto nei suoi confronti. Doveva
decidersi, era un uomo adulto e non poteva farsi condizionare da
paure che finivano solo per separarlo da lei. Aspettare la donna
perfetta non aveva senso, doveva godersi ciò che aveva e
ringraziare di avere trovato una persona ancora disposta ad
attenderlo, nonostante i propri umori e fragilità.
“Shiro?
Ci sei ancora?” disse Mila, esultando davanti a una torta
foresta nera appena portatale dal cameriere. “Sicuro di non
volere niente? Ho visto dei dolci all'entrata che facevano
sbavare!”
Shiro la guardò intensamente, poi rispose:
“Voglio provarci, Mila”
“A fare cosa?”
“A
stare insieme, per davvero. Relazione seria e tutto quanto. Voglio
essere un bravo fidanzato per te”
Mila lo fissò
sbalordita. Gli occhi le si inumidirono e le mancò il
fiato.
“Sei sicuro? Non avrai ripensamenti? Posso fidarmi
sul serio?” gli disse emozionata, trattenendo il respiro.
Shiro
esitò un secondo. Ormai non poteva più tornare
indietro.
“Sì, sono sicuro. Vedrai, ce le faremo
insieme, perchè tu sei la persona più importante per
me, mi capisci come nessun altro e mi sei sempre vicina. Non voglio
perderti, non potrei proprio perdonarmelo. Non tornerò
indietro, te lo prometto. D'ora in poi, faccio sul serio”
Mila
era senza parole, il cuore le batteva fortissimo e le mani le
sudavano. Si sentiva estremamente leggera, svuotata, ma allo stesso
tempo felice ed estatica. Aveva talmente sognato di sentire quelle
parole uscire dalla bocca di Shiro, che ora riusciva a stento a
credere a ciò che aveva sentito.
“Dai, finisci il
dolce e usciamo di qui. Ho voglia di fare una passeggiata. Certo che
sei proprio una mangiona! Immagino che toccherà a me pagare
anche la tua parte...ora siamo fidanzati giusto?” le sorrise
guardandola ingozzarsi di torta.
La serata non era ancora finita,
e di certo molte altre sorprese attendevano i due fantastici
pallavolisti. Da quel momento avrebbero scritto il loro destino
insieme, uniti non più soltanto dall'amore per lo sport, ma
dalla voglia di costruire un futuro felice per entrambi. Perchè
questo sono Mila e Shiro: due cuori nella pallavolo.
ANGOLO DI SQUIDINA
Ehi ehi ehi! In questo capitolo ho indagato un pochino nella personalità di Kaori, prima di salutarla definitivamente. Forse tornerà ancora, ma ho scelto di privilegiare la scelta del cartone animato di farla andare via....di conseguenza è uscita dalla lista dei miei personaggi principali. Mi dispiace di non aver mitigato Schmidt, è che voi scorpioni siete così....così...esagerati. Mi piace giocare con il vostro segno!
Spero di avervi emozionato almeno un po' con l'incontro tra Gina e de Rosa...che pucci! Però i miei preferiti sono e saranno sempre Mila e Shiro^^ Ho cercato di rendere quanto più possibile l'inquietudine geminiana di fronte alla prospettiva di una relazione seria..spero di esserci riuscita! Uomini gemelli...stiamone alla larga!=D
RIEPILOGO!!!!!!!
Ragazze/i, rullo di tamburi.....ho dato un senso a tutti i miei personaggi! È stato divertentissimo scegliere i nomi e i segni, mi sembrava di inventarmi dei nuovi Mii per la Wii...o dei Sim per the Sims:)
Boys Nome - Cognome – Numero – Segno - Ruolo
Bai Mu Zhang 9 >>>>> Bilancia >>>>> Schiacciatore laterale
Aaron Johnson 4 >>>>> Vergine >>>>> Schiacciatore centrale (o libero in sostituzione di Watanabe)
Daniel Rousseau 8 >>>>> Cancro >>>>> Alzatore
Baba Lu Atouba 10 >>>>> Capricorno >>>>> Schiacciatore centrale
Antonio de Rosa 5 >>>>> Pesci >>>>> Schiacciatore centrale (o alzatore in sostituzione di Rousseau)
Gottfried Schmidt 3 >>>>> Scorpione >>>>> Schiacciatore centrale o laterale
Kinzo Watanabe 2 >>>>> Toro >>>>> Libero
Fu Bao Sun 1 >>>>> Leone >>>>> Schiacciatore laterale
Shiro Takiki 7 >>>>> Gemelli >>>>> Schiacciatore laterale (e allenatore delle Dragon Ladies)
Girls Nome – Cognome – Numero – Segno - Ruolo
Glin Wong 8 >>>>>> Aquario >>>>> Schiacciatrice laterale
Amanda Fang 12 >>>>> Scorpione >>>>> Schiacciatrice centrale (ora alzatrice in sostituzione di Jin Mei)
Katherine Maurel 4 >>>>> Vergine >>>>> Schiacciatrice centrale o laterale
Xiu Lan Mo 5 >>>>> Pesci >>>>> Schiacciatrice centrale o laterale
Gina Malansano 10 >>>>> Bilancia ascendente Cancro >>>>> Alzatrice o Schiacciatrice centrale
Nami Ayase 3 >>>>> Capricorno >>>>> Libero o schiacciatrice centrale
Ming Hua Liu 9 >>>>> Toro >>>>> Libero
Maria Rodriguez 11 >>>>> Sagittario >>>>> Schiacciatrice centrale
Mila Azuki 7 >>>>> Ariete >>>>> Schiacciatrice laterale
(Kaori Takigawa) 2 >>>>> Leone ascendente leone
(Jin Mei Dong) 1 >>>>> Gemelli
Puff...pant....che fatica!! Ho creato troppi personaggi mi sa :DD
E dopo tutta sta fatica...Se qualcuno ha delle rimostranze sul mio lavoro...se le tenga! No scherzo, se qualsiasi cosa non vi convincesse mi farebbe piacere saperlo.
Se in particolare ci fosse qualcuno interessato all'astrologia, mi piacerebbe anche sapere se condivide la scelta dei segni zodiacali...sarebbe importante per me.
Ringrazio lelle31 e Khira che mi commentano sempre.....Bravi loro! Voto 10! Voto 9 per Kissenlove e Jenny28 che mi seguono da poco e spero tanto continuino a farlo....(grazie Kissen per il sostegno nella scrittura! =)) e una menzione speciale per quelli che visitano e basta...voto 8...si può dare di più! Comunque Grazie a tutti!
Ciao ciao
squidina