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Autore: Exitium    05/04/2012    3 recensioni
Nei più infidi recessi di Alagaësia vi è nascosto un segreto,celato a tutti dall'oramai defunto Galbatorix,che cambierà le sorti del paese.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un altro sospiro uscì dalle labbra del Cavaliere,lo sguardo triste posato sul fratellastro dinnanzi a lui.
-Allora non posso proprio far niente per impedirti di partire?- mormorò Eragon: nonostante gli aspri conflitti  avuti con Murtagh, non poteva assolutamente negare a se stesso che lui facesse parte a tutti gli effetti della sua famiglia e che il Cavaliere dal drago rosso era uno dei pochi legami di sangue che gli rimanevano.
Murtagh scosse il capo, continuando a sistemare saldamente la sella sul dorso del suo drago,che sbuffava volute di fumo dalle narici.
–è inutile, noi dobbiamo andarcene e trovare un po’ di pace stando da soli;non mi serve nient’altro,se non la solitudine:è l’unico modo per guarire le ferite che ho accumulato in anni e anni di sofferenza.- detto ciò si girò verso il fratellastro e cercò di sdrammatizzare la situazione con un mezzo sorriso.
Anche lui non era pienamente felice di abbandonarlo,ma doveva farlo.
-è solo che... ora,dopo aver conquistato finalmente questa pace,speravo di riaverti vicino. Ma la cosa più importante è che abbiamo salvato tutta Alagaesia  dalle grinfie di quel tiranno.- si convinse l’Ammazzaspettri (o,come veniva chiamato dopo gli ultimi avvenimenti,Ammazzatiranni) annuendo tra se e se.
Anche Murtagh dovette annuire a quell’affermazione e,dopo aver salutato Eragon,montò in groppa a Castigo,diretto verso il sole infuocato del tramonto che faceva risplendere le squame color del sangue del drago.

-non abbiamo salvato tutti. Manca ancora una persona da salvare.-

Dopo un breve scambio di battute con Castigo,virarono a est diretti verso il deserto di Hadarac.
Il viaggio fu duro da affrontare,anche a causa delle forti tempeste di sabbia che imperversavano nel deserto,ma il Cavaliere non si arrese,così convinto che quel viaggio sarebbe riuscito in parte ad alleviare il tormento che si portava nel cuore.
Arrivarono in un punto dove, tra le dune del deserto,si alzava un’altura rocciosa massiccia,imponente,che sovrastava tutto e tutti;senza scoraggiarsi i due volarono più in alto possibile,fino a raggiungere una tale altezza che Murtagh dovette evocare un incantesimo per respirare.
Lungo il pendio roccioso scorsero una lugubre caverna nera,un buco enorme nella roccia, e vi entrarono:era così grande che pure Castigo riuscì a entrarvi senza problemi. Il Cavaliere smontò dal dorso del drago rosso e gli disse di rimanere lì di guardia,mentre lui si apprestava a percorrere un corridoio buio e silenzioso,lungo parecchie iarde.
-Naina.- mormorò e un globo biancastro si levò su di lui,illuminando con una luce fioca le pareti rocciose.
Dopo aver percorso un buon tratto di corridoio,andò a finire in una stanza circolare,spoglia,fatta  della stessa roccia del corridoio; da qui si  dipanavano due oscure gallerie,identiche tra loro.
Murtagh represse un’imprecazione e ampliò la sua mente alla ricerca di altre forme di vita nei due cunicoli ed alla fine imboccò il primo di questi.
L’energia della forma di vita che abitava quella caverna lo attirò come fosse una luce,una tenue fiammella nell’oscurità. Il nulla dominava quel corridoio,se non un lieve rumore che doveva provenire dalla fine del corridoio.
Rumori di catene smosse,trascinate con ostinata ferocia,rumore di ferro trascinato sulla dura roccia come unghie su una lavagna.
Murtagh si fermò di colpo,alla fine del cunicolo: dinnanzi a lui vi era una cella dalle sbarre di cristallo rosso,simile a quello della sua lama,Zar’roc , e nessuna serratura a chiuderla.
Con uno scatto,il Cavaliere estrasse la spada e frantumò in mille pezzi le sbarre rosse,che un tempo dovevano essere state permeate da un incantesimo svanito alla morte del tiranno. I frammenti di cristallo si sparsero per tutta la stanza producendo mille suoni simili a piccole campane.
Subito dopo,dall’oscurità della cella, un paio di occhi colore dell’ambra si alzarono su di lui e la loro aria folle  lo mise lievemente a disagio.
-alla fine sei venuto davvero.- .
  
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