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Autore: Eliot Nightray    05/04/2012    3 recensioni
Flippy è proprio un imbranato è caduto in una tana di uno strambo coniglio e non sembra più capace di tornare indietro! Anzi è finito in un mondo strano tutto alla rovescia con ragazze dalle orecchie da coniglio, regine rosse e cavalieri blu. E' mai possibile che sia reale? Benvenuti nel magico mondo di Wonderland di HTF.
Genere: Comico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Wonderland 


Flippy disteso a terra osservava il cielo attirato dalla sua immensità. Era sua quotidiana abitudine farlo , cosa che era iniziata molto tempo prima. Per l’esattezza il giorno in cui aveva avuto un sogno strano. In quel sogno cadeva all’infinito per poi ritrovarsi catapultato nel bel mezzo delle nuvole. Lì una bambina dai capelli rossi disordinati e dalle lunghe orecchie da coniglio gli allungava la mano come per attrarlo a se e poi.. poi niente. Non ricordava più quel sogno, solo il viso della bambina rimaneva impresso nella sua mente. Così , da allora, si era ritrovato a fissare il cielo pensando che forse un giorno avrebbe individuato una scala fatta di nuvole sulla quale arrampicarsi per raggiungere l’adorata meta. Aveva chiamato la bambina Flaky, perché le sembrava il nome adatto per qualcuno dotato di capelli tanto assurdi. Un improvviso fruscio lo fece alzare , impaurito. Il suo alter ego , che si faceva chiamare Fliqpy, si risvegliò richiamato dalla paura. Un buffo coniglietto bianco apparve , saltellando fuori dal cespuglio. Fliqpy lo guardava e non capiva come quell’esserino si fosse permesso di scomodarlo dal suo sonno. Gli occhi rossi del coniglio lo guardano a loro volta. L’animaletto, forse incuriosito, si avvicinò lentamente saltello dopo saltello. Fliqpy già infastidito per il mancato sonno sollevò il grosso coltello da caccia. L’animaletto fuggì via e il ragazzo lo seguì. Benché Fliqpy fosse stato abituato dall’esercito a correre doveva ammettere che la bestiolina ci sapeva fare. Tuttavia l’idea di poter mangiare un bel coniglio arrosto per pranzo eliminava la fatica. Lo strano coniglio saltò fra le radici di un albero e scomparve. Fliqpy si grattò un paio di volte la testa, sistemò il cappello e tornò a dormire lasciando libero Flippy. Quest’ultimo si avvicinò alla piccola abitazione del roditore. Voleva scusarsi, anche se l’idea gli sembrava decisamente assurda considerato che non sapeva parlare il conigliese. Si affacciò nella tana e una qualche strana forza lo tirò al suo interno. Pensò che quella sarebbe stata la sua fine. Man  a mano che cadeva il buio della tana si faceva sempre meno denso, tanto che sul finire iniziò a scorgere tavoli, sedie, comodini tutti fluttuanti nel vuoto. Che cosa diavolo era quella tana? Abbassò il capo e vide finalmente il pavimento, la fine. Un momento … un pavimento? Flippy si strofinò gli occhi, ma si bloccò improvvisamente per poi cadere sbattendo la testa. Quando finalmente si riprese capì di trovarsi in una stanza. Tre porte davanti lui, una grande, immensa dal color nero, una normale di colore verde ed infine una minuscola porticina che sola una formica avrebbe potuto attraversare. Cercò di aprire la prima porta , ma niente, anche la seconda fu un insuccesso. La terza porta si aprì, invece, senza che lui l’avesse sfiorata. Si distese a terra e vi si affacciò. Intravide un fiocchetto rosso e una fragranza di pungitopo gli riempì il naso. Alzandosi da terra notò un tavolo che a parer suo era comparso all’improvviso dal nulla. Lo esaminò e vi trovò un pezzo di dolce ed una fialetta. “ drink me” , “eat me”. Dopotutto che male c’era? Probabilmente quello era un sogno, forse Fliqpy stava ammazzando quella povera bestiolina e lui si era ritrovato catapultato in uno strano e folle sogno. Afferrò la boccetta e la bevve d’un colpo. La stanza si fece enorme improvvisamente, che dire era veramente uno strano sogno.  Nel vedere la porta , prima minuscola, farsi di botto di dimensioni normali Flippy comprese che era stato lui a rimpicciolirsi e non la stanza ad ingrandire. Sbuffò amareggiato, essere alto era una cosa di cui era da sempre andato molto fiero.  Entrò nella porta e , come per magia, riacquistò le sue dimensioni originali. Sentì qualcuno tirarlo per la manica e decise di voltarsi. Davanti a lui comparve una ragazzina, piuttosto bassa, i capelli rossi, scompigliati e corti fino alle spalle o poco più, gli occhi rossi, ma soprattutto due immense , bianche, pelose ORECCHIE DA CONIGLIO. Flippy le tastò cercando di studiare la strana creatura. Quella emise uno strano gemito che lo fece arrossire ed allontanare immediatamente.

-          Come si permette di toccarmi così?

A dirla tutta non era brutta, anzi era decisamente carina anche se le orecchie gli facevano impressione.  La girò osservandola attentamente, cercando di ispezionare ogni minimo particolare. Portava una camicia bianca con immenso jabot , sopra un grosso cappotto lungo fino alla vita rosso e nero con circa sei bottoni di grossa stanza da una parte, ricamature nere e d’orate ed un paio di pantaloncini neri così corti da finire poco sotto il cappotto. Un orologio da taschino penzolava dalla tasca anteriore destra del cappotto mentre una paffuta codina bianca fuoriusciva dai pantaloni. Per essere un sogno doveva ammettere che era ben fatta. Allungò una mano e palpò la piccola coda, dopotutto era un sogno, non poteva mica denunciarlo per  molestie. La ragazza saltò improvvisamente e lo schiaffeggiò con forza per poi assestargli un clacio in pieno stomaco. Aveva anche degli stivali ora che ci faceva caso.
-          Straniero , la smetta di molestarmi! Solo perché sono un coniglio bianco nessuno le da il permesso di abusare di me!
La strana creatura , rosso d’imbarazzo, scoppiò a piangere senza però arretrare. Flippy si strusciò la guancia. Oh no, il dolore.. il dolore poteva sentirlo quindi… quello non era un sogno! No.. non era possibile il suo cervello non poteva accettare l’idea di essere finito in un qualche mondo magico con ragazze di playboy ambulanti e tavoli fluttuanti. Era impossibile. Flippy si fece coraggio, era un sogno, realistico, ma era un sogno ecco tutto. Cercò comunque di essere se stesso e si avvicinò alla strana bestiolina.
-          Mi spaice non volevo essere brutale.. non pensavo fossero delle zone ehm.. particolari..
-          Lo sono invece straniero.
-          Puoi piantarla di chiamarmi straniero? Io sono Flippy piacere di conoscerti , tu sei?
-          Un bian coniglio.
-          Ok , si le vedo le orecchie e la coda, ma come ti chiami?
-          Come mi chiamo, io? Io non ho nome.
Flippy la fissò contrariato, va bene che era stato decisamente offensivo nei confronti della aragzza , ma per l’amor del cielo che cosa le costava dirle il suo nome.
-          Vuoi che ti chiami coniglio ?
-          Io non ho un nome, la regina non me lo ha concesso .
-          Come prego?
Bene , c’era pure una monarca. Come minimo si sarebbe trovato davanti una vecchia, pazza, con delle orecchie da suricata o roba simile. La strana creaturina si gaurdò intorno per pi armeggiare con l’orologio.
-          È tardi , è tardi, anzi TARDISSIMO.
Lo afferrò per un braccio per poi trascinarlo via. Flippy restò al gioco , tanto che poteva fare? Si sarebbe annoiato a morte a girovagare da solo in quel posto, con il coniglio accanto almeno poteva conversare. Non ricordava di aver letto qualche numero di Playboy con una ragazza vestita in un modo simile, quindi la sua elaborazione mentale doveva venire da qualche altra parte. Gli ricordava un poco la ragazzina del sogno, quella  per quale guardava sempre il cielo. Già il cielo. Alzò la testa , ma del Sole nessuna traccia. Anzi il colore del cielo , se così vogliamo chiamarlo, era di uno strano verde. Flippy restò allibito, che brutto colore per un cielo era quasi certamente opera di fliqpy. Il coniglio lo tirò ancora fino a quando non si fermò di scatto. Una margherita gigante, con tanto di fiorellini al seguito attraverso la strada camminando sulle radici.
-          Ma guarda una margherita gigante..
-          Margherita?
-          Si quel fiore..
-          Fiore?
-          Quella cosa che è passata adesso..
-          A.. lei parla della mostardo..
-          Come scusa?
-          Mostardo, sono creature fatate vivono qua nascono un po’ ovunque, ma sono molto gentili, così dicono. Le devo confessare che nutro dei sospetti nei loro confronti. Mi terrorizzano con tutte quelle gambe, non so sembrano tentacoli.
-          Ok adesso basta.
Flippy si staccò dalla sua nuova guida , infastidito. Non ne poteva più di quel mondo. Si tirò un paio di pizzicotti, ma il rimedio non sembrò funzionare. Il coniglio lo fissò da dietro senza comprendere il significato di quei gesti.
-          È forse un modo per comunicare quello straniero?
-          Piantala di chiamarmi straniero e non è un modo per comunicare. Cerco di svegliarmi per tornare a casa.. devo aver preso una bella botta mentre Fliqpy inseguiva quel coniglio.
-          Era Fliqpy dunque che mi inseguiva, oh comprendo adesso.
-          Un momento, fammi capire tu sei un coniglio, il coniglio che si è infilato nella tana sotto l’albero per scappare.
-          Non stavo scappando, in realtà la stavo guidando verso Wonderland.
-          Come prego?
-          Wonderland. Questo è il nome di questo paese, l’avevo già condotta molto tempo orsono quando lei era ancora un infante. Tuttavia la vostra permanenza è stata assai breve. L’ho riportata qui perché ho notato che stava cercando la scala nel cielo. Ho supposto che non sapesse che è stata abbattuta recentemente a causa del Cavaliere e mi è sembrato giusto condurla all’entrata secondaria. Certo è quella dei servi, ma è pur sempre un’entrata.
Flippy si meravigliò ancora una volta della sua fantasia. Era semplicemente incredibile, quante cose potesse inventare e tutte ina una sola volta. Forse aveva mangiato qualche strana bacca che aveva provocato quell’effetto , come quello di un allucinogeno.
-          Quindi tu saresti la ragazzina che ho conosciuto quando ero piccolo.
-          Coniglio.
-          Si insomma..
-          Si esatto.
Il Bian coniglio si inchinò davanti a Flippy in segno di saluto. Restò a testa bassa per un po’ per poi alzarla e sorridere al nuovo arrivato.
-          Vado quindi a presentarmi. Io sono uno dei tanti Bian Conigli di Wonderland il mio compito è svolgere mansioni di ufficio presso la casa reale. Ecco perché il mio colore è il rosso. Sono stata inviata per aiutarla a ritrovare la strada dalla Regina rossa in persona. Il mio sesso è femminile , come lei avrà notato. È un onore per me incontrarla di nuovo oh Flippy lo straniero.
-          Un piacere rincontrarti di nuovo anche per me.. coniglia.
-          Signore non vorrei disturbarla tuttavia è molto tardi. Il tempo qui è diverso dal vostro. Il flusso del tempo è regolato dai sentimenti della Regina non so per quanto ancora potremo usufruire della luce quindi la prego di affrettarsi.
-          Non ce la faccio a chiamarti coniglia, ti va bene se ti chiamo Flaky? È questo il nome che ho dato alla ragazzina che ricordo.
-          Flaky?
-          Lo so è un nome strano..
-          È molto bello signore, tuttavia dovrò chiedere conferma alla regina per poterne prendere possesso.
Flippy si incamminò al fianco di Flaky , tanto valeva stare al gioco e divertirsi no? Tanto ad un certo punto si sarebbe svegliato e questa consapevolezza lo rassicurava. Flaky al suo fianco faceva dondolare su e giù l’orologio da taschino. Sembrava fatto di oro, e probabilmente lo era. Il ticchettio era fastidioso e rimbombante, tanto acuto che lo stesso Flippy poteva sentirlo.
-          Perdonami Flaky…
-          Mi dica signore.
-          Spiegami un po’ qui c’è una Regina?
-          Si signore. Il nostro regno possiede una sola regina. Ella controlla tutto, le nascite, il tempo, le stagioni,  persino le nostre vite.
La coniglietta gli fece cenno di fermarsi e così fece. Una grossa carrozza trainata da quattro cavalli neri era ferma a pochi metri di distanza. Flaky gli fece cenno di salire e Flippy, alla sola idea di potersi riposare un po’, saltò su rapidamente. Sopra un ragazzo dalla veste blu se ne stava seduto a gambe incrociate appisolato. Flaky appena lo intravide impallidì.
-          Non pensavo che questa vettura fosse già occupata.
-          C’è molto spazio.. – sussurrò Flippy accomodandosi accanto alla coniglietta.
-          Ma.. si certo lei ha ragione.
Flaky sembrò ritrosa all’idea di stare nella stessa carrozza di quell’uomo. Non sembrava tanto male. Aveva i capelli color cielo, nessuno strano segno animalesco ed un abito blu lungo. Gli occhi coperti da una mascherina rossa. Quello si stiracchiò per poi spalancare gli occhi. Il coniglio accanto a Flippy sembrò agitarsi improvvisamente.
-          Oh mio dolce e ingenuo coniglietto eccoti qui!
-          Oddio.. no la prego la smetta le ho già detto che non voglio..
-          Ma perché io sono di rango equestre dovrebbe essere un onore per te essere corteggiata d ame. E poi lo sai no ? io sono l’eroe di questo mondo.
Flippy si alzò e si impose davanti alla coniglietta spaventata. Aveva un debito con lei. Se non altro l’avrebbe salvato da quell’uomo così rumoroso.
 
-          Senta come può vedere..
-          E lei chi sarebbe?
-          Flippy..
-          Salve Flippy..
-          Si ok come può vedere.
-          Io sono il Cavaliere S, ma tutti mi chiamano Splendid perché sono splendido.
-          Sono contento per lei, però resta il fatto che la mia amica qui dietro non sembra intenzionata ad essere corteggiata da lei quindi..
-          Oh , oh cosa vedono i miei occhi? Lei è forse uno sfidante in amore?
-          Ma cosa ha capito.. le sto dicendo semplicemente che Flaky..
-          Chi è costei?
-          Il coniglio..
-          Comprendo che lei sta parlando della coniglietta, ma chi è Flaky..
-          Il coniglio..
-          Non capisco..
-          Il Bian coniglio..
-          Si è lì alle sue spalle, ma chi è Flaky?
-          Ma lei è splendidamente scemo!
-           
Il cavaliere sguainò la spada puntandola contro Flippy. In effetti lo aveva leggermente offeso. Il militare lo guardò senza temere alcunché. Flaky alle sue spalle tremò per poi lanciarsi davanti a lui, per proteggerlo. Il cavaliere ritirò la spada e tornò a sedere. La carrozza partì e Flippy tornò ad indagare su quello strano mondo.
 
-          Fammi capire chi è quello?
-          Quello signore è Splendid il Cavaliere, pochi sono i Cavalieri di questo mondo tutti sono stati scelti dalla Regina rossa in persona. Tutti hanno un nome , ma solo la regina può sceglierlo e cambiarlo quando più le aggrada.
-          Una perla di donna questa tizia insomma.
Splendid si addormentò russando com un vecchio.
-          È perso per te..
-          Come dice prego?
-          Si è innamorato di te dico.
-          Non penso noi possiamo innamorarci solo die nostri simili, certo non so come funzioni con i cavalieri.
-          Dove siamo diretti?
-          Non so ho dimenticato di controllare dove fosse diretto il veicolo..
-          COSA?
-          Beh qualche Stregatto saprà indicarci la strada ci certo, non abbia paura.
-          E chi ne ha?
  
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